domenica 29 marzo 2015

Amministrazione, produttori locali e giovani....



La cultura italiana nel mondo attraverso i giovani!!!!! Che idea meravigliosa!
Prendiamo un nostro prodotto tipico legnarese come potrebbero essere gli sfilacci di carne di cavallo. Selezioniamo 4/5 giovani capaci di cucinare i bigoli panna e sfilacci, un risotto o di presentare una bella insalatona ( che fanno l'alberghiero ce ne sono ad autobus interi). Coinvolgiamo Amministrazione comunale, produttori e Regione i quali tutti assieme confezionano e finanziano un viaggio per i selezionati: meta un paese, anche italiano, con il quale instaurare un rapporto di scambio commerciale. Così tanto per dire la prima stupidaggine che mi viene in mente. Legnaro/Siena: i macellai e commercianti senesi propongono nelle loro vetrine gli sfilacci e i nostri ricevono in cambio da rivendere il famoso "crostino toscano".
Legnaro/Seine-et-Marne: Sfilacci contro formaggio Brie originale. Che tra l'altro l'accostamento non è male...
Ok è domenica mattina e c'è il cambio di orario, ma non è mai l'ora sbagliata per lanciare una idea. Giovani, commercianti-produttori, amministrazione......un vincitore è un sognatore che non si è mai arreso (N.M.). Buona Domenica.
Saluti Davide


Dal Gazzettino del 29 marzo 2015.
Camilla Bovo
Diventa realtà il progetto ideato dalle politiche giovanili del Comune di Monselice per diffondere la cultura veneta nel mondo attraverso i giovani. È stato finalmente pubblicato il bando di gara per individuare i dieci ragazzi, tra i 18 e i 39 anni di età, che a breve potranno vivere un'esperienza di interscambio con altrettanti giovani brasiliani di origini venete. Il viaggio fino a Rio Grande Do Sul, tra maggio e giugno, durerà circa due settimane e li condurrà alla scoperta di un percorso tra tradizione e innovazione. A settembre toccherà poi ai ragazzi del Brasile essere accolti nelle famiglie dei giovani partecipanti di Monselice: verranno accompagnati nel territorio in un tour che sarà soprattutto enogastronomico.
Partner del Comune nella realizzazione del progetto sono la Regione Veneto, che ha coperto il 90% delle spese, e l'associazione "Veneti nel Mondo", che ha svolto un ruolo cruciale nell'individuare le famiglie di origini venete a Rio Grande Do Sul, che nel paese carioca hanno avviato attività legate alla produzione e al commercio di vino e che si sono mostrate disponibili ad accogliere i giovani monselicensi. I partecipanti dovranno necessariamente essere residenti nella città della Rocca e dovranno coprire le spese del viaggio aereo, finanziato solo in parte dalla Regione con un bonus forfettario di 300 euro per ogni ragazzo.
Al termine dell'interscambio sarà organizzato un convegno nella città della Rocca, per raccontare lo scambio culturale, nella speranza che nel frattempo si sia sviluppato anche uno scambio di tipo economico tra i due Paesi. Gli obiettivi del progetto, ben definiti nel bando di gara, possono infatti riassumersi nel desiderio che si crei una rete di relazioni interpersonali utili per contribuire a favorire lo sviluppo di nuove opportunità di lavoro e di inclusione sociale nelle comunità di appartenenza. Perché ciò accada, il progetto dovrà riuscire a trasmettere ai partecipanti la conoscenza delle proprie radici storiche e del patrimonio culturale veneto, nonché dei fenomeni migratori e delle modalità di inserimento nella comunità ospitante. Il viaggio poi permetterà ai partecipanti di approfondire quello che è uno dei settori di eccellenza veneta nel mondo, ovvero quello vitivinicolo.

mercoledì 25 marzo 2015

E se gli autobus arancioni arrivassero anche a Legnaro?

Nel Mattino di Padova del 25 marzo 2015 c'è un'interessante notizia che offre notevoli spunti di reflessione.

