L. Collesei Consigliere di Vivere legnaro e uno dei relatori alla serata. ciao
venerdì 31 maggio 2013
Democrazia 2.0
L. Collesei Consigliere di Vivere legnaro e uno dei relatori alla serata. ciao
mercoledì 29 maggio 2013
Ilva, le tute blu di Legnaro preoccupate
Ricevo e pubblico:
28 maggio 2013 — pagina 28 sezione: Nazionale
Tra i 40 mila metalmeccanicicoinvolti nella crisi dell’Ilva (compreso l’indotto), ci sono anche i quaranta dipendenti della sede di Legnaro con gli ottanta colleghi del grande magazzino di Marghera. Nello stabilimento di via Enrico Fermi i lavoratori padovani, dipendenti del Gruppo Riva a tutti gli effetti, tagliano e spianano i cosiddetti coils. Ovviamente, dopo le dimissioni del Consiglio di amministrazione, anche le tute blu di Legnaro, sono molto preoccupate di quanto sta succedendo a Taranto e nelle altre sedi dell’Ilva. Un “caso” finito sulla scrivania del ministro allo sviluppo economico Flavio Zanonato. E da sempre all’attenzione di Antonio Silvestri, segretario provinciale della Fiom-Cgil. «Per il momento il lavoro non manca» sottolinea il delegato della Fiom-Cgil, Antonio Paccagnella, «La produzione non è rimasta mai ferma. Né alcuni mesi fa quando la Procura della Repubblica intimò il blocco dei mezzi di produzione nella sede centrale di Taranto né tre giorni fa, in coincidenza con le dimissioni del Consiglio di amministrazione. Per fortuna, le materie prime ed i manufatti continuano ad arrivare e non ci sono problemi neanche per le commesse da parte delle aziende del Nordest, a cui sono destinate le nostre lavorazioni». Il sindacalista dello stabilimento di Legnaro prosegue: «Con il doppio turno si resta in fabbrica anche fino alle dieci di sera, ma è chiaro che, ogni volta che pensiamo alla certezza del nostro futuro occupazionale, non possiamo certo restare tranquilli». Intanto il segretario della Fim-Cisl per Padova e Rovigo, Gianni Castellan, lo stesso che è stato coordinatore sindacale nazionale della vertenza Zanussi-Electrolux, lancia un accorato appello al ministro dello Sviluppo economico. «Non c’è tempo da perdere» osserva il sindacalista della Fim, già alle soglie della pensione, «Zanonato, per non correre altri rischi di fronte alle scelte nefaste effettuate dalla famiglia Riva, deve prendere una decisione drastica. A questo punto l’Ilva va messa in amministrazione straordinaria in base alla legge Prodi-Marzano. Come, d’altronde, in passato, a livello locale, era stato fatto anche per la Finmek e la Fidia. Soltanto così si possono garantire la produzione e la tenuta occupazionale della più grande azienda italiana che produce acciaio». Felice Paduano
martedì 28 maggio 2013
Democrazia liquefatta
I risultati definitivi della tornata elettorale amministrativa si sapranno soltanto a sera inoltrata. Eppure i giornali già titolano "Crollo del M5S". E' un titolo banale: tutti sapevano - per primi gli elettori e gli attivisti del MoVimento - che nelle elezioni comunali il M5S non avrebbe certo ripetuto il risultato delle politiche. Del resto, tra persone sincere questo fatto non sarebbe neppure oggetto di discussione: non c'è nessun rapporto tra le consultazioni politiche nazionali e le elezioni locali. Il problema, però, è un altro, ben più profondo: perché dovremmo essere felici, ed esultare, di fronte al "crollo" del M5S? Hanno forse vinto il Pd o il Pdl? I "partiti" hanno riacquistato la fiducia dei cittadini? Di cosa dovremmo essere felici? Del fatto che un romano su due non è andato a votare? Di un grado di astensione che non ha precedenti? È sorprendente vedere come si possono leggere le notizie, come la stampa possa presentarle. Possibile che non capiscano il dato reale? Ossia che la crisi della democrazia rappresentativa continua ad acuirsi, a farsi sempre più grave. Si attacca il M5S, ossia l'unica forza politica che è riuscita nel tentativo di riportare i cittadini alla partecipazione politica, all'interesse per la cosa pubblica. Un italiano su due non è andato a votare: questa è la crisi, sempre più profonda, della partitocrazia, e non il "crollo" del M5S. Si è tanto spesso parlato di "società liquida". Ebbene, la nostra è una democrazia liquida, ma liquida va inteso come liquefatta. Lo sconfitto è il sistema dei partiti. Lo sconfitto è un sistema politico che non funziona più." Paolo Becchi
Visto l'improvviso start del PD legnanese per la corsa alle elelzioni 2014 mi permetto di chiedere: e se a Legnaro si formasse una lista M5S, a chi andrebbe a togliere i voti? Un 12% non è utile per diventare sindaci, ma è indispensabile in una probabile corsa al foto finish.
