martedì 21 dicembre 2010

Convocazione consiglio comunale





IL SINDACO AVVISA



· Che il Consiglio Comunale è convocato in seduta pubblica ordinaria di prima convocazione, per il giorno di 23 dicembre 2010 alle ore 18.00 presso la sala consiliare del palazzo municipale per trattare e deliberare sugli argomenti riportati nel seguente:



ORDINE DEL GIORNO

1. COMUNICAZIONI DEL SINDACO.

2. INTERROGAZIONI ED INTERPELLANZE.

3. RATIFICA DELIBERA DI GIUNTA COMUNALE N. 109 DEL 21-10-2010 AVENTE AD OGGETTO: “VARIAZIONI AL BILANCIO DI PREVISIONE ESERCIZIO 2010”.

4. RATIFICA DELIBERA DI GIUNTA COMUNALE N. 126 DEL 25-11-2010 AVENTE AD OGGETTO: “BILANCIO ESERCIZIO 2010 – VARIAZIONI DI ASSESTAMENTO”.

5. RICONOSCIMENTO DEBITO FUORI BILANCIO AI SENSI DELL’ART. 194 DEL D.LGS 267/2000.

6. RICOGNIZIONE DELLE SOCIETA’ PARTECIPATE E CONSEGUENTI ADEMPIMENTI EX ART. 3, COMMI 27/33, LEGGE FINANZIARIA 2008.

7. CONVENZIONE EX ART. 30 D.LGS. 267/2000 TRA LA PROVINCIA DI PADOVA E I COMUNI DEL TERRITORIO PROVINCIALE PER LA COSTITUZIONE DI AGGREGAZIONE DI ENTI LOCALI FINALIZZATA ALLA REALIZZAZIONE DI UN CENTRO DI SERVIZIO TERRITORIALE (C.S.T.).

8. PIANO URBANISTICO ATTUATIVO RESIDENZIALE DI INIZIATIVA PRIVATA DENOMINATO "TENUTA SANTA GRAZIA": " APPROVAZIONE MODIFICA AMBITO D'INTERVENTO AI SENSI DELLA L.R. 21/10/2004 N° 20; " APPROVAZIONE PIANO URBANISTICO ATTUATIVO AI SENSI DELL'ART. 20 DELLA L.R. 23/4/2004 N° 11.

9. APPROVAZIONE REGOLAMENTO PER L’ISCRIZIONE ALL’ASILO NIDO AZIENDALE ISTITUTO ZOOPROFILATTICO DI LEGNARO.

10. APPROVAZIONE REGOLAMENTO COMUNALE PER LA DISCIPLINA DELL’ALBO PRETORIO ON-LINE.

11. APPROVAZIONE REGOLAMENTO PER L’ISTITUZIONE ED IL FUNZIONAMENTO DEL CONSIGLIO TRIBUTARIO.

12. APPROVAZIONE DEI CRITERI GENERALI PER L'AGGIORNAMENTO DEL REGOLAMENTO SULL'ORDINAMENTO DEGLI UFFICI E DEI SERVIZI AI FINI DELL'ADEGUAMENTO AI PRINCIPI CONTENUTI NEL D.L.GS. 27 OTTOBRE 2009, N. 150.

13. APPROVAZIONE CONVENZIONE PER LO SVOLGIMENTO IN FORMA ASSOCIATA DI FUNZIONI DI RESPONSABILE UNICO DEL SERVIZIO LAVORI PUBBLICI TRA COMUNI DI LEGNARO E CINTO EUGANEO.

14. APPROVAZIONE PIANO GENERALE DEGLI IMPIANTI PUBBLICITARI.

lunedì 20 dicembre 2010

E' di scena lo spreco!



Ricevo e pubblico. Consiglio la visione del video in quanto molto semplice da capire.