La questione dell'autobus "arancione" a Legnaro è aperta ormai da diversi anni. Di tanto in tanto riemerge per poi ritornare sottotraccia dimenticata un po' da tutte le forze politiche. Da noi arrivano solamente i bus blu. Ma non è una questione di senso estetico o di colore intonato. Il servizio offerto dalla SITABUS è probabilmente all'altezza ma costa molto. Quello dell'APS, se offerto alle stesse condizioni di Ponte San Nicolò, costerebbe quasi la metà.
E' una questione di costi/benefici. Io credo che fra i pendolari che arrivano tutti i giorni a Legnaro principalmente per via dell'Università e i nostri cittadini che si recano tutti i giorni a Padova per lavoro e studio ci sia già una massa critica di potenziali utenti tale da giustificare il prolungamento della linea che fa capolinea a Ponte San Nicolò. Ma i dati dovrebbero essere oggetto di studio e di discussione con le aziende di trasporto. Io proverei ad innestarmi nella discussione oggi in atto a Saonara, magari, affrontandola assieme, si ha più voce in capitolo e trattandosi per APS solamente di costi/benefici...

Saluti Davide 

domenica 22 marzo 2015

Un'idea per il futuro


L'edificio rappresentato in questa foto si trova in via Orsaretto a Legnaro. Sullo sfondo si vedono gli edifici dell'Università che probabilmente ne detiene la proprietà.
Visto lo stato di abbandono è presumibile che la proprietà non sia particolarmente interessata a questi muri, ma la cosa dovrebbe essere oggetto di discussione così da fugare ogni dubbio. Se fosse così si potrebbe provare un esperimento.
Fase 1: assieme all'Ateneo si appronta una bozza di accordo tale per cui l'edificio e le sue pertinenze vengono cedute o comunque messe a disposizione dell'amministrazione comunale.
Fase 2: attraverso un progetto di crowdfounding  si raccolgono i fondi per la ristrutturazione. Per non dare l'impressione di essere troppo campati in aria si potrebbe sensibilizzare la popolazione legnarese e i genitori degli studenti universitari a destinare il  5per1000 al Comune di Legnaro. Gran parte dei contribuenti infatti non destina il 5per1000 nonostante farlo non comporti alcuna spesa. Si tratta più che altro di riuscire a informare efficacemente le persone che c'è questa possibilità.  
Fase 3: si ristruttura lo stabile ( anche demolendo e ricostruendo a nuovo) e lo si da in gestione alle associazioni degli studenti che si impegneranno a destinare buona parte dei locali a aule studio aperte a tutti.
Fase 4: si trova un altro progetto da realizzare.
Detto così è tutto molto semplice, ma sappiamo molto bene quanto difficile possa diventare il percorso. Ma provare una nuova strada per finanziare i progetti pubblici potrebbe essere comunque utile per comprendere alcuni meccanismi per utilizzarli in futuro in altri ambiti di intervento.

Saluti Davide





martedì 17 marzo 2015

Le idee sono come i semi.


Qualche mese fa, sapendo che il comune di Legnaro faticava a trovare a chi affittare il terreno del lascito Pisa-Zaccaria, proposi in Consiglio comunale una soluzione come quella raccontata in questo articolo. Una proposta difficile da realizzare, molto complicata, ma ricca di positive implicazioni sociali. Ora fortunatamente il terreno è stato affittato, ma le idee sono come i semi: capaci di rimanere inattivi per molti anni, quando finalmente trovano le condizioni giuste, schiudono  generando piante migliaia di volte più grandi di loro stessi.
Così è stato per l'idea dell'illuminazione pubblica a LED che oggi pare sia in via di realizzazione, come in via di realizzazione pare siano gli orti sociali. Tutte idee già presenti in altri contesti che con il tempo sono diventate patrimonio comune anche della politica legnarese.
Ricordo i ghigni di certi assessori quando per l'ennesima volta accennavo a queste opportunità anche in consiglio comunale: oggi è il Sindaco stesso a comunicare attraverso il suo profilo Facebook che gli orti sociali sono in via di realizzazione. 
La proposta. In altri contesti comunali sono presenti una o più cooperative sociali. Enti no profit che fanno dell'inserimento lavorativo di disabili e categorie svantaggiate ( fra cui anche i disoccupati) la loro ragione di vita. Dalla collaborazione fra amministrazione e no profit può nascere il welfare generativo attraverso il quale moltiplicare il valore degli investimenti e degli aiuti alle persone e alle famiglie.
 
