Rilancio un'idea che ho scritto ieri sulla pagina Facebook del nostro comune di Legnaro.
mercoledì 30 maggio 2012
sabato 26 maggio 2012
Rilancio l'articolo del Gazzettino.it:
Veneto Agricoltura addio. Dopo quindici anni di vita, il braccio operativo della Regione nel settore primario viene chiuso: l’azienda amministrata da Paolo Pizzolato e diretta da Giorgio Bonet sarà soppressa e messa in liquidazione, le società e i rami d’azienda ceduti, il patrimonio venduto. Solo i posti di lavoro saranno salvaguardati.
Al suo posto ci sarà una nuova struttura: più snella, meno costosa, volta all’innovazione e alla ricerca in agricoltura. Con un occhio di riguardo ai giovani. Si chiamerà "Agenzia veneta per l’innovazione nel settore primario" e a Palazzo Balbi costerà la metà esatta di Veneto Agricoltura: 7 milioni contro gli attuali 14 milioni (di cui oltre 11 solo per pagare il personale). Anche perché la nuova agenzia avrà un solo "capo": un presidente e basta.
È la riforma presentata dall’assessore regionale Franco Manzato prima in giunta e poi al "tavolo verde" delle associazioni di categoria, su cui, trattandosi di un disegno di legge, dovrà pronunciarsi il consiglio regionale.«Due anni fa - dice Manzato - appena insediata la giunta, presentai una serie di obiettivi: semplificazione amministrativa, strumenti finanziari, riforma degli ispettorati agrari, tutta la partita di Avepa, l’informazione. Con la chiusura di Veneto Agricoltura e la nascita dell’Agenzia - che sarà soprattutto per i giovani, eliminerà i doppioni, taglierà la burocrazia - il processo riformatore si completa».
Il riordino di Veneto Agricoltura è stato fissato nella Finanziaria 2012: Manzato aveva 60 giorni per presentare un disegno di legge e non li ha neanche impiegati tutti. L’altra mattina, in giunta, il testo è passato in "prima lettura". Adesso sarà adottato e poi andrà al Ferro Fini per l’esame in commissione e quindi il voto in aula. La riforma è articolata in due parti: la soppressione di Veneto Agricoltura e l’istituzione dell’Agenzia che dovrà operare "nei settori della ricerca applicata e della sperimentazione finalizzate al collaudo e alla diffusione in ambito regionale delle innovazioni tecnologiche e organizzative volte a migliorare la competitività delle imprese e la sostenibilità ambientale nei comparti agricolo, agroalimentare e forestale, considerati strategici nella politica agricola comunitaria 2020".
Una volta approvata la legge, sarà nominato un commissario liquidatore che "chiuderà" Veneto Agricoltura. La maggior parte del personale (si parla di almeno una cinquantina di addetti) passerà alle dipendenze della Regione stessa - e Manzato, già la prossima settimana, ha in calendario un incontro con i sindacati per spiegare che «i posti di lavoro saranno salvaguardati».
La vendita delle società e dei rami d’azienda comporterà in prospettiva un risparmio di spesa corrente di 3 milioni di euro all’anno. Sul capitolo degli investimenti, invece, la "cessione" della galassia che ruota attorno a Veneto Agricoltura dovrebbe comportare un gettito sui 20 milioni di euro.
Stiamo parlando di Intermizoo spa, Csqa Certificazioni, Bioagro srl (e non è detto che il processo di liquidazione avvenga facilmente. Giorgio Piazza, presidente di Coldiretti, avverte: «Csqa è una nostra eccellenza, sarebbe un peccato darlo a una multinazionale»). Poi ci sono tutte le proprietà di Veneto Agricoltura, un patrimonio di circa 270 beni «da valorizzare». Gli immobili non più funzionali saranno venduti. Risultato: dal 2012, stando alla riforma di Manzato, la Regione non sborserà più 14 milioni per far funzionare Veneto Agricoltura. Al suo posto ci sarà l’Agenzia. E costerà, per il funzionamento, 7 milioni. La metà.
Veneto Agricoltura addio. Dopo quindici anni di vita, il braccio operativo della Regione nel settore primario viene chiuso: l’azienda amministrata da Paolo Pizzolato e diretta da Giorgio Bonet sarà soppressa e messa in liquidazione, le società e i rami d’azienda ceduti, il patrimonio venduto. Solo i posti di lavoro saranno salvaguardati.
