sabato 24 ottobre 2015

Qualcosa è cambiato, ma non basta!


Mentre si sta aspettando ormai da anni la sistemazione del marciapiede "lato caserma dei Carabinieri", si è già cominciato a restaurare la piazza fronte Municipio sul lato della Macelleria Eredi Roncolato.
4.400 euro per riprendere in mano i sampietrini posati solamente qualche anno fa. Poca roba, spiccioli, e di certo non si poteva aspettare che si formasse una voragine: ma questo piccolo episodio la dice lunga sulla qualità di alcune scelte.
Mentre stanno quasi per scadere i termini per accedere al fondo regionale per la costruzione della nuova scuola di Volparo, si aggiorna per l'ennesima volta
il bando per l'assegnazione della nuova farmacia con la quale si pensava di finanziare in parte l'opera. Cose che succedono, cose che si risolvono anche all'ultimo istante accendendo nuovi mutui, ma anche questo è un episodio che racconta una certa incapacità ad affrontare gli obiettivi che ci si è autonomamente imposti di perseguire. Quest'anno intanto, per sopperire alla mancanza di aule alle elementari, si è dovuto intervenire in emergenza ampliando gli edifici scolastici del centro: certamente l'istituzione e i genitori ringraziano, ma questi soldi si sarebbero potuti risparmiare.
I lampioni a led sono stati installati quasi dappertutto, ma nonostante il notevole risparmio di corrente elettrica ottenuto, il costo dell'investimento è così alto da assorbire tutto o quasi il vantaggio economico. Convertire l'illuminazione pubblica da alto a basso consumo è importante per l'ambiente e andava fatto già da anni, ma ancora una volta il risultato finale non è proprio quello che ci si aspettava.
Mentre la pista ciclabile in statale costa la bellezza di 1.000.000 di euro a Km, quelle già costruite e frequentatissime vanno in deperimento. 
La strada provinciale 35 che da Casone porta a Volparo genera ogni anno incidenti stradali anche mortali. Metterla in sicurezza è prioritario secondo tutti i programmi di tutte le forze politiche, ma solo a parole, visti gli interventi inesistenti. 
Le lottizzazioni ferme da anni con i loro scavi, le loro reti di ferro, i cartelli sbiaditi, l'erba sulle opere di urbanizzazione incomplete, sono la monumentale dimostrazione di quanto fuorvianti siano stati i veri interessi di chi ci ha governato fino ad oggi. Mattone, appalti e amministrazione al minimo per non disturbare.
L'anno scorso qualcosa è cambiato con il rinnovamento del consiglio comunale e della giunta. Forse è ancora presto per dirlo, ma sembra che il cambiamento proprio non riesca ad imporsi e non possa spiccare il volo, appesantito a morte da chi lo ha accettato solo per sopravvivere, come male minore.
C'è bisogno di molto più coraggio!

Saluti Davide






sabato 17 ottobre 2015

Epart.it: una proposta.



Un caro amico, molto attento alle novità, mi segnala alcuni spunti su cui riflettere. Uno di questi è il sito internet/app. per gli smartphone, che a mia volta vi propongo.
Si tratta di "epart.it il social network dei cittadini che partecipano": una piattaforma creata apposta per segnalare i problemi all'amministrazione pubblica addetta a risolverli.
Una buca sull'asfalto? Smartphone-foto-invio, ecco che l'assessore e il capo ufficio lavori pubblici del comune sono immediatamente investiti del dovere d'intervento. Pericolosi cavi scoperti fuoriescono dal palo della luce danneggiato? Ecco che esce il tecnico per la riparazione. Qualcuno potrà dire che basta una mail, o una lettera consegnata al Protocollo ed in effetti possono bastare, ma questo strumento ha un'arma in più: la buca, i cavi scoperti, la barriera architettonica sono posti sotto i riflettori di tutti i cittadini e non solo legnaresi. Anche le altre amministrazioni sono al corrente di quella che succede dalle altre parti e nessuno vuole risalire la classifica dei peggiori...
Uno strumento per la partecipazione attiva dei cittadini. 

Saluti Davide

martedì 13 ottobre 2015

Riciclare plastica guadagnando buoni per la spesa. Che ideona!