Saluti Davide

Dal Gazzettino del 17 marzo 2015. Barbara Turetta
Un progetto che cresce e che ad un anno dalla sua attivazione vede oggi il «gruppo verde» formato da persone che hanno perso il lavoro, e che si sono "reinventate" con un'attività tutta nuova, impegnate nella coltivazione di 6000 metri quadrati di terreno. Non più un piccolo pezzetto di campo per il progetto del "bio-orto" di via Bressan a Selvazzano, ma quasi un ettaro i terra e la possibilità di veder crescere non solo la varietà delle coltivazioni e le quantità degli ortaggi ma anche il gruppo di lavoro. Si sta formalizzando in questi giorni fra la cooperativa sociale "Piccole Città", nata con lo scopo principale del reinserimento lavorativo delle persone che sono in cerca di un'occupazione, e il proprietario del terreno l'accordo per la messa a disposizione gratuita del terreno per estendere le coltivazioni.
Un anno fa il "gruppo verde" formato da quattro disoccupati e da un tutor aveva preparato la terra in vista della semina. Progetto coordinato dalla cooperativa sociale, presieduta da Alessia Soldà, nata all'interno del progetto "Retelavoro solidale" della parrocchia di Selvazzano.
La cooperativa ha anche avviato una collaborazione con il Fondo ambiente italiano (Fai) prendendo in gestione un pezzetto di terra a villa dei Vescovi a Luvigliano di Torreglia. E oltre al bio-orto di Selvazzano, la cooperativa "Piccola Città" ha organizzato assieme al Comune di Selvazzano anche la rassegna teatrale che permette agli spettatori di fare qualcosa di concreto per quei cittadini di Selvazzano che hanno perso il lavoro.
Il progetto culturale e turistico ha l'obiettivo di sette assunzioni. E saranno proprio le tante persone che hanno perso e ritrovato un lavoro a salire sul palcoscenico sabato 28 marzo alle 21 all'auditorium San Michele per lo spettacolo "I saved my money". Verranno raccontate storie di speranza e di rabbia, ma tutte impregnate da un grande senso di dignità. Al termine dello spettacolo la cooperativa e Rete Lavoro racconteranno le proprie esperienze sociali.

giovedì 12 marzo 2015

Il nuovo parco esiste nel nostro piano regolatore! Facciamolo!




Gli elaborati grafici sono tutti scaricabili dal sito del comune di Legnaro www.comune.legnaro.pd.it 

Sono davvero difficili da leggere a prima vista perchè mancano i riferimenti spaziali quotidiani. Gli edifici della Corte, dell'asilo e della Chiesa sono quelli in rosso. Fatta un po' di attenzione però ci si riesce ad orientare e individuare i luoghi con esattezza. Ho estrapolato le porzioni che riguardano la Corte Benedettina e il suo "intorno". I pallini verdi della prima tavola sono previsioni di nuovi parchi. Anche l'angolo verde delle due immagini qui a fianco e qui sopra rappresentano l'area da dedicare a verde pubblico ai margini della Corte. Il piano regolatore, il PAT e tutti gli altri strumenti urbanistici sono stati ideati, approvati, modificati, disegnati, stampati.... dagli attuali amministratori nel periodo 1999-oggi. Sempre presente è l'idea di un nuovo parco intorno la Corte Benedettina. Quale occasione migliore per cominciare i lavori iniziando dalla costruzione della Casa delle associazioni? Differenziando le offerte ludico ricreative dei due parchi ( solo per fare un es. Cavour per bambini  e sport, Corte Benedettina spettacoli, feste, ProLoco...) si creerebbero due distinte opportunità per le attività collaterali di piccola ristorazione come i bar. Affidando la gestione dei parchi alle realtà locali no-profit si potrebbe anche stimolare il welfare generativo oggetto di altre disquisizioni. In altre parole un parco cittadino non è solo un costo per la comunità ma si può trasformare in una grande opportunità sociale e culturale. Costruendo la casa delle associazioni nell'area del parco Cavour si andranno a sovrapporre due offerte che, se fossero rese indipendenti l'una dall'altra, restituirebbero alla comunità legnarese molti più frutti a parità di investimento. Spero sia chiaro che qui, in questo blog, non si tratta di dire no in maniera polemica e prevenuta al lavoro di Giunta e Sindaco portato avanti in questi anni. Piuttosto si tratta di portare all'attenzione della comunità una proposta tesa al bene comune senza  pregiudizi e ideologismi. Sono pronto a fare marcia in dietro e cambiare idea, non ho la presunzione di saper prevedere ogni aspetto: sarebbe bello organizzare una serata su questo tema invitando le associazioni ad esprimere il loro pensiero. In discussione, infatti, non c'è solo l'ubicazione del nuovo edificio, ma anche chi e come lo adopererà, il regolamento, le aspettative sia pubbliche che private.....