Al suo posto ci sarà una nuova struttura: più snella, meno costosa, volta all’innovazione e alla ricerca in agricoltura. Con un occhio di riguardo ai giovani. Si chiamerà "Agenzia veneta per l’innovazione nel settore primario" e a Palazzo Balbi costerà la metà esatta di Veneto Agricoltura: 7 milioni contro gli attuali 14 milioni (di cui oltre 11 solo per pagare il personale). Anche perché la nuova agenzia avrà un solo "capo": un presidente e basta.
È la riforma presentata dall’assessore regionale Franco Manzato prima in giunta e poi al "tavolo verde" delle associazioni di categoria, su cui, trattandosi di un disegno di legge, dovrà pronunciarsi il consiglio regionale.«Due anni fa - dice Manzato - appena insediata la giunta, presentai una serie di obiettivi: semplificazione amministrativa, strumenti finanziari, riforma degli ispettorati agrari, tutta la partita di Avepa, l’informazione. Con la chiusura di Veneto Agricoltura e la nascita dell’Agenzia - che sarà soprattutto per i giovani, eliminerà i doppioni, taglierà la burocrazia - il processo riformatore si completa».
Il riordino di Veneto Agricoltura è stato fissato nella Finanziaria 2012: Manzato aveva 60 giorni per presentare un disegno di legge e non li ha neanche impiegati tutti. L’altra mattina, in giunta, il testo è passato in "prima lettura". Adesso sarà adottato e poi andrà al Ferro Fini per l’esame in commissione e quindi il voto in aula. La riforma è articolata in due parti: la soppressione di Veneto Agricoltura e l’istituzione dell’Agenzia che dovrà operare "nei settori della ricerca applicata e della sperimentazione finalizzate al collaudo e alla diffusione in ambito regionale delle innovazioni tecnologiche e organizzative volte a migliorare la competitività delle imprese e la sostenibilità ambientale nei comparti agricolo, agroalimentare e forestale, considerati strategici nella politica agricola comunitaria 2020".
Una volta approvata la legge, sarà nominato un commissario liquidatore che "chiuderà" Veneto Agricoltura. La maggior parte del personale (si parla di almeno una cinquantina di addetti) passerà alle dipendenze della Regione stessa - e Manzato, già la prossima settimana, ha in calendario un incontro con i sindacati per spiegare che «i posti di lavoro saranno salvaguardati».
La vendita delle società e dei rami d’azienda comporterà in prospettiva un risparmio di spesa corrente di 3 milioni di euro all’anno. Sul capitolo degli investimenti, invece, la "cessione" della galassia che ruota attorno a Veneto Agricoltura dovrebbe comportare un gettito sui 20 milioni di euro.
Stiamo parlando di Intermizoo spa, Csqa Certificazioni, Bioagro srl (e non è detto che il processo di liquidazione avvenga facilmente. Giorgio Piazza, presidente di Coldiretti, avverte: «Csqa è una nostra eccellenza, sarebbe un peccato darlo a una multinazionale»). Poi ci sono tutte le proprietà di Veneto Agricoltura, un patrimonio di circa 270 beni «da valorizzare». Gli immobili non più funzionali saranno venduti. Risultato: dal 2012, stando alla riforma di Manzato, la Regione non sborserà più 14 milioni per far funzionare Veneto Agricoltura. Al suo posto ci sarà l’Agenzia. E costerà, per il funzionamento, 7 milioni. La metà.
mercoledì 23 maggio 2012
Le pulci all'editoriale del sindaco
Ricevo e pubblico:
Il sindaco invita a controllare su Internet i numeri di giorni in cui il governo Berlusconi, suo referente politico, ha governato.
Sono andato a controllare, ovviamente, e ho trovato qualche pulce.
