giovedì 26 agosto 2010

Arcostruttura a Legnaro: avanguardia o toppa?



Su segnalazione di Silvia Rocchini vi propongo questo articolo apparso in www.pattininews.it .

C'è fermento in casa Fox in questo periodo. Mentre i più sono in vacanza liberi da pensieri, due delle colonne portanti della società hockeistica legnarese continuano a lavorare accanitamente per arrivare a definire l'ormai datata questione della pavimentazione dell'Arcostruttura.
Carlo Disarò, allenatore e portiere, e Marco Saretta, atleta della squadra amatoriale e dirigente, ci aiutano a ricostruire le vicende dell'impianto che conosciamo dalla sua nascita, aggiornandoci sulle novità.
Perchè PattiniNews decide di dare spazio a questo argomento?
Perchè l'associazione - nessuno potrà negarlo - ha dato negli anni un grosso contributo all'ingresso di hockey in line e pattinaggio in un contesto dove le famiglie potevano scegliere sostanzialmente tra pallavolo e calcio (anche la ginnastica artistica era agli albori e lottava per conquistare il suo spazio).
Inoltre siamo convinti che la diffusione delle conoscenze e delle esperienze, il confronto e la condivisione siano un preciso dovere da parte di chi "ha le mani in pasta". Qui si può compiere una scelta precisa: migliorare una struttura che con il tempo e ulteriori adeguamenti può diventare "di eccellenza" e di richiamo, dando risonanza positiva alla comunità locale e al contesto sportivo in particolare, oppure accontentarsi di uno spazio pur interessante, le cui lacune non vengono colmate.
Infine è proprio nel contesto del RollerDay di Legnaro, manifestazione che vanta ormai sette edizioni e che ha coinvolto tutte le discipline sulle ruote, che il Sindaco e l'assessore alle Politiche Giovanili si sono esposti pubblicamente accogliendo la richiesta di rinnovare il pavimento. Quindi sarebbe per questa redazione motivo di orgoglio e di onore dare in anteprima la notizia di un intervento positivo.

Speriamo che le precisazioni che cercheremo di dare aiutino l'Amministrazione Comunale a fare la scelta più opportuna e lungimirante e che l'esperienza del Fox possa ripercuotersi positivamente in altri contesti. Cominciamo da una piccola storia dell'Arcostruttura. Non andremo troppo in là raccontando le peripezie di Marco Saretta, solo come Don Chisciotte senza Sancho Panza, che aveva sognato l'arcostruttura e la voleva con tutte le sue forze, a costo di pagare di tasca propria i progetti di massima. Cominciamo dal 2005, quando l'arcostruttura fu inaugurata e - aggiungiamo con orgoglio - con l'occasione fu organizzata una grande festa da PattiniNews, coordinando diverse realtà sportive. Il tutto solo per passione e per amicizia.
Da allora, quell'arcostruttura che fino a poco tempo prima sembrava superflua, si riempì velocemente di atleti piccoli e grandi (non solo pattinatori e hockeisti) e di attività amatoriali e agonistiche prima inesistenti.
Attualmente l'Arcostruttura offre la possibilità di praticare hockey in line, pattinaggio artistico, pattinaggio di base, freestyle, pallacanestro, per piccoli e grandi, per campioni e amatori. I problemi c'erano una volta e alcuni ci sono ancora; ad alcuni sono state trovate soluzioni ingegnose e di cuore, grazie alla disponibilità di molti utilizzatori (atleti, dirigenti, genitori) e volontari, ma alcuni problemi, inutile negarlo, sono restati sul tappeto (spogliatoi, mancanza di spazio per il pubblico) e magari con la stessa pazienza e affetto visti finora potranno essere risolti.
Un altro è nato, in modo del tutto naturale, anche se, a dire la verità, un po' troppo presto rispetto a quanto ci si aspettava. La relazione di un tecnico di provata esperienza, il dott. Nicola Mazzenga, evidenzia la situazione com'è oggi: "La pavimentazione attuale si presenta con numerosi distacchi della superficie in resina, e con efflorescenze nelle zone dei distacchi. Questo dimostra che il supporto di calcestruzzo è sufficientemente poroso per consentire il passaggio di umidità che risale verosimilmente dal sottofondo (stabilizzato o terreno rullato che sia); l'umidità è ovviamente costituita da una soluzione d'acqua e di composti solubili del calcestruzzo - quali silice, idrossido di calcio, carbonato di calcio - che cristallizzano, in seguito all'evaporazione dell'acqua, sotto la pellicola resinosa, essendo quest'ultima in genere permeabile al vapore d'acqua".

