venerdì 30 novembre 2012

Il non consiglio comunale del 30 novembre 2012

Questa sera il consiglio comunale non c'è stato a causa dell'assenza contemporanea di 9 consiglieri tutti della maggioranza. Un caso di epidemia influenzale? E' sembrato più una specie di sciopero bianco. Alcuni dicono che le assenze sono state programmate al fine di evitare la discussione con i rappresentanti del comitato NOBIOGAS di via Ardoneghe. Io non sono di questo avviso. Il regolare svolgimento del consiglio comunale avrebbe permesso al sindaco di trincerarsi dietro il regolamento che impedisce al pubblico di prendere parola. Invece, approfittando del fatto che il consiglio comunale non è cominciato, la gente intervenuta ha potuto prendere parola e comunicare al sindaco e all'assessore all'ambiente tutte le loro perplessità e paure riguardo l'edificazione dell'impianto. Ne è nata una bella discussione con botta e risposta dalla quale ognuno ha potuto conoscere oltre il punto di vista del sindaco anche il suo modo di affrontare i problemi e specialmente di relazionarsi con i cittadini. I giudizi sono del tutto personali.
Insomma rispetto alla solita sceneggiata in cui tutto è già stato deciso e una maggioranza di consiglieri, che non ha nemmeno letto l'ordine del giorno, vota a favore di ogni cosa proposta dal sindaco e giunta, oggi è andato in scena un altro spettacolo ben più avvincente: il sindaco che parla con i suoi cittadini. 100 altri nonconsigli!
Rimane per me da capire perchè non si sia tenuto il consiglio questa sera. O si è trattato di un puro caso, ma mio figlio di tre anni ha espresso alcuni dubbi o ci si è messi d'accordo. Le cause di questo presunto accordo sono insondabili: problemi di tenuta della maggiornza? problemi con gli uffici? Di sicuro è che se non è un caso allora oggi ci siamo visti per adempiere comunque ad un obbligo magari legato a qualche scadenza improgabile. Se così fosse saremmo di fronte a una prevaricazione, un abuso di potere, un sotterfugio atto solamente a sottrarre la democrazia dalle mani della gente e nascondere le proprie incapacità.
Ma la storia non si fa con i se e oggi ho preso parte a un bell'incontro, a tratti aspro e pesante, ma appassionante. Lo so che finito il NOBIOGAS torneremo i soliti 4 gatti, ma la speranza è l'ultima a morire: viva la gente nei luoghi della democrazia, in prima persona, con il diritto di parola!

Alle elezioni del 2014 si presenteranno più liste, io spero solamente 2 (noi e loro), diffidate della lista che non proporrà la modifica al regolamento comunale che preveda la possibilità per i cittadini che lo desiderino di intervenire nelle discussioni del consiglio comunale. Magari, sulla base dell'ordine del giorno, registrandosi fino a prima dell'inizio del consiglio e con tempi contigentati.

Saluti Davide

giovedì 29 novembre 2012

Bersani o Renzi?

Offro questo spazio a chiunque voglia contribuire con le sue riflessioni in merito alle primarie del centrosinistra. Mi piacerebbe conoscere specialmente il pensiero degli elettori di centrodestra che rischiano di non fare le loro primarie oppure, peggio, di farle rischiando di doversene vergognare.

Ricordo che domani c'è consiglio comunale. All'ordine del giorno manca l'accenno al biogas di via Ardoneghe.

martedì 27 novembre 2012

Consiglio comunale di venerdì 30 novembre



Io non vedo nulla che riguardi il biogas di via Ardoneghe.

OGGETTO: CONVOCAZIONE CONSIGLIO COMUNALE.
IL SINDACO
Visto l’art. 10, 3° comma, dello Statuto comunale vigente;
Visto il vigente regolamento comunale per il funzionamento del Consiglio Comunale;
AVVISA
· Che il Consiglio Comunale è convocato in seduta pubblica ordinaria di prima convocazione, per il giorno di 30 novembre 2012 alle ore 18.30 presso la
sala consiliare del palazzo municipale per trattare e deliberare sugli argomenti riportati nel seguente:


1 COMUNICAZIONI DEL SINDACO.
2 INTERROGAZIONI ED INTERPELLANZE.
3 ASSESTAMENTO BILANCIO ESERCIZIO 2012.
4 SALVAGUARDIA EQUILIBRI DI BILANCIO E RICOGNIZIONE SULLO STATO DI ATTUAZIONE DEI
PROGRAMMI AI SENSI DELL’ART. 193 DEL D.LGS. N. 267/2000 – ESERCIZIO 2012.
5 REGOLARIZZAZIONE SPESE DISPOSTE PER LAVORI DI SOMMA URGENZA.
6 CONVENZIONE PER LA GESTIONE ASSOCIATA E COORDINATA DELLE FUNZIONI DI POLIZIA
LOCALE E SICUREZZA URBANA.
7 CONVENZIONE TRA I COMUNI DI GALZIGNANO TERME, LEGNARO E SAONARA, PER LA GESTIONE
ASSOCIATA DEL SERVIZIO DI SEGRETERIA COMUNALE.
Il SINDACO
F.to Dott. Ivano Oregio Catelan





lunedì 26 novembre 2012

Vivo (male) a Legnaro




Ricevo e pubblico:

Come si può vedere nella foto allegata, la nostra Amministrazione Comunale ha rispettato il programma elettorale verso i propri elettori per quanto riguarda il risparmio energetico.
Potete vedere un (non proprio) raro esempio di lampada a led installata su un lampione da illuminazione stradale posto in via Udine.
Il risparmio energetico sta nel fatto che si è fulminata  da due mesi.
Ma mi chiedo, perchè questa tecnologia non viene trasportata anche nelle vie del centro alla vista di tutti?
Meditate gente ....
Saluti
Antonio

Primarie a Legnaro

Ricevo e pubblico:

Voglio darvi i risultati delle primarie del Partito democratico a Legnaro:

votanti 276 schede nulle 1 voti validi 275

Vince Renzi con 113 voti a seguire Bersani con 102, poi Puppato 32, Vendola con 28 voti e Tabacci 0 voti.
commento: e' stata una buona giornata di partecipazione, abbiamo superato, anche se di poco, le primarie per il candidato sindaco Legnaro del centro sinistra, mentre siamo sugli stessi livelli delle primarie che hanno eletto Bersani segretario di partito.

Una buona iniezione di fiducia quindi nel centro sinistra e sarà anche ns dovere, come rappresentanti a Legnaro, pefr ripagare la fiducia.

Ora Domenica prossima ci sarà il ballottaggio fra  Bersani e Renzi e potranno votare chi si è registrato fino ad oggi. Non ci dovrebbero essere particolari tempi di attesa per votare in quanto era la registrazione che richiedeva più tempo. Quindi invitiamo tutti quanti hanno votato oggi a ritornare per scegliere il candidato del Centro sinistra alle prossime politiche.

Infine un ringraziamento a tutti coploro che hanno lavorato per la buona riuscite delle primarie.

Per il Circolo PD di Legnaro.

Lorenzino Collesei

sabato 24 novembre 2012

Propongo una riflessione politica.

