domenica 29 agosto 2010

Scuola Elementare di Volparo

Ricevo e pubblico:

I NODI ARRIVANO AL PETTINE E PURE I DANNI (DUE MILIONI DI EURO)

Volparo è una località del paese di Legnaro che confina con il Comune di Polverara.

Premessa

La scuola elementare del luogo, è stata edificata alla metà degli anni 70. Un edificio con sei aule, ambulatorio, sala insegnanti, un ampio atrio-salone utilizzato pure per fare ginnastica al chiuso. Dispone di un ampio terreno all'aperto delle dimensioni previste dalle disposizioni Ministeriali, di un parcheggio esterno che lambisce l'intera proprietà lungo la strada Provinciale 35, il tutto recintato come richiede la legge.
Il complesso, edificio e terreno all'aperto, sono protetti da apposite leggi, che ne fanno un unico istituzionale. La legge considera l'area all'aperto locali scolastici: art. 89 Decreto Ministeriale n.297 del 1994; queste are sono rispettate pure dagli Zingari e dagli Extracomunitari.
Il progetto della scuola venne approvato dal Genio Civile di Padova. L'Ingegnere Capo del tempo, responsabile della sede di Padova e di quella di Este, pretese, nonostante si trattasse di un edificio ad un solo piano, che nei muri fossero annegati dei pilastri in cemento armato perchè, disse, un domani potrebbe verificarsi la necessità di una sopra elevazione. Testimone chi scrive. Così con le modifiche richieste lo stabile venne realizzato, nell'anno 1975 o '76.
Una scuola secondo gli esperti, per l' economia, secondo il buon senso, per il costo a carico dei cittadini, vive più generazioni; naturalmente con le normali manutenzioni e aggiornamenti propri di tutte la abitazioni e la messa a norma secondo le prescrizioni di legge. La scuola in questione è relativamente giovane, ha 35 anni di vita.
L'edificio negli ultimi anni è stato trascurato nella parte interna ed anche esterna: le pareti esposte a nord hanno la muffa; la caldaia per il riscaldamento è alimentata a gasolio, doveva essere sostituita con una a metano, visto che le condotte del gas passano a pochi metri. Ne avrebbe beneficiato la spesa di esercizio e la qualità dell'aria con meno inquinamento. Problemi più volte sollevati in Consiglio Comunale dalle opposizioni e mai, mai recepiti, nessuna risposta; eppure i soldi non mancavano e non mancano (forti avanzi di amministrazione ogni anno; esempio: nel 2009 c'è stato un avanzo, cioè soldi non spesi, per un importo pari a un milione e centomila Euro). C'è pure la Legge che obbliga i Comuni di adeguare gli edifici scolastici alle nuove norme di sicurezza, con termini già scaduti.
Trascurare la Scuola vuol dire mancare di rispetto ai nostri ragazzi: la Scuola, per i nostri figli rappresenta il primo incontro con le Istituzioni Pubbliche, devono ricevere un'immagine positiva.

Prima parte

Finalmente il Sindaco del tempo si adegua, e con delibera di Giunta Comunale n° 160 del 27 novembre 2008 fa “approvare il progetto di adeguamento alle norme di sicurezza e manutenzione straordinaria alla scuola elementare di Volparo”. Costo dell'intervento Euro 280.000.
In Delibera è scritto: “ che il Sindaco e Assessore ai lavori pubblici con nota del 28/08/2008, hanno ordinato l'interruzione dell'iter dell'opera e con successiva nota del 23/09/2008 ha dato disposizione di dar corso all'opera...”
Con altra Delibera di Giunta Comunale, la n°185 del 30/12/2008 si riapprova il progetto definito esecutivo e il piano di sicurezza per così passare all'appalto dei lavori. Il costo rimane quello sopra visto.
Il progetto, si legge in Delibera, è stato redatto da due tecnici, uno di Legnaro e l'altro di uno studio di Padova, i quali hanno depositato la documentazione in Comune il 19/12/2008.

Con una Determina (disposizione), la n° 514 del 31/12/2008 (il giorno dopo l'approvazione della delibera n. 185 del 30/12/2008) viene dato incarico ad altro tecnico di altro studio di Padova, di redigere il progetto di ampliamento della Scuola Elementare di Volparo.

Non è finita! Con delibera di Giunta Comunale, la n° 42 del 31/03/2009, si revoca, si ritira il progetto di messa a norma della Scuola di Volparo e si sospendono le procedure di appalto dei lavori.
E ancora: sempre con la stessa Delibera n° 42 del 31/03/2009 si revoca l'incarico al tecnico dello studio di Padova di progettare l'ampliamento della Scuola Elementare di Volparo, la direzione lavori, e la contabilità del cantiere. Il costo previsto per l'ampliamento era stimato attorno ai 800.000 Euro.
Nonostante le revoche, naturalmente, le parcelle ai tecnici vanno saldate!

E ancora: sempre con la stessa Delibera di Giunta Comunale, la n° 42/2009, ad altro tecnico diverso da quelli citati, viene dato incarico di redigere il progetto di una nuova Scuola Elementare di Volparo in altro sito e abbattere quella esistente, perchè, si legge in delibera “lo spazio esterno alla scuola non acconsente l'ampliamento.”
Sorge spontanea una domanda: chi ha “rubato” l'area di pertinenza della Scuola? Perchè c'era!
Il mutuo acceso per costruire la Scuola esistente, essendo stato rinegoziato, scade nel 2016; lo si sta attualmente rimborsando.

Procediamo.
Con Delibera n° 44 del 03/04/2009, la Giunta Comunale approva il progetto definitivo della nuova Scuola Elementare di Volparo per un importo complessivo di 2.800.000 Euro compreso il terreno (duemilioniottocentomila).
Da fine novembre 2008, data della prima Delibera di Giunta, ai primi di aprile, data dell'ultima Delibera, poco più di quattro mesi, si è passato da una spesa di 280.000 Euro ad una spese di 2.800.000 Euro. Pazzesco! Ma gli Amministratori sanno cosa vuol dire programmare? L'opera, non era prevista nel programma della campagna elettorale; non si è quindi sentito l'esigenza di informare-chiedere-discutere con i cittadini Legnaresi, visto che sono loro che la devono pagare e che la devono utilizzare. Non si impone dall'alto una simile spesa, come nelle dittature, per poi dire: come siamo bravi, vi facciamo la scuola nuova, venite a ringraziarci. I Legnaresi si rassegnino perchè quanto al buon senso e democrazia, siamo all'anno zero!

Proviamo a ragionare: siamo nel mezzo di una crisi economica che non ha precedenti.
Il progetto prevede il raddoppio delle aule; a Volparo l'anno precedente non sono riusciti a far partire la prima sezione delle elementari per mancanza di allievi. Nelle Delibere non c'è menzione di una indagine della situazione demografica infantile, nessuna traccia di un minimo di ricerca per vedere se le aule in paese per le elementari sono sufficienti; diverse aule delle scuole elementari sono utilizzate in modo improprio! Non vanno utilizzate un'ora al giorno come sala mensa, ma per insegnamento!! Per la mensa si trovino soluzioni diverse, che non mancano. Gli abitanti a Legnaro, come numero, ristagnano, anzi decrescono. Se ci sono allievi che a volte possono eccedere per numero, si riequilibrino con la Scuola del centro; a Casone c'è una Scuola Elementare dove si sono spesi 250.000.000 di Lire italiane per metterla a norma prima di chiuderla per carenza di alunni.
In Delibera è scritto in modo generico, che a Legnaro non ci sono aule, senza accennare a ricognizione alcuna, sembrano affermazioni da bar. Il ginepraio di Delibere sopra citate, dimostra una gestione della cosa pubblica confusa, senza una linea di indirizzo con costi fuori controllo: manca una strategia! Si vive alla giornata il che, di norma, rende più facile favorire la speculazione. Sono considerazioni di buon senso, da uomo della strada.
Con queste soluzioni decise dal Sindaco e dalla Giunta Comunale, il centro scolastico di Legnaro si sposta a Volparo; non è cosa secondaria, merita qualche riserva. E' saggio spendere a Volparo fra elementari e materna, circa quattro milioni e mezzo di Euro, senza discussione-dibattito alcuno?

Seconda parte

Ora veniamo al danno che i Legnaresi pagheranno: calcolato in due milioni di Euro.
Nel 2003-2004 la Giunta Comunale Bettini acquista un terreno a ridosso dell'area della Scuola Elementare di Volparo, per costruirvi una Scuola Materna Comunale. Al tempo la Scuola Materna era ospitata, con contratto di affitto, presso uno stabile di proprietà della Parrocchia di Legnaro. Per accedere all'area acquistata, in violazione alla legge, si stacca, si toglie a nord, una fetta di terreno, parte di superficie scoperta della Scuola Elementare esistente, considerata dalla legge, lo ripeto, locale scolastico perchè a servizio della Scuola Elementare. Inoltre, ancora più grave, il Sindaco fa collocare l'edificio della nuova scuola Materna sull'area rimasta della Scuola Elementare, sempre in violazione alla Legge dello Stato.
Ecco come è stato “rubato” il cortile delle elementari di Volparo, e, ora manca lo spazio per l'ampliamento. L'ampliamento sarebbe costato 800.000 Euro e avrebbe risolto il problema, ammesso che si volesse costruire altre aule; mentre la nuova costruzione per lo stesso numero di aule viene a costare 2.800.000 Euro: un danno secco di due milioni di Euro che i Legnaresi saranno chiamati a sborsare.
Perchè non è stata rispettata la legge? I nodi presto o tardi arrivano al pettine.