In poche parole l'usura del pavimento, più ruvido e sconnesso, ha causato deterioramento dell'attrezzatura in misura superiore alla media e ha comportato maggior rischio di infortunio per gli atleti: problema questo comune ad altri impianti costruiti con le stesse modalità, sopportabile in attività amatoriale, non certo in caso di attività agonistica.

Allora Don Chisciotte fin dal 2008 decise di segnalare la cosa, proponendosi come supporto in modo attivo, coadiuvato anche dall'amico Carlo.
Dopo diverse ricerche sulla materia, al fine di proporre la soluzione più adatta e conveniente al Comune e al gestore dell'impianto, la scelta dei nostri è caduta su un pavimento in PVC (Mosten GB 506), costituito da mattonelle, da montare come un puzzle su una superficie piana. Dal nome commerciale più diffuso questo materiale è abitualmente chiamato Stilmat.

Pare che però questa proposta non soddisfi tutti e allora proviamo a capire quali possano essere i pro e i contro, perchè la nostra impressione, seguendo la discussione, è che alcune proposte siano scartate a priori, solo in quanto nuove e sconosciute, senza approfondimento e apertura.
Uno dei problemi delle strutture per il pattinaggio è l'umidità, che fa scivolare con evidenti problemi di sicurezza e di "resa" (un numero di pattinaggio artistico con caduta fa sempre male al cuore). Lo Stilmat si bagna come altri materiali, se c'è condensa o se l'umidità arriva dal basso, ma con una piccola differenza rispetto al cemento: si asciuga prima e si può intervenire più velocemente. Provate a immaginare se si asciuga prima il vialetto di cemento che avete davanti a casa o il tavolo di cucina in pvc dove cade un bicchiere d'acqua...Inoltre la mattonella (che viene appoggiata sopra un pavimento esistente) interrompe con più efficacia l'umidità che sale dal terreno e garantisce un buon isolamento dal suolo data la particolare conformazione reticolata della base.

Veniamo all'usura. E' dimostrato che una superficie in cemento di medio livello si deteriora prima (tant'è che, purtroppo, sullo stesso campo di Legnaro i primi problemi di usura sono stati notati a distanza di 3 anni dall'inaugurazione della struttura); per lo Stilmat la durata (provata su alcuni campi) è almeno di 10 anni. Va da sè che il pavimento in Stilmat anche solo per questo motivo è più economico. Certo, è meno costoso "tirare a lucido" un cemento, non c'è nemmeno un paragone; ma un pavimento nuovo in Stilmat, rispetto a un lavoro fatto davvero a regola d'arte con un nuovo pavimento di cemento, costa meno della metà. Questo, sia detto tra parentesi, è un motivo che ben si lega alla tanto e giustamente sbandierata esigenza di economicità prevista dalla normativa destinata alle pubbliche amministrazioni.