Propongo una riflessione politica. Perchè il Movimento 5 Stelle fa tanta paura? Senza soldi, con un leader discutibile, candidati senza esperienza politica. Ma la domanda che vorrei che si ponessero i partiti è: perchè mai molte persone preferiscono il M5S a noi?
Un po' di storia: Grillo (il M5S non c'era!) consegna a Prodi un malloppone con un sacco di idee per un programma politico. Un malloppone discusso democraticamente in rete da migliaia di persone comuni con l'aiuto di esperti internazionali e alcuni premi Nobel. Siccome Grillo non chiede di candidarsi, il malloppone non è pesabile in termini di voti, risultato: come mai fosse stato consegnato. Grillo allora rispettando alla lettera lo statuto e il regolamento del Pd si iscrive al partito e si candida alle primarie (il M5S non esiste ancora! nessuno ne sospettava la nascita, mai nessuno si era presentato a nessuna competizione elettorale sotto il nome di Grillo). Il Pd, sputando sopra alle sue stesse regole e alla propia dignità, esclude il comico dando prova di cosa si intende per coerenza e legalità.
Prima ancora di fondare il M5S Grillo raccoglie 300000 firme in un giorno e consegna al parlamento alcune proposte di leggi popolari: non verranno mai discusse!
Ora è vietato lamentarsi se uno con centinaia di migliaia di visite al giorno al suo blog si fa un movimento e lo presenta alle elezioni!
Escludere Grillo dalla politica istituzionale è stata una reazione normale, come diceva Gandhi: prima ti ignorano, poi ti deridono, poi ti combattono, poi vinci.
Ma che cos'è che ha indotto questa reazione di rifiuto? Come mai il Pd preferisce cercare accordi con l'Udc piuttosto che fare i conti non tanto con Grillo, quanto piuttosto con le migliaia di attivisti del M5S?
L'offerta politica del M5S si articola in due assi portanti: da una parte c'è il programma che come tutti i programmi lo conoscono in 5, lo hanno letto in 3 e ci credono in 2. Dall'altra ci sono le istanze di moralizzazione ( niente condannati in parlamento, massimo 2 mandati per evitare la corruzione morale oltre che materiale, niente soldi pubblici ai partiti, max 5000 euro al mese per i parlamentari, no ai privilegi della casta, no al finanziamento pubblico della stampa...). Tutte cose che ognuno con i propri distinguo, i propri se e i propri però siamo tutti d'accordo. Tutti noi che non abbiamo aspirazioni politiche... Perchè, anche per un consigliere comunale di un piccolo comune come il nostro, accettare queste regole potrebbe significare non potersi più presentare alle prossime elezioni. Con il limite dei due mandati il nostro consiglio comunale si ridurrebbe sensibilmente di numero. Ecco che chi rappresenta un partito, anche a livello di circolo locale, fatica molto ad accettare integralmente tutte le regole e via via che si risale la gerarchia si incontra sempre meno simpatia. Pensiamo a come potrebbe essere la vita di un segretario di partito, con il limite dei due mandati, senza condannati fra i suoi, che cerca alleanze con partiti di corrotti e inquisiti. E' ovvio che bisogna avere le mani libere!
Ma la gente cosa ne pensa? Staremo a vedere anche se la Sicilia una qualche indicazione l'ha data. Io sostengo che c'è bisogno di un ricambio più che generazionale. Come nel 1945 anche oggi abbiamo bisogno però di partigiani. Fortunatamente non c'è bisogno di imbracciare un fucile, c'è bisogno però di sacrificarsi per un ideale comune. Abbiamo bisogno di giovani che sappiano rinunciare ai privilegi e ai soldi, che abbiano coraggio di portare avanti le loro idee consapevoli che non riceveranno nulla in cambio. Grillo, complice il fatto che di soldi non ne ha bisogno, sta provando a inserire nel circuito della politica persone così. Io non credo che abbia ragionevolmente le capacità per governare, ma come prima della Lega nessuno era federalista ( oggi il Pd si auto definisce un partito federale) , spero che dopo Grillo almeno qualche istanza moralizzatrice possa trovare collocazione nel nostro ordinamento. Purtroppo non si può essere partigiani e nello stesso tempo fare compromessi, ecco perchè chiunque, da dentro un partito tradizionale, non può che combattere il M5S, ma più stringe i pugni più scappa la sabbia fino a rimanere senza più nulla in mano.