Apro una parentesi e mi si permetta un breve cenno sulla Scuola Materna Comunale sopra citata.
Per edificarla il Comune accende un muto di 1.150.000 Euro, scade nel 2023, la rata annua ammonta a 90.000 Euro, costo terreno a parte. Quando un Comune ha il terreno in proprietà, ha i soldi per edificare, redige il progetto e passa alla gara di appalto lavori. Nel nostro caso no! Il Sindaco, senza gara alcuna, permette a un privato di costruirsi in proprio l'edificio Scuola Materna, per poi cederlo al Comune, (nel cantiere il cartello obbligatorio esposto di autorizzazione a costruire, stava scritto: proprietario la società privata SpA Cosecon). La società costruttrice, nel cederlo al Comune, come minimo avrà sempre guadagnato un 30%. E' di norma.
Soldi che si dovevano risparmiare. Si aggiunga: un privato quando costruisce sa fare delle economie non sempre apprezzabili. Es.: l'impianto di riscaldamento, a pavimento, è comandato da una sola chiave che apre e chiude una superficie di 1.200 mq. distribuiti su molti locali, con un costo annuo di esercizio che si aggira sui 20.000 Euro.
L'Amministrazione forse pensava di dare corso alle nuove procedure per opere che rientrano nel “ finanziamento di progetto” previste quando un'ente appaltante non possiede l'area e non ha i finanziamenti. Però, anche in questi casi per l'assegnazione è sempre prevista la gara pubblica. Nel nostro caso c'era la proprietà del terreno e c'erano i soldi. Un grosso pasticcio! Chiudo la parentesi.

Terza parte

Veniamo al parcheggio della Scuola Elementare, anche questo sparito.
Mi spiego.
Dalla parte opposta dell'ingresso della Scuola Elementare esistente, al di là della strada, la P.35, sorge, sull'ex area della Stalla Sociale, una lottizzazione denominata Volparo, di circa mq. 33.000 per realizzarvi altrettanti mc. di volume. La procedura di approvazione è stata controversa: vediamo.
Il Consiglio Comunale, su proposta del Sindaco Bettini, approva per la prima volta la lottizzazione sopra citata con la Delibera n° 46 del 04/07/2001.
Nel 2002, il Consiglio Comunale revoca, ritira-annulla la propria Delibera n° 46/2001 e ne vota un'altra al posto della precedente, la n°30 del 29/02/2002 che riapprova la lottizzazione.
Nella seduta del Consiglio Comunale del 04/02/2003, il Sindaco fa votare la revoca e il ritiro della Delibera di Consiglio n° 30/2002 e ne fa votare un'altra: la n° 30 del 04/02/2003; riapprovando sempre la lottizzazione denominata Volparo.
Perchè questo valzer di Delibere, approva e revoca?
Semplice. La strada di accesso alla lottizzazione, nel Piano Regolatore Generale del Comune era situata 100 metri più a nord; i proprietari della lottizzazione la volevano, per loro convenienza, 100 metri più a sud dove ora è costruita, cioè davanti alla Scuola Elementare.
Nella lottizzazione si entra dalla strada P.35, Per essere approvato, l'accesso necessita della autorizzazione della Provincia di Padova, autorizzazione che viene negata, in quanto la strada sbocca davanti al parcheggio, passo carraio e entrata della Scuola Elementare, creando pericolo e difficoltà al traffico e perdita della incolumità degli alunni.
Niente paura, ci pensa il Sindaco che con la Delibera di Consiglio già vista, la 30/2003, fa approvare una tavola grafica, la n°15/15, allegata alla documentazione, dove risulta esistere una aiuola rialzata lungo la proprietà della Scuola sopra tutto il parcheggio, e viene cancellato pure, l'accesso del passo carraio dell'edificio. Il complesso scolastico resta un lotto intercluso, con una minuscola apertura di passaggio per gli allievi che vi accedono.
Sparito il pericolo al traffico stradale, la Provincia dà l'OK.
Ecco come la Scuola ha perso il parcheggio, a vantaggio della lottizzazione; il Sindaco pro tempore ne esce sconfitto in quanto della Scuola rappresenta la proprietà: non se n'é accorto.......sembra vivere una situazione kafkiana.

Per finire

In ultima analisi, la Scuola Elementare è stata a morsi spolpata del terreno di pertinenza, operazione che l'Amministrazione Comunale sta ripetendo per la Scuola Elementare del centro di Legnaro. Come si vede, viene confermato il proverbio: la volpe perde il pelo ma non il vizio. Fra qualche tempo ci verranno a dire che la Scuola Elementare del centro deve essere abbattuta per carenza di area esterna.
Ancora una riflessione:
-la nuova Scuola Elementare di Volparo viene costruita perchè non si è rispettata la Legge, (Euro 2.800.000);
-l'ampliamento del Campo Santo viene fatto perchè non si è rispettato il regolamento cimiteriale, (Euro 1.700.000);
-la rotonda in crocevia viene realizzata perchè, avendo l'Amministrazione Comunale stracaricato di mc. di volume edificatorio il parco prima esistente, ora ci sono difficoltà per collegare l'area con un accesso stradale, (Euro 400.000).
Tutti lavori fatti per coprire “marachelle” della Amministrazione. Se questo è lo sviluppo del paese che vogliono farci credere.......apriti cielo...!!??

P.S. Alle elezioni, l'elettore come fa a giudicare gli Amministratori di un Comune, se questi nascondono il loro operato e si guardano bene di divulgarlo? Mi riferisco alle decisioni prese per ignoranza, per incapacità, per favorire clientele, a volte per stupidità, a volte in buona fede; decisioni che danneggiano l'Ente Pubblico, cioè, i cittadini. La riflessione è seria. Lentamente viene minato il sistema democratico. Pure nelle dittature si vota, ma non è Democrazia.



Legnaro li 20/08/2010 Giovanni Negrato

giovedì 26 agosto 2010

Massima informazione!!!

Gentile sig. Bettini lei parla (nell'articolo riportato in basso) di massima informazione riguardo all'asilo nido aziendale "Marameo". Questo blog ha dato la notizia dei posti CERTAMENTE resi disponibili dall'asilo nido aziendale in data 23 giugno 2010, circa 2, e dico 2, mesi prima che la sua amministrazione inviasse le lettere alle famiglie potenzialmente interessate! Forse non sa perchè non ricorda o fortunatamente perchè non ha mai avuto bisogno, che una famiglia cerca l'asilo nido fin dai primi giorni del concepimento in quanto questo servizio, per alcuni (leggi molti), è tanto indispensabile quanto raro e faticoso a trovarsi. 2 mesi di ritardo non le consentono in onestà di parlare di massima informazione. Io ho capito le difficoltà derivanti dal fatto che questo servizio è un servizio offerto da un ente esterno e indipendente dal comune, ma nulla le vietava di parlarne in modo chiaro e esplicito anche se in maniera semplicemente potenziale: una lettera avrebbe potuto essere scritta già da gennaio dicendo che probabilmente ci sarebbe stata l'opportunità di alcuni posti in un nido aziendale, mettendo le mani avanti spiegando che lo Zoo profilattico non dipende dal comune di Legnaro. Chiedendo quindi ai genitori interessati di tenersi informati. A questa informazione avrebbe potuto seguire un articolo sul notiziario con un titolo a lui dedicato e non 4 righe a chiudere un articolo intitolato "Biblioteca e dintorni".
Oggi quella lettera di cui parla e le indicazioni contenute sono per lo meno in ritardo e pertanto più che di massima informazione bisognerebbe parlare di scuse a suoi cittadini per il disservizio!
Ma a questo punto credo che non sia in gioco l'incapacità di spedire lettere, ma il rapporto fra la nostra amministrazione e l'Università: troppo spesso inesistente o al più conflittuale (vedi strada chiusa ora aperta).
Fonti attendibili in oltre mi riferiscono che a coloro che fanno domanda non viene data pronta risposta in merito alla disponibilità del servizio. Questo accade anche perchè non è stata definita una data entro cui consegnare le domande, trascorsa la quale l'ufficio competente avrebbe potuto stilare una classifica sulla base di requisiti prefissati in un bando ( mai pubblicato).
A giugno infatti, quando quasi nessuno sapeva niente, le domande erano così poche che i responsabili dell'ufficio sostenevano che tutti avrebbero trovato posto senza problemi. Oggi che alla notizia è stata data un po' di rilevanza forse le cose sono cambiate. Sarebbe bello che oltre a sostenere la tesi della massima informazione ci dicesse chiaramente quante domande sono pervenute, quanti posti sono realmente disponibili e i metodi per gestire le eventuali domande sovranumerarie.

