lunedì 2 aprile 2012

L’EURO, LA MONETA UNICA EUROPEA, AI LEGNARESI COSTA CARA, OLTRE UN MILIONE DI EURO DI EXTRA (dall’anno 1997 al 2016)

Non è risaputo, ma è la verità, noi Legnaresi stiamo pagando circa un milione e duecentomila Euro per un periodo di 20 anni cioè fino al 2016, quale contributo volontario dell’Amministrazione Comunale (Sindaco Florentino) in favore dell’entrata dell’Italia nella moneta unica europea, contributo che non pagano i cittadini di Saonara o di Polverara o Padova, per esempio.
Sono problemi intrecciati con l’Europa e se avete pazienza li ripercorriamo assieme: i Consiglieri e la Giunta Comunale del tempo non si sono resi conto della gravità dell’accaduto, non hanno voluto sentire ragioni che pure si sono fatte sentire in Consiglio Comunale (la signora De Salvador e il sottoscritto, consiglieri di opposizione, ne sanno qualcosa).

PRIMO PASSAGGIO

Nel 1992 l’Italia firmava, con altri 15 Paesi, il trattato di Maastricht che contemplava una serie di fasi-procedure per arrivare all’unità monetaria europea.
L’accordo prevedeva, infatti, a partire dal gennaio 1993, una serie di tappe diverse, rigorosamente concatenate, e stabiliva il carattere irreversibile della transizione dell’ultima fase entro il primo gennaio 1999.
La seconda tappa, o fase, partiva dal 1° luglio del 1994 fino al 1996, con la costituzione dell’Istituto Monetario Europeo; la terza fase, a partire dal’1997 e comunque entro il 1° gennaio 1999, prevedeva la creazione della Banca Centrale Europea, unica istituzione che può autorizzare l’immissione di banconote e stabilire la loro quantità: la nascita dell’Euro.
Non tutti gli Stati passarono alla terza fase, solo 11 su 15, quattro rinunciarono, così, di entrare nella moneta unica, fra questi la Gran Bretagna e la Danimarca.
Un Paese per entrare nella moneta unica doveva dimostrare di avere una certa solidità economica, debiti contenuti, una garanzia finanziaria con dei buoni fondamentali, una moneta solida insomma: tutte cose che mancavano all’Italia.
Ecco apparire la genialità tutta italiana, merito in gran parte di Carlo Azeglio Ciampi (prima come Governatore della Banca d’Italia, dopo come Presidente del Consiglio dei Ministri e poi come Ministro del Tesoro), con una serie di operazioni, provvedimenti e tasse, ecc. poteva annunciare nel 1° gennaio 1999 che l’Italia ce l’aveva fatta: era stata ammessa all’Unione Monetaria Europea; nel maggio successivo Ciampi veniva – secondo me - premiato dal Parlamento con l’elezione a Presidente della Repubblica.

SECONDO PASSAGGIO

Uno dei provvedimenti di Ciampi, attuato durante la seconda fase del trattato, anno 1996, fu di permettere agli Enti Locali e ai Comuni di rinegoziare i loro mutui che avevano contratto con la Cassa Depositi e Prestiti, Istituto al tempo di proprietà del Ministero del Tesoro.
In questo modo lo Stato introitava nuovamente interessi sui medesimi capitali senza sborsare un lira: una pura operazione finanziaria a carico dei Comuni, quindi dei cittadini. Questa operazione fatta su migliaia di Comuni e Provincie migliorava le condizioni economiche dello Stato agli occhi dell’Europa.

Il Comune di Legnaro, al tempo, aveva molti mutui in essere a tasso fisso.
Il mutuo è un debito che si paga in un certo numero di anni con una rata annuale comprensiva parte di capitale e parte di interessi.
L’iter per l’estinzione di un mutuo è strano.
Mi spiego con un esempio riportato dal Sole 24 Ore:
“Per capire e rendersi conto di come camminano gli interessi e il capitale nel rimborso di un mutuo, facciamo un esempio:
Si accenda un mutuo ventennale con interessi fissi al 5%; dopo 10 anni di pagamento avremo che si sono pagati il 76% degli interessi complessivi (dei 20 anni) e il 36% di capitale.
Dopo 10 anni resta da pagare il 64% di capitale e il 24% di interessi.”

