martedì 28 giugno 2011

Consiglio comunale del 27 giugno 2007

Ragazzi è ufficiale: ho il dono della chiaroveggenza!
Per divertirmi infatti scrivo le interrogazioni consigliari o le mozioni e in alcuni di questi documenti indico i possibili interventi che un'amministrazione, quantomeno decente, dovrebbe adottare. Non ci crederete, ma è successo che, per ben due volte ieri sera, chiedessi interventi già valutati e improntati dall'amministrazione in segreto. Per il sindaco ho un buon sesto senso. Per alcuni consiglieri agisco tramite talpe negli uffici comunali. Insomma io scrivo per primo e loro dicono che era già una loro idea. Forse i chiaroveggenti sono loro e prima che io arrivi a lanciare un'idea provano a realizzarla per non darmi soddisfazione! Malefici!
Comunque stiano le cose (ma sappiamo come stanno!) la porta della protezione civile è stata cambiata e il sindaco aveva già indirizzato il lavoro della polizia municipale verso il controllo del territorio e meno verso le multe per fare cassa. L'acquisto di un telelaser è stato fatto per farlo conoscere ai bambini delle elementari durante le lezioni di educazione stradale, mentre il raddoppio delle multe da un anno all'altro ( come programmato) colpirà solamente macchine con targa straniera in transito verso località balneari o macchine di comunisti. Tranquilli quindi cittadini legnaresi, hanno già pensato a tutto loro, prima di tutti gli altri.
Ieri sera ci sono stati due momenti particolarmente esilaranti:
il primo quando il sindaco dopo aver sottolineato come il nostro comune sia annoverato fra i comuni virtuosi per le sue splendide capacità contabili di bilancio, per dimostrare le sue tesi in merito al patto di stabilità, ha sottolineato l'intervento della Corte dei Conti in cui si dice come il nostro bilancio sia malato e strutturalmente deficitario. Un filo di confusione avvolge i discorsi del nostro primo cittadino, che siano i podromi di una vecchiaia incipiente? O siamo virtuosi e la Corte dei Conti è burlona oppure la vecchia retorica politichese non funziona più tanto bene. (Il gattino prima di aprire gli occhi ha già succhiato una discreta quantità di latte materno;)
Il secondo momento è stato quando, presentata la mia mozione per ottenere dalla polizia municipale più controllo del territorio e meno multe per fare cassa, erano tutti d'accordo con me, ma l'amministrazione ha votato contro! Questa è la dimostrazione ( come se ce ne fosse ancora bisogno!) che a parole siamo tutti bravi, ma quando c'è da sottoscrivere un impegno sono in pochi quelli che in politica si prendono le loro responsabilità.
Ringrazio gli assessori Conte e Righetti per aver risposto alle mie interrogazioni. Hanno interagito con gli uffici, si sono fatti fare una relazione, ne hanno prodotta una in proprio, e orgogliosamente l'hanno letta e consegnata personalmente: hanno dimostrato che se vogliono possono fare bene.
In particolare all'assesore Conte ho chiesto numi in merito al servizio "informagiovani" presente nel nostro comune. La risposta che ho ricevuto spero faccia riflettere sia l'assessore che il sindaco sull'opportunità di rivedere profondamente il servizio.
Dati ricavati dalla risposta dell'assessore:
Per un costo di 4000 euro, una addetta riceve di persona non più di 100 persone all'anno e gestisce un non precisato numero di contatti via mail ( il costo contatto quindi si aggira attorno ai 30/40 euro).
Le persone che si rivolgono all'informagiovani non sono giovani. Sono per lo più adulti disoccupati fra i 35 e i 45 anni ( per la UE è giovane chi ha meno di 27 anni)
Le attività collaterali proposte (non sempre organizzate in proprio) da questo servizio sono per lo più corsi di informatica e di lingua italiana per stranieri: ossia proposte in se lodevoli, ma che poco hanno a che fare con i giovani legnaresi.
Con questi risultati non dovrebbe stupirsi l'assessore se dopo aver invitato oltre mille giovani legnaresi a una riunione che li riguardava direttamente se ne sono presentati solamente 17! Dare la colpa ai giovai stessi è come per la prostituta di 95 anni dare la colpa per i suoi mancati introiti agli uomini in generale.
Che rivolgersi ai ragazzi sia difficilissimo è chiaro a tutti, pensare che sia sufficiente un invito per ottenere un po' di attenzione da parte loro è quanto meno ingenuo e da sprovveduti.
In sostanza manca completamente il rapporto fra l'istituzione comunale e i giovani e i soldi impegnati per recuperarlo sono spesi male e non per il mancato impegno dell'addetta di cui sopra, ma per la totale mancanza di controllo e indirizzo da parte di sindaco, assessori e consiglieri di questa amministrazione.
Lavorare stanca, ma guardando negli occhi i vari consiglieri direi che c'è più noia e stizza che stanchezza e soddisfazione per il loro lavoro. Chissà che un po' di vento nuovo non soffi anche a Legnaro.