Saluti Davide  


martedì 10 marzo 2015

Proposta modesta, oggi seria però!

So già che verrò male interpretato per quello che scriverò qui di seguito. Lo scrivo lo stesso per quelle orecchie che sono in grado di ascoltare. Vorrei spiegare in semplici parole la mia posizione in merito alla costruzione della casa delle associazioni. Tralascio la contradditorietà e la qualità delle proposte espresse a volte a reti unificate a volte singolarmente dalle altre forze di opposizione. Dirò solamente che ritengo la casa delle associazioni uno spazio fondamentale di cui Legnaro necessita da molto, troppo tempo. Uno strumento essenziale per il rilancio culturale e sociale della nostra comunità. Ritengo anche un grosso passo avanti da parte dell'amministrazione il fatto che, per la prima volta in tanti, troppi anni, si ottenga qualcosa di utile alla comunità in cambio di metri cubi di cemento concessi ai costruttori. Da sempre infatti, questa la mia maggior critica, Legnaro concede colate di cemento senza ricevere in cambio nulla se non quattro soldi prontamente scialacquati. Quattro soldi ridotti a due con la famigerata prassi dello scomputo:il regalo di un fazzoletto di verde con quattro giostrine già sfasciate in cambio di uno sconto sugli oneri di urbanizzazione.  Per anni e anni a Legnaro si è costruito in maniera disordinata, senza programmazione ( infinite varianti su varianti al P.R.G. lo testimoniano!), creando diseguaglianze fra cittadini e a volte al limite della legalità se non forse al di là. Ma la cosa più grave a mio modo di vedere non è tanto la colata di cemento, frutto anche di una richiesta di mercato difficilmente arginabile da qualsiasi amministrazione (diciamo la verità!), ma l'aver costruito senza incrementare di pari passo i servizi, la viabilità, i parcheggi la socialità! Oggi abbiamo bisogno tanto di una casa delle associazioni quanto di un nuovo spazio verde. Dobbiamo tutelare l'unica area di Legnaro ancora incontaminata da abitazioni civili ( attorno la Corte Benedettina) e per fare questo dobbiamo valorizzarla rendendola bella e piena di attrazioni per grandi e bambini.
Per questi motivi, in Consiglio comunale, ho chiesto di costruire la nuova casa delle associazioni all'interno di un'area dove far sorgere il bosco di pianura. Non so quanti dei miei colleghi consiglieri lo abbiano fatto, ma prima di esprimermi ufficialmente ho chiamato il costruttore interessato all'accordo il quale mi ha confermato che per lui non ci sono problemi a spostare l'intervento qui o lì. Se mai ce ne dovessero essere sono di tipo normativo/burocratico dato anche lo stato di avanzamento dei lavori. In conclusione voglio espormi chiaramente: il sacrificio dell'area verde dietro al parco di via Cavour per me vale la pena di essere fatto. Sostengo convintamente che però si può rendere l'accordo pubblico privato in oggetto ancora più conveniente per tutta la comunità se inserissimo la casa delle associazioni, all'interno di una nuova e grande e bella area verde attrezzata ai margini della Corte Benedettina.
E ora lapidatemi pure per aver fatto una proposta concreta, realizzabile che tiene in considerazione gli sforzi di questa amministrazione volendo  però contribuire al miglioramento dei risultati senza demolirle tutto in maniera prevenuta a inutilmente polemica.

Saluti Davide



domenica 8 marzo 2015

Una modesta proposta.