L’Editore di questo blog, Davide Bianchini, in più occasioni con foto allegate, si è interessato della cattiva gestione nella accensione dei punti luce comunali nel territorio di Legnaro, significando che , in un periodo di crisi economica, il risparmio anche di soli 10 € è importante, dal punto di vista economico ed educativo.
I lampioni devono essere accesi quando servono. Sono considerazioni fatte da un normale cittadino, padre di famiglia: condivisibili, da sottoscrivere a occhi chiusi.
Signor Editore, si trattasse di 10€: nel nostro caso sono decine e decine di migliaia di Euro all’anno sprecate, anzi, oltre 50.000? Nel nostro Comune, lo spreco è di casa e resta in cattedra sovrano.
Il fatto va spiegato e chiedo un po’ di pazienza, altrimenti restano solo parole.
Per un punto luce (lampione o lampadina) il Comune di Legnaro spende di media circa 135€ all’anno: costo energia più manutenzione ordinaria.
Un paese vicino al nostro, stesso anno di contratto, stesse condizioni, spende di media 90€ anno (documentato).
Una differenza in meno di circa 45€ anno per ogni punto luce, un risparmio del 33%.
Con la Delibera di Giunta Comunale n° 105 del 10/07/2008, l’illuminazione pubblica di Legnaro, senza gara alcuna, è data in gestione diretta, per cinque anni – 2008/2012-, ad una grossa SpA, Società per Azioni, della provincia di Vicenza. L’importo che il Comune paga viene ogni anno adeguato agli indici Istat.
Per questi contratti la norma prevede l’assegnazione mediante gara di appalto pubblico. Mediamente il contratto ha durata di tre anni; vengono preferite aziende artigianali della zona che hanno costi di gestione inferiori ad una SpA.
Se i nostri punti luce rispetto al Comune prima accennato hanno cadauno un maggior costo di circa 45€ , il calcolo è presto fatto:
1251 (punti luce) x 45€, sono 56.295€ per ogni anno di maggior spesa, moltiplicata per 5 (anni della convenzione) sommano € 281.475. Non sono bruscolini: fra l’averli o no la differenza è grande.
Se la gestione di una lampadina pubblica costa ai cittadini di Legnaro 135 € anno, bisogna riflettere bene dove collocarla. A quanto pare ciò non è avvenuto e non avviene.
Un punto luce, per una intera notte ha il costo fisso di gestione, il consumo di energia elettrica, “la bolletta”, di media si aggira su 76 € anno.
I nostri punti luce sono recenti per l’85%.
Nel territorio di Legnaro ci sono zone dove i punti luce abbondano non giustificati. Esempio: l’innesto di via De Gasperi con via Vittorio Emanuele 2° e dintorni, su un raggio di 10 metri ci sono cinque punti luce, uno spreco; questa situazione è più volte ripetuta altrove.
Altro esempio: da un cittadino proprietario, l’Amministrazione Comunale acquisisce in proprio un’area situata fra due nuovi edifici di una ventina di appartamenti ciascuno, quest’area e la bretella che la immette su via XXV aprile è illuminata con una ventina di punti luce. Si moltiplichi i punti luce per 135€, si ottiene il costo che ogni anno i Legnaresi pagano per illuminare un “cortile” di “uso privato”. Clientelarismo puro! Una operazione di non senso amministrativo.
Ancora un esempio: stessa operazione ripetuta. L’edificio ex mulino, lato Nord-Est, visto dal crocevia del centro paese, un centinaio di unità immobiliari, per me una “casbah”, un corridoio-viottolo seminascosto, largo due metri, inscatolato fra due mura, collega la “casbah”con la zona Belvedere. I suoi trenta metri di lunghezza sono illuminati con cinque punti luce situati sotto il pavimento . L’Amministrazione, non si sa perché (in Consiglio Comunale il Sindaco Bettini non l’ha chiarito), lo acquisisce in proprietà e scarica sui cittadini il costo di gestione: 135 € per ognuna delle 5 lampade ogni anno.
Che c’entra il Comune? Sono favori fatti a spese di noi tutti.
Nelle lottizzazioni fatte dai privati, per renderle appetibili al mercato, abbondano i punti luce (tanto, vengono scorporati dagli oneri di urbanizzazione) ma passano a carico dei Legnaresi, molti dei quali, essendo residenti da sempre sono al buio.
Altri esempi di spreco: viene rifatta l’illuminazione della piazza del Municipio. Accesi i nuovi lampioni, diversamente dai precedenti, la piazza resta parzialmente buia. Per ovviare all’errore vengono montati fuori posto, sotto il cornicione del Municipio, quattro grossi fari, antiestetici, che illuminano la piazza, compresi i lampioni (strano vedere lampioni illuminati dai fari), fatte il conto: 4 fari per 135€.;
stessa cosa sul il piazzale della Chiesa, fari su lampioni, con l’aggiunta che ci sono lampioni collocati fra il fogliame degli alberi. In precedenza la facciata del meraviglioso monumentale complesso Chiesa/campanile era interamente illuminato, ora con il nuovo impianto lo sono solo per metà. Uno sfregio alla cultura locale e scarsa sensibilità.
Signor Davide editore, non parliamo dei punti luce che in modo alternato potrebbero essere spenti dopo una certa ora. Nel parcheggio del campo di calcio, dietro il Cimitero, ci sono 23 punti luce: di notte profonda ne basterebbero 5/6, diversamente si illumina il nulla.
Un documento pubblico ufficiale del Comune, il n° 399 del 18/11/2010, riferisce che la Gemmo SpA , la Società che gestisce l’impianto di illuminazione pubblica, ha chiesto al Comune un conguaglio di 32.000 € perché i punti luce non sono 1188 come da contratto, ma dopo una verifica risultano essere 1251, cioè 63 in più sin dall’origine; l’Amministrazione, senza contradditori alcuno, paga sull’unghia. Nemmeno sanno contare!!!
Sembra impossibile, ogni volta che si approfondisce un aspetto amministrativo locale , ti viene naturale: come siamo amministrati?
Legnaro, 15/12/2010
Giovanni Negrato