Concludo dicendo che dal 15 agosto a oggi (e nei prossimi mesi pronostico che accadrà ancora) sono nati alcuni bambini che per ovvi motivi tecnici non hanno potuto essere raggiunti dalla sua massima informazione: cosa ne dice di metterli al corrente con altra lettera a loro dedicata?


Dal Mattino di Padova del 25 agosto 2010

«Nido Agripolis, data la massima informazione»

LEGNARO. «I lavori al nido aziendale di Agripolis sono stati recentemente conclusi e solo una volta avuta la conferma sul numero esatto dei posti che verranno riservati ai bambini residenti nel territorio comunale abbiamo provveduto a dare la massima diffusione dell’informazione». Con queste parole il vicesindaco Giovanni Bettini replica alle accuse lanciate da un genitore, residente a Legnaro e papà di un bambino di 7 mesi, che lamenta la scarsa informazione sul servizio. L’uomo accusa l’amministrazione di essere interessata più alla politica del mattone che a quella scolastica ma Bettini non ci sta e spiega: «Tra il 12 e il 14 agosto scorso abbiamo inviato lettere informative a tutti i genitori di bambini da 0 a 3 anni potenzialmente interessati ad usufruire del servizio, un articolo per sponsorizzare l’attività è apparso sul giornalino e a breve la notizia verrà riportata anche nel bollettino parrocchiale». E conclude chiedendosi «Cos’altro si doveva fare per informare le famiglie?». L’apertura del nido «Marameo» è fissata per il mese di settembre. Il servizio è rivolto ai bambini in età compresa tra i mesi 3 e i 3 anni. Il nido accoglierà prioritariamente i figli del personale dell’Istituto Zooprofilattico, i bambini dei collaboratori dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare ed i figli dei dipendenti di Veneto Agricoltura. 54 i posti disponibili. Per informazioni 049.8838930. - (Martina Maniero)


Saluti massimi Davide

P.S.
Alla domanda cosa si poteva fare per dare la notizia che il (vice)sindaco si fa nell'articolo riportato rispondo:
Volantini al parco,presso i pediatri di zona, le farmacie (vicino al latte in polvere).Sicuramente i pediatri e i farmacisti sono fra i primi ad entrare in contatto con i potenziali interessati, se sensibilizzati a dovere possono svolgere un efficace ruolo informativo.
Si può anche fare una riunione pubblica "un po' meglio" pubblicizzata di quella fatta a giugno.
A proposito di quella riunione il sindaco (senza vice) promise aiuti economici alle famiglie che avrebbero iscritto i loro figli al Marameo!!!! Perchè non è stata data massima informazione anche di questa esternazione???

Arcostruttura a Legnaro: avanguardia o toppa?



Su segnalazione di Silvia Rocchini vi propongo questo articolo apparso in www.pattininews.it .

C'è fermento in casa Fox in questo periodo. Mentre i più sono in vacanza liberi da pensieri, due delle colonne portanti della società hockeistica legnarese continuano a lavorare accanitamente per arrivare a definire l'ormai datata questione della pavimentazione dell'Arcostruttura.
Carlo Disarò, allenatore e portiere, e Marco Saretta, atleta della squadra amatoriale e dirigente, ci aiutano a ricostruire le vicende dell'impianto che conosciamo dalla sua nascita, aggiornandoci sulle novità.
Perchè PattiniNews decide di dare spazio a questo argomento?
Perchè l'associazione - nessuno potrà negarlo - ha dato negli anni un grosso contributo all'ingresso di hockey in line e pattinaggio in un contesto dove le famiglie potevano scegliere sostanzialmente tra pallavolo e calcio (anche la ginnastica artistica era agli albori e lottava per conquistare il suo spazio).
Inoltre siamo convinti che la diffusione delle conoscenze e delle esperienze, il confronto e la condivisione siano un preciso dovere da parte di chi "ha le mani in pasta". Qui si può compiere una scelta precisa: migliorare una struttura che con il tempo e ulteriori adeguamenti può diventare "di eccellenza" e di richiamo, dando risonanza positiva alla comunità locale e al contesto sportivo in particolare, oppure accontentarsi di uno spazio pur interessante, le cui lacune non vengono colmate.
Infine è proprio nel contesto del RollerDay di Legnaro, manifestazione che vanta ormai sette edizioni e che ha coinvolto tutte le discipline sulle ruote, che il Sindaco e l'assessore alle Politiche Giovanili si sono esposti pubblicamente accogliendo la richiesta di rinnovare il pavimento. Quindi sarebbe per questa redazione motivo di orgoglio e di onore dare in anteprima la notizia di un intervento positivo.

Speriamo che le precisazioni che cercheremo di dare aiutino l'Amministrazione Comunale a fare la scelta più opportuna e lungimirante e che l'esperienza del Fox possa ripercuotersi positivamente in altri contesti. Cominciamo da una piccola storia dell'Arcostruttura. Non andremo troppo in là raccontando le peripezie di Marco Saretta, solo come Don Chisciotte senza Sancho Panza, che aveva sognato l'arcostruttura e la voleva con tutte le sue forze, a costo di pagare di tasca propria i progetti di massima. Cominciamo dal 2005, quando l'arcostruttura fu inaugurata e - aggiungiamo con orgoglio - con l'occasione fu organizzata una grande festa da PattiniNews, coordinando diverse realtà sportive. Il tutto solo per passione e per amicizia.
Da allora, quell'arcostruttura che fino a poco tempo prima sembrava superflua, si riempì velocemente di atleti piccoli e grandi (non solo pattinatori e hockeisti) e di attività amatoriali e agonistiche prima inesistenti.
Attualmente l'Arcostruttura offre la possibilità di praticare hockey in line, pattinaggio artistico, pattinaggio di base, freestyle, pallacanestro, per piccoli e grandi, per campioni e amatori. I problemi c'erano una volta e alcuni ci sono ancora; ad alcuni sono state trovate soluzioni ingegnose e di cuore, grazie alla disponibilità di molti utilizzatori (atleti, dirigenti, genitori) e volontari, ma alcuni problemi, inutile negarlo, sono restati sul tappeto (spogliatoi, mancanza di spazio per il pubblico) e magari con la stessa pazienza e affetto visti finora potranno essere risolti.
Un altro è nato, in modo del tutto naturale, anche se, a dire la verità, un po' troppo presto rispetto a quanto ci si aspettava. La relazione di un tecnico di provata esperienza, il dott. Nicola Mazzenga, evidenzia la situazione com'è oggi: "La pavimentazione attuale si presenta con numerosi distacchi della superficie in resina, e con efflorescenze nelle zone dei distacchi. Questo dimostra che il supporto di calcestruzzo è sufficientemente poroso per consentire il passaggio di umidità che risale verosimilmente dal sottofondo (stabilizzato o terreno rullato che sia); l'umidità è ovviamente costituita da una soluzione d'acqua e di composti solubili del calcestruzzo - quali silice, idrossido di calcio, carbonato di calcio - che cristallizzano, in seguito all'evaporazione dell'acqua, sotto la pellicola resinosa, essendo quest'ultima in genere permeabile al vapore d'acqua".

In poche parole l'usura del pavimento, più ruvido e sconnesso, ha causato deterioramento dell'attrezzatura in misura superiore alla media e ha comportato maggior rischio di infortunio per gli atleti: problema questo comune ad altri impianti costruiti con le stesse modalità, sopportabile in attività amatoriale, non certo in caso di attività agonistica.

Allora Don Chisciotte fin dal 2008 decise di segnalare la cosa, proponendosi come supporto in modo attivo, coadiuvato anche dall'amico Carlo.
Dopo diverse ricerche sulla materia, al fine di proporre la soluzione più adatta e conveniente al Comune e al gestore dell'impianto, la scelta dei nostri è caduta su un pavimento in PVC (Mosten GB 506), costituito da mattonelle, da montare come un puzzle su una superficie piana. Dal nome commerciale più diffuso questo materiale è abitualmente chiamato Stilmat.

Pare che però questa proposta non soddisfi tutti e allora proviamo a capire quali possano essere i pro e i contro, perchè la nostra impressione, seguendo la discussione, è che alcune proposte siano scartate a priori, solo in quanto nuove e sconosciute, senza approfondimento e apertura.
Uno dei problemi delle strutture per il pattinaggio è l'umidità, che fa scivolare con evidenti problemi di sicurezza e di "resa" (un numero di pattinaggio artistico con caduta fa sempre male al cuore). Lo Stilmat si bagna come altri materiali, se c'è condensa o se l'umidità arriva dal basso, ma con una piccola differenza rispetto al cemento: si asciuga prima e si può intervenire più velocemente. Provate a immaginare se si asciuga prima il vialetto di cemento che avete davanti a casa o il tavolo di cucina in pvc dove cade un bicchiere d'acqua...Inoltre la mattonella (che viene appoggiata sopra un pavimento esistente) interrompe con più efficacia l'umidità che sale dal terreno e garantisce un buon isolamento dal suolo data la particolare conformazione reticolata della base.