Saluti Davide

venerdì 24 giugno 2011

Con il Bunga Bunga ci hai rovinati”. Il sindaco Pdl di Sassuolo sfida Berlusconi

Non ho tempo per scrivere in questi giorni, vi prego di perdonarmi. Faccio solo a tempo ad invitarvi lunedì 27 prossimo alle ore 18e30 al consiglio comunale qui a Legnaro: ci sono 800.000 e più euro di avanzo da capire.
Vi lascio con questo articolo tratto da ilfattoquotidano.it. C'è qualcosa che assomiglia a Legnaro ma non so dire esattamente cosa. Manca ovviamente la forza di dire pubblicamente la verità e la volontà di ribellarsi, ma qualcosa di simile pervade le due realtà.... qualcuno sa dirmi cosa?



L'avvocato Luca Caselli ha strappato il governo della città della ceramica al centrosinistra dopo anni di dominio incontrastato. E adesso vuole far sentire la sua voce nel Pdl del futuro, quello senza il presidente del consiglioC’è un sindaco, a Sassuolo, a fare da apripista. È il primo uomo del Pdl con un incarico pubblico di un certo rilievo (Sassuolo è comunque un polo industriale importante e conta qualcosa come 45.000 abitanti) che si mette pubblicamente contro quello che era il capo mai discusso prima d’ora, Silvio Berlusconi.


“Il bunga bunga ci ha rovinati, basta cene di gala” sono le parole di Luca Caselli, primo cittadino di Sassuolo (in quota Pdl, ex Alleanza Nazionale), cuore del distretto ceramico, che nelle ultime amministrative (nel 2009) ha strappato la cittadina della provincia modenese all’egemonia rossa.

Ed oggi, con l’intento di tappare i buchi della politica, dopo gli scandali targati Berlusconi e spossato dai privilegi di cui i parlamentari godono, Caselli punta il dito senza remore contro i vertici del suo stesso partito, reo di aver perso la bussola della rappresentanza popolare, per “affogare” nel mare dei privilegi. Caselli ricorda (al fianco di Stefano Barberini, capogruppo Lega Nord, con il quale pensa ad una nuova fase politica di rilancio), quando qualche mese fa ha deciso di “dirla tutta” ai consiglieri regionali e ai parlamentari modenesi del Pdl, invitandoli a girare “tra i marciapiedi dove camminano i cittadini con le carrozzine dei loro figli. Qui ho avuto una grande levata di scudi – afferma caustico Caselli come un fiume in piena – Il governo ha avuto una grave carenza di comunicazione su quanto fatto finora e, soprattutto, il bunga bunga ha portato via credibilità: per i politici del nostro partito ci vogliono meno cene di gala. In parlamento c’è gente che non ha mai amministrato neanche un condominio”.

Non fa sconti a nessuno l’arrembante 36enne Caselli, avvocato libero professionista, dal 1995 consigliere comunale a Sassuolo e dal 2004 anche consigliere provinciale, attualmente membro del comitato provinciale del Pdl di Modena.

