domenica 27 novembre 2011

CONTINUA LO SCANDALO LOCALE DELLO SPRECO DI DENARO PUBBLICO





Ricevo e pubblico

Ai nostri amministratori comunali l’esperienza non insegna nulla.
Con la Borsa quotidianamente in picchiata, lavoratori in cassa integrazione, imprenditori con l’acqua alla gola, famiglie che hanno difficoltà ad arrivare a fine mese, bilanci dei Comuni che piangono per le ridotte entrate, le raccomandazioni ministeriali che invitano i Comuni a smetterla “di progettare opere di dimensioni eccessive rispetto alla capacità realistica di sfruttamento e con materiali troppo costosi” - come ulteriormente ribadito dal nuovo ministro prof. Pietro Giarda -, il Comune di Legnaro che fa? Di tutto questo se ne fa un baffo.
Vediamo qualche esempio.
In Legnaro il Comune sta realizzando un tratto di pista ciclabile lungo la SS. 516 verso Piove di Sacco, lato sinistro. Il tratto di pista è lungo poco più di 250 metri lineari.
IL costo dell’opera è di 500.000 Euro (delibera di GC n. 168/2008) pari al costo kilometro di circa 2.000.000 Euro: costo 7/8 volte superiore alla media per lavori simili. L’opera prevede la tombinatura del grande fosso laterale alla strada statale, fosso che funge da invaso delle acque nelle grandi frequenti piogge, ed evita allagamenti. La sezione media di base del fosso passa da circa 6 mq. a 1 mq., viene soppresso il fosso-contenitore-invaso.
Il costo massimo di norma delle piste ciclabili (si veda il Comune e la Provincia di Padova) è di 250.000 Euro per kilometro lineare. La nostra ha un maggior costo di 7/8 volte: vi pare normale? Dopo tutto si tratta di chiudere un fosso e passarci sopra a piedi o con la bicicletta.
L’Amministrazione Comunale sta facendo il bis di spreco-scandalo verificatosi con la realizzazione del tratto di pista ciclabile costruito con il comune di Saonara in località Casone, dove per 1 kilometro di lunghezza di pista si è speso, rispetto al costo base, un ulteriore milione di Euro.
Al lettore parrà impossibile, ma è tutto documentato e pubblicato su questo blog in data 03/06/2010.

Una prima considerazione:
i fossi non vanno chiusi o tombinati, come al contrario fa l’Amministrazione Comunale di Legnaro, devono restare aperti; le inondazioni dell’ultimo anno in Veneto e di recente in Liguria insegnano o no qualcosa?
Seconda considerazione:
la sicurezza della pista sarebbe stata maggiormente garantita se fosse stata costruita sul piano campagna lato interno del fosso, dalla parte opposta del ciglio stradale e fatta rientrare sul fosso di fronte alle abitazioni. Questo consiglio, assieme ad altri suggerimenti, lo avevo dato al Sindaco Bettini e alla sua Giunta in Consiglio Comunale da consigliere di opposizione nella passata legislatura; e non ero il solo.
Il costo sarebbe notevolmente diminuito con notevole beneficio al territorio e alle casse del Comune. Si sarebbero pure evitati i gravi disagi provocati dal cantiere alla circolazione stradale.
In Consiglio Comunale ho fatto mettere a verbale, in attuazione di una Legge Europea, che se a seguito di questa opera si dovessero verificare allagamenti con danni alle abitazioni, i responsabili a pagare in solido sono gli amministratori che hanno approvato il progetto.

Un altro esempio di spreco:
Viene speso, in questi giorni, circa 1 milione di Euro per il cimitero, un ampliamento fuori posto, una struttura inadatta al luogo, quando bastava risolvere adeguatamente il problema con soli 100.000 di Euro, utilizzando l’area a disposizione interna all’attuale Camposanto, come a suo tempo illustrato su questo blog.

E’ possibile che questi nostri amministratori non facciano un esame di coscienza e si pongano il problema dello spreco?
E’ corretto favorire ed essere continuamente dalla parte della speculazione e non dalla parte dei cittadini, molti in difficoltà, che questi danni sono chiamati a pagare?
Si ricordino che lo spreco oltre che essere vietato per legge, distrugge l’economia, è contro il comune buon senso e il buon amministrare, in ultima analisi colpisce tutti.