Veniamo all'usura. E' dimostrato che una superficie in cemento di medio livello si deteriora prima (tant'è che, purtroppo, sullo stesso campo di Legnaro i primi problemi di usura sono stati notati a distanza di 3 anni dall'inaugurazione della struttura); per lo Stilmat la durata (provata su alcuni campi) è almeno di 10 anni. Va da sè che il pavimento in Stilmat anche solo per questo motivo è più economico. Certo, è meno costoso "tirare a lucido" un cemento, non c'è nemmeno un paragone; ma un pavimento nuovo in Stilmat, rispetto a un lavoro fatto davvero a regola d'arte con un nuovo pavimento di cemento, costa meno della metà. Questo, sia detto tra parentesi, è un motivo che ben si lega alla tanto e giustamente sbandierata esigenza di economicità prevista dalla normativa destinata alle pubbliche amministrazioni.

Qualcuno obietta che atterrare con peso (dopo un triplo axel, per esempio) su una mattonella più elastica del cemento, rischia di creare un pericoloso dislivello rispetto a quella contigua. Oggi questo rischio è ridotto da una leggera bombatura nelle mattonelle di nuova produzione, impercettibile in utilizzo normale. Inoltre la maggiore elasticità e la minor ruvidità della mattonella rispetto al cemento, evidentemente attutisce maggiormente cadute accidentali, procurando meno danni agli atleti e all'attrezzatura nell'attrito.
Altra obiezione: poichè lo Stilmat non è universalmente diffuso, si rende necessario occasionalmente un cambio di ruote: vero, ma questo è quello che abitualmente succede già in ambiente agonistico: pavimentazione che vai, ruote che cambi...e funzioni meglio, secondo le esigenze del contesto...
Lo Stilmat è più rumoroso, e se questo fa poco o nessun danno all'hockey, i pattinatori dell'artistico sostengono sia un problema: facilmente superabile, con la musica appena più alta e comunque deve essere osservato che nemmeno sul cemento il silenzio è assoluto, particolarmente per esercizi sincronizzati. Il pattinaggio artistico su rotelle non è comunque discreto come quello su ghiaccio. Di questo avviso sono anche Parolin Elena e Bastarolo Silvia - rispettivamente allenatrice (terzo livello) del Pattinaggio Artistico Godigese per l'agonismo (le sue atlete hanno svolto alcuni allenamenti presso il Palahockey di Cittadella per preparare il Campionato Italiano FIHP 2010 a Valdagno) e allenatrice (secondo livello) del Pattinaggio Artistico Cittadella per il preagonismo e i primi passi (le sue atlete hanno svolto gli allenamenti presso il Palahockey di Cittadella per tutta la stagione 2009/10) - che ci hanno mandato una relazione sulle loro attività. I due tecnici giungono alla conclusione che "il pavimento in Stilmat risulta scorrevole e facilmente pattinabile con ruote che si utilizzerebbero su una superficie quale parquet o cemento al quarzo molto liscio. Durante tutta la stagione la superficie non subisce variazioni di scorrevolezza per cause climatiche come succede con parquet e cemento al quarzo. Non si notano variazioni neanche per quanto riguarda la pulizia della superficie: talvolta le altre superfici, dopo che sono state lavate, possono risultare più o meno scivolose di quando erano sporche, qui è sempre uguale". Guizzo Emanuela allenatrice di Skating Pieve di Soligo conferma che la pavimentazione "si presta bene per tutte le discipline del pattinaggio che vogliamo, dalla Solo Dance, al Singolo, Gruppo Spettacolo e obbligatori".

Non bastasse quanto evidenziato, la composizione del pavimento in mattonelle ha altri almeno quattro effetti molto positivi. Primo. Può essere smontato e rimontato, e questo rende possibili spostamenti, per esempio per esibizioni all'aperto o in altri spazi dove sia proibito pattinare (in molte strutture lo è). Secondo: nel caso del deterioramento di una mattonella, non è necessario rifare grandi pezzi di pavimento, perchè basta sostituirla. Terzo: le righe per segnare il campo sono fatte con nastro adesivo colorato e anche in questo caso la sostituzione di pezzi danneggiati è più facile e veloce. Infine l'intervento è possibile anche ad attività iniziate con 2-3 giorni di lavoro e quindi con una sospensione minima degli allenamenti.

Insomma, dopo avere studiato la cosa insieme ai nostri amici ed essendo a conoscenza della disponibilità economica del Comune, non possiamo che sostenere la causa di un pavimento nuovo, che non sia semplicemente una riverniciatura e stuccatura della superficie o, al contrario, un intervento radicale che è molto più costoso.

In gergo tecnico, il dott. Mazzenga riassume le soluzioni in questi termini: "il ripristino della superficie di questa pavimentazione mediante la sostituzione della finitura superficiale richiederebbe l'eliminazione della permeabilità dell'attuale calcestruzzo. Interventi con prodotti chimici intesi a tale scopo non danno risultati certi, in quanto interessano un sottile strato di calcestruzzo, ed inoltre richiederebbero l'asportazione dell'attuale finitura superficiale del pavimento. Alternativa possibile è il rifacimento della pavimentazione eseguendo un getto di calcestruzzo dello spessore non inferiore a 8 cm, con armatura di rete elettrosaldata da 8 mm per 10 cm di maglia. Il calcestruzzo deve essere appositamente calcolato, con dimensione degli aggregati da 18 a 20 mm, dosaggio di cemento orientativamente di 400 kg/mc e rapporto A/C non superiore a 0,40. E' determinante la scelta di un cemento a basso ritiro e l'esecuzione di una adatta maturazione del getto con mantenimento di umidità a saturazione o con prodotto antievaporante. Dal punto di vista economico, oltre che in previsione di possibili riparazioni, potrebbe essere conveniente la realizzazione di una superficie a pannelli, semplicemente appoggiata sulla pavimentazione attuale".

Ci piacerebbe poi che gli sforzi di questi atleti appassionati, che in tutte le loro attività sono solo volontari generosi, fossero visti alla luce di un'altro importante principio che sostanzia molta della normativa vigente: quello della sussidiarietà, della messa in comune delle risorse (materiali, strutturali e in termini di ideazione) tra amministrazioni pubbliche e privato sociale. Forse, se fossero maggiormente ascoltati i pareri e le esperienze di chi si è fatto concretamente e correttamente un'esperienza sul campo, le amministrazioni pubbliche potrebbero operare scelte maggiormente orientate a criteri di efficenza, efficacia ed economicità.
La trasparenza delle scelte e la partecipazione attiva degli attori della comunità, a prescindere dalla formalità del loro ruolo, sono altri capisaldi della normativa vigente, trasversale alle diverse realtà che compongono la nostra società.
Il nostro auspicio è che anche nel caso di Legnaro sia fatta una scelta consapevole, razionale, lungimirante e libera da condizionamenti che di tecnico hanno ben poco. Ci auguriamo inoltre che davvero l'arcostruttura di legnaro possa diventare un esempio di impianto all'avanguardia.
A Marco Saretta e Carlo Disarò, che ci hanno messo in condizione, con molta pazienza, di comprendere meglio la questione e di dare una buon informazione agli utenti del nostro sito e che ritengono un loro preciso dovere dare tutte le informazioni possibili per contribuire a una buona scelta, un grosso grazie.

Un ringraziamento doveroso anche al dott. Mazzenga, a Guizzo Emanuela, Elena Parolin e Silvia Bastarolo.

Naturalmente il sito è aperto alla discussione e saranno graditi i punti di vista di tutti i lettori. Invitiamo quanti fossero già convinti della soluzione da noi caldeggiata a sensibilizzare il Comune inviando la richiesta di provvedere tempestivamente, affinchè le attività agonistiche imminenti possano riprendere nel migliore dei modi: scaricate il testo della lettera che proponiamo e inviatela a: segreteria@comune.legnaro.pd.it, lavoripubblici@comune.legnaro.pd.it e per conoscenza a petizione@pattininews.it

E' possibile anche firmare la petizione online qui: http://bit.ly/aM0Snu



Saluti Davide

martedì 24 agosto 2010

Più cripte per tutti!



Copio incollo questa lettera scritta da Jacopo Fo e indirizzata al ministro Brunetta e tratta da www.ilfattoquotidiano.it . Sembra scritta tenendo in considerazione la situazione legnarese: da noi infatti dopo 10 anni di amministrazione da parte delle stesse persone ci si è resi conto che il cimitero è pieno. Un anno fa l'assessore ai lavori pubblici Davide Parpagiola sostenne che si stavano raccogliendo i dati per capire la situazione. So di ampliamenti, ma nessuna chiara indicazione di come e quando. Certo, queste indicazioni sono una spina nel fianco, ma nessuno ha mai costretto nessuno a dedicarsi alla politica ne tanto meno a fare il sindaco o l'assessore, quindi si dicano chiaramente ai legnaresi tutti le date di attuazione e le relative soluzioni in merito al problema del cimitero. A voi poi i commenti di un'amministrazione incapace di prevedere questo fatto e di porvi rimedio in tempo senza provocare inutili sofferenze e disagi ai suoi cittadini tutti. O forse che quelli che hanno votato i Moderati per Legnaro godono di vita più lunga?