Riguardo all’organizzazione del partito, dunque, mentre il collega Andrea Leoni (consigliere regionale Pdl) parlava di primarie per tematiche oggetto di possibili disegni di legge, Caselli si lascia andare e confessa l’esigenza di dare vita a delle vere e proprie primarie per scegliere il candidato giusto per vincere, in perfetto stile Pd (è persino presente una petizione per le primarie del Pdl sul sito www.firmiamo.it/primarie-per-il-pdl che, tra le 1175 firme finora raggiunte, conta anche quella di Luca Caselli).

Nei giorni scorsi, infatti, in toni ben più morbidi, da Modena erano già arrivati segnali precisi che mettevano in discussione la leadership di Berlusconi e della classe dirigente attuale del Pdl. Andrea Leoni, come scritto già dal fattoquotidiano.it, infatti, presto presenterà ad Angelino Alfano, futuro segretario di partito, la propria proposta di riforma del partito: primarie tematiche, congressi ogni tre anni per eleggere il coordinatore comunale, provinciale, regionale e nazionale; limite di tre mandati consecutivi sia per i ruoli di partito, sia nelle istituzioni di ogni ordine e grado; possibilità di candidarsi come parlamentare o consigliere regionale solo dopo un’esperienza amministrativa. Insomma la pretesta che nel Pdl vi fossero parlamentari e consiglieri regionali che vantassero un curriculum serio, dove a premiarsi era la gavetta e/o la militanza. Senza contare che il limite dei tre mandati darebbe il ben servito sia ad Isabella Bertolini che a Carlo Giovanardi, ben oltre i tre mandati parlamentari.

I toni di Caselli invece, sono più caustici e, pur annunciando la partecipazione all’iniziativa di Leoni “per portare il mio contributo”, non si esime dal lamentare la difficoltà nel gestire i bilanci degli enti locali, mentre a Roma si “sguazza” in stipendi da capogiro “a cavallo” delle auto blu.

“Ogni anno dobbiamo fare tagli di un milione o più – conclude inarrestabile Caselli – Per chiudere il bilancio ci costringono ad aumentare le tariffe o chiudere dei servizi, mentre i parlamentari hanno auto blu e segretari pagati in nero: tutto questo deve finire. Noi sindaci abbiamo responsabilità immense e guadagniamo molto meno dei consiglieri regionali, tutto questo per 3000 euro al mese: non è un brutto stipendio, ma lavoriamo anche 13-14 ore al giorno e, confrontato a parlamentari o consiglieri regionali, sono un’inezia. Pensiamo anche ai sindaci di montagna che prendono 800 euro al mese. O cominciamo a fare politica seria a livello locale, oppure ci mandano tutti a casa: la situazione del Pdl a livello nazionale è simile a quella che c’era prima di tangentopoli nel Psi”.