Saluti Davide

mercoledì 21 novembre 2012

Riflessioni su primarie e dintorni

Premetto subito che io non andrò a votare alle primarie del centrosinistra. Nessuno dei candidati mi rappresenta. Trovo affinità direi quasi genetiche con gli elettori di sinistra, ma quando ascolto i vari D'Alema, Veltroni, Bersani, Renzi, Bindi, Letta, Franceschini, Puppato, Vendola... qualcosa mi impedisce di considerarli a me vicini.
Tutti dicono talvolta qualcosa di buono, tutti però sono geneticamente inclini al compromesso, all'accordo fra loro e con altri anche molto distanti politicamente. Fare accordi non è negativo in se, anzi è l'anima della politica, ma quando nel piatto della bilancia lasci anche la tua carriera politica, il tuo stipendio faraonico, i tuoi privilegi parlamentari finisce che gli accordi non li fai solo perchè è giusto così, ma anche perchè ti conviene personalmente.
Un esempio? La maggioranza degli italiani ritiene che il numero di 900 e passa fra senatori e deputati sia troppo alto e che andrebbe rivisto verso il basso. Moltissimi senatori e deputati si dicono favorevoli al taglio dei parlamentari. Tutti d'accordo, ma nessun cambiamento.
Un altro esempio? Se intervistato credo che nessun parlamentare ammetterà come giusto che ad accedere alla carica possano essere persone con precedenti penali. Avete mai sentito dell'approvazione di una legge in tal senso?
Lo stesso dicasi per i privilegi, i vitalizi, i prestiti agevolati e specialmente per il rimborso elettorale ai partiti.
Se fai parte di un partito significa che le tue idee e i tuoi comportamenti stanno tutti dentro a certi confini o che per lo meno sei disposto a soprassedere alle tue idee in cambio di consenso o anche solo del permesso di frequentare il partito stesso. Partendo da questa regola, in base alle capacità e agli obiettivi degli aspiranti politici, il partito diventa la macchina sociale che seleziona i candidati i quali una volta eletti medieranno fra le richieste degli elettori, quelle del partito/padrone e le proprie esigenze. Una vota trovata la quadratura del cerchio questa verrà nuovamente discussa con le quadrature degli altri partiti. Un processo naturale e inevitabile si dirà. Il tradimento delle aspettative della base dico io.
Nel disegno dei padri costituenti i partiti erano strumenti di rappresentatività democratica, intermediari della volontà del popolo. Oggi assistiamo all'estrema loro degenerazione tanto che la gente non li frequenta più: ne loro ne le urne elettorali.
Quando penso a queste cose penso che allora voterò per il Movimento 5 Stelle e che quindi sia inutile alambiccarmi in mille ragionamenti e scegliere fra Vendola e Bersani o la Puppato. Però non sopporto nemmeno i dictat di un padre padrone che a distanza tira il guinzaglio a strozzo di questa o quel militante disobbediente. O gli eletti del M5S sono liberi oppure semplicemente al movimento di Grillo è mancato il tempo di selezionare i candidati alla maniera degli altri partiti. Selezionando i candidati sulla base delle loro idee e sulla loro capacità di obbedire agli ordini di scuderia il movimento diventerà sempre più un partito e con questa fisionomia perderà l'autentica sua nota positiva ossia il ritorno dei giovani e della gente comune negli spazi della politica. Il limite dei due mandati, il taglio ai compensi e ai privilegi, la rinuncia ai rimborsi elettorali, l'assenza dai dibattiti televisivi... non possono essere cose imposte per legge o regolamento. Così come esiste la classe politica odierna con la sua bassezza culturale e morale vorrei esistesse una classe politica alternativa capace di rispettare le regole dettate dalle proprie convinzioni e valori. Vorrei persone capaci di utilizzare i denari pubblici in funzione delle necessità legate alla carica per cui sono stati eletti, senza limiti, se non quello del buon senso e dell'onestà. Persone in grado di rinunciare al vitalizio non perchè un comico o una legge lo impone, ma semplicemente perchè è giusto così. I partiti non sono più in grado di eleggere questo secondo genere di classe dirigente e non c'è bisogno di dimostrarlo. Il M5S vorrebbe farlo, ma quanto più selezionerà sulla base di regole e intenzioni, quanto più diventerà partito perdendo con ciò ogni originalità finendo alla lunga per spegnersi a mo' di Lega o Idv.
Ma dopo tutto sto ragionare la solita domanda: che fare?
Nessuna risposta universale, ma propongo la divisione le problema in due. Per la politica nazionale non resta che astenersi o votare per il meno peggio che in quel momento apparirà come tale. Per la politica locale, quella per cui si può toccare, intervenire, parlare con gli attori protagonisti....credo fermamente che la soluzione sia quella di guardare solamente alle persone e ignorare completamente le tessere che sottoscrivono. Io per un po' non sottoscriverò alcuna tessera.