Saluti Davide
giovedì 23 maggio 2013
Incontro coalizione di Centrosinistra
E' già tempo di prepararsi, di meglio conoscerci, di conoscere nuove persone, di avere consigli, idee, critiche costruttive, candidature.
Vieni alla riunione del 3 giugno e se vuoi gira questa informazione ai tuoi conoscenti di Legnaro.
sabato 18 maggio 2013
Il 25 aprile non è morto
venerdì 10 maggio 2013
Wellfare generativo
Pare che siano oltre 60.000.000.000 di euro i soldi che lo stato italiano versa per il walfare ( altri 110miliardi sono per la sanità pubblica). E' lecito quindi chiedersi quali siano le forme migliori di investimento in modo da ottimizzarene i rendimenti.
Un esempio ce lo da il nostro comune con l'albo dei beneficiari ( qui un esempio relativo al 2010) ossia l'elenco di persone enti e associazioni che hanno ricevuto una somma di denaro da parte del nostro sindaco. Dentro c'è un po' di tutto: borse di studio, contributi per iniziative sociali, riscaldamento, contributi vari a privati... La domanda che mi sono posto riguardo ad alcune di queste voci è: il comune, fra le sue mansioni, ha anche quella della beneficenza? E ancora: in che modo l'amministrazione deve aiutare i cittadini in difficoltà?
Bisogna dire che non è facile resistere alle quotidiane e pressanti richieste di sempre più persone in difficoltà, non è detto però che tutti quelli che hanno bisogno vengano a bussare alla porta del sindaco e già qui si comincia a intravvedere l'ingiusta disparità che questo sistema viene a creare. La persona orgogliosa non chiede 100 euro di carità anche se le sue condizioni sono oggettivamente peggiori di chi, con naturale sfrontatezza, si presenta ogni giorno alla porta del responsabile chiedendo sempre di più e bussando sempre più forte.
Aggiungo in oltre che è sotto gli occhi di tutti la tentazione di cui è vittima chi si trova a gestire il potere di distribuire soldi pubblici: è oltre modo facile comprare il consenso facendo passare come quasi per propri i soldi di tutti.
Allora torna la questione del wellfare generativo: uno stato sociale dove i soldi sono una risorsa da far fruttare. Una regola potrebbe essere che, quando possibile, per ogni somma erogata ci sia una corrispondente azione da parte del beneficiario. Il comune ti paga il gas per il riscaldamento, tu sfalci un tratto di fossato. Ricevi 150 euro per i medicinali, nonappena in salute seguirai un corso di italiano per stranieri. Non lo fai? Non riceverai altri soldi...
Chi come me vorrebbe un consumo del territorio molto più modesto e lento deve fare i conti con il fatto che proporzionalmente diminuiscono i così chiamati oneri di urbanizzazione. In altre parole se non nascono nuove lottizzazioni non entrano i soldi per erogare servizi. Urge quindi colmare la differenza di entrate con nuove tasse, ma meglio sarebbe con un aumento di rendimento dei pochi soldi che rimangono.
Se ad esempio al posto di dare soldi a fondo perduto in mano ad adulti in forze per lavorare, finanzio una cooperativa/associazione che impieghi gli stessi adulti legnaresi per svolgere piccoli (ma anche grandi) lavori di manutenzione: otterrò due risultati. Prima di tutto i soldi,chi ne ha bisogno, se li guadagna, in secondo luogo il comune risparmia sui lavori di manutenzione che prima finanziava con diversi capitoli di spesa. Poi non è detto che questa cooperativa/associazione non riesca a vendere i suoi servizi anche all'esterno creando occupazione.
Ad ogni modo non credo che fare elemosina rientri nelle mansioni del comune.
Per info: www.fondazionezancan.it http://www.fondazionezancan.it/news/view/497
Saluti Davide