1 governo Berlusconi (10.05.1994 -17.1.1995) durata 226 giorni
1 governo Dini (17.01.1995 – 17.05.1996) durata 486
1 governo Prodi (17.05.1996 -21.10.1998) durata 876
1 governo D’Alema (21.10.1998 – 22.12.1999) durata 423
2 governo D’Alema (22.12.1999-25.04.2000) durata 119
2 governo Amato (25.04.2000-11.06.2001) durata 398
2 governo Berlusconi (11.06.2001-23.04.2005) durata 1414
3 governo Berlusconi (23.04.2005-16.05.2006) durata 372
2 governo Prodi (16.05.2006-08.05.2008) durata 504
4 governo Berlusconi (8.5.2008-16.11.2011) durata 1287
Totale giorni Berlusconi: 3299 pari a anni 9.04
Il Sindaco afferma "Negli ultimi 20 anni Berlusconi ha governato esattamente 9 anni (andate pure a controllare su Internet)"
Il conto è esatto, sono poco più di nove anni, ma il ventennio è sbagliato perché Mister B. si è presentato agli elettori molto dopo l'inizio dell'ultimo ventennio.
Berlusconi è entrato in politica con il suo primo governo e cioè nel 10.05.1994 e governa l'Italia anche in questi giorni perché il suo è il partito di maggior peso nella coalizione del governo Monti. Se ci fermiamo al 16.11.2011, data di fine del 4° governo Berlusconi, abbiamo 17 anni e mezzo di cui nove governati da lui.
Ciao, Sandro.
Se non sono gigli ...
La città vecchia
Fabrizio de André
Nei quartieri dove il sole del buon Dio non dà i suoi raggi
ha già troppi impegni per scaldar la gente d'altri paraggi,
una bimba canta la canzone antica della donnaccia
quello che ancor non sai tu lo imparerai solo qui tra le mie braccia.
E se alla sua età le difetterà la competenza
presto affinerà le capacità con l'esperienza
dove sono andati i tempi di una volta per Giunone
quando ci voleva per fare il mestiere anche un po' di vocazione.
Una gamba qua, una gamba là, gonfi di vino
quattro pensionati mezzo avvelenati al tavolino
li troverai là, col tempo che fa, estate e inverno
a stratracannare a stramaledire le donne, il tempo ed il governo.
Loro cercan là, la felicità dentro a un bicchiere
per dimenticare d'esser stati presi per il sedere
ci sarà allegria anche in agonia col vino forte
porteran sul viso l'ombra di un sorriso tra le braccia della morte.
Vecchio professore cosa vai cercando in quel portone
forse quella che sola ti può dare una lezione
quella che di giorno chiami con disprezzo pubblica moglie.
Quella che di notte stabilisce il prezzo alle tue voglie.
Tu la cercherai, tu la invocherai più di una notte
ti alzerai disfatto rimandando tutto al ventisette
quando incasserai delapiderai mezza pensione
diecimila lire per sentirti dire "micio bello e bamboccione".
Se ti inoltrerai lungo le calate dei vecchi moli
In quell'aria spessa carica di sale, gonfia di odori
lì ci troverai i ladri gli assassini e il tipo strano
quello che ha venduto per tremila lire sua madre a un nano.
Se tu penserai, se giudicherai
da buon borghese
li condannerai a cinquemila anni più le spese
ma se capirai, se li cercherai fino in fondo
se non sono gigli son pur sempre figli
vittime di questo mondo.
martedì 22 maggio 2012
Il Movimento 5 Stelle artefice del suo destino
Da il Fattoquotidiano.it
Il Movimento 5 Stelle artefice del suo destino
di Peter Gomez | 22 maggio 2012
Il boom, c’è da giurarlo, questa volta lo hanno sentito anche al Quirinale. Ma se il boom sarà sufficiente per risollevare le sorti del Paese è cosa ancora tutta da dimostrare. A oggi si può solo dire che il Movimento 5 Stelle è ormai artefice del suo destino. E in parte anche di quello degli italiani.
Se, a cominciare da Parma, il Movimento riuscirà ben governare, i cittadini avranno davanti a loro una valida alternativa al disastrato e disastroso sistema dei partiti. O almeno si ritroveranno tra le mani un pungolo per tentare di spingere finalmente all’azione quel poco che c’è da salvare nei nostri movimenti politici.
Se invece il M5S non ce la farà ( e la sfida è ardua) bisognerà rassegnarsi a vivere in una nazione che sempre più velocemente passa dal declino al degrado. In una repubblica senza speranza, sempre più ostaggio di cricche, oligarchie e veri e propri gruppi criminali.
Attenzione, scriviamo tutto questo senza nessun tipo di spirito di parte. E nemmeno siamo tanto ingenui da pensare che il Movimento 5 Stelle abbia la ricetta per curare tutti i mali.