A Legnaro comincia a scarseggiare il posto dove poter costruire nuove abitazioni. Con le ultime varianti al Piano degli Interventi dove c'erano due case e un giardino oggi ci sono, almeno sulla carta, tre o addirittura quattro case. Una soluzione quindi per rispondere alle pressanti esigenze abitative del mondo che vuole abitare qui a Legnaro, potrebbe essere quella di costruire sugli alberi. Molto radicalchic così da piacere alla sinistra ecologista, ma anche potenzialmente molto tecnologica ed esclusiva per incontrare i gusti dei figli dei ricchi conservatori.
Servono alberi ad alto fusto possibilmente vicini gli uni agli altri. Effettivamente in centro si sarebbe potuto lotizzare il piazzale della chiesa, ma ahi me, non sono arrivato in tempo con questa proposta modesta. Con lungimiranza si potrebbe cominciare a coltivare il bosco di pianura oggetto di altra modesta proposta della parte politica che rappresento. Poi, contando su Bettini ancora sindaco nel 2040 ( con le alternative che ci sono oggi è ipotesi tutt'altro che improbabile!) convertire tutto in lotti edificabili. Tra l'altro, dato il dissesto idrogeologico e la mutazione del clima mondiale che nel frattempo nessuno sta efficacemente contrastando, costruire a una certa altitudine favorirebbe la sopravvivenza del genere umano anche in caso di inondazioni e allagamenti. 

Saluti, modestamente proponente, Davide


venerdì 6 marzo 2015

Finaziamenti con applauso e piroette!

E' notizia di oggi, apparsa a giornali locali unificati, che Legnaro ha ricevuto un finanziamento di ben 150.000 euro da parte della regione Veneto. Sono contento, ma non mi spiego come mai l'ordinaria amministrazione diventi un fatto da premio giornalistico. Mi sento un po' come quando il neonato fa il ruttino e tutti i parenti applaudono all'incredibile prestazione olimpica del pargolo. Ogni giorno la regione crea bandi per il finanziamento di un sacco di cose diverse. E' il modo scelto dal nostro ordinamento per far arrivare qualche soldo agli enti locali. Non solo la regione, ma anche l'Europa, L'A.N.C.I. e fino a quando c'era lo faceva anche la provincia.  Rifare i marciapiedi, sostituire i lampioni, ristrutturare un edificio adibito a museo o biblioteca, ampliare gli uffici comunali.... Un esempio fra tanti lo trovate a questo link http://www.regione.veneto.it/web/bandi-avvisi-concorsi/ . Qui si offre un contributo economico per sistemare chiese e patronati, lo possono chiedere direttamente gli enti interessati, ma lo può chiedere anche il comune per loro conto. Magari, visto che il piazzale di fronte alla chiesa è un immobile di proprietà della parrocchia, visto il taglio degli alberi e la relativa sistemazione stradale ancora da ultimare, forse si potrebbe fare un pensierino e partecipare anche a questo bando. Ma la scadenza è ottobre e a quella data le elezioni regionali saranno cosa fatta e finita e il parroco , forse, non legge il B.U.R. Mi preme dire che gli uffici tecnici hanno anche questo mirabolante compito. Lo dico a fronte dell'entusiasmo di alcuni consiglieri e assessori: geometri, ingegneri e architetti assunti a tempo indeterminato dal nostro comune, per lavoro, partecipano ai bandi; io so anche che fanno un sacco di altre cose importanti,  quella dei bandi è da molti ritenuta normale, di routine. Insomma, spellarsi le mani perchè qualcuno fa il suo dovere, mi riporta all'esempio del bimbo di prima. Per equità vorrei che gli entusiasti uscissero la mattina del martedì verso le 8 e andassero ad abbraciare commossi i vigili che, fra mille fatiche, gestiscono gli spazi del mercato con gli ambulanti precari. Sono convinto che l'iniziativa apparirebbe sul giornale, ma poichè non porterebbe lustro alle alte cariche regionali, non verrà considerata.
Anche il bikesharing e la nuova scuola di Volparo saranno probabilmente co-finanziati con soldi regionali: anche per loro la stessa enfasi? E' una questione di date.
In verità credo che il nostro comune non approfitti abbastanza dei bandi regionali ed europei e che in questo stato di cose anche una rondine fa primavera: una primavera tanto, troppo elettorale.

Saluti Davide.