Una legge dovrebbe obbligare a far pagare in solido gli amministratori responsabili dello spreco, altro che autonomia amministrativa …..


Legnaro, li 25/11/2011

Giovanni Negrato

giovedì 24 novembre 2011

Moni Ovadia



Un giorno in una riunione politica ebbi l'ardire di voler parlare di principi, del senso che univa in quel momento quelle persone, del significato che i singoli davano alle parole dello statuto del partito. Mi fu riso in faccia. Dovevo già capire che quello non era il mio posto. Oggi trovo un intellettuale come Ovadia che lamenta la mancanza di significato e la necessità di spostare la discussione su questi temi, sui principi. Oggi come allora sono d'accordo.

Saluti Davide

mercoledì 23 novembre 2011

Non è un caso isolato!

Ricevo e pubblico.

Quello che è accaduto al cons. Bianchini, il diniego di accesso agli atti amministrativi, non è un caso isolato. Alla sottoscritta, anch'essa consigliere comunale, è accaduto più volte. L'ultima, in ordine di tempo, nel novembre del 2010. In quell'occasione, ho richiesto copie cartacee o su supporto informatico di un certo numero di determine del l'anno 2010.
Per chiarezza, la determina è un atto pubblico, attraverso la quale i vari uffici concretizzano le decisioni della giunta e del consiglio comunale. Per fare un esempio, dopo che la giunta ha preso la decisione di mettere a norma le scuole elementari e medie, il settore dell'edilizia pubblica, tramite il suo capo settore fa una determina in cui tra l'altro spiega se a seconda degli importi o di altri fattori sarà fatta una gara per assegnare i vari incarichi. In pratica, con la determina si entra nello specifico delle azioni.
Mi è stato negato l'accesso a quegli atti, con motivazioni analoghe a quelle contenute nella risposta al cons. Bianchini.
Con due diversità: in primo luogo, non potevano dire, in questo caso, che vi fossero grandi problemi per gli uffici nel fare delle fotocopie di atti o mettere gli stessi su supporto informatico, in secondo luogo, dopo la mia richiesta, in palese contraddizione con la loro risposta, hanno messo nel sito internet, quindi alla portata di tutti, una parte delle determine da me richieste, per la precisione 28 su 375. Allego copia della mia richiesta e della risposta.

Cons. comunale De Salvador Sandra


Saluti gravi precisi e concordanti Davide

martedì 22 novembre 2011

Accesso agli atti: attentato alla libertà di informazione.

Oggi ricevo una raccomandata, strano penso io, non ne attendevo. E' una lettera del sindaco Oregio Catelan con la quale mi nega il diritto di accesso agli atti rispetto a una mia richiesta. Pensate ho osato chiedere l'elenco dei professionisti e ditte appaltatrici che negli ultimi anni anno lavorato per il nostro comune. Una richiesta insolita forse, ma doverosa considerato le relazioni fra assessore ai lavori pubblici e professionista incaricato oggetto di un post molto recente.
La questione è duplice: da un lato è politica e ne parlerò subito, dall'altro è giuridica e ne accennerò solamente riservandomi una puntuale replica dopo un'attenta disamina delle motivazioni addotte per negare il mio/nostro diritto.
La lettera che qui sotto riporto contiene un sacco di riferimenti normativi e giurisprudenziali tutti volti a sostenere che il sindaco non ha l'obbligo di esaudire la mia richiesta. In parole semplici: NON E' OBBLIGATO a darmi la lista!!! Non una sola parola per affermare invece che non si può esaudire la mia richiesta. In parole ancora più povere: il sindaco Oregio Catelan NON VUOLE rispondere, non VUOLE la trasparenza, non VUOLE collaborare lealmente. Un discorso è non essere obbligati, un altro è non fare ciò che si ha in potere di fare.
A questo punto è lecito pensare che stia nascondendo qualcosa: ma cosa? Non azzardo ipotesi, ma la curiosità cresce.