Qualcuno obietta che atterrare con peso (dopo un triplo axel, per esempio) su una mattonella più elastica del cemento, rischia di creare un pericoloso dislivello rispetto a quella contigua. Oggi questo rischio è ridotto da una leggera bombatura nelle mattonelle di nuova produzione, impercettibile in utilizzo normale. Inoltre la maggiore elasticità e la minor ruvidità della mattonella rispetto al cemento, evidentemente attutisce maggiormente cadute accidentali, procurando meno danni agli atleti e all'attrezzatura nell'attrito.
Altra obiezione: poichè lo Stilmat non è universalmente diffuso, si rende necessario occasionalmente un cambio di ruote: vero, ma questo è quello che abitualmente succede già in ambiente agonistico: pavimentazione che vai, ruote che cambi...e funzioni meglio, secondo le esigenze del contesto...
Lo Stilmat è più rumoroso, e se questo fa poco o nessun danno all'hockey, i pattinatori dell'artistico sostengono sia un problema: facilmente superabile, con la musica appena più alta e comunque deve essere osservato che nemmeno sul cemento il silenzio è assoluto, particolarmente per esercizi sincronizzati. Il pattinaggio artistico su rotelle non è comunque discreto come quello su ghiaccio. Di questo avviso sono anche Parolin Elena e Bastarolo Silvia - rispettivamente allenatrice (terzo livello) del Pattinaggio Artistico Godigese per l'agonismo (le sue atlete hanno svolto alcuni allenamenti presso il Palahockey di Cittadella per preparare il Campionato Italiano FIHP 2010 a Valdagno) e allenatrice (secondo livello) del Pattinaggio Artistico Cittadella per il preagonismo e i primi passi (le sue atlete hanno svolto gli allenamenti presso il Palahockey di Cittadella per tutta la stagione 2009/10) - che ci hanno mandato una relazione sulle loro attività. I due tecnici giungono alla conclusione che "il pavimento in Stilmat risulta scorrevole e facilmente pattinabile con ruote che si utilizzerebbero su una superficie quale parquet o cemento al quarzo molto liscio. Durante tutta la stagione la superficie non subisce variazioni di scorrevolezza per cause climatiche come succede con parquet e cemento al quarzo. Non si notano variazioni neanche per quanto riguarda la pulizia della superficie: talvolta le altre superfici, dopo che sono state lavate, possono risultare più o meno scivolose di quando erano sporche, qui è sempre uguale". Guizzo Emanuela allenatrice di Skating Pieve di Soligo conferma che la pavimentazione "si presta bene per tutte le discipline del pattinaggio che vogliamo, dalla Solo Dance, al Singolo, Gruppo Spettacolo e obbligatori".

Non bastasse quanto evidenziato, la composizione del pavimento in mattonelle ha altri almeno quattro effetti molto positivi. Primo. Può essere smontato e rimontato, e questo rende possibili spostamenti, per esempio per esibizioni all'aperto o in altri spazi dove sia proibito pattinare (in molte strutture lo è). Secondo: nel caso del deterioramento di una mattonella, non è necessario rifare grandi pezzi di pavimento, perchè basta sostituirla. Terzo: le righe per segnare il campo sono fatte con nastro adesivo colorato e anche in questo caso la sostituzione di pezzi danneggiati è più facile e veloce. Infine l'intervento è possibile anche ad attività iniziate con 2-3 giorni di lavoro e quindi con una sospensione minima degli allenamenti.

Insomma, dopo avere studiato la cosa insieme ai nostri amici ed essendo a conoscenza della disponibilità economica del Comune, non possiamo che sostenere la causa di un pavimento nuovo, che non sia semplicemente una riverniciatura e stuccatura della superficie o, al contrario, un intervento radicale che è molto più costoso.