Gentile signor Brunetta,

le scrivo perché c’è una falla assurda nelle nostre finanze che potremmo fermare in un minuto, senza spendere un soldo.
Sarebbe facile.
Quel che ha fermato tutti i governanti dall’intervenire è solo uno strano preconcetto, la paura di occuparsi di un tema tabù.
Mi sembra che lei abbia uno spirito tale che forse vorrà prendere in considerazione questa proposta.

Ogni anno l’Italia spende una cifra astronomica per le sepolture, in parte sostenuta dalle pubbliche amministrazioni in parte dai cittadini.
Sono 20 anni che periodicamente cerco di sollevare questa questione ma pare che appena si tocca l’argomento gli italiani cadano in una crisi di pruriti intimi (fanno scongiuri grattatori) e gli si chiude il cervello.
La spesa italiana è decine di volte superiore per ogni singola sepoltura di quella della maggioranza dei paesi del mondo.
L’Italia infatti si è data una legge sciagurata che prevede regole deliranti per le ultime dimore. Queste regole non hanno nessun senso scientifico, religioso o sanitario, tant’è che altre nazioni profondamente cattoliche, moderne e che tengono in considerazione la salute pubblica non conoscono normative analoghe.
In pratica quando si seppellisce una persona in quasi tutto il mondo si fa un buco per terra, si crea un fondo alla fossa con funzione sterilizzante, ad esempio un paio di sacchi di calce viva, e poi si interra il deceduto.
Lo si fa da millenni e non ha mai creato problemi.

In Italia invece è successo un fatto strano.
Nel 1700 i morti ricchi venivano sepolti nelle chiese e questo spesso provocava disagi e cattivi odori. Napoleone giudicò che fosse un costume anti igenico e vietò la sepoltura nelle chiese.
Questo portò ricchi e nobili a commissionare la costruzione di sepolture monumentali nei cimiteri. Cioè cripte sotterranee di pietra e malta.

Fin qui tutto bene. Ma quando il legislatore successivamente si trovò a regolamentare la costruzione dei cimiteri comunali li immaginò come una sorta di estensione del concetto di cripta famigliare aristocratica, forse per un eccesso di sentimenti egualitari e socialisti (più cripte per tutti!)
Ne discende che oggi la legge, confermata e dettagliata da Andreotti alla fine degli anni ottanta, prevede che un cimitero, nel suo complesso sia una gigantesca cripta.
Cioè, se costruisco un cimitero devo fare un buco enorme, rivestirlo di cemento armato, dotarlo di un muro che sia di circa 2 metri fuori terra. Poi questo buco lo riempio di terra e i morti li seppellisco in questa terra. Ecco che i costi dei nostri cimiteri sono esorbitanti, mentre nel resto del mondo ci si limita a segnare un’area e adibirla all’inumazione.

Ed ecco perché in Italia si è poi costretti a costruire cimiteri verticali (orrendi e costosi) con i loculi disposti a più piani.
E’ necessario per risparmiare spazio visto che tutto il cimitero è una scatola costosissima di cemento armato.
La costruzione di cimiteri a loculi sovrapposti comporta poi la necessità di utilizzare bare costosissime a chiusura stagna.

Così siamo costretti a pagare anche migliaia di euro per casse da morto che l’Ikea potrebbe vendere a 100 euro! Alla fine seppelliamo la gente dentro una bara che è una scatola sigillata, dentro un’altra scatola sigillata (il loculo in cemento), dentro il cimitero che a sua volta è una grande scatola sigillata.
E poi non abbiamo i soldi per andare al cinema.

E per concludere aggiungo che è questo stato di cose anomalo che comporta il triste costume di riesumare i morti vecchi per far posto a quelli nuovi.
Le par giusto morire sapendo che non mi lasceranno in pace neanche nella tomba?
E questo nel paese del Foscolo e dei suoi “Sepolcri”.

E vorrei sottolineare che questa normativa è priva in realtà del sostegno di qualcuno. Nessuno partito politico ha mai sostenuto che fosse male essere sepolti nella nuda terra.
Questi regolamenti sono frutto di meccanismi di adattamento stratificati gli uni sugli altri, cresciuti per successivi aggiustamenti bislacchi di precedenti errori.
E’ un monumento alla capacità di autofecondazione del delirio burocratico.

Il risultato di tutto questo è che alla fine c’è una penuria endemica di posti morto.
La prego di riflettere su questo spreco assurdo e alla sofferenza che esso provoca in migliaia di cittadini che in questo momento si trovano nella ben triste situazione di non poter morire a causa del sovraffollamento dei cimiteri.
Sono certo che se lei volesse potrebbe risolvere rapidamente questa penosa questione.

Grazie per l’attenzione.


Saluti Davide

venerdì 20 agosto 2010

Buon weekend





Dal momento che c'è una legge elettorale che lascia i partiti completamente liberi di scegliere i loro candidati scippando al cittadino la possibilità di esprimere una preferenza, nel momento in cui si è sicuri di non appartenere più alle liste di coloro che verranno confermati la prossima volta: ecco, una volta maturato il diritto alla pensione da parlamentare ( ci vogliono 2 anni e 6 mesi di legislatura), che appaiono i ribelli. In questa confessione parlano di vergogna. Credo che sia il sentimento giusto. Ma non so se si debbano vergognare di più per aver sputato sul piatto in cui hanno mangiato fino a ieri, o del fatto di aver disprezzato anche la loro stessa intelligenza facendo finta che fosse tutto normale. In ogni caso questa gente non è degna di sedere in parlamento. La questione morale passa innanzi tutto attraverso il rinnovo della classe politica italiana: da destra a sinistra ci vuole gente giovane, disinteressata al denaro e con un bagaglio di idee nuove. La politica di professione che vede i vari Fassino e consorte, Fini, Dalema, Buttiglione, Casini.... eternamente rieletti, eternamente foraggiati di denaro pubblico, depositari di poteri, deve trovare il muro del divieto di fare più di due mandati in una vita. Chi poi è capace troverà posto nei partiti come propulsore di nuove idee. I partiti non devono più contare su i rimborsi elettorali. E tutto ciò a ogni livello.


Tratto da www.farefuturofondazione.it
Non è una questione politica:
adesso, è una scelta di libertà
di Filippo Rossi
Eravamo convinti che fosse un semplice dibattito politico, il confronto tra due idee di centrodestra. Eravamo convinti che si trattasse di un normale dialogo tra idee diverse, opzioni diverse, leadership complementari. Eravamo sinceramente convinti che tutto potesse scorrere tranquillamente nei canali della democrazia interna a un partito. Era una sicurezza che derivava da una certezza cresciuta negli anni: Berlusconi non era il Caimano descritto dagli antiberlusconiani di professione; Berlusconi era un leader atipico ma liberale; Berlusconi non era uno da "editti bulgari"; certo, Berlusconi aveva tante questioni personali e aziendali (quante se ne potrebbero elencare) ma era comunque un leader con una sogno, una lucida follia; Berlusconi, insomma, non era come lo descrivevano i suoi nemici. Ed é in base a queste certezze che lo abbiamo difeso per anni, sperando nella sua capacità di spiccare il volo e diventare un grande politico, uno statista.
Adesso è cambiato tutto e niente sarà più come prima. Perché nessuno ci potrà più convincere che il berlusconismo non coincida integralmente con le sue espressioni più appariscenti e drammaticamente caricaturali. Nessuno ci potrà più convincere che il berlusconismo non coincida con il dossieraggio e con i ricatti, con la menzogna che diventa strumento per attaccare scientificamente l’avversario e magari distruggerlo. Nessuno ci potrà più convincere che il berlusconismo non si nutra di propaganda stupida e intontita, di slogan, di signorsì e di canzoncine ebeti da spot pubblicitario. Ma tanto non ci proveranno nemmeno, a convincerci.
E, purtroppo, il pensiero corre agli eventi passati, all'editto contro Enzo Biagi, contro Daniele Luttazzi, contro Michele Santoro. Il pensiero corre ai sensi di colpa per non aver capito prima, per non aver saputo e voluto alzare la testa. E oggi che gli editti toccano da vicino, è fin troppo facile cambiare idea. Oggi ha ragione chi dice: perché non ci avete pensato prima? Non c'è una risposta che non contempli un pizzico di vergogna. Un vergogna che, però, non prevede ora il silenzio, il ripetersi di un errore.
Eravamo convinti che tutto fosse un semplice dibattito politico. Sbagliavamo. È molto, molto di più. È una questione di civiltà. Di democrazia. E di libertà. Questioni forse più grandi di noi, che impongono una scelta difficile. Intendiamoci, tutto questo poi non impedisce la “politica”, non impedisce di assumersi la responsabilità di trovare accordi per governare il paese. Si parla d’altro. Si parla di qualcosa di più. Perché quello che abbiamo visto in questi ultimi tempi, tra documenti di espulsione e attacchi sguaiati alle istituzioni che sembrano concepite come proprietà privata e non come bene pubblico, relazioni internazionali di dubbio gusto e killeraggi mediatici, per non parlare delle questioni etiche trasformate in propaganda di partito, ecco, tutto questo dimostra che c’è una distanza culturale prima di tutto. E che la scelta, a questo punto, è se stare o meno dalla parte di una politica che si possa dire davvero laica e liberale.
19 agosto 2010