A stimolarci alla riflessione sono invece solo i fatti.
I partiti, che sono lo strumento attraverso cui, in ogni democrazia, gli elettori riescono a far valere le loro istanze nelle istituzioni, hanno ormai ampiamente dimostrato di essere incapaci di rinnovarsi. Ad ogni appuntamento o si sono presentati in ritardo o hanno marcato visita. L’elenco delle promesse rimaste sulla carta è lungo e ampiamente noto: la legge elettorale, quella sulla corruzione, il taglio dei costi della politica, le liberalizzazioni, le provincie, lo sviluppo della Rete, l’equità e via dicendo.
Ma non basta. C’è di più e di peggio. Come insegna l’esperienza di una Lega ormai destinata a lottare solo per non scomparire, i mutamenti al vertice, il ricambio della classe dirigente nei partiti è possibile (e di rado) solo se interviene la magistratura. Per far fuori sedicenti leader che avrebbero dovuto essere in pensione da almeno 10 anni, ci vuole lo scandalo. E spesso nemmeno quello. Perché anche se certi fatti sono noti ai più, il potere economico e di ricatto, non solo politico, di chi per troppi lustri ha manovrato le leve del comando è pressoché infinito.
Certo, le cifre raccontano che nel loro complesso queste elezioni le ha perse sonoramente solo centro-destra. A scorrere l’elenco delle centinaia di comuni conquistati può persino venire la tentazione di dar ragione a Pierluigi Bersani quando esulta per i suoi risultati .
La vittoria del PD, proprio come dicono i numeri, infatti c’è stata, ma al contrario di quanto dice il segretario è carica se e di ma. A Palermo e a Genova, come era già accaduto a Milano e a Napoli, i candidati appoggiati dai vertici del partito hanno fatto poca o nessuna strada. Mentre, calcolata l’astensione, un primo esame delle vittorie del centro-sinistra lascia legittimamente ritenere che non sia avvenuto alcun travaso di voti. Chi votava Pdl o Lega, non ha quasi mai votato Pd. È rimasto a casa.
Il perché è semplice. I partiti non hanno solo bisogno (come il pane) di coraggio e idee nuove. Hanno bisogno di uomini e di donne sulle cui gambe quelle idee possano camminare. E non solo a livello locale. Sono le oligarchie centrali che devono crollare.
Da questo punto di vista però c’è da essere ottimisti.
I risultati del Movimento 5 stelle, ma anche quelli di Genova e Palermo (dove Orlando ha stravinto solo contro tutti), rappresentano una crepa destinata ad allargarsi. Lasciano intuire che davvero nel 2013 la diga può venire giù di colpo.
Per questo è giusto cominciare fin da ora a interrogarsi sul dopo. C’è un Paese da ricostruire. Ci sono priorità e programmi da stabilire.
E se poi a Parma un gruppo di cittadini normali riuscirà a risolvere problemi enormi – come la sostituzione in corsa di un costosissimo inceneritore e la buona amministrazione del quotidiano in un Comune messo in ginocchio da centinaia di milioni di debiti – altri cittadini capiranno che, impegnandosi in prima persona, davvero ce la si può fare.
Prima che, per tutti noi, sia troppo tardi.
mercoledì 16 maggio 2012
Patrizia on the road
Patrizia M. è una donna sui 50 anni. Non passa inosservata: bionda, tacchi alti, vestito intonato e tanta energia. La sua vita non è stata in discesa e oggi i debiti con le banche le hanno portato via la casa. Patrizia cerca aiuto e prima di tutto ha provato la via istituzionale. Nel febbraio 2011, con la sua abitazione in vendita giudiziaria, si reca in comune a Legnaro e protocolla la domanda di un alloggio per fronteggiare la prossima emergenza abitativa. Una storia nata nel 2005 quando la piccola azienda familiare ( un bar ) fallisce, lontano dalla crisi di questi giorni, ma particolarmente somigliante a tutte quelle storie che occupano odiernamente le pagine dei giornali. Storie di gente che non ce la fa più e che, a volte, si toglie la vita. G. però non si toglie la vita, è convinta di potercela ancora fare, combatte, ma ha bisogno di aiuto.