Saluti Davide

sabato 11 dicembre 2010

Anticipo scolastico alla scuola elementare di Volparo

E' dicembre, la scuola è cominciata ormai da 3 mesi, ma solamente adesso l'amministrazione comunale di Legnaro pensa di stanziare una cifra per mettere a disposizione di 13 famiglie la possibilità di far entrare a scuola i bambini in anticipo rispetto l'orario normale. Capita infatti che le esigenze lavorative dei genitori ostacolino l'ingresso in orario del bambino, per questo si da la possibilità di consegnare il piccolo anticipatamente permettendo al genitore di arrivare a lavoro in tempo. Me alla scuola elementare di Volparo questo non è possibile, o meglio sarà possibile solo da quando l'amministrazione perfezionarà gli accordi con la cooperativa "Cielo", vedi delibera .
Dopo più di 11 anni di amministrazione ininterrotta ci si aspetterebbe un pochino di attenzione in più nei confronti dei problemi quotidiani delle famiglie e un pochino di capacità di previsione, se non per doti personali, almeno per esperienza acquisita.

Saluti Davide

P.S.
Navigando per la rete ho trovato questo link. Si parla di iscrizioni al servizio di pre e post scuola già da aprile. I costi non mi sembrano particolarmente elevati, la graduatoria mi fa pensare alla presenza di contributi pubblici: perchè non fare un colpo di telefono all'assessore del comune di Limbiate e scambiare un po' di esperienza?

mercoledì 8 dicembre 2010

I TRENT’ANNI CHE SCONVOLSERO IL MONDO.

Vi giro questa mail, io non potrò andarci, ma Pallante l'ho già conosciuto. Per chi si ritrovasse una serata da riempire invece...

