martedì 24 luglio 2012

Crescita infinita a debito


Come mai negli ultimi anni tutti i Paesi industrializzati hanno accumulato
 debiti pubblici sempre più consistenti, fino a raggiungere nel 2010 valori 
che vanno da un minimo dell’80% del prodotto interno lordo nel Regno Unito
debito/Pil è salito dal 79,3 all’85,1%. Eppure il Patto di stabilità firmato
 dai Paesi dell’Unione Europea nel 1999 fissava al 60% la soglia massima 
di questo rapporto. E ancora: perché gli Stati e le amministrazioni locali 
spendono sistematicamente cifre superiori ai loro introiti? Perché il 
sistema bancario induce le famiglie a spendere cifre superiori ai loro 
redditi?
La risposta è intuitiva: perché la sovrapproduzione di merci ha raggiunto 
un livello tale che se non si acquistasse a debito, crescerebbe la quantità 
di merci invendute e si scatenerebbe una crisi in grado di distruggere
 il sistema economico e produttivo fondato sulla crescita infinita del Pil.
 Il debito pubblico, del resto, è il pilastro su cui si fonda la crescita in 
questa fase storica.
Proprio nel tentativo di far ripartire la crescita e aumentare il Pil, negli 
ultimi anni in Italia è stata finanziata la rottamazione delle automobili
sono state concesse agevolazioni fiscali per la costruzione di nuove case,
 sono stati dati incentivi all’installazione di impianti a fonti rinnovabili senza 
porre vincoli a favore degli autoproduttori né della tutela ambientale, è stata 
deliberata la costruzione di opere pubbliche tanto costose quanto inutili.
Ciononostante, gli incrementi della spesa pubblica in deficit non hanno riavviato 
la crescita, come del resto in tutti gli altri Paesi industrializzati, né hanno
 diminuito la percentuale dei disoccupati, che anzi è aumentata. Insomma, 
abbiamo speso denaro pubblico, abbiamo aumentato il debito e non abbiamo 
ottenuto nulla.
Per quale ragione gli stimoli forniti alla ripresa economica attraverso la spesa 
pubblica non hanno dato i risultati attesi? Perché nei Paesi industrializzati lo 
sviluppo tecnologico ha determinato un eccesso di capacità produttiva che 
cresce di anno in anno. Macchinari sempre più potenti producono in tempi sempre 
più brevi quantità sempre maggiori di merci con un’incidenza sempre minore di
 lavoro umano per unità di prodotto. Per questo la disoccupazione aumenta 
invece di diminuire.
Inoltre queste tecnologie sono molto costose e i macchinari non possono rimanere
 fermi, perché ne deriverebbero forti danni economici in termini di ammortamento
 dei capitali e di mancati guadagni. Devono lavorare a pieno regime e tutto
 ciò che producono deve essere acquistato anche se non ce n’è bisogno. 
Quindi le tecnologie accrescono l’offerta di merci in misura superiore alla
 crescita della domanda e ciò comporta una diminuzione dell’occupazione,
 la diminuzione dell’occupazione riduce ulteriormente la domanda. 
Perciò l’unico modo per incrementare la domanda è l’indebitamento. 
La crescita non è la soluzione. È il problema.


Saluti Davide


venerdì 13 luglio 2012


Ricevo e pubblico:



Buongiorno Davide,
 
sono Antonio, legnarese d'importazione e vivo in zona Volparo. Ricevo oggi da un mio collega i file che Le allego . Nel sito del comune trovo effettivamente un avviso pubblico con data 19/01/2012 a riguardo del presente oggetto.
 
MI CHIEDO : quel bellissimo "tabellone elettronico" serve SOLO a informare i cittadini eventi tipo " Festa del Cavallo" e altre menate varie?
 
Vista la scadenza imminente di raccolata firme (mi giunge il  26 Luglio p.v ) LO vogliamo utilizzare per altri scopi ?
 
Grazie e attendo risposta.
 