Dal punto di vista giuridico noto con tenerezza il macroscopico errore in cui è caduto il nostro sindaco probabilmente a digiuno di studi giuridici. Quasi tutte le fonti normative da cui trae le sue ragioni fanno riferimento all'accesso agli atti di tutti i cittadini. Diverso e più ampio è il diritto dei consiglieri comunali ( e provinciali) che trova la sua fonte della legge n°267/2000, (legge speciale deroga legge generale come anche la legge che viene dopo deroga la legge che viene prima, Trabucchi docet). Noto poi una certa affezione a sentenze ormai datate e fatalità in gran parte antecedenti al 2000. Non del tutto infondati invece alcuni principi limitativi del diritto di accesso agli atti, ma resta ancora da dimostrare che la mia domanda sia abnorme.
Vi allego sia la domanda che la risposta.

Senza tediarvi oltre vi anticipo la mia volontà di continuare nelle sedi opportune la mia richiesta.

Saluti, Davide.




Prot. n. 10810

Legnaro, lì 15 novembre 20 Il

Oggetto: Diniego accesso ai documenti amministrativi

Al Signor Consigliere Bianchini Davide

Via Sebastiano Perin, 15/ A, i. 8 LEGNARO

Con la presente si fa seguito alla Sua richiesta in data 4 novembre c.a., con la quale avanzava istanza al flne di ottenere informazioni in merito all'assegnazione di incarichi a professionisti e ditte esterni relativamente agli ultimi lO (dieci) anni, invocando l'art. 14, comma 2, del vigente Statuto comunale.

In merito alla richiesta di cui sopra, si rende necessario precisare che, in base alle vigenti disposizioni normative tale richiesta non potrà essere evasa per le motivazioni di seguito illustrate.

L'art. 24, terzo comma, della Legge 7 agosto 1990, n. 241, come sostituito dall'art. 16 della Legge 11 febbraio 2005, n. 15, dispone che "Non sono ammissibili istanze di accesso preordinate ad un controllo generalizzato dell'operato delle pubbliche amministrazioni." .

Il Consiglio di Stato, Sez. V, con decisione n. 1907 del 23 dicembre 1998, ha avuto modo di esprimersi in merito nei termini seguenti: "I consiglieri comunali, pur avendo diritto di prendere visione di tutti gli atti necessari all'espletamento del loro mandato, non devono rivolgere richieste indeterminate alle rispettive amministrazioni, ma devono consentire una sia pur minima identificazione dei supporti documentali che essi intendono consultare, in conformità a quanto disposto dagli artt. 7 e 31, comma 5, della legge 142/90 e, più in generale, dalla legge 241/90, e tenuto conto anche dei principi più volte ricordati dalla Corte Costituzionale di ragionevolezza e di leale collaborazione tra organi pubblici.".

In altri termini: "Qualora il consigliere comunale azioni la richiesta di accesso ai documenti amministrativi invocando quella generale sull'accesso di cui alla legge 241 del 1990, è necessaria la titolarità di una posizione giuridicamente rilevante: infatti, ai sensi dell'art. 22, comma 1, della citata legge 241, il "diritto di accesso ai documenti amministrativi è riconosciuto a chiunque abbia un interesse personale e concreto". Questo interesse deve essere attuale, concreto, personale e diretto." (cfr. TAR Lazio, sento n. 949 dellO. 7. 94; TAR Veneto, sent. n. 673 del 4.9.94; Cons. Stato, sez. W, sent. n. 8 dell' 11.1.94; Cons. Stato, sez. VI, sent. n. 158 del 7.2.95; Cons. Stato, sez. W, sent. n. 98 del 3.2.96; Cons. Stato, sez. VI, sent. n. 1288 dell'l. 1 0.96, ed altre).

E più concretamente: "Non è giustificato, quindi, uno scopo meramente emulativo ad ottenere documenti da parte delle amministrazioni con la conseguenza che il diritto di

accesso non può esercitarsi allorché si sia in presenza di un interesse di mero fatto (cfr. TAR Lazio, sent. N. 1434 del 27.7.94; TAR Piemonte, sent. N.418 del 5.8.94; Cons. Stato, sez. V, sent. N. 78 dell'8.2.94; e, soprattutto, Cons. Stato, sez. W, sent. n. 8 dell'11.1.94).

Vale a dire che l'attività del consigliere comunale non può tradursi in iniziative di generalizzato controllo dell'intera attività dell'amministrazione, in quanto: "non sono ammissibili istanze di accesso preordinate ad un controllo generalizzato dell'operato delle pubbliche amministrazionI" (Cons. Stato, Sez. VI, 6 marzo 2009, n. 1351), considerando, pertanto, " ... legittimo il diniego d'accesso qualora la richiesta avanzata da consiglieri comunali sia genericamente formulata perché indirizzata a controlli generali di tutta l'attività dell'amministrazione per un determinato arco di tempo (cfr., in termini, Cons. Stato, Sez. IV, sento n. 980 del 5.12.95).