Saluti Davide

martedì 20 novembre 2012

Pensiero e azione




Il territorio è l’unico vero patrimonio di cui la comunità può disporre e che gli amministratori locali sono chiamati a preservare. In ogni tempo, ma specialmente in tempo di crisi, il patrimonio va speso con estrema oculatezza. Purtroppo il sindaco Oregio Catelan &co. vedono nel territorio solamente un’opportunità di guadagno. Da questo punto di vista l’idea di fare un impianto di produzione di biogas in via Ardoneghe, approfittando dei contributi statali a fondo perduto, è sicuramente apparsa una bella iniziativa agli occhi di sindaco e assessore all’ambiente. Dopo anche la mancata installazione dei pannelli solari sul tetto delle scuole non è parso vero di poter mettere il cappello sopra a qualcosa che avesse la parola “bio” nel nome. Poco importa che di “bio” quell’impianto non abbia proprio nulla! Ai cittadini, depredati di ogni rappresentanza, è toccato mobilitarsi e a suon di ragionamenti cercare di ristabilire almeno un po’ di buon senso. Ma le cose nel frattempo sono andate avanti e al sindaco non è rimasto altro che promettere che farà il possibile per fermare il progetto. Una promessa  per riempire il vuoto di credibilità e rappresentanza che caratterizza questa amministrazione fin dal suo nascere: votata da una minoranza di cittadini non ha mai voluto colmare questo vuoto di rappresentatività aprendo le porte umilmente alle altre forze politiche. Non per tutti la politica è servizio verso la comunità, per alcuni è certamente solo un mezzo per raggiungere i propri scopi personali.
Dopo quasi 15 anni di mentalità speculativa e di territorio consumato proviamo a fare un bilancio: le imprese edili se non sono chiuse stanno soffrendo parecchio, le famiglie per la prima volta dal dopoguerra trovano il valore della loro abitazione inferiore a quello di acquisto vedendo bruciare i loro risparmi, mancano parcheggi, i costi per l’amministrazione pubblica aumentano e con loro le tasse, manca lo spazio verde pubblico adeguatamente proporzionato e attrezzato… 
Ma questo non suoni come una vicenda tutta Legnarese: ad essere messa in discussione per l’ennesima volta è la capacità della classe politica odierna di farsi carico dei problemi di tutti i cittadini. E ancor di più la capacità dei partiti di selezionare e offrire alla gente amministratori capaci, ma specialmente disinteressati.
P.S.
Dopo aver aumentato le tasse locali il sindaco, per protesta, non porta più la fascia tricolore nelle occasioni ufficiali. Colgo l’occasione per dire che una protesta, per essere tale, deve avere una qualche efficacia altrimenti è solo una cosa ridicola. Un sindaco davvero indignato per la scarsità dei contributi statali al suo comune si sarebbe orgogliosamente dimesso lasciando nelle mani di un commissario governativo la macchina comunale. Ma sappiamo quanto possa costare rinunciare ai rimborsi da assessore e da sindaco, ma ancora di più rendere coerenti il pensiero e l’azione.

Saluti Davide

giovedì 15 novembre 2012

Election day, Pdl contro il governo. “Si voti una volta sola o si rischia la crisi”



Una destra senza idee politiche sempre alla ricerca di trucchetti per agguantare qualche vantaggio.

www.ilfattoquotidiano.it

Berlusconi indica la linea dura ed è pronto allo strappo. Per il Cavaliere la decisione del Viminale sarebbe la conferma di un "patto" tra Monti e Pd con il silenzio del Colle. Alfano: "Così ci si mette in ginocchio da Bersani". La replica: "Non decide lui, non è Napolitano"