La domanda le fa guadagnare un incontro con sindaco, vice sindaco e assistenti sociali ma il risultato è scontato: le abitazioni di proprietà del comune destinate alle emergenze abitative o non si possono destinare a nessuno o sono già tutte occupate. Passa circa un anno, le case sono ancora occupate, l'ufficiale giudiziario riesce a concedere solamente una proroga di poche settimane: a giugno Patrizia è fuori di casa e non sa più veramente dove andare.
La voglia di trovare una soluzione è tanta e Patrizia non demorde così fra un lavoro saltuario e l'altro si informa, si relazione con associazioni e sindacati, le viene un'idea. Se la casa in muratura per lei non c'è, se per trovarne una bisognerebbe mettere sulla strada qualcun altro, se tutto diventasse una guerra tra poveri allora Patrizia non vuole più una casa, ma un pezzo di terra dove poter mettere una casa mobile, ma per subito anche una tenda, una roulotte, un vecchio camper.Una vecchia idea americana dice lei, di Roosvelt, per risolvere il problema della casa.
In effetti non è raro vedere nei film americani i quartieri di case mobili. Quartieri popolari e spesso rappresentati come luoghi degradati che diventano però una specie di sogno per chi non ha davvero alternative.
Mi piace Patrizia è combattiva, sognatrice e a modo suo concreta e propositiva. Tutta un'altra pasta rispetto al classico soggetto di assistenzialismo misto a carità. Elettore perfetto perchè ignaro che quei favori in realtà sono suoi diritti. Senza giudicare chi, travolto dai debiti, si suicida, qui siamo di fronte a una reazione, una proposta concreta.
La domanda che si fa Patrizia e io con lei è: quante persone presto o tardi, visti i tempi che corrono, si troveranno nella mia situazione? E io aggiungo: cosa può fare l'amministrazione comunale legnarese? Vale di più una rotonda da 400.000 euro o la casa per alcune famiglie?
Facciamo un esempio: un campo dove fare il quartierino è già nelle disponibilità del comune, 100.000 euro per portare luce, acqua, gas e fognature, 30.000 euro a casa mobile arredata ( somma che può scendere di molto in gara di acquisto). Diciamo che una rotonda in statale vale la casa per almeno 20/30 persone le quali, contrariamente all'opera stradale, contribuirebbero mensilmente forse anche a totale compertura del mutuo per il finanziamento.
Oggi però il problema da affrontare subito è quello degli alloggi esistenti qui a Legnaro che il comune ha deciso di destinare proprio a queste emergenze.
Emergenza è un concetto legato a quello di temporaneo. Se termina non è più emergenza. Allora viene da chiedersi: perchè le abitazioni "Ex Lazaretto" di via Vittorio Emanuele e i due appartamenti dentro gli edifici scolastici a distanza di oltre un anno dalla prima richiesta sono ancora occupati o inaccessibili?
Come sono gestite le emergenze abitative dei nuclei famigliari che vivono in questi alloggi? In che tempi si pensa di risolverle? Quali le azioni da parte dell'amministrazione per fronteggiare le richieste di alloggi di emergenza.
Ci possono volere 2 mesi come 10 anni per trovare un alloggio definitivo, ma se smetti di cercare non lo troverai mai.
La sensazione è quella di un abbandono, di una non gestione simile a quella che ha portato prima all'emergenza e poi all'ampliamento del cimitero. Forse è già tardi, ma non credo sbagliato, visto la cronaca di crisi, concentrarsi sul problema dell'alloggio di chi non può o non potrà più pagare un mutuo.
Saluti Davide
sabato 12 maggio 2012
Saonara-Legnaro una lezione da imparare?
Cercando di inquadrare le recenti vicende elettorali saonaresi ho spulciato qua e la fra i siti web delle varie liste. Mi sono imbattuto anche sul blog della lista Fiorisce Saonara, Olindo Bertipaglia sindaco e in quello della lista vincitrice Saonara Domani Walter Stefan Sindaco, . Quello che mi ha colpito è un particolare. I blogs non accettano commenti e non offrono immediatamente un contatto generale (mail, Facebook....). Cercando un pochino si trova la mail del candidato sindaco: la questione si risolve con uno scambio di mail inter nos. L'elettore scrive direttamente al candidato sindaco, nessuno sa nulla, magari si promette la soluzione di un problema personale.... Insomma l'impostazione è sempre la stessa: vieni da me che ci penso io. Non si può certamente dire che l'aspetto sia stato determinante visto che una delle due liste ha vinto, ma la dice lunga sulla mentalità: dialogo e confronto pubblico ridotti a ZERO. Complimenti!