In gergo tecnico, il dott. Mazzenga riassume le soluzioni in questi termini: "il ripristino della superficie di questa pavimentazione mediante la sostituzione della finitura superficiale richiederebbe l'eliminazione della permeabilità dell'attuale calcestruzzo. Interventi con prodotti chimici intesi a tale scopo non danno risultati certi, in quanto interessano un sottile strato di calcestruzzo, ed inoltre richiederebbero l'asportazione dell'attuale finitura superficiale del pavimento. Alternativa possibile è il rifacimento della pavimentazione eseguendo un getto di calcestruzzo dello spessore non inferiore a 8 cm, con armatura di rete elettrosaldata da 8 mm per 10 cm di maglia. Il calcestruzzo deve essere appositamente calcolato, con dimensione degli aggregati da 18 a 20 mm, dosaggio di cemento orientativamente di 400 kg/mc e rapporto A/C non superiore a 0,40. E' determinante la scelta di un cemento a basso ritiro e l'esecuzione di una adatta maturazione del getto con mantenimento di umidità a saturazione o con prodotto antievaporante. Dal punto di vista economico, oltre che in previsione di possibili riparazioni, potrebbe essere conveniente la realizzazione di una superficie a pannelli, semplicemente appoggiata sulla pavimentazione attuale".

Ci piacerebbe poi che gli sforzi di questi atleti appassionati, che in tutte le loro attività sono solo volontari generosi, fossero visti alla luce di un'altro importante principio che sostanzia molta della normativa vigente: quello della sussidiarietà, della messa in comune delle risorse (materiali, strutturali e in termini di ideazione) tra amministrazioni pubbliche e privato sociale. Forse, se fossero maggiormente ascoltati i pareri e le esperienze di chi si è fatto concretamente e correttamente un'esperienza sul campo, le amministrazioni pubbliche potrebbero operare scelte maggiormente orientate a criteri di efficenza, efficacia ed economicità.
La trasparenza delle scelte e la partecipazione attiva degli attori della comunità, a prescindere dalla formalità del loro ruolo, sono altri capisaldi della normativa vigente, trasversale alle diverse realtà che compongono la nostra società.
Il nostro auspicio è che anche nel caso di Legnaro sia fatta una scelta consapevole, razionale, lungimirante e libera da condizionamenti che di tecnico hanno ben poco. Ci auguriamo inoltre che davvero l'arcostruttura di legnaro possa diventare un esempio di impianto all'avanguardia.
A Marco Saretta e Carlo Disarò, che ci hanno messo in condizione, con molta pazienza, di comprendere meglio la questione e di dare una buon informazione agli utenti del nostro sito e che ritengono un loro preciso dovere dare tutte le informazioni possibili per contribuire a una buona scelta, un grosso grazie.

Un ringraziamento doveroso anche al dott. Mazzenga, a Guizzo Emanuela, Elena Parolin e Silvia Bastarolo.

Naturalmente il sito è aperto alla discussione e saranno graditi i punti di vista di tutti i lettori. Invitiamo quanti fossero già convinti della soluzione da noi caldeggiata a sensibilizzare il Comune inviando la richiesta di provvedere tempestivamente, affinchè le attività agonistiche imminenti possano riprendere nel migliore dei modi: scaricate il testo della lettera che proponiamo e inviatela a: segreteria@comune.legnaro.pd.it, lavoripubblici@comune.legnaro.pd.it e per conoscenza a petizione@pattininews.it

E' possibile anche firmare la petizione online qui: http://bit.ly/aM0Snu



Saluti Davide

3 commenti:

Anonimo ha detto...