Election day, Pdl contro il governo. “Si voti una volta sola o si rischia la crisi”
Il Pdl è pronto allo “strappo”. Questa volta il governo deve ritornare sui suoi passi o si va al voto anticipato. Una linea dura che vede marciare a braccetto, dopo mesi di gelo, Silvio Berlusconi eAngelino Alfano e che ricompatta il partito, sfibrato dalle lunghe polemiche interne e dalle recenti sconfitte elettorali. E proprio il timore di una débacle a trecentosessanta gradi, con la sconfitta a febbraio in due regioni chiave come Lazio e Lombardia e l’effetto domino che si propaga fino alle politiche, spinge il Cavaliere e il segretario a minacciare Monti: election day o crolla tutto. Reazione scatenata dalla decisione dell’esecutivo di fissare la data delle elezioni regionali nel Lazio, Lombardia e Molise
Per l’ex presidente del Consiglio, viene spiegato, la mossa a sorpresa del Viminale sarebbe la conferma di una sorta di “patto” siglato tra il Professore e il Pd, con il silenzio del Colle. Una strategia, è il ragionamento fatto a caldo con Alfano, Verdini e Letta, per favorire il partito di Bersani e ostacolare la ripresa del Pdl. Sì, perché, in via dell’Umiltà si ritiene che a rimetterci andando a votare in due momenti diversi, ma molto ravvicinati, per le regioni e per le politiche sarebbe solo il Pdl, ancora in alto mare sulle candidature per il dopo Polverini e Formigoni, e orfano di alleanze a livello nazionale.
Un timore di flop che accomuna la Lega, tanto che Berlusconi (che ha incontrato Alfano) ha subito cercato la sponda del Carroccio, che presenta un emendamento alla legge di stabilità sull’election day. E gli ex alleati si preparano a dare battaglia insieme in Parlamento: il decreto non passerà, è l’avvertimento fatto arrivare a Monti. Ma c’è anche un’altra questione a terremotare il partito di via dell’Umiltà: con il voto a febbraio in Lazio e Lombardia le primarie rischiano davvero di saltare e non vedere mai la luce. Alfano teme che la sua linea venga sconfitta e prevalga quella berlusconiana: a questo punto le consultazioni popolari sono totalmente inutili. Ma proprio sulle primarie il segretario ha puntato tutto, fino ad arrivare allo scontro diretto con il Cavaliere. Un mezzo, per l’ex Guardasigilli, per portare a compimento l’affrancamento dal ‘capo’ ritenuto nel partito ormai irrinunciabile per sopravvivere. Intanto gli ex An affilano le armi: Gasparri minaccia conseguenze, Corsaro propone esplicitamente di far cadere l’esecutivo. Alfano, nonostante l’avvertimento al Professore, suggerisce cautela, aspettiamo le mosse del governo, supportato da Letta, come sempre contrario a strappi. C’è chi nel Pdl riferisce di contatti con palazzo Chigi per avere spiegazioni. E in serata, a fronte del silenzio ufficiale del premier, da via dell’Umiltà fanno trapelare un’apertura dell’esecutivo alle richiesta del Pdl, con la disponibilità – riferiscono fonti pidielline – a prendere in considerazione tutte le ipotesi in campo. Il problema, viene spiegato nel Pdl, è che Napolitano non vuole anticipare le elezioni politiche. Inoltre, la riforma elettorale è ancora in alto mare e il Colle non darà mai il via libera al voto anticipato senza che la riforma del sistema di voto veda la luce.
Del resto, la scorsa settimana Napolitano proprio al segretario del Pdl, nel colloquio che concludeva il giro di incontri con i leader della maggioranza, aveva ribadito la determinazione a portare a compimento naturale la legislatura per favorire la realizzazione dell’agenda governativa e parlamentare, tra cui la legge elettorale. Alcuni big pidiellini, poi, ricordano che in diverse occasioni dal Quirinale è stato fatto presente che il Napolitano non vorrebbe ‘gestire’ la formazione del nuovo governo, compito che spetterebbe al suo successore. Insomma, nonostante le minacce, Berlusconi sa che la strada dell’election day a febbraio è impervia, mentre ha più chance il voto accorpato ad aprile, che trova anche la sponda di Casini. Ma certo, tra le incognite prese in esame dal Cavaliere c’è anche il fattore tempo: un voto a febbraio rischia di accelerare troppo il suo rientro sulla scena e il lancio della lista di imprenditori. Il progetto, però, non è ancora pronto, manca il ‘cavallo di razza’ a cui affidare la guida di tutta l’operazione. Election day sì, quindi, ma forse meglio ad aprile.