Saluti Davide

martedì 14 giugno 2011

4 SI! Legittimo godimento!

Fra domenica e lunedì si sono presentati alle urne ben oltre il 60% dei legnaresi! Alla faccia di chi non lo voleva proprio sto quorum. Il 95% di questi elettori ( oltre il 55% del totale degli aventi diritto) ha espresso la sua contrarietà alla privatizzazione dell'acqua, alle centrali nucleari e alla legge ad personam sul legittimo impedimento. Ad esclusione dell'ultimo punto credo che il consiglio comunale di Legnaro, se davvero vuole rappresentare la sua popolazione, dovrà prendere atto di queste inequivocabili posizioni e dovrà quindi ratificarle ad esempio con la modifica dello statuto comunale e con una comunicazione alla Presidenza del Consiglio in merito all'indisponibilità del comune di Legnaro non solo all'impianto di centrali nucleari nel suo territorio ma anche allo stoccaggio di materiale radioattivo fino al semplice transito di questo per le nostre strade.
Dovrà essere scritto che i legnaresi credono che l'acqua sia un bene comune che non sopporta per natura alcuna speculazione economica. Nel nostro statuto dovrà anche essere scritto che Legnaro rifiuta l'energia atomica così come oggi è intesa. E questo a prescindere dalle opinioni degli attuali amministratori in quanto le proporzioni del voto sono tali da non poter essere messe in discussione da nessuna forza politica tanto meno se può contare al massimo su meno del 36% degli lettori totali.
Credo sia il minimo da fare per un piccolo comune come il nostro nei confronti di chi, oltre a votare, si è speso per dare l'opportunità a tutti gli italiani di ritornare partecipi delle scelte del paese.
Al di la delle sorti del governo che non rappresenta più nessuno, se non gli interessi personali dei vari componenti, penso che questi referendum provino fondamentalmente due cose:
1. quando la politica parla di problemi veri, nonostante i biocottaggi mediatici e le bassezze istituzinali, la gente risponde con entusiasmo e interesse. Ora tocca ai partiti, se vogliono sopravivere, cambiare agenda politica e ricominciare ad occuparsi di altro rispetto a loro stessi.
2. Il rapporto con i media è definitivamente cambiato. Certamente la televisione rimane un'arma potentissima, ma l'impegno di migliaia di persone unito alla rete e agli strumenti tradizionali di comunicazione hanno reso possibile il miracolo.
Per me questa è la nuova Resistenza: senza armi o velleità rivoluzionarie violente, ma agguerrita e decisa.
Resistenza popolare che non è mai stata sconfitta in nessun luogo della terra: sopita, violentata, ridotta in galera, ma sempre risorta e sempre vittoriosa nei confronti di ogni tiranno e dittatura.
Oggi è giunta ora di cambiare: poveri quelli che non se ne sono ancora accorti.
Saluti Davide

lunedì 13 giugno 2011

Interrogando si impara

Sono felice di riportare l'articolo qui sotto! Parte degli interventi elencati sono quelli segnalati in una mia interrogazione consigliare depositata i primi di maggio. Penso che questa sia la miglior risposta a tutte le accuse che il sottoscritto e l'opposizione in generale esprimano solo posizioni preconcette e demagogiche. Al contrario siamo sempre propositivi e collaborativi. E' sufficiente la volontà di ascoltare.

Dal Mattino di Padova


LEGNARO. Nuovi arredi urbani a Legnaro per migliorare decoro ed efficienza degli spazi pubblici. Nei giorni scorsi sono state collocate giorni scorsi sette nuove panchine lungo viale dell'Università. Per gli studenti e i pendolari diretti a Padova è stata anche predisposta la sostituzione della pensilina alla fermata dell'autobus sulla Strada Piovese. «Accanto alla pensilina - annuncia l'assessore Mario Callegaro - i vecchi portabiciclette verranno sostituiti con altri, di nuova concezione, che renderanno il parcheggio, più funzionale e sicuro». Interventi di manutenzione e pulizia sono stati eseguiti al «parco verde» di via Cavour, dove verranno anche rimessi a nuovo i cestini, le panchine e gli spazi riservati per il parcheggio delle biciclette. In municipio invece è stata sostituita la porta di accesso ai locali utilizzati dal gruppo di volontari della Protezione civile. (m.ma.) 7 giugno 2011

Saluti Davide

venerdì 10 giugno 2011

Rubbia: "Nucleare costa troppo puntare su mix gas-geotermia"

Quest'uomo non è mai stato contro il nucleare, tuttavia suggerisce strade alternative per motivi innanzitutto logici.

Da repubblica.it

L'INTERVISTA
ROMA - "Fukushima ha rappresentato una grande sorpresa perché ha evidenziato uno scollamento tra le previsioni e i fatti. È stata una lezione ed è pericoloso non imparare dalle lezioni. Soprattutto per un paese come l'Italia che con il Giappone ha molti problemi in comune: non solo la sismicità ma anche gli tsunami prodotti da un terremoto, come l'onda gigante che ha distrutto Messina nel 1908. È ragionevole fare una centrale atomica in Sicilia?".

Carlo Rubbia, il Nobel che in Italia ha inventato il progetto pilota per il solare termodinamico, osserva il panorama energetico a tre mesi dall'inizio di un incidente nucleare che non si è ancora concluso.