SABATO 11 DICEMBRE – ore 21:00 - INCONTRO CON MAURIZIO PALLANTE
Sede di AltrAgricoltura Nord Est – Corso Australia, 61 – Padova

È uscito in questi giorni il primo romanzo di Maurizio Pallante, 'I trent’anni che sconvolsero il mondo' (221 pagine, 14.00 euro, Edizioni Pendragon, Bologna, 2010).
Maurizio Pallante, apprezzato autore di saggi sul tema della decrescita e padre del “movimento per la decrescita felice”, ha scritto un romanzo sul periodo che ha determinato il nostro attuale stato sociale di consumismo sfrenato.
Ha descritto i flussi migratori della gente del sud verso la città industriale per antonomasia, Torino, i sottili meccanismi che in trent'anni hanno strappato libertà, ideali e verde ai nostri occhi, il perverso gioco che ci ha spinti a rifiutare il lavoro della terra come aberrante arretratezza e le macchinazioni della politica che hanno portato, attraverso un sempre più crescente scambio di favori, allo sfascio del sistema sociale.

Maurizio Pallante capovolge la valutazione delle grandi trasformazioni avvenute nei trent’anni che gli economisti hanno definito ‘gloriosi’.
Trent’anni di trasformazioni, ma anche di battaglie, vere o simulate, nelle quali la Casta industriale e finanziaria torinese e le coop rosse, entrambe predicanti per vie diverse produttivismo, industrialismo ed espansione, sono finite ingloriosamente sedute alla stessa tavola. Per spartirsi la torta, sì, ma allo stesso tempo incapaci di fronteggiare l’assedio dei rifiuti e le minacce di una folla di consumatori compulsivi impazziti e pronti ad assaltare i supermercati.
In questo suo primo romanzo Pallante non risparmia nessuno, tanto meno politici, spesso cattolici, sempre più ridotti a servi ottusi e corrotti del pensiero unico di industria e finanza. Rappresentanti rozzi e sbrigativi di una destra ed una sinistra che sono state complici nel creare un immondezzaio di false promesse che hanno rubato all’uomo la libertà guadagnata nei secoli precedenti, tradendone la felicità, in più avvelenando la terra, l’acqua, l’aria.
E rubando il futuro, per creare un sistema irresponsabile fondato sulla produzione suicida e sui sempre crescenti consumi e rifiuti, in cambio di profitto a qualsiasi costo. Una dittatura dell’economia sorretta dal potere di partiti che, con il teatrino delle elezioni, hanno illuso ed illudono il pubblico pagante con la farsa della democrazia.
Uno scritto spietato e dal forte contenuto ideologico, ma non per questo privo di una sottile e tagliente ironia. Un punto di vista che capovolge la valutazione delle grandi trasformazioni avvenute nei trent’anni che gli economisti hanno definito 'gloriosi' e che presenta il mondo alla rovescia, dissacrando le convinzioni più sacre, sacralizzando quelle disprezzate, smascherando ferocemente l’inconsistenza delle idee più serie, riscoprendo la forza di quelle considerate banali, lacerando il velo degli osanna che ricopre la bruttezza e la volgarità diffuse, ricercando con l’amore e la pazienza di un archeologo la bellezza nei frammenti in cui ancora persiste e l’autonomia di pensiero nelle persone che ancora la coltivano.
Attraverso un romanzo piacevolmente scorrevole e grazie ad uno stile colloquiale, Maurizio Pallante avvicina il lettore alla teoria della "decrescita felice": elogio dell’ozio, della lentezza e della durata, della consapevolezza che non c’è progresso senza conservazione.
Un punto di vista completamente lontano da quello moderno abituato a seguire le leggi delle mode, dell'effimero, secondo cui tutto ciò che è “nuovo” sarà migliore di ciò che è “vecchio”. Un'analisi attenta della società moderna che ricolloca l'economia nel suo ruolo di gestione di un intero pianeta in cui tutte le specie viventi possano vivere al meglio.
Lo sguardo lucido e disincantato dell'autore capovolge, con questo romanzo, la valutazione delle grandi trasformazioni di quel trentennio "glorioso" di cui si narra lanciando una sfida: potrà andare diversamente?