L’Amministrazione Comunale di Legnaro, con a capo il Sindaco Florentino, aderiva all’iniziativa del Governo e rinegoziava i mutui, che sono trentacinquennali e che scadevano entro il 2000 o, per alcuni, entro i primissimi anni del decennio successivo.
Le rate di rimborso alla Cassa Depositi e Prestiti, per l’esempio sopra visto, erano di solo capitale in quanto gli interessi erano già stati pagati.
Il mutuo rinegoziato, durata 20 anni, con interesse del 9% scade nel 2016 con una rata annua di oltre 60mila Euro (informazione dal Ministero degli Interni). Di fatto il Comune ha cominciato a pagare dal 1997 interessi del 9% su un capitale su cui gli interessi erano già stati pagati.

TERZO PASSAGGIO, CON BEFFA

Prima della rinegoziazione, le rate annuali sui mutui a carico del Comune di Legnaro venivano interamente rimborsate dallo Stato all’interno di trasferimenti economici Statali. Allo scadere del mutuo lo Stato cessava di pagare, in quanto il mutuo risultava estinto.
Per Legnaro, cessati i mutui, i trasferimenti in entrata da parte dello Stato nel bilancio del Comune, diminuivano dell’importo pari alle relative rate annuali. Per il Comune minor entrate non previste dagli incompetenti Amministratori, per decine e decine di migliaia di euro e maggiori spese, dovute ai nuovi interessi della rinegoziazione, per altre decine di migliaia di Euro, su operazioni avvenute 35 anni prima.
In Consiglio Comunale, assieme ad altri, dai banchi dell’opposizione, quale veterano amministratore, conoscitore di bilanci degli Enti Locali, cercai di spiegare quello che stava succedendo, tutto inutilmente di fronte ad un muro di sordi e arroganti (Consiglieri, Assessori e Sindaco della Maggioranza).
Mi rivolsi privatamente al Segretario Comunale dell’epoca che mi rispose: “La capisco, convengo, ma il problema è politico”. Come dire: si tratta di ubbidire ad un’ ordine.


PER FINIRE.

Perché ne parlo ora: semplice.

L’unificazione monetaria era stata presentata in Italia come imposta dall’urgenza di correggere i nostri squilibri e risanare la nostra economia, invece ci troviamo nel mezzo di una spaventosa crisi sociale–economica-finanziaria recessiva senza precedenti.
Una corrente di pensiero dice che è colpa dell’Euro; altra corrente di pensiero asserisce che in assenza dell’Euro le cose sarebbero peggiori. Chi ha ragione? Personalmente concordo con l’ex Premier Britannica Margaret Thatcher, la quale più di una volta ha esposto il concetto cui “se si perde la sovranità monetaria e di bilancio, non è molta la sovranità che rimane”.

A noi Legnaresi resta una tassa occulta, regalataci dai nostri Amministratori, tassa che molti altri cittadini italiani non pagano.


Legnaro, 31/03/2012
Giovanni Negrato

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Per fortuna che c'è questo sito, diversamente quando le avremmo conosciute certe informazioni?

Anonimo ha detto...

Sono d'accordo sulla importanza di questo sito. Tanto di cappello al suo inventore. Di questi siti uno per ogni comune.
Dalla stampa locale, il Comune di Brugine costruisce in via Fiumicello 2,5 Kilometri di pista ciclabile larga 2,5 metri per un costo di 178mila euro per l'interra opera (costo al KM 72mila euro).
A Legnaro il costo sarebbe di un milione al KM?
Negrato ha ragione quando denuncia lo spreco.