Dopo Fukushima tutto il mondo s'interroga sul futuro del nucleare e paesi come la Germania e la Svizzera hanno deciso di uscire dal club dell'atomo. Il governo italiano invece vuole rientrare. Le sembra una buona scelta?
"Non si può rispondere con un sì o con un no. Bisogna esaminare i problemi partendo da una domanda fondamentale: quanti soldi ci vogliono e chi li mette. Si dice che una centrale nucleare costa 4-5 miliardi di euro. Ma senza calcolare gli oneri a monte e a valle, cioè le spese necessarie per l'arricchimento del combustibile e per la creazione di un deposito geologico per le scorie radioattive come quello che gli americani hanno cercato di fare, senza riuscirci ma spendendo 7 miliardi di dollari, a Yucca Mountain".

Insomma quanto costerebbe il piano italiano che punta ad arrivare al 25 per cento di elettricità dall'atomo?
"Per raggiungere un obiettivo del genere, e o si raggiunge un obiettivo del genere oppure è inutile cominciare perché si hanno solo i problemi senza i vantaggi, serviranno una ventina di centrali e quindi possiamo immaginare un costo diretto che si aggira sui 100 miliardi di euro. Il punto, come dicevo, è chi li mette sul tavolo".

In tutto il mondo i capitali privati tendono a tenersi lontani dal nucleare, li spaventa il rischio.
"Proprio così. Nei paesi che hanno scommesso sull'energia nucleare questa scelta è stata finanziata, in un modo o nell'altro, dallo Stato, spesso perché lo Stato era impegnato nella costruzione di bombe atomiche. Per questo le centrali francesi sono costate tre volte meno di quelle tedesche: buona parte degli investimenti strutturali erano a carico della force de frappe. Ora se in Italia ci sono - e sarebbe una novità - privati interessati a investire in questo settore, bene: si facciano avanti. Altrimenti bisogna dire con onestà che i soldi vanno presi dalle tasse".

La Germania ha deciso di chiudere le centrali nucleari perché considera più conveniente investire nelle fonti rinnovabili. Condivide il giudizio?
"Io ho parlato a lungo proprio con le persone che hanno preso questa decisione. È stato un passo importante perché il futuro è lì, ma bisogna tener presenti i tempi dell'operazione: le fonti rinnovabili per esprimere a pieno il loro potenziale, arrivando a sottrarre quote importanti ai combustibili fossili, hanno bisogno ancora di 10-15 anni. Quindi bisogna pensare a una transizione".

Per questo il centrodestra italiano parla di nucleare.
"Non diciamo sciocchezze, una centrale nucleare approvata oggi sarebbe pronta tra 10-15 anni, alla fine del periodo di transizione. Noi abbiamo bisogno di impianti con un basso impatto ambientale e tempi di costruzione rapidi. Penso a un mix in cui l'aumento di efficienza gioca un ruolo importante, sole e vento crescono e c'è spazio per due fonti che possono produrre subito a costi bassi".

Quali?
"Innanzitutto il gas, che è arrivato al 60 per cento di efficienza e produce una quantità di anidride carbonica due volte e mezza più bassa di quella del carbone: il chilowattora costa poco e le centrali si realizzano in tre anni. E poi c'è la geotermia che nel mondo già oggi dà un contributo pari a 5 centrali nucleari. L'Italia ha una potenzialità straordinaria nella zona compresa tra Toscana, Lazio e Campania, e la sfrutta in maniera molto parziale: si può fare di più a prezzi molto convenienti. Solo dal potenziale geotermico compreso in quest'area si può ottenere l'energia fornita dalle 4 centrali nucleari previste come primo step del piano nucleare. Subito e senza rischi".
(10 giugno 2011)