Appare opportuno, e di fondamentale importanza, precisare che il diritto di accesso garantito dalla Legge 7 agosto 1990, n. 241 si riferisce esclusivamente ai documenti amministrativi formati o detenuti dalla Pubblica Amministrazione, defInendo il «provvedimento amministrativo)) "ogni rappresentazione grafica, fotocinematografica, elettromagnetica o di qualunque altra specie del contenuto di atti, anche interni o non relativi ad uno specifico procedimento, detenuti da una pubblica amministrazione e concernenti attività di pubblico interesse, indipendentemente dalla natura pubblicistica o privatistica della loro disciplina sostanziale" [art. 22, comma 1, letto d) della Legge 241/1990]

Come è agevolmente riscontrabile dall'esaustiva elencazione di cui sopra, gli studi, le indagini, le ricerche e le relazioni (come da Sua richiesta) non soddisfano in alcun modo i requisiti di cui all'art. 22, della legge 7 agosto 1990, n. 241 e, di conseguenza, non possono qualifIcarsi come "documento amministrativo".

A tale riguardo, come ha potuto ben chiarire il supremo Organo di Giustizia Amministrativa, "n diritto di accesso ai documenti amministrativi non può concretarsi nell'obbligo per la pubblica amministrazione di svolgere attività amministrative, di ricerca, di indagine o di ricostruzione storica ed analitica di procedimenti, con un aggravamento dello svolgimento delle attività istituzionali." (Consiglio di Stato, Sezione V, n. 438 del 6 aprile 1998 che conferma T.A.R. Milano, I sez., 26 giugno 1997 n. 1045).

È proprio per quanto sopra evidenziato che "Va respinta, in quanto rimane estranea alla fattispecie del diritto di accesso, una richiesta che si traduca in una intimazione rivolta ad ottenere informazioni e chiarimenti e non la visione e la copia di documenti amministrativi (Parere Commissione per l'Accesso P96415Q - III 98), in quanto "Gli artt. 22 e segg. L. 7 agosto 1990, n. 241, nel tutelare il diritto all'accesso agli atti amministrativi, non hanno imposto alle amministrazioni di attivare procedimenti volti all'acquisizione e all'elaborazione di dati statistici o conoscitivi ... , per cui va escluso che mediante l'accesso possa chiedersi l'elaborazione e l'esibizione di vere e proprie relazioni ... sulle modalità della relativa gestione." (C.d.S. V Sezione, n. 1314 del 14 Novembre 1997- Preso Serio, Est. Maruotti - Marino (Avv. Frascaroli) C. Comune di Milano (Avv. Surano, Garbin e Pirocchi) - (Annulla in parte, T.A.R. Milano, I Sez., 14 febbraio 1997 n.162, in T.A.R. 1977, I, 1307).

"Le norme sull' accesso, infatti, non possono dilatarsi fino al punto da imporre ad una P.A. un vero e proprio facere, che esula completamente dal concetto di accesso configurato dalla legge, consistente soltanto in un facere meramente strumentale, vale a dire in quel minimo di attività materiale che occorre per estrarre i documenti indicati dal richiedente e

Perciò, sulla base della vigente normativa e della giurisprudenza costante " ... il consigliere comunale non può abusare del diritto all'informazione riconosciutogli dall'ordinamento, piegandone le alte finalità a scopi meramente emulativi o aggravando eccessivamente, con richieste non contenute entro gli immanenti limiti della proporzionalità e della ragionevolezza, la corretta funzionalità amministrativa dell'ente civico (in tal senso, si veda l'art. 24, terzo comma della L. n. 241 del 1990, come sostituito dall'art. 16 della L. n. 11 febbraio 2005, n. 15)." (Consiglio di Stato, sezione V, sentenza 2 settembre 2005, n. 4471),

Contro il presente diniego è ammesso ricorso avanti il Tribunale Amministrativo Regionale del Veneto nel termine di 30 giorni dalla data di ricezione della presente, ovvero chiedere, nello stesso termine, al Difensore Civico competente per ambito territoriale, ove costituito, che sia riesaminata la suddetta determinazione.