Grazie a Davide per avere dato spazio a questa segnalazione e alla petizione.
Da quanto apprendiamo dal Gazzettino del 26 agosto però, pare che le scelte dell'Amministrazione comunale saranno diverse, cioè "la toppa" ovvero "una mano di bianco e via":
http://carta.ilgazzettino.it/MostraStoria.php?TokenStoria=892085&Data=20100826&CodSigla=PD
La questione della pavimentazione va oltre la semplice possibilità di praticare l'hockey e il pattinaggio; per i protagonisti di questa vicenda - parlo soprattutto degli hockeisti che più si sono spesi per proporre la soluzione più efficace ed economica - si tratta ancora di una questione di principio. Sanno che con questo rattoppo potranno tirare avanti ancora un po', ma hanno l'esperienza per dire che durerà poco e si rivelerà una spesa avventata. Se fossero incivili e irresponsabili, si accontenterebbero di pattinare ancora per un po', per ritornare sulla questione tra qualche anno. Ma dato che viceversa hanno un alto senso civico, si sono dati un bel po' da fare per vedere di persona impianti anche lontani (spendendo i loro soldi) e dare indicazioni sempre più precise. Peccato.
Facendo un po' i conti della massaia, se è vero che con 13.000 € daranno una mano di bianco e colmeranno i buchetti del pavimento (provare per credere: sono veramente pericolosi), non mi sembra un intervento proprio a buon mercato. Senza contare che diversi esperti interpellati sostengono che il costo per la toppa potrebbe essere anche di 15.000 - 16.000 €. E' singolare che per risparmiare qualche spicciolo si scelga il taccone.
Ma io sono solo una massaia e i miei conti lasciano il tempo che trovano.
Dispiace, conoscendo i retroscena, che la PGS e i rappresentanti del pattinaggio artistico, inspiegabilmente non abbiano voluto approfondire la questione, nel loro interesse, perchè da molti esperti e dirigenti di pattinaggio artistico di altre società sappiamo che non solo il pvc è adatto a questa disciplina, ma anche consentito dalla FIHP per competizioni provinciali e regionali.
L'ultima cosa che mi chiedo è se i consiglieri di minoranza - di cui uno, Stefano Venturini, che pratica da sempre il mondo dello Sport, e l'altra, Cristina Pasqualotto, ex assessore allo sport e attualmente parte della squadra amatoriale di Fox Hockey - potrebbero trovare spazio per interloquire con l'amministrazione.
Se la scelta dell'Amministrazione sarà quella già segnalata alla stampa, dal mio modesto punto di vista avremo la conferma della chiusura e dalla poca voglia di conoscere manifestata così spesso da chi, non solo gli amministratori, in questo paese detiene il potere.
Queste sono solo riflessioni del tutto personali di chi ha vissuto da vicino la realtà di Legnaro e continua a viverla, ora, nello sport.
Silvia Rocchini

Anonimo ha detto...

Piccola coda alla petizione e all'articolo, che tutto mi sembrava fuorchè incivile...
Sono tutti molto arrabbiati con noi, dagli amministratori alla PGS. Già, avevo dimenticato che in certi ambienti non si può nemmeno pensare, parlare poi è da criminali...
Fossero questi i crimini...
silvia rocchini

Anonimo ha detto...

Un breve e significativo aggiornamento.
Martedì 21 settembre 2010: terminano i lavori di riverniciatura dell'Arcostruttura
Giovedì 23 settembre 2010: il gruppo di pattinaggio artistico prova il campo
Sabato 25 settembre 2010: partita di hockey in line
Le prime foto che vi segnaliamo sono state scattate domenica 26 settembre ed evidenziano i primi problemi: buchi evidenti quanto prima, pezzi scrostati, vernice delle righe sbavata
Le foto successive invece ritraggono lo stato della pista oggi, 29 settembre: senza avvisare i fruitori dello spazio, che gestiscono corsi di pattinaggio e hockey, è iniziato il lavoro di asportazione della vernice applicata. Lo spazio è ovviamente inutilizzabile, c'è polvere dappertutto, presumibilmente i lavori andranno per le lunghe (lo spazio scrostato oggi è molto esiguo e poi bisognerà rifare il lavoro). Molti genitori che si erano presentati per fare provare le discipline di pattinaggio ai figli, sono andati via, riferendo che si orienteranno verso altri sport o luoghi. Chi deve iniziare il campionato (metà ottobre) non sa dove allenarsi.
Le foto:
http://www.flickr.com/photos/pattininews/sets/72157624937791745/
Ottimo intervento tecnico, ottima scelta politica sull'impiego di risorse pubbliche
Silvia Rocchini