Saluti Davide

martedì 7 giugno 2011

Chicco Testa ha ragione



Ho visto la trasmissione Annozero della scorsa settimana, quella con Adriano Celentano e Chicco Testa. Parlavano del nucleare.
Chi a favore, chi contro: chi con i numeri, chi con le immagini dei bambini ammalati di Chernobyl.
Devo dire che Chicco Testa ha ragione: fra le argomentazioni pro e contro il nucleare le sue (pro) sono state quelle più convincenti!
Dalla trasmissione in oggetto è risultato chiaro che il quesito a cui le varie parti contrapposte vogliono dare una risposta è: in quale modo vogliamo fare energia? Pulita, rinnovabile, dal carbone, nucleare.......?
Tutti, nuclearisti e antinuclearisti ( almeno quelli presenti in TV), come presupposto logico in comune hanno la produzione di energia senza limite. All'interno di questo paradigma gli antinuclearisti soffrono di almeno due gravi contraddizioni.
1. Eliminando l'atomo dall'equazione della produzione di energia, non hanno con che sostituirlo, le energie rinnovabili non sono oggi sicuramente in grado di farlo.Rinunciare all'atomica oggi significa necessariamente aumentare anche il carbone.
2. La pericolosità potenziale delle radiazioni non è nulla rispetto alla concreta dannosità delle attuali fonti di produzione energetica. Il carbone/petrolio, meglio le loro emissioni in atmosfera, ( fonte che copre oltre il 50% del fabbisogno) fanno oltre 2.000.000 di morti all'anno in giro per il mondo: Chernobyl e Fukushima nemmeno assieme e moltiplicate.
Sostenere la crescita e essere antinuclearisti è un ossimoro insuperabile. Le rediazioni hanno che quando colpiscono lo fanno in maniera diretta, acuta e brutale ed è facile fotografarne i risultati e stamparli in prima pagina per spaventare la popolazione. Gas serra, sconvolgimenti climatici, tumori vari...sono questione di tutti i giorni, non direttamente legati con la produzione di energia, fanno male ma non allarmano.
Se vince l'antinuclearista è per la paura, la logica però sta dalla parte dell'atomo.

Ma questo risultato lo si ottiene stando dentro al paradigma della produzione infinita di energia. Proviamo ad uscirne.
Segnalandovi Chomsky per la questione della comunicazione mediatica che esclude i pensieri realmente divergenti e Illich per la questione della quantità di energia fonte di ingiustizia sociale... Vorrei umilmente proporre il seguente problema: se in famiglia siamo in 5 quanta pasta dovrò cucinare per sfamare tutti? Solo dopo (o contemporaneamente) aver risposto a questa domanda mi potrò interrogare se siano meglio gli spaghetti oppure le penne. Oggi il dibattito sulle energie è incentrato sulla specificazione dei metodi di produzione, ma il problema è sulle quantità da produrre. Dovremmo prima capire quanto varia l'ingiustizia sociale al variare della quantità di energia prodotta: perchè fare e consumare energia ha un impatto non solo ecologico, ma soprattutto sociale.
Solamente ragionando sui nostri bisogni possiamo affrontare poi la questione di come soddisfarli, di quale sia il metodo migliore. Altrimenti il problema è impostato male e si parla solo di come sia pericoloso il nucleare o quanto brutti i pannelli solari, dei morti e delle malattie lasciando irrisolta la questione fondamentale: quanta energia produrre? a quale costo sociale? per quale scopo?
Ad ogni modo domenica e lunedì voterò SI al questito referendario sul nucleare perchè almeno oggi e qui in Italia (lo dice anche il direttore dell' Istituto Nazionale di Fisica Nucleare di Legnaro) abbiamo scoperto che il risparmio è un'ottima fonte di energia. Immaginate 20 miliardi di euro ( tanto costerebbero le prime centrali atomiche) spesi in contributi per la ristrutturazione delle case in chiave energetica...


Saluti Davide

venerdì 3 giugno 2011

A proposito di referendum e acqua pubblica

Ricevo e pubblico questa lettera del Cav. Giovanni Negrato:

A Legnaro l’acqua è già nelle mani di privati.
Lo ha deciso l’Amministrazione Comunale.
Un danno di 50 milioni di Euro per i cittadini.


