mercoledì 8 aprile 2015

Poia.


Ha resistito fino all'ultimo respiro prima di lasciarci. Qualche anno fa lo andai a trovare, raccolsi qualche aneddoto che scrissi in uno dei primi post di questo blog. Ve lo ripropongo in sua memoria.

Ciao Poia, Davide.




mercoledì 2 luglio 2008

Poia, legnarese comunista.




Legnaro è la gente che ci abita. Lo scorrere delle persone attraverso le sue strade rende l'insieme disordinato e francamente brutto delle sue case un posto vivo: un posto dove si può risiedere tutta la vita. E' il caso di Antonio Zago, altrimenti noto al grande pubblico come "Poia". Ho imparato che l'età è meglio non scriverla anche se è facile intuire che di candeline sulla torta bisogna accenderne un bel po'. 
Poia, ha comperato, allevato e macellato polli per decenni, ma non è per questo che ha il soprannome che si ritrova. Poia è un termine dialettale che indica la Poiana, rapace diffuso in europa e anche dalle nostre parti. Antonio da ragazzino era veloce come un uccello rapace, correva più forte degli altri fino a meritare il soprannome che lo ha accompagnato fino a oggi. 
" Ti dighe Poia e te vedarè che tuti me conose".  
Poia è comunista, una fede la sua, radicata dentro le ossa: un credo che viene da lontano. Fin da quando, giovane esplosivo, si schierò con i partigiani per la lotta di liberazione dal nazifascismo; mi è stato raccontato l'aneddoto secondo il quale Poia doveva morire impiccato davanti la chiesa di Legnaro per mano dei fascisti, ma forse il prete, la mamma o più verosimilmente tutti i famigliari e amici, intervenuti all'esecuzione lo liberarono trascinandolo via dalla morte certa.
Chi di noi è disposto a farsi impiccare pur di esprimere le proprie idee? Secondo me alcune  scelte di chi ci governa  sono prese perchè sanno che di Poia non ce ne sono più!
 Il passato e le nostre tradizioni ci insegnano che è possibile prendere parte attiva alle decisioni che ci riguardano, si può uscire dall'anestesia che ci intorpidisce. 
Poia partecipava al funerale in chiesa dei compagni con la bandiera del partito, in prima fila: ci tiene a far sapere che dava del tu al prete poichè per lui non era altro che un uomo (ricordatevi che allora il prete era forse di più che un sindaco) .  Dai gesti, dai toni accesi di alcuni momenti si capisce che si ha a che fare con un uomo dal temperamento deciso e coinvolgente: uno che non passa mai inosservato.
Dai ricordi infantili di Poia ho raccolto l'immagine di una Legnaro piena di casoni ( oltre cento mi ha detto): immaginate di vivere senza corrente, con il tetto di paglia, l'acqua un po' torbida del pozzo distante da casa. Secondo voi a chi assomigliavamo di più: agli zingari, o ai norvegesi?Non erano disposti a schiera, ma si trovavano un po' qua e un po' la, talvolta isolati in mezzo i campi. Gli spazi  sociali erano la chiesa e il bar, il patronato e il tavolo per la briscola. Tutti, in tempi diversi, con finalità diverse frequentavano questi luoghi. E oggi? Noi? Nonostante non ci sia più la minaccia della corda al collo ci rintaniamo in casa, borbottiamo soli di fronte la televisione. Si può fare di più! 
Regola 1: rivalutare il nostro passato.  Saluti Davide.

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