Alfano è stato chiarissimo, nonostante abbia usato toni diplomatici. “Il governo rimedi ad un errore grossolano e madornale. Il Pdl non può dire di sì” dice il segretario del Pdl. Per il segretario del Pdl era meglio non anticipare la tornata elettorale regionale e fare l’election day per risparmiare. “Con la scelta del governo – avverte – gli italiani saranno costretti a pagare una tassa cinica di 100 milioni di euro, la somma che sarà spesa per anticipare le regionali. In commissione Bilancio alla Camera non si trovano i soldi per gli alluvionati della Maremma, e noi invece, buttiamo 100 milioni di euro per anticipare di 50 giorni rispetto alle elezioni politiche quelle regionali”. ”In questo modo – scandisce Alfano – si condanna l’Italia a cinque mesi di estenuante campagna elettorale. Così ci si mette in ginocchio ai piedi di Bersani. L’Italia è in una fase assolutamente difficile dal punto di vista economico e il Pdl non può dire di sì a un cinico calcolo di Bersani”. Alfano dice di essere “indignato” e contrattacca: “Anticipiamo le elezioni politiche a febbraio o spostiamo le regionali ad aprile. Non è che ci vuole il direttore del Fmi per trovare questo risparmio”.
Ad Alfano risponde proprio Pierluigi Bersani: “Alfano non faccia il mestiere del presidente della Repubblica ma il suo lavoro” dice il segretario del Pd. All’obiezione sui costi di due diverse elezioni, il segretario del Pd ribatte: “Alfano dica quanto costa tenere in piedi delle Regioni senza che facciano nulla. E quanto alla modifica della data del voto delle politiche, Alfano non faccia il mestiere del presidente della Repubblica, ma il suo”. ”Si vada a votare nei tempi giusti per le politiche e prima che si può per le Regioni senza governo – ha concluso Bersani – Ho sempre detto questo e mantengo questa posizione”.
E arriva la controreplica: “Bersani sa benissimo – dichiara Alfano – che il suo capriccio costerà 100 milioni ai contribuente italiano e tutto questo mentre non si trovano i soldi per gli alluvionati della maremma e non si trovano i soldi per le forze dell’ordine. Questa è una tassa cinica che il Partito Democratico sta imponendo agli italiani. Noi ci batteremo e davvero chiediamo al Governo di rimediare a questo colossale errore entro venerdì”.
Non è solo Alfano a bocciare l’election day. Tutto il Pdl è compatto: “L’ipotesi avanzata dal ministro Cancellieri è del tutto sbagliata” ribadisce Fabrizio Cicchitto. Anche il capogruppo Pdl alla Camera evoca lo spreco di denaro e poi “in secondo luogo si arriverebbe a far votare due volte nello spazio di due mesi circa 14 milioni di italiani. Tutto ciò inevitabilmente comporterebbe una sorta di spinta all’astensionismo e al grillismo, insomma un colossale errore rispetto al quale ci auguriamo un netta correzione”. Per il portavoce del Pdl Daniele Capezzonel’election day sarebbe “un inaccettabile spreco di soldi pubblici, oltre che una provocazione. A cosa serve predicare sobrietà e austerità, quando poi si fanno scelte così incomprensibili? Davvero c’erano e ci sono 100 milioni degli italiani da buttare? Il Governo è ancora in tempo per rimediare a un errore inaccettabile”. Insomma: si arriva alla minaccia neanche tanto velata. “Ha ragione il governo che anticipa il voto regionale. Abbiamo ragione noi a volere l’election day. Facciamo cadere il governo e si voti tutto” scrive su Twitter Massimo Corsaro.
“Il Pdl non vuole votare perché è in difficoltà” risponde la capogruppo del Pd al Senato Anna Finocchiaro. “Due Regioni importanti, a causa degli scandali provocati dalle amministrazioni di centrodestra, devono andare a votare in fretta. Leggere oggi le minacce e i ricatti che il Pdl sta lanciando al governo non è accettabile. La verità è che ciò che resta del partito di Berlusconi sta affogando nelle sue difficoltà e cerca di prendere tempo. E’ lo stesso atteggiamento che sta bloccando la riforma delle legge elettorale. Ma il Paese non può rimanere bloccato dalla paura di perdere del Pdl”.
Per il vicesegretario del Pd Enrico Letta “è già troppo tardi votare a febbraio. Serietà avrebbe voluto che i presidenti di due regioni importanti come il Lazio e la Lombardia, una volta certificata la crisi, avessero scelto di andare subito al voto invece di perdere tempo con giochi politici sulla pelle dei cittadini. Lo scandalo quindi sta nel fatto che Polverini e Formigoni abbiano trascinato la loro crisi per cercare di non andare a votare. Oggi è necessario andare al voto, e rapidamente”.