Saluti vergognosi Davide
P.S.
Il video non c'entra con il discorso se non riguardo alla vergogna di essere rappresentato in giro per il mondo in questa maniera. Chi vota B. e i suoi alleati non si vergogna nemmeno un pochino?

mercoledì 18 agosto 2010

Strada aperta





Discorso di un tizio allo specchio del bagno dell'Ikea registrato fortunasamente da un commesso.
Contro ogni avversità, contro ogni pronostico, contro la volontà del Magnifico Rettore, contro ogni burocrazia, contro il maltempo e le malelingue, contro forse anche la mia volontà sicuramente praeterintenzionalmente ecco a voi la strada aperta!!!!!!!
E con essa l'amministrazione che tutti vogliono: volitiva, sicura, preparata, spavalda e vincitrice. Punto per punto realizzare il programma, punto per punto spezzare le reni ai burocrati e a quelli che gufano alle spalle di chi non fa altro che lavorare.
La strada aperta caspita e se me lo domanda glielo dico io dove mettere le fioriere al Megnifico Rettore, glielo trovo io lo spazio, il posto giusto per quelle antipaticissime fioriere del caspita.
Io si che quando voglio, dico comando!! Il 16 agosto?Tutti in ferie? e chi se ne frega: il 16 sia caspita!! Io si che di fronte a un programma so come realizzarlo caspita! e perdincibacco! Altro che i bloggari e affini che sanno solo criticare. L'ho aperta io la strada!!! Io se voglio apro il Mar Rosso, le case chiuse, le noci con le chiappe e, per giuda, se voglio, apro anche la mente dei miei assessori... bah non esageriamo, forse è meglio che mi dia una calmata... ora voglio riposare, se realizzassimo tutto il programma subito non sapremmo più cosa scrivere su quello prossimo, già a causa di questa realizzazione non possiamo più riciclare i volantini dell'anno scorso....



Saluti, no alla legge bavaglio, Davide

martedì 17 agosto 2010

Serge Latouche



Serge Latouche all'inizio di questa intervista descrive Ivan Illich come il suo maestro, è quindi logico pensare che nelle sue parole ci siano quanto meno gli echi dei discorsi del pensatore austriaco. L'altro giorno ho cercato di spiegare a mio papà perchè credo che Illich sia stato un grande profeta non chè un grande filosofo: oggi mi rendo conto che l'ho fatto nel peggiore dei modi ossia partendo dalle conclusioni. Dedico questo post a mio papà e a tutti coloro che avranno la pazienza di ascoltarlo fino in fondo. Non occorre farlo in un unica soluzione, anche a piccole dosi va ben lo stesso.
Illich nei primi anni 70 metteva in relazione il consumo di energia comunque prodotta con il degrado della società. Dagli anni 70 ad oggi sia il consumo di energia che il degrado sociale sono aumentati esponenzialmente di pari passo, nonostante questa semplice constatazione la maggior parte di noi è propensa a sostenere che sia sufficiente la sostituzione delle fonti di energia fossili con altre non inquinanti come quella solare, per migliorare la situazione. Il miglioramento sarebbe indubbio, quello che sostengo è che sarebbe marginale rispetto alla vita complessivamente intesa. Per fare un esempio preso a prestito da Illich: se inventassimo un'automobile fatta di aria e che andasse a energia solare sicuramente non ci sarebbe l'inquinamento, ma utilizzando questo mezzo come utilizziamo l'auto a benzina oggi, ossia per perpetrare la crescita per la crescita la nostra vita sarebbe veramente cambiata in meglio?
Illich sosteneva che oltre una certa quantità di energia consumata pro capite i costi per rimediare ai danni prodotti dal consumo stesso sarebbero stati superiori ai benefici prodotti. Se pensiamo a quante ore di lavoro costa un'automobile e che molti la adoperano prevalentemente per andare a lavorare c'è da chiedersi se tutto ciò abbia un senso.

Papà ti voglio bene. Davide

sabato 14 agosto 2010

La libertà dei servi

Di Marco Travaglio

C’ è vita nel Pd ora che il Pdl scoppia? Nemmeno i rilevatori più sensibili, quelli in grado di captare il battito d’ali delle farfalle, riescono a cogliervi minime tracce di attività vitale. Anzi, più si sentono parlare i cosiddetti leader di quella che dovrebbe essere l’alternativa al regime che frana, più si capisce che non hanno nulla da dire. Quando sono proprio al massimo dell’attività cerebrale non riescono ad architettare che governicchi tecnici, istituzionali, balneari, ammucchiatine ribaltoniste buone solo a evitare ciò che più di ogni altra cosa li terrorizza: le elezioni, anzi gli elettori. Abituati a far politica a tavolino, a prescindere dalla gente, non riescono nemmeno a immaginare qualcosa di decente che convinca gli italiani a votarli. Soggiogati dall’incantesimo berlusconiano, non trovano parole che non siano già state confiscate da B. o che non provengano dal Jurassic Park della Prima Repubblica. Basta leggere l’intervista a Repubblica di quello che dovrebbe essere l’homo novus del Pd, Sergio Chiamparino, che ha 62 anni e s’iscrisse al Pci nel 1970. Il tenero virgulto ha un’idea davvero fulminante: “Ci vuole un congresso per dettare la nostra agenda”. Roba arrapante: già immaginiamo milioni di elettori elettrizzati che si accalcano alle porte transennate del congresso, ansiosi di visionare “la nostra agenda”. Nazareno Gabrielli? O Buffetti? O Vagnino? Pelle o similpelle? Saranno previste agendine tascabili per i minori? E non è finita: “Si individuino – intima il virgulto – quattro problemi per avanzare proposte alternative forti”. Anzi tre: “Il federalismo; le relazioni tra imprese e sindacati; il fisco”. La prima parola d’ordine è già occupata da Bossi, la terza da B. e sulla seconda è meglio stendere un velo pietoso, visto che i Chiamparini fino al mese scorso erano innamorati persi di Marchionne, poi hanno scoperto chi è. L’idea di parlare di legalità non li sfiora neppure, anche perché metterebbe in fuga metà del partito, infatti quella bandiera se l’è fregata Fini. Per capire qualcosa in questo manicomio organizzato è utile il saggio di Maurizio Viroli, La libertà dei servi: descrive il “sistema della corte” in cui lo strapotere del despota assorbe tutto e tutti quelli che vogliono contare qualcosa, tanto gli alleati e i servi quanto i presunti oppositori che finiscono col confinarsi nel recinto cortigiano, parlando solo di quel che vuole Lui e usando solo le sue parole. Bisogna eleggere i membri laici del Csm? Non sia mai che si esca dal recinto: Lui ci manda i suoi avvocati, Bossi ci manda il suo avvocato, dunque il Pd ci manda l’avvocato di D’Alema. C’è da eleggere il vicepresidente del Csm? Si prende un bel democristiano che è stato sottosegretario di B, convive da una vita coi Cuffaro e i Cesa, ha salvato B. depenalizzandogli il falso in bilancio, escogitandogli il legittimo impedimento, votando tutte le leggi vergogna nessuna esclusa, e ora dice “basta conflitti fra politica e magistratura”. È una scempiaggine senza capo né coda, lo sanno tutti che i “conflitti” sono processi doverosamente istruiti dalla magistratura su politici ladri e mafiosi. Ma chi li chiama “processi” e non “conflitti” esce dal recinto della corte, non sia mai. C’è pure il rischio di innervosire il Pompiere della Sera e il capo dello Stato, così giulivi per l’elezione quasi unanime dell’ennesimo impresentabile in una istituzione di controllo (nell’italica corte, ogni robaccia che puzza lontano un miglio diventa Chanel numero 5 purché sia “condivisa”). Intanto il capo dello Stato, stando ai boatos, blocca la nomina di Paolo Romani a ministro dello Sviluppo economico perché sarebbe in conflitto d’interessi per la sua precedente attività di editore televisivo. Oh bella: e perché non ci ha pensato due anni fa, quando Romani divenne sottosegretario delle Comunicazioni? E perché un piccolo conflitto d’interessi dovrebbe impedire a Romani di fare il ministro e uno smisurato conflitto d’interessi non dovrebbe impedire a B. di fare il presidente del Consiglio? Semplice: perché, a corte, Lui è lui e noi non siamo un cazzo.

