giovedì 27 luglio 2017

A due anni dal voto si può cominciare a parlare di elezioni?

Si parla di fondersi con Ponte San Nicolò e Polverara. Se la cosa dovesse concretizzarsi ciò che segue perderebbe molto del suo senso. Tuttavia faccio ugualmente due considerazioni di carattere elettorale a futura memoria con la speranza di contribuire a una discussione ormai ferma da tre anni.
I Moderati per Legnaro, con o senza Bettini, possono ragionevolmente contare su circa 2000 voti ovvero il 40% dell'elettorato e scissioni in vista non se ne vedono. Potrebbe aumentare sulla scorta di un candidato sindaco particolarmente popolare e attraente,ma per adesso il cilindro è ancora vuoto.
Il 10% è fissamente in mano alla Lega a prescindere dai candidati: un voto di bandiera al di sotto del quale non sono mai andati. Anche qui un candidato credibile, con un programma elettorale forte potrebbe far salire la quota però solamente pescando voti nel centro destra.
Il centro sinistra unito forse può ancora contare su un 35%: dato storico disatteso solamente nel 2014 quando il PD con la sua lista "civica", Per Legnaro, scese al 25% nonostante a sinistra non ci fosse nessuna lista concorrente come accadde ad esempio al contrario nel 2009.
Il 15% che rimane è un elettorato conservatore ma tendenzialmente avverso sia ai Moderati per Legnaro che alla Lega.
Le cose così come stanno favoriscono i Moderati che devono solamente rimanere uniti: 20000 euro per la campagna elettorale, un candidato giovane e preparato e il gioco è fatto.
Per la Lega l'unica alternativa è l'alleanza con i Moderati o candidare sindaco uno come Bitonci. Riusciranno i Moderati ad incamerare i leghisti? In politica tutto può essere, non mi stupirei. Farei semplicemente gli auguri ai malcapitati costretti al matrimonio solamente dalla paura di perdere. 5 anni di sottomissione assicurata.
Al centrosinistra, per vincere,  servono almeno tre condizioni: 1. presentarsi uniti con nessuno a sinistra, 2. l'assenza di altre offerte politiche oltre a quella dei Moderati e della Lega, 3. Un minimo di appeal per quel 15% di conservatori che saranno anche tendenzialmente avversi ai Moderati e alla Lega, ma che, se costretti a scegliere solo fra destra e sinistra, voteranno ancora, in buona parte, a destra: non si va contro il proprio dna.
Sono tre condizioni molto difficili e solamente in parte dipendono dai protagonisti. Può succedere che si presentino uniti e che si sforzino di attrarre il voto dei conservatori, ma poi basta che uno improvvisi una lista anche un po' farlocca che di voti conservatori neanche uno e che di quel centro sinistra un buon 30% volti le spalle. Un pizzico di astensione e anche il 20% diventa un obiettivo difficile da raggiungere
Dall'altro lato i Moderati potrebbero sorprendere tutti portando a termine il rinnovamento cominciato nel 2014 e includendo nella propria lista persone politicamente eterogenee. La cosa è possibile, ma fino a che punto saranno disposti ad accogliere istanze di salvaguardia del territorio,  di investimenti sul settore sociale, di trasparenza amministrativa,rinnovamento dei rapporti con il personale, stravolgimento dei rapporti con le associazioni.....? Dipende solo da loro?
Paradossalmente, a mio parere, l'esito del voto è in mano al centrosinistra: in particolare il PD può scegliere se perdere orgogliosamente da solo o vincere accettando di dover condividere la vittoria. Il centrosinistra in generale, anche nel 2019, potrà scegliere fra la vana affermazione di sè stesso con uno o due seggi di opposizione e la possibilità di cambiare il futuro di Legnaro da dentro la cabina di regia. Tutto potrebbe cominciare dalla stesura di un programma elettorale condiviso.
Chi crede che tutte le liste siano alla pari e che i voti siano esclusivamente il frutto della campagna elettorale ha perso tempo a leggere questo post ed è pregato di non alimentare polemiche nei commenti.
Saluti Davide

P.S.
qualche idea ce l'ho anche nel caso di fusione....continua