mercoledì 8 dicembre 2010

I TRENT’ANNI CHE SCONVOLSERO IL MONDO.

Vi giro questa mail, io non potrò andarci, ma Pallante l'ho già conosciuto. Per chi si ritrovasse una serata da riempire invece...

SABATO 11 DICEMBRE – ore 21:00 - INCONTRO CON MAURIZIO PALLANTE
Sede di AltrAgricoltura Nord Est – Corso Australia, 61 – Padova

È uscito in questi giorni il primo romanzo di Maurizio Pallante, 'I trent’anni che sconvolsero il mondo' (221 pagine, 14.00 euro, Edizioni Pendragon, Bologna, 2010).
Maurizio Pallante, apprezzato autore di saggi sul tema della decrescita e padre del “movimento per la decrescita felice”, ha scritto un romanzo sul periodo che ha determinato il nostro attuale stato sociale di consumismo sfrenato.
Ha descritto i flussi migratori della gente del sud verso la città industriale per antonomasia, Torino, i sottili meccanismi che in trent'anni hanno strappato libertà, ideali e verde ai nostri occhi, il perverso gioco che ci ha spinti a rifiutare il lavoro della terra come aberrante arretratezza e le macchinazioni della politica che hanno portato, attraverso un sempre più crescente scambio di favori, allo sfascio del sistema sociale.

Maurizio Pallante capovolge la valutazione delle grandi trasformazioni avvenute nei trent’anni che gli economisti hanno definito ‘gloriosi’.
Trent’anni di trasformazioni, ma anche di battaglie, vere o simulate, nelle quali la Casta industriale e finanziaria torinese e le coop rosse, entrambe predicanti per vie diverse produttivismo, industrialismo ed espansione, sono finite ingloriosamente sedute alla stessa tavola. Per spartirsi la torta, sì, ma allo stesso tempo incapaci di fronteggiare l’assedio dei rifiuti e le minacce di una folla di consumatori compulsivi impazziti e pronti ad assaltare i supermercati.
In questo suo primo romanzo Pallante non risparmia nessuno, tanto meno politici, spesso cattolici, sempre più ridotti a servi ottusi e corrotti del pensiero unico di industria e finanza. Rappresentanti rozzi e sbrigativi di una destra ed una sinistra che sono state complici nel creare un immondezzaio di false promesse che hanno rubato all’uomo la libertà guadagnata nei secoli precedenti, tradendone la felicità, in più avvelenando la terra, l’acqua, l’aria.
E rubando il futuro, per creare un sistema irresponsabile fondato sulla produzione suicida e sui sempre crescenti consumi e rifiuti, in cambio di profitto a qualsiasi costo. Una dittatura dell’economia sorretta dal potere di partiti che, con il teatrino delle elezioni, hanno illuso ed illudono il pubblico pagante con la farsa della democrazia.
Uno scritto spietato e dal forte contenuto ideologico, ma non per questo privo di una sottile e tagliente ironia. Un punto di vista che capovolge la valutazione delle grandi trasformazioni avvenute nei trent’anni che gli economisti hanno definito 'gloriosi' e che presenta il mondo alla rovescia, dissacrando le convinzioni più sacre, sacralizzando quelle disprezzate, smascherando ferocemente l’inconsistenza delle idee più serie, riscoprendo la forza di quelle considerate banali, lacerando il velo degli osanna che ricopre la bruttezza e la volgarità diffuse, ricercando con l’amore e la pazienza di un archeologo la bellezza nei frammenti in cui ancora persiste e l’autonomia di pensiero nelle persone che ancora la coltivano.
Attraverso un romanzo piacevolmente scorrevole e grazie ad uno stile colloquiale, Maurizio Pallante avvicina il lettore alla teoria della "decrescita felice": elogio dell’ozio, della lentezza e della durata, della consapevolezza che non c’è progresso senza conservazione.
Un punto di vista completamente lontano da quello moderno abituato a seguire le leggi delle mode, dell'effimero, secondo cui tutto ciò che è “nuovo” sarà migliore di ciò che è “vecchio”. Un'analisi attenta della società moderna che ricolloca l'economia nel suo ruolo di gestione di un intero pianeta in cui tutte le specie viventi possano vivere al meglio.
Lo sguardo lucido e disincantato dell'autore capovolge, con questo romanzo, la valutazione delle grandi trasformazioni di quel trentennio "glorioso" di cui si narra lanciando una sfida: potrà andare diversamente?


Saluti Davide

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