L’acqua è un bene indispensabile per ogni uomo, per ogni essere vivente, amato e desiderato! Se viene a mancare ne va di mezzo la vita. Speculazione economica o finanziaria sull’acqua sono per me un peccato grave, un insulto alla comunità sociale, per questo la gestione deve restare in mani pubbliche.
Una società privata che gestisce l’acqua potabile è costituita dagli azionisti che a fine anno devono portare a casa gli utili e possibilmente tanti, il prezzo lo fanno loro.
La gestione pubblica non ha fini di lucro, se ci sono degli utili vengono reinvestiti o ridotto il costo dell’acqua.
A Legnaro, nel 2007, in una sola serata, il Consiglio Comunale, su proposta del Sindaco Bettini ha votato il “regalo” dell’acqua pubblica a una società privata, l’ACEGAS-APS, società per azioni quotata in borsa a Milano. In due ore il Comune ha perso la gestione e la proprietà dell’acquedotto e relativa rete fognaria. Solo per Legnaro un danno valutabile in oltre 50 milioni di Euro. Uno dei tanti fallimenti della Amministrazione Bettini: una Caporetto finanziaria e amministrativa. Quel che avvilisce ulteriormente è che c’è stato in Consiglio Comunale un solo voto contrario, quello del sottoscritto consigliere di opposizione. Strano, destra e sinistra votarono assieme.
I motivi del dissesto sono stati esposti dall’ultimo Presidente dell’Acquedotto del momento, ancora in carica, presente alla seduta consigliare: pessima gestione contabile, pessima gestione amministrativa-operativa, incompetenza degli amministratori e, aggiunse, “Sto pensando di portare i libri contabili in tribunale per dichiarare fallimento”. Con il fallimento dell’Ente Acquedotto, gli amministratori avrebbero dovuto rispondere anche finanziariamente del loro comportamento alla Corte dei Conti, fallimento che venne evitato facendo incorporare l’Ente Acquedotto del Piovese alla società ACEGAS- APS. Un capitale di 500 milioni di Euro venne ceduto per circa 700 mila Euro. Tecnicamente si chiama fusione per incorporazione. Non si è trattato di dare in concessione l’ente per X anni, ma perderlo per sempre.