Dal Fatto Quotidiano del 04/08/2010

mercoledì 11 agosto 2010

Ciclabile in via ardoneghe

Ciclabile in via Ardoneghe «Lentezze burocratiche»
il mattino di Padova — 04 agosto 2010 pagina 27 sezione: PROVINCIA

LEGNARO. «In merito alla promessa di realizzare la pista ciclabile su via Ardoneghe siamo consapevoli di aver inserito quest’opera nel nostro programma ma voglio anche ricordare che una legislatura dura cinque anni». Con queste parole il sindaco Ivano Oregio Catelan replica all’interrogazione presentata dal gruppo «Vivere Legnaro» in merito alla messa in sicurezza di via Ardoneghe. Il gruppo accusa la maggioranza di aver dimenticato alcune delle promesse elettorali, tra queste la realizzazione di una pista ciclabile sulla trafficata via Ardoneghe. «Qualsiasi opera pubblica prevede dei passaggi obbligatori - continua il primo cittadino - tempi burocratici non prevedibili. Questo per dire che i progetti della pista ciclabile sulla statale 516, della rotatoria del centro e dell’ampliamento del cimitero non sono stati abbandonati, anzi, ci dobbiamo però molto spesso scontrare con le lentezze della burocrazia». - (Martina Maniero)


Tradotto: in merito alle promesse che scriviamo nei nostri programmi elettorali siamo consapevoli che sono un sacco di sciocchezze, ma sti gonzi di legnaresi si bevono tutto. Vorremmo comunque realizzarle ma non abbiamo i soldi e quand'anche li avessimo sarebbe sempre colpa di qualcun altro se non realizzassimo quanto riportato in programma. Sembra che prima abbozziamo un progetto e poi lo abbandoniamo a se stesso. Questa è una visione distorta della realtà tipica de gattini cechi, noi ci facciamo un mazzo quadro per la collettività siamo sempre a caccia di nuove idee e di progetti da inserire nei nostri programmi: se non li realizziamo è sempre colpa di qualcun altro, di qualche ex sindaco, della sinistra, del blog, dell'università persino il governo che noi stessi votiamo a volte ci gira le spalle.

La burocrazia è la scusa dei perdenti.
Saluti Davide

lunedì 9 agosto 2010

La strada chiusa



Braccio di ferro sulla bretella
il mattino di Padova — 05 agosto 2010 pagina 27 sezione: PROVINCIA

LEGNARO. Conto alla rovescia per la bretella fra via Orsaretto e viale dell’Università: sarà aperta il 16 agosto. Lo ha annunciato il sindaco Ivano Oregio Catelan al professor Giuseppe Zaccaria, rettore dell’Università di Padova, che nei scorsi aveva diffidato l’amministrazione di Legnaro ad aprire la strada per via dei problemi di sicurezza che viale dell’Università ancora presenterebbe. Il sindaco ha risposto ricordando che nell’accordo di programma sottoscritto nel 2003 tra Comune, Regione, Provincia, Veneto Agricoltura, Istituto Zooprofilattico e Università non si faceva riferimento a ulteriori condizioni per l’apertura della bretella. Stando al documento sarebbero invece chiare le quote di compartecipazione: in quella sede l’Università si sarebbe impegnata a contribuire al 12,5 per cento della spesa, mentre il Comune avrebbe dovuto concorrere per il 2,5% su un totale di 400 mila euro. Il costo finale dell’opera è salito a 800 mila euro, 50 mila (il 6%) versati dall’Ateneo, contro i 210 mila euro (il 26,25%) sborsati dal Comune. «Il fatto che il Comune abbia accettato di farsi carico in tale misura della spesa dovrebbe dare la misura dell’importanza che ha attribuito a questa opera - scrive il sindaco - siamo consapevoli dei rischi per la sicurezza derivanti dall’apertura al traffico della bretella, allo scopo abbiamo già provveduto a posizionare barriere fisiche e segnaletica adeguata, così come provvederemo a effettuare controlli costanti con i nostri agenti di polizia municipale». L’Università ha intanto bloccato l’entrata con tre ingombranti fioriere in cemento. Il Comune si dice disponibile a valutare ulteriori proposte sulla sicurezza. Ma il 16 agosto l’apertura comunque ci sarà. - (Martina Maniero) /


Questa volta ci siamo: al posto di dire il mese prossimo, prossimamente, fra poco... Il sindaco ha indicato una data certa: lunedì 16 agosto! Come vorrei esserci. Fotografare il taglio del nastro mano nella mano Oregio e il Magnifico Rettore e sulla sfondo quelli che sono riusciti a farsi pagare il doppio rispetto al preventivo.
Chissà se dopo tanti proclami ci sarà l'apertura. Comunque vada una brutta storia sottolineata dal fatto che i costi di realizzazione di un'opera pubblica sono raddoppiati nel corso degli anni. Succede a tutti vero? Uno si mette d'accordo con il costruttore di asfaltare la strada privata e questo a fine opera presenta un conto doppio rispetto al preventivo. Un'opera cominciata e finita completamente dalle persone di questa amministrazione: non è possibile dire che è colpa di qualcun altro o del vecchio prg o del Cavalier Negrato. Forse è possibile dirlo usando "il solito linguaggio della vecchia politica che non spiega mai le cose chiaramente ai cittadini" ( Parole del ministro Bondi ex comunista come il nostro sindaco)
Alcuni dubitano dell'efficacia di questa soluzione rispetto al problema del traffico, io non mi esprimo e spero solo che invece sia una valida soluzione. In ogni caso ha bisogno di un nome: come si chiamerà questa nuova strada? Ditelo voi in commento.
Intanto propongo: via della vergogna, via Don Oregio Abbondio, via "non aprite quella porta", via della speranza, via della vecchia politica, via da Legnaro, via raddoppio forzato. Magari qualcuno oserà più in alto con via Bettino Craxi, in fin dei conti onorare i parenti estinti è una lodevole tradizione

Saluti Davide

sabato 7 agosto 2010

Busi: “Il Pd ha afflosciato la sinistra”

Aldo Busi usa la sua strepitosa intelligenza in maniera sempre provocatoria e ironica, si può essere d'accordo oppure contro, ma trovo difficile ignorarlo. In questo caso non sono d'accordo con la possibilità di votare Fini, mentre la delusione della sinistra e la sessualità esibita per nascondere la carenza di potere mi convincono molto. Buona domenica.


Busi: “Il Pd ha afflosciato la sinistra” Secondo lo scrittore, Fini è meglio di Bersani. E il potere di Berlusconi è impotente“La sinistra ormai sembra senza futuro. Mi rendo conto che potrebbe stupire qualcuno, ma l’unica speranza di chi vorrebbe in Italia qualche diritto e un sistema di regole di respiro europeo ha il nome di Gianfranco Fini”. Premessa. Sentendolo parlare di politica alla Zanzara, su Radio 24, ieri, ero rimasto folgorato. Infatti Aldo Busi, “il più grande scrittore italiano vivente” (autodefinizione storica che ormai nessuno può rifiutarsi di sottoscrivere) è convinto che la svolta del leader di An sia credibile anche per un progressista libertario come lui. Ed è convinto anche che l’unica possibile chiave di interpretazioni delle leadership politiche risieda nel retroterra erotico della politica.

Busi, lo ammetta. Sentirla parlare male del Pd e bene di Fini è una cosa che non può non stupire…
Sa, il trauma risale al giorno delle elezioni. Ero pronto ad andare a votare Pd, quando sento questa terrificante dichiarazione di Bersani: ‘Sono contrario al matrimonio fra omosessuali’.

E la cosa l’ha sorpresa?
Oh sì. In primo luogo perché era inutile, non glielo chiedeva nessuno. Poi perché non aveva senso dirlo: nemmeno La Russa direbbe una cosa così e infatti non l’ha mai detta. Sono affermazioni talmente stupide che si giustificano solo con il bisogno di ossequiare le gerarchie ecclesiastiche.

Pensa davvero che fosse quello l’obiettivo?
Ma certo. Dentro di me ho pensato: ma che cazzo vai a dire! Non ho più votato.

Però, ad essere rigorosi, anche Fini disse delle famosissime frasi contro i maestri omosessuali…
Frasi orribili. Però in un altro secolo. Non le scuso e non le dimentico. Ma non intendo nemmeno inchiodare Fini al suo passato.

No?
Ma no! A me oggi interessa il presente e, se possibile, il futuro. E sa cosa le dico? Che conta il percorso di Fini negli ultimi anni: il viaggio in Israele, la rottura sulle legge razziali, le posizioni avanzate sulla bioetica e sui diritti civili che mi fanno intravedere la possibilità di una destra moderna e finalmente europea.

Insomma, Fini la convince.
Pensi: non pretende di pontificare sulla religione, sulla vita di Eluana Englaro, vuoi per calcolo o vuoi per astuzia, ha fatto un percorso inverso a quello dei dirigenti democratici. E poi…

Cosa ancora?
È stato l’unico dentro il Pdl a dare bacchettate al Vaticano ricordandogli che non deve intromettersi nelle vicende dello Stato italiano. Parole sacrosante.

Lei sostiene che potrebbe addirittura votarlo.
E perché no? Se Fini avrà un anno di tempo potrà addirittura raggiungere il 12%.

Torniamo alla sinistra. Lei un anno fa disse: la destra è femmina, la sinistra è maschile. Ovvero: piena di dubbi, ossessionata come il maschio dalla paura di non essere abbastanza virile.
È così vero che le lancio questa provocazione. Io ho un problema: i leader della sinistra non riesco a immaginarmeli mentre fanno sesso. Prodi, Veltroni, Franceschini, sembrano sempre asessuati, flosci, più vecchi della loro età, non seduttivi.