Il distributore dell'acqua di fronte al Municipio è un successone. Ora bisogna pensare ad installarne almeno uno per frazione qui a Legnaro. Questo apparecchio è la dimostrazione che i cittadini sono disponibili a cambiare abitudini quando ne vale la pena!
Allora voglio segnalare un'altra opportunità che renderebbe Legnaro all'avanguardia nel campo dello smaltimento dei rifiuti urbani.
Si tratta di macchinari capaci di triturare e ridurre le bottiglie di plastica e le lattine d'alluminio. Come ho già fatto presente in Consiglio comunale, la raccolta di plastica e lattine soffre di pochi passaggi e spesso, specialmente chi vive in appartamento, ci si ritrova a dover gestire ingombranti sacchetti ricolmi di rifiuti plastici. A causa di questo succede allora che qualcuno si liberi del fardello inserendone una parte nell'indiferenziato. L'insufficienza del servizio di raccolta plastica si trasforma in un boomerang disincentivando la differenziazione dei rifiuti.
Ma se fosse presente nel territorio almeno una macchina capace di raccogliere plastica e lattine in maniera automatica 24 ore al giorno per 7 giorni alla settimana? E se questa macchina erogasse per ogni kilogrammo di rifiuti conferiti un buono da spendere al supermercato? 
Plastica e lattine hanno un valore economico e chi le raccoglie lo sa, tanto è vero che quei pochi passaggi di camion non vengono fatti pagare agli utenti. Vero è anche che, con l'utilizzo di queste apparecchiature, chi le gestisce potrebbe ottenere un utile  che girerebbe in parte agli utenti sotto forma di buoni spesa. 
Sembra fantascienza ma è già realtà per i comuni coraggiosi.

Saluti Davide

P.S.
L'utilizzo delle idee rilanciate da questo blog è gratuito e senza obblighi.

mercoledì 7 ottobre 2015

Proposta: fondiamo Legnaro con Polverara.


La fusione dei piccoli comuni sarà presto obbligata dall'alto: questo è quanto si prevede come possibile misura governativa per diminuire la spesa pubblica. Se ad esempio però Legnaro e Polverara si fondessero oggi potrebbero avvantaggiarsi parecchio utilizzando la normativa in essere. Parliamo di diverse centinaia di migliaia di euro in più rispetto agli stanziamenti attuali e bilanci svincolati dal patto di stabilità per alcuni anni. Una proposta che vale la pena di essere discussa, o no?

Saluti Davide 

Dal Gazzettino del 7 ottobre 2015
Este segue l'esempio di Ospedaletto e vota la fusione: l'altra sera il consiglio comunale cittadino ha approvato la delibera che chiederà alla Regione l'attivazione del percorso che porterà al referendum per lo sposalizio fra i due Comuni. Il sì è arrivato dalla maggioranza compatta. Hanno alzato la mano Morena Cadaldini, Maria Luisa Cagnotto, Andrea Dalla Valle, Vanni Mengotto, Francesco Panfilo, Stefano Papa, Andrea Quadarella, Alberto Roman, Anna Tregnaghi e lo stesso sindaco, Giancarlo Piva. Si sono astenuti i tosiani Carlo Zaramella ed Enrico Zovi e ha votato no solo Sergio Gobbo, referente del Pdl. Nella delibera la faccenda è dipinta in modo chiaro e preciso: il nuovo Comune si chiamerebbe Este, come suggerito dalla commissione intercomunale, mentre a Ospedaletto spetterà una parte importante nello stemma. Lo sposalizio verrà benedetto da Santa Tecla e dalla Beata Vergine del Tresto, che diventerebbero le due patrone. Secondo i dati forniti dall'Amministrazione durante la discussione, inoltre, per il nuovo ente ci saranno 9 milioni di trasferimenti extra dallo Stato nel giro di 10 anni. Per non parlare del fatto che il maxi Comune ci sarà la possibilità di sforare il patto di stabilità per cinque anni. Il risparmio è quantificato in 250 mila euro l'anno, ai quali vanno aggiunti i 10 milioni di euro di avanzo di amministrazione che potrebbero rientrare nel piano. «Stiamo completando un grande e lungo lavoro che ci ha impegnato molto in questi ultimi 4 anni - sottolinea Piva - sono state numerose le commissioni, le riunioni, gli incontri che hanno coinvolto gli amministratori, i consiglieri, organizzazioni sociali, cittadini. La discussione ha attraversato e sta attraversando le nostre comunità, se ne è discusso negli ambiti più diversi, dai bar alla piazza, alle riunioni associative, sui mass media, sui social». «Oggi stiamo costruendo il futuro delle nostre comunità, dei nostri cittadini - continua il sindaco - oggi si misura il coraggio di chi è stato chiamato a costruire il bene comune e si misura la generosità di una classe politica che sa anteporre l'interesse e il bene dei cittadini ai propri interessi». Il fronte del no ha avuto come riferimento solamente il consigliere pidiellino: «Sono stato l'unico a votare contro, pur credendo alla fusione territoriale così come è concepita normativamente per i numerosi vantaggi e benefici che ne derivano alla collettività - sottolinea Gobbo - ho votato contro per senso di responsabilità verso tutti quei cittadini che mi hanno chiesto di dare un messaggio forte alle due Amministrazioni per la mancata condivisione del progetto con la cittadinanza». «Ritengo che la fusione tra due entità territoriali, con la loro storia, debba essere l'epilogo di un percorso naturale e fisiologico - continua il consigliere - concertato con i residenti, che dopo avere ricevuto una completa informazione, sentano ad un certo punto la fusione come una necessità e non come una imposizione».