Il Blog del Bertipaglia poi aggiunge all'impostazione di fondo "dialogofoba" contenuti esilaranti come quello del presunto sostegno da parte del PD legnarese. Ahahah! Mi ha fatto scompisciare! In sintesi: l'editoriale del giornalino del Pd legnarese, rivolgendosi all'amministrazione legnarese, sostiene: se a Polverara, che sono di destra come voi, hanno realizzato progetti importanti, vuol dire che il problema è proprio la vostra (dell'amministrazione legnarese) incapacità! Che il ragionamento si trasformi in un appoggio politico alla destra di un altro comune è davvero una forzatura. Evidentemente le forzature non hanno pagato, come evidentemente non ha pagato il curriculum del candidato sindaco: forse non è oro tutto quello che luccica!
In somma, a livello locale conta la persona e quella del Bertipaglia i saonaresi proprio non l'hanno voluta, preferendogli non una lista ma ben due liste fra qui quella del M5S. Quest'ultima ha sfiorato la vittoria per una ottantina di voti: un caso. Insomma la nostra realtà locale non fa eccezione a quella nazionale: PDL e Lega al tracollo, Pd e centro sinistra galleggiano ma non guadagnano, M5S che passa da antipolitica polulista a politica "alta" e impegnata. Le elezioni amministrative sono sempre un mistero, a volte vincono le idee altre la persona altre volte perdono un po' tutti come a Saonara. Per i prossimi 5 anni governerà un'amministrazione che rappresenta solamente il 20% degli elettori. Democrazia? Qui a Legnaro tocca aspettare altri 2 anni per rimettere in discussione tutto, ma forse è meglio così, chissà come sarebbe il paesaggio politico se si andasse al voto oggi. La mia idea di una grande coalizione per mandare a casa Bettini-Oregio &co. fa storcere il naso a tutti ( ma chi si credono di essere?), l'alternativa è quella saonarese. Pensiamoci bene prima di imbarcarci in imbarazzanti percorsi solitari.
Saluti Davide
P.S.
Queste settimane sono un periodo molto ricco di impegno per me, sono oltre modo graditi contributi per aggiornare il blog.
lunedì 7 maggio 2012
Movimento5stelleSaonara!!!!!!!!!
Che dire: questi sono i risultati elettorali qui a Saonara.
Secondo me si fa prima a dire chi ha perso al posto di chi ha vinto. Hanno perso tutti quelli che si sono presentati separati, inutili campanili senza nemmeno le campane. Il vincitore, se così lo si vuol chiamare, non rappresenta nemmeno il 20% della popolazione. La vera soddisfazione va al Movimento 5 Stelle con nemmeno 100 voti di distacco dal primo: solamente il caso non ha voluto che i ruoli fossero invertiti. Hanno perso i partiti, hanno perso gli egoismi, ha perso la politica incapace di esprimere quel minino compromesso di cui dovrebbe essere capace. Che tutto ciò suoni da monito alle formazioni legnaresi.
O tutti uniti per spazzare via l'attuale amministrazione oppure M5S anche qui a Legnaro! E chissà che il caso.....
Saluti Davide
Ricevo e pubblico:
CIRCOLO
DI
LEGNARO
(PD)
-‐
PD.LEGNARO@GMAIL.COM
LA
STORIA
E
LA
CULTURA
DI
LEGNARO
NON
POSSONO
ESSERE
MESSI
IN
VENDITA
Il
PD
di
Legnaro
è
fermamente
contrario
all’ipotesi
di
vendere
il
più
prestigioso
monumento
del
paese
per
risanare
i
debiti
che
i
Legnaresi
non
hanno
contribuito
a
fare
!!
La
Corte
Benedettina
rappresenta
il
monumento
più
prezioso
e
significativo
della
Comunità
di
Legnaro,
centro
economico,
sociale
e
culturale
del
paese,
sorta
nel
400
per
iniziativa
dei
Monaci
Benedettini
di
Santa
Giustina
di
Padova
e
cresciuta
nei
secoli
con
l’aggregazione
di
edifici
successivi.