La mia domanda:

Legnaro 21 ottobre 2011

All’ufficio Lavori pubblici del comune di Legnaro e p.c.c. al sig. Sindaco
Oggetto: richiesta informazioni ex art. 14 comma 2 punto c dello Statuto comunale del comune di Legnaro

Gentile responsabile dell’ufficio lavori pubblici desidero reperire le seguenti informazioni relative all’assegnazione di incarichi a professionisti e ditte esterni:
• L’elenco dei professionisti che negli ultimi 10 anni sono stati incaricati dal suo ufficio di svolgere progettazioni per conto del nostro comune. Voglia indicare a margine l’importo, il titolo dell’opera e se l’affidamento è stato fiduciario o a seguito gara o altra procedura di assegnazione.
• L’elenco delle ditte che negli ultimi 5 anni sono state appaltatrici di lavori pubblici del nostro comune. Voglia indicare la denominazione e l’indirizzo dell’impresa, l’importo e la denominazione del lavoro effettuato.
La prego di farmi avere i dati in formato elettronico tipo Excel o in alternativa in .doc, .docx via posta elettronica all’indirizzo davidebianchini74@gmail.com . Solamente qualora non le fosse possibile la prego di farmi avere i documenti cartacei.
Sicuro della sua collaborazione le porgo i miei cordiali saluti.
Consigliere Davide Bianchini