Addirittura…
Mi perdoni la brutalità, ma lei riesce a immaginarsi Veltroni che monta una donna? Io no. Fanno figli, certo, solo per adattarsi alla domanda di presentabilità sociale che chiede ad un politico di esibire uno straccio di famiglia.

Eppure lei non ha cambiato le sue idee.
Io sono e resto profondamente, intimamente di sinistra. Ma sono deluso da questa sinistra senza carisma, passione.

Non le piace neanche Vendola, è così?
Sono rimasto deluso da una sua dichiarazione: quella secondo cui sarebbe un omosessuale morigerato. È come una sorta di excusatio non petita. Cosa vuol dire? Che gli altri omosessuali sono non-morigerati? O che lui ha un partner fisso e gli altri no? Forse è condizionato dal suo dichiararsi continuamente cattolico. Salvo il rapporto con i minori e il ricorso alle prostitute, la sessualità è un fatto squisitamente personale.

Anche Fini si presenta come cattolico.
Sì, ma con un tono di modernità per cui questo aspetto non è dirimente. Piace infatti alla piccola borghesia del Nord, agli imprenditori che hanno bisogno di legalità e di regole di mercato. E invece finché ci sarà il berlusconismo è chiaro che per qualsiasi appalto ti devi rivolgere all’amico dell’amico.

Lei dice che non le interessa la sessualità privata dei politici, però su quella di Berlusconi ha detto parole di fuoco.
Ho detto che escludevo l’abuso sui minori, contro cui combatto una battaglia trentennale, e l’uso delle prostitute. Proprio ieri, rileggendo i verbali della escort Terry De Nicolò a Palazzo Grazioli, ho trovato un’altra traccia di questo, nella storia di Berlusconi.

Provo a provocarla: un libertario come lei censura una scelta privata?
Perché la leggo come un indizio terrificante di decadenza. E perché vedo in questo tentativo di ridicola esibizione erotica, la speranza di usare la leva consunta del sesso, per rafforzare quella traballante del potere. Siamo dalle parti di Morte a Venezia e di Thomas Mann…

Addirittura.
Ma scusi, un uomo di 73 anni ancora schiavo dell’illusione del virilismo! Siamo nel ridicolo e nel grottesco.

Una invettiva.
Mi fa pena, mi fa tristezza. Vede, io sono un uomo ancora bello, ma anziano… È una cosa che intenerisce e deprime che un vecchio ceda alla tentazione senile dell’efebo e della giovinetta.

Nel caso di Berlusconi si parla di giovinette, non di efebi.
È lo stesso! Anzi, è peggio. Questa non è una visione della femminilità. È la sublimazione del decadimento nella speranza di una giovane vita. Quelle sono donne che si fingono donne per mestiere.

Eravamo partiti dalla politica siamo finiti al sesso.
È inevitabile. Perché in tempi di decadimento morale e intellettuale il sesso resta l’unico sostrato possibile della politica. L’unica chiave che aiuta a capire qualcosa.

E cosa si capisce?
Che il potere, soprattutto il potere di Berlusconi, esibisce virilità per nascondere debolezza. È un potere impotente.

Sono incantato, prosegua.
È una perversione che conosco, il cannibalismo del sesso. Più mangi e più hai fame. Ma quelle donne cannibalizzate dal Cavaliere non sono donne, sono fantasmi. Vede, se io penso a una donna con cui potrei fare sesso mi immagino una farmacista, una panettiera, la vita… Non puttane che per soldi si fingono donne e si vestono da catechiste pervertite.

Lei ha dato dell’impotente al premier.
Non è un’ingiuria. Lo sono pure io. Il sesso come esercizio ginnico ormai mi annoia. L’erotismo è il fallimento della sessualità. E l’erotismo delle damine bianche di Berlusconi è un erotismo per vecchi satiri di bocciofila.

Da Il Fatto Quotidiano del 4 agosto 2010

mercoledì 4 agosto 2010

Fotovoltaico



Un grande impianto fotovoltaico che assicuri un entrata annua
il mattino di Padova — 03 agosto 2010 pagina 27 sezione: PROVINCIA

LEGNARO. Incentivare l’utilizzo di fonti rinnovabili per la produzione di energia pulita e allo stesso tempo assicurare un’entrata stabile nelle casse comunali. Partendo da queste premesse la giunta comunale sta elaborando un bando di gara per affidare un servizio che consiste nella realizzazione di un impianto fotovoltaico «a terra», della potenza di poco inferiore a 1MWp, su un terreno di proprietà comunale nell’area conosciuta come «lascito Pisa-Zaccaria». Il territorio in questione si espande per più di 8 ettari ma ne verranno occupati al massimo 2,5 a seconda della tecnologia utilizzata. Il comune darà in concessione la superficie per 20 anni, cioè per durata dell’incentivo che Gse assegna sull’energia prodotta da fotovoltaico. In cambio otterrà un introito annuo di circa 100mila euro, cifra minima a base di gara che corrisponde alla vendita dell’energia elettrica prodotta. «Queste entrate - ha spiegato l’assessore alle energie rinnovabili Eugenio Righetti - saranno utilizzate interamente per il capitolo sociale con progetti ad hoc o per far fronte alle richieste di sostegno alle famiglie meno abbienti che già stiamo aiutando con le risorse disponibili. Nel primo semestre di quest’anno - evidenzia - il comune, per far fronte a questa situazione di crisi generalizzata, ha già erogato il doppio dei contributi assegnati nello stesso periodo nel 2009». Parallelamente prende forma un secondo bando di gara che riguarda l’installazione di pannelli fotovoltaici sui tetti degli edifici pubblici che permetterà di abbattere le spese ed i costi dell’energia elettrica. - (Martina Maniero)


Ma quanto costa la terra? Se una società investe per produrre energia lo fa per guadagnare il più possibile questo credo sia chiaro anche agli assessori della nostra giunta. A colpi da 100.000 euro all'anno tale società credo sia in grado si comperarsi il terreno che vuole. Per quale motivo dovrebbe pagarli al comune di Legnaro in cambio della concessione del terreno?
Che mi risulti il terreno agricolo costa attorno ai 15/20.000 euro a campo padovano il quale misura 3862,57; 2,5 ettari sono 25.000 mq, totale 129.000 euro circa. Con le stesse proporzioni potremmo chiedere ai commercianti del martedì di pagarci 16.000 euro al giorno di plateatico oppure potremmo mettere a pagamento l'acqua della fontanella a 7 euro il litro. La finanza creativa del’assessore alle energie rinnovabili Eugenio Righetti è tutta da capire.
Un'altra ipotesi è che sia il comune a finanziare l'opera e a incamerare tutti gli introiti. Allora ci dica l'assessore quanto costa un impianto in grado di generare guadagno per 100.000 euro l'anno e ci faccia conoscere qualche esempio di realizzaizone paragonabile al nostro caso. Il bando in questione allora non sarebbe di concessione ma di acquisto, ma dal bilancio di previsione questo capitolo non appare. In fine il fondo Pisa Zaccaria è vincolato, ossia è stato donato al comune affinchè, con le rendite, facesse una borsa di studio, siamo sicuri di poter destinare tali rendite per scopi diversi?
Altri comuni in giro per l'Italia hanno concesso terreni per la costruzione di impianti fotovoltaici, ma al più hanno ottenuto qualche pannello da piazzare nei tetti. 100.000 euro invece sono una bella cifra con cui riempirsi la bocca tanto più se promettiamo di donarli alle famiglie meno abbienti: ma quanto buona è questa giunta...Promesse per tutti ricchi e poveri senza distinzione.
La realtà è che a volte basterebbe copiare e accontentarsi di piccoli risultati concreti. VerdeEnergia srl è una società compartecipata dal comune di Legnaro che si occupa di risparmio energetico, altre società ( ESCO ) sono presenti nel mercato: si faccia una gara d'appalto per l'affidamento a una di queste realtà per la gestione di tutti i consumi energetici del comune: energia elettrica, gasoglio da riscaldamento, illuminazione, acqua.... Verranno installati pannelli fotovoltaici sui tetti degli edifici comunali, sostituite lampadine, restaurati impianti di riscaldamento delle scuole, inseriti i riduttori di flusso... A costo zero per il comune con la garanzia che, passato il periodo di ammortamento per i lavori effettuati, ci sarà un risparmio per le casse comunali. Spero in una replica da parte dell'assessore alle energie rinnovabili Eugenio Righetti: lo spazio dedicato dal Mattino è sicuramente esiguo qui invece ci potrà dimostrare tutta la sua competenza.
Saluti Davide

P.S.
Il filmato ti testa non a caso parla di una centrale solare NON fotovoltaica. Il motivo per cui il fotovoltaico non ha preso piede come sulla carta dovrebbe è che non è poi così conveniente. In fase di realizzazione ci sono pannelli fotovoltaici dal rendimento triplo rispetto a quelli odierni e dal costo molto più limitato, ci sono tecnologie in fase di commercializzazione come quella di Rubbia rappresentata in filmato... Io, oggi, fra risparmiare energia e produrla investirei prima di tutto nel risparmio: sicuramente non crea danno, anzi, mentre un investimento sbagliato potrebbe compromettere le finanze per molti anni.