La
bellezza
e
la
semplicità
architettonica
della
Corte
rispecchia
bene
quelli
che
sono
i
valori
e
la
storia
e
la
tradizione
legnarese.
Siamo
decisi
a
dare
battaglia
con
l’aiuto
dei
legnaresi
che
sono
invitati
in
Piazza
Costituzione
Domenica
13
Maggio
2012
-‐-‐-‐
h
9,00
–
12,00
a
firmare
per
la
difesa
della
Corte,
per
sensibilizzare
e
coinvolgere
i
cittadini,
L’invito
è
rivolto
anche
a
tutti
i
consiglieri
comunali
di
opposizione,
per
ribadire
che
il
monumento
benedettino
e
la
cultura
devono
tornare
ai
legnaresi.
I
4
Ha
contigui
trasformati,
a
nostro
parere,
devono
trasformarsi
in
un
grande
polmone
verde
per
tutti
i
cittadini
di
Legnaro
soprattutto
mammme
e
bambini.
Siamo
arrivati
a
questo
punto
di
massimo
degrado
della
storia
di
Legnaro
grazie
ad
una
Giunta
Comunale
sottomessa
che
ci
governa,
priva
di
idee,
che
non
riesce
ad
andare
oltre
la
quotidianità,
e
subisce
sottomessa
e
prona
tutte
le
decisioni
della
Giunta
Regionale
a
danno
dei
Legnaresi.
Questa
giunta
rischia
di
portare
in
eterno
il
triste
marchio
di
aver
avallato
la
vendita
della
storia
e
la
cultura
dei
Legnaresi,
per
mera
incapacità
di
governo.
La
Corte
Benedettina
è
la
nostra
cultura,
la
nostra
risorsa
economica,
da
qui
deve
rinascere
il
paese,
e
come
PD
di
Legnaro
lanciamo
la
nostra
proposta
quella
più
difficile:
il
trasferimento
dell’attuale
municipio
nella
Corte
Benedettina
che
diventerà
NUOVA
SEDE
DEL
MUNICIPIO
DI
LEGNARO
e
la
creazione
di
un
grande
Parco
verde
annesso.
Chiediamo
ai
cittadini
di
venire
in
piazza
per
darci
una
mano,
a
firmare
per
realizzare
tutti
insieme
questo
grande
sogno
che
resta
la
nostra
battaglia
politica
già
a
partire
dalla
prossima
campagna
elettorale.
Antonio
D’Alessio,
Segretario
PD
di
Legnaro.
Saluti Davide
giovedì 3 maggio 2012
L'ANPI risponde
Ricevo e pubblico:
Intervento anpi sezione di legnaro al 25 aprile 2012
Nel ribadire, l’importanza della ricorrenza della liberazione, ribadiamo il nostro disappunto per lo spostamento voluto dall’amministrazione comunale, in quanto, viene a svilire un momento storico della nascita della nostra Repubblica. Crediamo, sia doveroso da parte nostra cercare, da questa mattina e per i prossimi giorni, di dare un significato più forte alla celebrazione del 25 aprile. Individuando quali possono essere i canali e le vie per le quali, la festa della liberazione: non corra il rischio di diventare una festività da calendario al fine di mantenere una tradizione. A onor del vero, nel 2011 avevano già tentato di abolire il 25 aprile - il 1 maggio e il 2 di giugno e ancora di equiparare i combattenti di salo con la lotta dei partigiani. Il pericolo è appunto questo, far rientrare la guerra di liberazione al fascismo come una parentesi. E il gioco diventa facile, nel momento in cui all’esterno aumenta sempre di più l’indifferenza, l’apatia, l’insofferenza verso le istituzioni che meglio potrebbero rappresentare i valori usciti dalla resistenza. Perché la resistenza non è stata solo la riconquista della libertà ma anche, come citava Calamandrei “un improvviso sussulto morale … … la ribellione di ciascuno contro la propria cieca e dissennata assenza”. Si potrebbe benissimo parafrasare la canzone di Gaber quando dice che la libertà è partecipazione. Dal 1922 al 2011 abbiamo avuto il ventennio fascista e il quasi ventennio berlusconiano: per poco meno della metà della nostra vicenda nazionale, abbiamo scelto di farci governare da uomini con un evidente, e dichiarata, vocazione autoritaria. Crediamo, sia ormai il tempo di non delegare ad altri responsabilità e doveri che uno stato democratico chiede al proprio cittadino, se non vogliamo l’allargarsi “dell’antipolitica” e del qualunquismo. Dobbiamo cercare di parlare ai giovani e trasmettere i valori e i principi della nostra carta costituzionale. E questo non è poco. Distribuire copie della costituzione e precettare gli alunni, il 28 aprile, non è un’auto assoluzione ne, un buon inizio per questa amministrazione, il percorso all’educazione della democrazia deve coinvolgere tutte le istanze sociali e democratiche del territorio per poi, entrare come momento di formazione nelle classi. (è la prima volta che un iscritto della sezione interviene)Saluti Davide
