lunedì 25 agosto 2014

Casse vuote, Legnaro congela tutte le spese

La campagna elettorale è finita e cominciano già subito a saltare fuori le magagne di 15 anni di gestione allegra delle casse del comune.
Hai voglia a convincere i legnaresi che vivono nel più bel borgo d'Italia se poi l'unica cosa che sai fare è tagliare su cultura e sociale.
Da 15 anni poi lo sport preferito del "bilanciaio" Oregio Catelan è sparlare malissimo del Govervo che, a suo dire, è la causa prima di tutti i nostri mali finanziari. 
Questa amministrazione, pochi mesi fa, già consapevole dei problemi di bilancio che oggi espone, ha dato il via all'assunzione di tre nuovi dipendenti. Tre assunzioni scriteriate che costano alle casse dell'ente non meno di 100.000 euro all'anno. 
Questa amministrazione spende per l'illuminazione pubblica decine di migliaia di euro in più ogni anno, rispetto ad altri comuni del padovano, offrendo un servizio pessimo tra l'altro.
Questa amministrazione ha speso più di un milione di euro a km per la pista ciclabile in statale, quando altrove si spende meno della metà per lavori analoghi.
Ma tanto il Sole24ore ha autorevolmente detto che a Legnaro si vive benissimo. C'è chi quando raggiunge un traguardo si sente arrivato e dice a se stesso che meglio di così non può più fare. Poi ci sono gli ottimisti, quelli che non si accontentano, che dicono che si può fare meglio e individuano una strategia.
Io sono vorrei essere governato da gente della seconda specie. 

Saluti Davide Darwin Bianchini

Dal Mattino di Padova:

Casse vuote, Legnaro congela tutte le spese 

A rischio il rispetto del patto di stabilità, sospesi gli investimenti. «Assurdo, il bilancio è sano»

LEGNARO. Patto di stabilità a rischio: il Comune blocca le spese in conto capitale. Lo ha deciso la Giunta, sulla base della periodica valutazione sullo stato del bilancio dell’ente redatta dal Responsabile del settore finanziario. La scelta di sospendere le spese per investimenti - principalmente per le opere pubbliche - nasce dalla necessità di far fronte alle scarse entrate nelle casse comunali. In altre parole si è a corto di liquidità. «Legnaro, a costo di notevoli sacrifici, ha sempre rispettato il Patto di stabilità interno», ha ricordato l’ex sindaco Ivano Oregio Catelan, oggi consigliere di maggioranza con delega al Bilancio, «ma in una situazione economica come quella attuale, se le entrate per il rilascio di concessioni edilizie sono in diminuzione; se Regione e Provincia, che devono erogare contributi per le opere pubbliche, ritardano il pagamento; se non si riescono a vendere beni di proprietà comunale, ecco che il Comune, pur avendo tutti i parametri a posto, pur essendo stato inserito al centotrentaduesimo posto a livello nazionale per la qualità della vita e potendosi definire a ragione virtuoso, si vede costretto ad emanare un provvedimento di questo tipo». La colpa, rileva Catelan, è di una combinazione di fattori ma anche del Governo che «malgrado tutti i proclami propagandistici non sta facendo nulla per risolvere questa situazione che accomuna la maggior parte dei Comuni italiani». 

A questo contesto di incertezza legato alle entrate si devono aggiungere anche i tagli ai trasferimenti statali che in due anni, a Legnaro, hanno prodotto ammanchi per oltre 423 mila euro. «Per sopperire a questa rapina abbiamo dovuto portare l’aliquota Imu al 9,9 per mille», rilancia l’ex primo cittadino, «e saremo forse costretti ad aumentarla ulteriormente per far fronte alle nuove minori entrate, diminuendo di conseguenza anche tutti quei capitoli di spesa per così dire “comprimibili” e che sono proprio quelli più sensibili nel rapporto con i cittadini, come la cultura e il sociale». L’amministrazione ha tempo fino a novembre per riallineare i conti perché, sebbene al momento il blocco dei pagamenti sia solo una misura di salvaguardia, il rischio di sforare i parametri non è di poco conto e le conseguenze potrebbero penalizzare fortemente l’ente anche per il futuro. Se il patto a fine anno non venisse rispettato, infatti, il Comune non potrebbe più assumere personale o ricorrere a nuovi mutui, dovrebbe limitare le spese correnti (come i servizi e gli stipendi al personale) e rischierebbe di vedersi ridurre i trasferimenti del fondo perequativo. 

Per evitare il crack finanziario la giunta Bettini ha deciso di corso alla riscossione dei crediti dovuti da enti pubblici e da privati; di limitare le uscite agli interventi obbligatori e di non gravare sul bilancio con nuovi impegni di spesa. «Contestualmente verificheremo le entrate di Imu e Tasi (tassa sui servizi indivisibili), risultate inferiori rispetto alle stime», ha confermato il sindaco Giovanni Bettini. «Cercheremo quindi di reperire liquidità con un secondo bando per la concessione della farmacia comunale di Volparo, che dovrebbe assicurare alle casse del Comune 360 mila euro (a solo titolo di canone anticipato). Altre somme potrebbero poi arrivare dalla vendita di un immobile in via Monte Grappa». 

Martina Maniero

venerdì 1 agosto 2014

Indennità ridotte per sindaco e giunta

La giunta di Legnaro, guidata dal primo cittadino Giovanni Bettini, ha deliberato le indennità di carica che spettano a sindaco e assessori. L’esecutivo ha deciso di confermate gli importi adottati dalla gestione Catelan. E con questi anche le stesse riduzioni, tagliando così del 50% le indennità stabilite dalla legge. Queste ultime sono fissate in base alle dimensioni della città (Legnaro rientra tra i Comuni compresi tra i 5 mila e 10 mila abitanti) e vengono attribuite in misura intera per lavoratori autonomi o in aspettativa e in misura ridotta della metà per i lavoratori dipendenti. La cifra lorda che da tabella ministeriale spetterebbe al sindaco è di 2.788,87 euro al mese. A questa va applicata una riduzione del 10% (meno 278,89 euro) previsto per legge, arrivando a 2.509,98 euro. Di fatto Bettini ne porterà a casa 1.394,43, la metà. Stesso discorso per il vicesindaco Cristina Licata: da tabella le spettano 1.394,44 euro (il 50% dell’indennità prevista per il sindaco) ma considerate le riduzione e i tagli arriverà a 697,22 euro lordi al mese. Gli assessori Vincenzo Danieletto, Roberto Maniero e Alessia Morandin (a cui spetta il 45% dell’indennità stabilita per il sindaco) dei 1.254,99 euro mensili previsti ne porteranno a casa 627,50. A quegli amministratori che percepiscono l’indennità di funzione non viene corrisposto alcun gettone per la partecipazione alle sedute degli organi collegiali e delle commissioni. Calcolatrice alla mano l’esecutivo, in stipendi, costerà poco più di 47 mila euro all’anno. Comunque di meno rispetto all’amministrazione precedente perché con questa tornata elettorale il numero degli assessori è passato da sei a quattro.
Martina Maniero