P.S.
Secondo me ad Agrocity sta per arrivare il Giudicione. UUUUUUHHH

mercoledì 16 novembre 2011

Cittadini e citta-doni

Oggi ad Agrocity è una bella giornata invernale. Si vede il sole, le montagne distanti e l'infreddolito sindaco scendere dalla sua nuova auto sportiva parcheggiata in bella vista sul posto degli handiccappati di fronte al municipio. -Cazzo sono il sindaco o il figlio della serva? E poi grazie alla mia azione di governo congiuntamente alle sinergie mano a mano venutesi a creare con gli imprenditori locali, assieme allo sportello unico e gli uffici laboriosi qui ad Agrocity si tende a non essere handicappati, se poi un handicappato supestite volesse proprio parcheggiare sul mio posto, beh allora glielo darei subito senza problemi senza contributi all'associazione di cui fa parte e senza rancore alcuno...hihihi, sono sindaco mica lo smacchiatore di leopardi dell'opposizione!-
Unico testimone dei pensieri dell'elucubrante sindaco un piccione appolaiato sull'unico alberello spoglio, interrato dentro a un grosso vaso di cemento calcolato come verde pubblico per far quadrare i conti dell'ultimo piano regolatore.
Il Venerabile non viene questa mattina, il centro estetico del paese vuole ampliare l'attività. La domanda di ampliamento l'ha redatta la massaggiatrice thailandese diplomata geometra in Italia quando lavorava in città. La sinuosa geometra ha qualche dubbio sulla regolarità formale sull'incartamento e prima di consegnarlo voleva farlo visionare da un altro esperto. Il Venerabile sa benissimo come correggere una domanda di ampliamento, ha già fatto sapere che ci vorrà un po' di tempo e abbondante olio per massaggi al muschio bianco.
La fila di cittadini in attesa di udienza è già gremita, di solito li ascolta il Venerabile, ma oggi non c'è così tocca all'impaziente sindaco.
Cittadini, ossia fauna locale imbizzarrita, esseri carichi di problemi, multiformi e infidi, utili solamente per votare. C'è sempre qualcuno della maggioranza che ad un certo punto dell'ennesimo mandato comincia a pensare che si potrebbe fare a meno dei cittadini: in fin dei conti cosa c'entrano con l'amministrazione comunale e con i 500 euro al mese per fare gli assessori? Rotonde, scuole e manutenzioni varie loro della maggioranza li continuerebbero a far fare come sempre anzi, forse meglio senza tutti sti cittadini fra le balle.
-Trono, scrivania ,inginocchiera, due guardie svizzere a latere: così dovrebbe essere la sala delle udienze!- pensa il papale sindaco. Qui invece tocca far finta di essere uguali. Come diavolo farà il venerabile che neanche parla?
Lui li ascolta in silenzio con aria interessata, fa numerose volte cenno con la testa. Alla fine poggia la fronte sulle mani racchiuse come in preghiera, inspira imponente, poi sorridendo appena appena, accompagna il cittadino alla porta come sospinto su uno skateboard. Socchiudendo gli occhi, scuotendo la testa lo rassicura che qualcosa sarà fatto. Intanto tutto tace dentro l'ufficio degli incartamenti. Un incartamento è l'insieme di fogli più o meno timbrati, bollati e firmati che il cittadino deve produrre per poter accedere all'udienza con il venerabile e richiedere umilmente il suo diritto.
Va diversamente quando si presenta invece un citta-dono: sempre un cittadino, ma con un qualcosa in più, una sorpresa di solito. Ci vuole esperienza e un filo di coraggio per riconoscere a prima vista i citta-doni. Essi infatti appaiono esattamente come i cittadini normali, ma quando ne compare uno, all'improvviso, tutto sembra funzionare alla perfezione. Gli uffici lavorano alacremente. Il tamburellare ritmico delle tastiere, il lapeggiare delle fotocopiatrici. Il crepitare delle meningi dei capi settore intente nella ricerca di sempre più innovative soluzioni. Il citta-dono è fiero di appartenere a questa amministrazione, egli sa che i suoi problemi saranno risolti.
I cittadini arrancano per ottenere quello che in alcune amministrazioni non è altro che un diritto, il cittadono risolve, amplia i suoi orizzonti oltre che le sue cubature.
Oggi niente cittadoni, solo una lunga fila di cittadini pedanti e noiosi.
Lampioni che non si accendono la notte, ma rimangono accesi di giorno?
-Eppure l'assessore giovane è stato chiaro l'altra volta in consiglio comunale: non sono rotti sti lampioni! O sono accesi o sono spenti! Io ho capito benissimo. Se poi rimangono sempre spenti allora bisogna chiamare l'azienda amica dell'ex assessore che ci pensa lei. Questi lampioni qui si accendono e si spengono regolarmente, non possiamo chiamare l'azienda amica, non si disturba la gente per niente!- E il primo cittadino lascia il posto al secondo.
Contributo per la frequenza del bambino all'asilo? -Ma signora, anche lei, fare figli di questi tempi. Lo sa poi che l'asilo non è scuola dell'obbligo, noi possiamo solamente far progettare e far costruire l'edificio da professionisti amici, poi chi ci vada dentro e con che soldi non siamo mica noi ad occuparcene- La mamma lascia atterrita il posto all'anziano.
-Zio Carmelo, patron dell'associazione più importante del paese, pozzo sterminato di voti, persona bellissima e affascinante che piacere vederti qui, ma perchè non hai saltato la fila? Lo sai che dovevi farlo!-
Zio Carmelo non ama apparire favorito. Mezz'ora, caffettino con brioches servita da baldante impiegata e i 4 amici di amici hanno ottenuto i loro dovuti contributi.
Continua.......

lunedì 14 novembre 2011

Rassegna stampa

Ringrazio il lettore che ha lanciato questa bella idea. Purtroppo mi devo affidare a un servizio gratuito di Google, avrei preferito seguirla di persona, ma non ho tempo. Le notizie che appaiono hanno in comune la parola di ricerca "Legnaro".

Saluti Davide.

sabato 12 novembre 2011

La fine di B.