mercoledì 2 maggio 2012
Almeno uno ha risposto
A seguito di alcuni commenti di un recente post ricevo e pubblico questo articolo, forse un po' datato ma ancora molto attuale:
il mattino di Padova — 11 giugno 2010
Speculazione edilizia i guasti a Legnaro «Si potrebbe azzerare», «oppure si potrebbero contrarre», o «ancora si potrebbero studiare»; abbiamo capito: questa amministrazione, che da 10 anni governa Legnaro, ha un sacco di idee e buoni propositi ma, a causa di un aumento della popolazione e di mancati trasferimenti statali si vede, costretta, ad attuare «scampoli di federalismo» e cioè ad aumentare le tasse locali. Di fronte poi, a una maggiore richiesta di servizi da parte dei cittadini, il sindaco afferma che il Patto di Stabilità blocca ogni buona intenzione. Praticamente, gli attuali e passati amministratori, sempre gli stessi, si sottraggono da ogni responsabilità amministrativa se si continua a mettere le mani nelle tasche dei cittadini, degli italiani. Ci spiegherà, il sindaco, cosa farà nei prossimi mesi e dove troverà i soldi che, la prossima finanziaria, taglierà ulteriormente agli enti locali. Una certezza però questa amministrazione c’è là: «La campagna deve lasciare il posto all’urbanizzazione» per migliorare la qualità della vita dei cittadini. Se qualità della vita significa quartieri dormitorio, grandi palazzoni e speculazione edilizia, gli amministratori hanno una concezione distorta della salvaguardia del territorio, anche perché basta girare il paese per accorgersi della invivibilità del comune e del come e dove si è costruito. Il rispetto dell’ambiente e del territorio misura la civiltà del suo popolo, sempre di più oggi, si da prova invece, di sola occupazione e distruzione. Non ci può far belli con frasi per la tutela del territorio e poi appoggiare un governo che vuole il nucleare, vende l’acqua ai privati e ripresenta nuovi condoni edilizi. Bruno Favero Legnaro .
Io devo a Beppe Grillo l'idea di questo blog. Fu aiutando mia moglie per un esame che dovetti capire come si faceva tecnicamente un blog, ma fu Grillo a farmi capire che per cercare di cambiare le cose bisognava cominciare a darsi da fare in prima persona. Forse scagliarsi contro tutto e tutti come fa lui è davvero antipolitica, forse nelle sue parole c'è anche una certa ignoranza e superficialità, magari è anche populista come amano descriverlo i vecchi politici d'esperienza. Ma come descrivere le migliaia di persone che grazie a Grillo hanno cominciato ad occuparsi di politica in prima persona? Che giudizio dare di tutti quei giovani attivisti che i partiti politici non hanno saputo o voluto coinvolgere? Questa è gente disposta a studiare, condividere e lavorare per la comunità. Per un Grillo che sbraita contro l'euro ci sono centinaia di ragazzi intenti a capire come funzionano le cose dentro ai loro piccoli comuni, per ogni provocazione urlata decine di proposte concrete.
Mi fa piacere sapere che anche a Saonara c'è una lista del Movimento 5 Stelle: PD,PDL (dissenziente),UDC, LEGA e SEL sono ancora in tempo per creare le premesse per coinvolgere giovani potenzialmente del M5S e con loro costruire tutti assieme un'alternativa all'attuale amministrazione. Al contrario anche a Legnaro ci sarà una lista M5S! Sicuro!
Iscriviti a:
Post (Atom)