Saluti Davide

sabato 4 dicembre 2010

La bretella di via Orsaretto

Ricevo e pubblico:


Gruppi Consiliari di
Vivere Legnaro
Legnaro delle Libertà

Al sig. Sindaco Ivano Oregio Catelan Legnaro 29/11/2010

Oggetto:Ricorso al T.A.R. del Veneto da parte dell’Università degli Studi di Padova contro il comune di Legnaro per l’annullamento dell’ordinanza comunale . 37 del 13/08/2010 : regolamentazione della circolazione in Viale dell’Università e dell’atto comunale n. 7647 del 19/7/2010 riguardante la volontà per l’apertura al traffico della bretella Viale dell’Universotà Via Orsaretto.

Con delibera n 123 della Giunta comunale apprendiamo della necessità dell’Amministrazione di difendersi presso il Tar del Veneto dal ricorso presentato dall’Università agli studi di Padova (vedi descrizione in oggetto).

Concordiamo tutti sull’importanza della bretella che consente la prima opportunità di parziale circonvallazione del centro di Legnaro, come del resto eravamo e siamo coscienti della necessità da parte dell’Università di salvaguardare l’incolumità degli studenti o e docenti che vi lavorano.
Nelle sedute dei Consigli Comunali del 28/9/09 del 30/10/09, del 23/12/09, del 6/3/2010 del 26/4/10 abbiamo rivolto interrogazioni scritte per chiedere chiarimenti per la mancata apertura, ripetute poi verbalmente anche nei Consigli Comunali successivi.
Le risposte sono state all’inizio della necessità di apportare delle modifiche per la sicurezza, poi dal ancora mancato collaudo dell’opera, ma sempre con la certezza che l’apertura sarebbe stata questione di pochi giorni o settimane.
Intanto però si è visto all’inizio della scorsa estate un vistoso transennamento, eseguito dall’Università, volto ad impedire accessi veicolari.
Finalmente dopo oltre un anno, il giorno dopo Ferragosto si è proceduti all’apertura, con controllo delle velocità da parte della polizia locale ed infine il transito a regime, senza apparenti problemi.
Ma poi apprendiamo del ricorso al Tar da parte dell’Università con richiesta di annullamento delle ordinanze di apertura e richiesta di danni, con conseguente deliberazione della ns Amministrazione di impegnare quasi 4000 euro per l’avvocato difensore.

E qui sorgono le domande per cui pretendiamo risposte serie e documentate:

1) perché si è costruito la bretella senza un accordo o convenzione con le parti interessate (Comune, Università Zooprofilattico)?

2) se l’accordo c’era sia reso pubblico in modo da contestare l’azione dell’Università

3) ma, se esistevano accordi o convenzione perché il ns Comune viene denunciato?

4) quali sono i rischi per il futuro della bretella qualora il T.A.R. accolga le richieste dell’Università e chi risponderà degli eventuali risarcimenti, oltre, ovvio, al costo non indifferente dell’opera?.

Come sopra menzionato siamo convinti della necessità che quella bretella stradale rimanga aperta, pur con tutte le garanzie necessarie alla salvaguardia dell’incolumità dei numerosi frequentatori del sito universitario (dissuasori di velocità ed impedimento al traffico pesante), ma contemporaneamente chiediamo copia della denuncia presentata al Tar e copia degli accordi e carteggio fra l’Amministrazione e l’Università.

In attesa della documentazione distinti saluti.