Non resito alla tentazione di dire anche la mia in merito alle sorti del governo in carica.
Sarò breve: Berlusconi e il suo costosissimo circo di bellerine, nani e lacchè se ne deve andare non per i 4-5 voti in più o in meno, non per le porcherie ad personam o per la totale perdita di credibilità internazionale, non se ne deve andare nemmeno per l'incompetenza manifesta dei suoi ministri o per lo spettacolo indegno di compravendita di parlamentari. Anche gli scandali sessuali, le frequentazioni con spacciatori e magnaccia e i collegamenti mafiosi non debbono essere i motivi che lo fanno cadere.
Berlusconi deve andarsene per due ragioni.
1. pur avendo dimostrato di poter far approvare qualsiasi porcheria sono solamente due i provvedimenti degni di questo nome: il divieto di fumare in luoghi pubblici e la patente a punti. Nulla se si pensa che ha per lo meno avuto 8 anni di pieni poteri. Anni in cui non è stato fatto nulla per l'Italia, per l'economia, per la gente.
2. Il pesce puzza dalla testa e poi giù. Dopo anni di Berlusconi la politica tutta è diventata una questione di affari. Se il ministro è un incompetente, se il parlamentare un venduto, se il consigliere regionale una ballerina non si vede perchè tutti gli altri debbano essere da meno. Il clima di impunità alimentato da scandali, scudi fiscali e attacchi alla magistratura ha favorito la crescita di un sottobosco di erbe infestanti che hanno soffocato tutte le piante buone lasciandole ai margini.
Per questo B. e tutta la sua ciurma vano cacciati.
E poi? E poi rimangono gli italiani che, complice l'alternativa inesistente, li hanno votati, li hanno giustificati, ne hanno accettato in cambio le briciole. Tutta questa gente rimane e rimarrà a lungo.
Quindi niente trionfalismi, di lavoro ce n'è ancora da fare molto. La gente onesta, disinteressata e capace se ne sta ancora dentro le sue associazioni no profit, dentro le proprie abitazioni con lo schifo per quello che è diventata la politica oggi.
E' questa la situazione peggiore in cui siamo finiti. Non la mancanza di soldi, l'economia o gli spreads ma la mancanza di gente per bene nei luoghi della politica.

Saluti Davide

giovedì 10 novembre 2011

Lo sapevate?

Anche Legnaro fra i comuni indicati nell'articolo qui sotto riportato dal Mattino di Padova.

Auto, da oggi c’è il blocco
07 novembre 2011 — pagina 09 sezione: Nazionale


Ci siamo. Scatta da oggi il blocco ecologico: 70.000 auto ferme. Devono restare in garage le auto Euro 0 a benzina e Euro 0, 1 e 2 diesel. Gli orari del divieto sono dalle 8,30 alle 12 e dalle 15,30 alle 18 a Padova e in molti comuni della provincia (Albignasego, Cadoneghe, Legnaro, Limena, Noventa Padovana, Ponte San Nicolò, Rubano, Saccolongo, Selvazzano, Veggiano, Villafranca, Vigonza, Este, Monselice). E’ un provvedimento drastico mirato essenzialmente alla lotta all’inquinamento. La stima è, come detto, che siano più di 70 mila le macchine coinvolte dal provvedimento: la battaglia dell’assessore all’Ambiente di Padova Alessandro Zan per ottenere una misura condivisa, aiutato dall’omologo provinciale Mauro Fecchio, ha avuto buon fine. Per le automobili a benzina sono nel mirino le non catalizzate, immatricolate prima del 1994. Coinvolti nel divieto pure i ciclomotori a 2 tempi immatricolati prima del 2000. Il divieto permane fino al 16 dicembre per riprendere poi, dopo la pausa per il periodo di Natale, dal 9 gennaio al 20 aprile 2012. Dal divieto sono esclusi gli eventuali giorni festivi infrasettimanali. Chi sgarra rischia una multa di 78 euro. Zone franche la zona industriale, l’anello delle tangenziali e altre strade d’accesso o uscita dalla città: il quadro completo lo si può trovare sul sito www.padovanet.it. Via libera alle auto elettriche o alimentate a Gpl o metano, gli autobus, taxi e tutti i veicoli che fanno trasporto pubblico. Oltre ai portatori di handicap e alle auto di soccorso. Oggi inoltre, per lo sciopero dei Cobas, bus e tram sono a rischio soppressione.


Vi lascio con il link dell'ordinanza dove sono riportate anche le numerose eccezioni.


Saluti Davide

giovedì 3 novembre 2011

Esserci




Fra due anni ci saranno le elezioni amministrative qui a Legnaro. Forse è presto per parlarne, ma vorrei fare un appello.
30/40 persone in tutto fanno la politichina legnarese. Alcune di queste si incontrano più o meno regolarmente durante l'anno per decidere chi sia il capo, chi il vice, chi il rappresentante all'assemblea regionale e così via senza quasi mai affrontare problemi concreti.
A questa gente, 10 giorni prima della presentazione delle liste, si aggiungeranno una serie di sedicenti politici, autoreferenziali e prepotenti. Vanteranno astronomiche capacità elettorali per poi magari totalizzare solamente una manciatina di preferenze utile a smascherare solamente le loro balle e la loro spocchiosità. Le liste cercheranno di accapparrarsi questo o quel presidente di associazione, poi ci sarà qualcuno che conta che infilerà qualche amico per fargli un piacere.
Insomma occuperanno tutti gli spazi con criteri che nulla hanno a che fare con competenza, disinteresse e spirito di servizio.
A Legnaro, più che altrove, abbiamo bisogno di brave persone che si prendano cura di questo paese in maniera disinteressata e intelletualmente onesta. Persone di destra di centro e di sinistra che riconquistino posti oggi occupati da cialtroni (politicamente parlando), da affaristi, da mentalità con le gambe corte e chi più ne ha più ne metta.
Oggi voglio esortarvi a farvi avanti con coraggio, reclamando il vostro diritto a partecipare. So che l'impegno in associazione o in parrocchia vi rende più felici e vi crea molti meno problemi, conosco perfettamente la cronica carenza di tempo e gli impegni lavorativi e famigliari. Ma non c'è altro modo.