Antonio




Saluti Davide
P.S.
Ho scritto un commento
 

sabato 7 luglio 2012

I salvati e i sommersi



Penso che le differenze retributive (e pensinonistiche di conseguenza) siano giuste se a generarle sono mansioni, responsabilità e risultati differenti. Ma all'interno di una data azienda o struttura pubblica, fra lo stipendio più basso e quello più altro dovrebbe esistere un rapporto fisso e dato. Ad esempio se l'ultimo impiegato neo assunto a termine prende 1000 euro di stipendio al mese, l'AD di quella azienda potrebbe prendere 10 o 15 volte tanto. A livello Italia i parlamentari, ministri, dirigenti pubblici e parastatali dovrebbero guadagnare un certo numero di volte il reddito medio italiano. Solo aumentando il reddito medio potrebbero aumentare il proprio incasso.  Ossia la variazione di retribuzione sarebbe commisurata ai risultati ottenuti. 


I salvati e i sommersi


Cari parlamentari, cari membri del governo, caro Fini, che ieri hai cacciato un deputatodall'aula perché ha usato "un linguaggio da trivio" dicendo che "i giovani si sono rotti i coglioni" di fronte a un plotone di condannati in via definitiva, in primo o secondo grado o indagati. Voi siete responsabili della deriva sociale che può fare esplodere l'Italia. Il Paese si è rotto i coglioni di una massa di incapaci che ha accumulato duemila miliardi di debito e che si riempie la bocca di parole senza significato come "spending review", un inglese che ammanta di prestigio la solita presa per il culo. In quell'aula, la Camera dei deputati, ridotta al rango di un postribolo, tutti prendono o prenderanno un vitalizio da parlamentare, quasi tutti una pensione d'oro, quasi tutti più pensioni. E' necessario un censimento, nome per nome di ogni parlamentare, di ogni appartenente alle istituzioni, con la sua pensione percepita.
Questa gente non capisce che sta ballando su un vulcano. Loro, i salvati, gli altri, gli italiani, i sommersi. Nessun giovane andrà più in pensione in questo Paese, perché allora, deve pagare i contributi? Per garantire la pensione di 32.000 euro al mese ad Amato? Se questo non è uno scandalo cosa lo è?
Questa classe politica grassa e impunita ha bocciato un emendamento per portare le pensioni d'oro a un minimo di 6.000 euro netti al mese e, se cumulate con altri trattamenti pensionistici, a 10.000. Hanno detto di no questi paraculi. Le pensioni d'oro sono 100.000 (la popolazione della Valle d'Aosta) con un costo annuo di 13 miliardi. Rigor Montis, lei, tanto per sapere, quanto prende di pensione? In pensione si deve andare a 60 anni, aver portato a 67 anni e più la soglia, significa impedire l'ingresso nel mondo del lavoro ai giovani, l'Italia ha una disoccupazione giovanile vicina al 40%, e negare una serena vecchiaia a chi ha lavorato per una vita. Se è così, si abolisca l'INPS, si eroghi una pensione minima per chi non ha alcun reddito a 60 anni. Tutti gli altri si tengano i propri contributi. Li versino in un conto privato o se li spendano in donne e champagne. Sono soldi loro. Distruggere lo Stato sociale mantenendo le pensioni d'oro non si può fare, se non con l'esercito. Loro non si arrenderanno mai (noi neppure). Ci vediamo in Parlamento.


Saluti Davide

mercoledì 4 luglio 2012

Post tecnico

Mi scuso con quanti in queste settimane hanno scritto alcuni commenti e non li hanno visti pubblicati. Purtroppo il sistema blogger.com individua alcuni commenti e li posiziona in una cartella speciale in attesa che io esplicitamente li autorizzi alla pubblicazione. Non sono abituato a controllare tale cartella molto spesso e così succede che rimangano lì in attesa per lunghi periodi. Mi scuso con tutti per questa mancanza.

Saluti Davide