Consiglieri di Vivere Legnaro e Legnaro delle Libertà

venerdì 3 dicembre 2010

Rispondete a Francesca

Da il Fattoquotidiano.it

Francesca ha 21 anni, vive alla periferia di Roma, è iscritta al terzo anno di giurisprudenza. Il padre è autista di autobus, la madre operatrice ecologica, lei fa la cameriera per mantenersi gli studi. Francesca fa parte di una generazione a cui è stato “bloccato il futuro”. Nel 2009 infatti l’Eurostat ha segnalato come in Europa “in genere il tasso di disoccupazione tende a diminuire con l’aumento dell’istruzione”. In Italia, in Portogallo, in Grecia e in Turchia invece più sei istruito e più avrai difficoltà. L’istituto di statistica spiega che il nostro paese ha “registrato il livello di disoccupazione più alto fra le persone con un’età compresa fra i 25 e i 29 anni”. Nel 2007, prima della crisi, i disoccupati con una laurea erano il 19,3%. (leggi l’articolo). Esattamente come quelli diplomati. E oggi va peggio. Anche per questo Francesca ci ha inviato questa lettera per spiegarci perché è scesa in piazza nei giorni scorsi. Le sue motivazioni infatti non hanno a che fare solo con la riforma dell’Università che la maggioranza, “temendo scossoni”, ha deciso di fare slittare dopo il voto di fiducia previsto per il 14 dicembre (leggi l’articolo).

Voi come rispondete a Francesca? Raccontateci le vostre esperienze nei commenti qui sotto.

Caro direttore,

sono una studentessa romana di 21 anni, iscritta al terzo anno di giurisprudenza. Scrivo al Fatto Quotidiano perché spero che possa dar voce a una generazione ormai troppo spesso ignorata. Per farci ascoltare siamo dovuti scendere in piazza e bloccare le città. E nonostante questo ci hanno dato dei falliti e dei fannulloni.

Io non sono una bambocciona, né sono fuori corso come dice il presidente del Consiglio. Io sono l’orgoglio di una famiglia che spera ancora di potermi dare una vita migliore di quella che hanno avuto loro. Noi studenti non siamo scesi in piazza solo per la riforma. Certo, quella è la punta dell’iceberg di una cultura che questo governo ha voluto imporre: sei ricco? Potrai ancora studiare. Sei povero? Meglio se fai un istituto professionale e ti cerchi un lavoro, perché l’Università non te la potrai permettere. Io fino ad oggi posso garantirmi gli studi grazie alla borsa di studio e al lavoro di cameriera. Se dall’anno prossimo verrà a mancarmi la prima, il secondo non mi basterà più.

Sono stata e tornerò in piazza per far sentire la mia voce insieme a quella degli altri ragazzi che non solo hanno paura di non potersi laureare, ma soprattutto temono che quel foglio di carta guadagnato con immensi sacrifici non valga poi nulla nel nostro paese. Sono pronta ad andare all’estero se necessario, ma perché non possiamo sognare di restare in Italia per valorizzarla con la nostra cultura? Il rischio, restando, è una vita di sacrifici che non porti nemmeno a una pensione decorosa. Anzi, che non porti proprio alla pensione, che forse non riceveremo mai. L’applauso degli automobilisti romani bloccati nel traffico di Roma, martedì, ci ha detto che non siamo soli. Anche loro sperano che i figli possano avere un futuro migliore di quello che questo governo ci sta disegnando. Ai politici la nostra cultura fa paura, preferiscono un popolo ignorante. Ma noi, questa volta, non ci fermeremo. Speriamo neanche voi nel darci voce.



Come ho già detto essere di destra è un diritto, ma la destra Italiana è in grado di fare bene il suo dovere? Al di là della necessità di fare cassa, al di là della spesa pubblica fuori controllo, al di là di mafia, camorra e scandali sessuali cosa rimane se i ragazzi di 20 anni perdono la speranza, non sognano un futuro. A destra come a sinistra abbiamo bisogno di una classe dirigente onesta, disinteressata giovane e lungimirante.
Saluti universitari Davide