Che amministratore sei se perdi la ragione del tuo amministrare?
Dal 1999 al 2007 Bettini, in qualità di Sindaco, ha rappresentato il nostro Comune all’interno dell’Ente Acquedotto. Una domanda: non si è mai accorto di nulla? Mai si è preoccupato, cosa grave, di riferire in Consiglio Comunale sulla gestione dell’Ente. Forse all’insaputa del Consiglio Comunale aveva delegato qualche compare al suo posto, e, se l’ha fatto, chi era? Come sempre tutto si è messo a tacere perchè nessuno deve sapere, anzi , la disfatta è stata presentata come una vittoria.
Fra i tanti esempi ne faccio uno di incapacità gestionale: al tempo erano sotto gli occhi di tutti le continue rotture, con relative perdite di acqua, delle condotte idriche. In Consiglio Comunale avvertii più volte il Sindaco di provvedere facendo abbassare la pressione di esercizio dell’acqua che era pari se non superiore alla 5 atmosfere. Di notte saltavano i bollitori dell’acqua calda nelle famiglie. Nessuna risposta. Il nuovo gestore che distribuisce l’acqua, come prima cosa ha provveduto, da subito, a ridurre la pressione regolandola a 3,5-4 atmosfere e le rotture si sono, di colpo, diradate. Nella città di Padova l’acqua viene distribuita con una pressione di 2,8 atmosfere, ci sarà un motivo!
Veniamo al referendum.
Nel 2008, il Governo in carica, con un provvedimento legislativo, decide che l’acqua potabile deve essere gestita da società private. Con il referendum possiamo annullare questa legge.
Concordo con quanto scritto a proposito dal Vescovo di Locri-Gerace, mons. Giuseppe Fiorini Morosini
“Non si tratta di patteggiare per un candidato o per un altro, si tratta di difendere un bene comune. L’acqua fra qualche anno sarà più preziosa del petrolio. Non possiamo permettere che sia il privato a gestirla: si finirà come per la benzina, con rincari sempre più forti. Difendiamo il bene comune. Andiamo a votare e votiamo SI. A favore dell’acqua come bene comune”.
Alcune note.
Il Comune di Legnaro, sin dagli anni ‘60 e fino al 2007, aderiva al Consorzio Acquedotto del Piovese, Consorzio che aveva nel suo Statuto pure competenza sulle fognature. Veniva gestito dai Comuni della Saccisica, giustamente in mano pubblica.
La rete di distribuzione dell’acqua nel nostro Comune misurava 75 kilometri, mentre la rete fognaria misurava 27 kilometri (dati rilevati dalla relazione di bilancio comunale). Una struttura di tutto riguardo, un valore economico di oltre 50 milioni di Euro, di proprietà dei Legnaresi. Il valore, all’epoca, dell’intero Consorzio Piovese si aggirava sui 500 milioni di Euro (una rete idrica di 700 Km., quattro depositi –funghi della capacità complessiva di 3.000 mc., un deposito a terra di 5.000 mc., la centrale di Boscochiaro in quel di Cavarzere, 250 Km. di rete fognaria con depuratori ,ecc.ecc.
Nella seconda metà degli anni ‘70 veniva nominato presidente dell’Acquedotto Piovese un legnarese, il sottoscritto, insieme a una Giunta-Deputazione di favolosi amministratori: i sindaci della Saccisica. Considerato il territorio piovese zona agricola, si potè usufruire di un ingente contributo a fondo perduto dalla Comunità Europea, e in soli cinque anni venivano costruiti 300 Km. di condotte idriche (a Legnaro venne servito il 95% del territorio), raddoppiata la centrale di prelievo dell’acqua, costruiti i depositi sollevati di via Ardoneghe, di Codevigo, della centrale di Boscochiaro e il grande deposito a terra di Arzergrande: praticamente l’ossatura sul territorio dell’Acquedotto. Veniva approvato il primo grande progetto generale delle fognature per l’intera Saccisica con relativo depuratore, inteso a salvare dall’inquinamento la gronda lagunare, e aprire alla possibilità di accedere agli ingenti fondi della Legge su Venezia, come successivamente avvenne.
Amministrare non sempre è un problema di soldi, il problema è saperli gestire.
Legnaro 01/06/2011
Giovanni Negrato

giovedì 2 giugno 2011

Referendum nucleare!



Da il fattoquotidiano.it
Gli italiani potranno esprimersi sul quesito referendario nel weekend del 12-13 giugno. La Corte di Cassazione ha infatti accolto l'istanza presentata dall'Italia dei Valori che chiede di trasferire il quesito sulle nuove norme appena votate nel decreto Omnibus: quindi la richiesta di abrogazione rimane la stessa, ma invece di applicarsi alla precedente legge si applicherà alle nuove norme sulla produzione di energia nucleare. "Ha vinto la democrazia - dice il verde Bonelli (video) - anche se per colpa del governo saranno sprecati milioni di euro per ristampare le schede".



Prima sprecano soldi perchè non accorpano le date dei refendum poi, nel tentativo di scippare agli italiani il diritto al voto, fanno finta di cambiare idea ma riescono solo a sprecare ancora soldi!
Non hanno ancora imparato che la Resistenza popolare non ha mai perso: in nessun posto al mondo. Grazie a Dio in Italia non c'è la Resistenza armata, ma quella civile è altrettanto determinata! Chi non va a votare il 12 e 13 giugno una risata lo seppellirà!
Saluti Davide

mercoledì 1 giugno 2011

Soltanto la crisi ci salverà!

Sono d'accordo con Mauro Corona! E non da oggi!




saluti Davide

P.S.
Il nuovo pannello luminoso attaccato alla parete comunale è un passo avanti verso la comunicazione. Un bene dunque. Ma, per esempio, mancano i soldi per l'asilo S.Antonio. Esempio di amministrazione bicefala: mancano i soldi, ma quando interessa si trovano. E' bene dirlo: l'asilo S.Antonio interessa solo in prossimità delle elezioni!