Saluti Davide

martedì 1 novembre 2011

Villa Spigon

Ricevo e pubblico:

VILLA FOSSA-RAMPIN SPIGON –
QUANDO VENNE SALVATA DALL’ABBATTIMENTO

Una località, un paese si arricchiscono di cultura e di prestigio se nel loro territorio si trovano edifici storici, per esempio ville venete.

Paolo Zatta uno studioso del territorio della Saccisica ha redatto l’elenco delle ville vincolate nel piovese.

Per Legnaro appaiono Villa Morassutti, Villa Folco, Villa Fossa-Rampin Spigon, quest’ultima, ora adibita a ristorante-albergo.
Se aggiungiamo la maestosa Corte Benedettina, Legnaro non sfigura per insediamenti storici.

Villa Fossa-Rampin Spigon costruita nel ‘700, sotto la Repubblica di San Marco, sorge in centro paese, la sua ornamentale facciata fa da quinta alla piazza antistante; di proprietario in proprietario, negli anni del 1950 venne acquistata dalla Parrocchia di Legnaro che vi insediò la Scuola Materna.

Nei primissimi anni del 1980, la Parrocchia presenta in Comune di Legnaro un progetto per l’abbattimento dello stabile per edificarvi appartamenti e un bar. Il progetto era correlato di un bozzetto-plastico.
Sindaco del Comune di Legnaro, in quel periodo, era il sottoscritto.
Strano ma vero, la Villa non compariva nell’elenco degli edifici da salvare.
Ricevuto il progetto, incaricai il vigile urbano, vigile unico nel Comune, di fotografare lo stabile.
Inviai le foto e il progetto della Parrocchia al Provveditorato delle belle arti di Venezia, come previsto dalla legge del 1939 - n. 1039 tutt’ora in vigore. Il progetto non venne approvato, giustamente, e la villa venne iscritta nell’elenco degli edifici vincolati, con il nome del primo proprietario, ”Villa Fossa”
Da Sindaco respinsi il progetto al mittente. Normale amministrazione: prevaleva un interesse pubblico sul privato. Convinto che la cosa finisse lì, come tante altre pratiche amministrative.
La Domenica successiva, il 16 gennaio 1983, mi recai alla Messa delle ore 11,00.
Durante l’omelia il celebrante incitò i fedeli e li invitò a prendersela con il Sindaco che biasimava in modo veemente perché non aveva concesso l’abbattimento dello stabile (al tempo chiamato palazzo Spigon), aggiungendo che Parroco e Parrocchia erano rattristati e dispiaciuti. La filippica occupò tutta la predica. Una cosa incredibile, un fatto del genere non era mai accaduto.

Perché ne parlo ora, presto detto. In uno degli ultimi Consigli Comunale della passata Amministrazione il problema, non so come, emerse durante una discussione di Consiglio; quale consigliere, mi rivolsi ad altro consigliere A.Z. che al tempo frequentava il locale Movimento dei Verdi, allora come ora, difensori del territorio, e chiesi perché non avessero alzato un dito in difesa, non dico del Sindaco, ma di villa Rampin Spigon.
Mi fu risposto, è registrato, che non volevano passare per anticlericali.
Un dito non lo alzarono, a differenza di tanti altri comuni cittadini, nemmeno coloro che da sempre si consideravano e si considerano difensori locali delle belle arti.
A me resta l’orgoglio di aver salvato un patrimonio storico che arricchisce e dà prestigio al nostro paese.

Legnaro, 26/10/2011 Giovanni Negrato