venerdì 14 gennaio 2011

Il Treno...seconda parte


...
Un soldato si prestò aiutare mia
madre a salire sul treno. Bravo quel soldato, si accorse che aveva difficoltà. In quanto a me, mi prese sotto le ascelle e mi lanciò come fossi una libellula all’interno della carrozza. Finalmente mi trovai sul tanto desiderato treno. La mia paura era quella che non potesse più partire; sentivo le porte che chiudendosi facevano tremare tutta la carrozza. Il treno prima di partire fece un fischio e subito dopo uno scossone e poi parti. La ripresa che fece!
andai a rotoloni sul pavimento, nessun problema ero tondo come una palla, mi alzai subito.
Peccato non si poteva guardare dal finestrino, era tutto ghiacciato. Allora mi limitai a guardare la carrozza come era fatta: i sedili erano in legno di colore unto, il pavimento era di legno con un velo di ghiaccio sopra. Mia madre era silenziosa, in piedi. Si notava
che stava soffrendo, capirai nelle sue condizioni.
Un signore anziano si alzo e cedette il posto a mia madre lei, ringraziando, si siedette e fece un sospiro reggendosi il pancione. Il treno correva forte fischiando nel mezzo della nebbia, poi rallentò, si fermò a Ponte San Nicolò, a Roncaglia, e subito a Voltabarozzo e in fine nella stazione S. Sofia a Padova.
Scendemmo dal treno, mia madre mi prese per mano e in fretta imboccammo una via stretta, arrivammo davanti un portone nero, si guardò dietro che non ci fosse nessuno che ci inseguisse, suonò il campanello, quello più lucido. Dopo cinque secondi circa il portone si apre, mia madre torna a guardarsi dietro e di fretta entra chiudendo il portone.
Due rampe di e arriviamo al secondo piano, una porta si apre e in silenzio una signora di nostra conoscenza, abbraccia mia madre poi dice, questo è Corrado? No, fa mia madre ; questo è Vito. Non poteva capire se ero io o mio fratello gemello, e mi dette un bacio: era alta, bella e profumata , cappelli castani, scarpe con i tacchi, aveva un cane tutto peloso con le gambe corte, si chiamava Piero.
Questa signora mi disse; Vito hai fame? (Io volevo apparire moderato e rispettoso), dissi ; poca, (invece avrei mangiato un
bue). Subito mi preparò un panino con burro e zucchero e mi disse; resta qui con Piero a giocare, tua mamma si deve lavare e cambiare
perché deve andare al Santo a vedere la chiesa grande. Dopo un’ora circa, mia madre esce dalla stanza, lavata, vestita e stirata, non
sembrava più mia madre! Non aveva più il pancione, non era più in cinta di otto mesi, era diventata bella e sorridente.
(Se quel periodo fosse stato di questi tempi, avrei pensato che, mia madre fosse entrata in un istituto di chirurgia plastica ma,niente di tutto questo).
Ci avviammo verso la chiesa del Santo, non eravamo molto lontani, arrivammo subito.. Entrammo in silenzio, ci facemmo il Segno della
Croce, mia madre tirò fuori un soldo dalla tasca e lo mise dove ne stavano tanti, prende una candelina l’avvicinò a un’altra e la accese.
Ci mettemmo in fila dietro altra gente per appoggiare la mano su una pietra lucida e dire una preghiera.
Vedi sopra, all’interno di quel calice, c’è la lingua di S. Antonio, (pensai, che schifo), mia madre si mise in ginocchio a pregare. Mentre lei pregava, io guardavo i bimbi nudi con il pisellino fuori, scolpiti
sul marmo delle colonne che sostengono le cupole della chiesa . Dopo la purificazione dell’anima ci avviamo per andare a prendere il treno e tornare a Legnaro. Per me, era sempre un’ emozione salire
sul treno.
Arrivati a Legnaro, andammo a piedi a casa. Mia madre mi disse: siamo stati fortunati non c’è stato nessun incidente, è andato tutto bene,
Sant’Antonio ancora una volta ci ha protetto. (Dentro di me ho fatto un pensiero, viaggiare sul treno non è peccato, giocare con il cane Piero non è peccato,
siamo andati nella chiesa del Santo abbiamo dato pure un soldo, non sarà mica peccato), “e pure il peccato cera”. Per la verità io capivo e non capivo.
Quando più grande ero, a guerra finita, mia madre mi raccontò tutto, senza sottointesi. Perché si viaggiava sul treno solo quando c’era la nebbia?; perché ogni settimana aveva il pancione?; perché in casa di quella signora diventava snella e andava via il pancione?; perché cammina forte guardandosi indietro? Chi era quella signora alta e bella che conosceva bene?
Continuate leggere che vi dico tutto, e per la
privacy non faccio nomi.

Saluti dal treno Davide

5 commenti:

Dimitri ha detto...

Desidero fare un po’ di chiarezza in merito a quello che è stato scritto sul blog, riguardante l’impianto fotovoltaico da 1 MWp (1 megawatt picco) che verrebbe installato su terreno agricolo comunale.
Prima parte
1) Area necessaria
Per 1 kWp servono circa 7,5 m² di moduli fotovoltaici in silicio policristallino, che è quello attualmente più utilizzato (circa 7 m² con silicio monocristallino). Tenuto conto che la massima produzione di energia elettrica si ottiene inclinando i moduli di 30° rispetto al piano orizzontale e orientandoli a sud, per evitare l’ombreggiamento delle file che stanno “dietro” da parte di quelle che stanno “davanti”, occorre distanziare le file stesse tra loro. Senza entrare in tecnicismi abbastanza complicati che richiedono conoscenze di trigonometria, si può dimostrare che la superficie piana necessaria a ottenere la potenza di 1 kWp è pari a: 7,5*2,3 = 17,25 m², che si possono arrotondare a 18 m² (ad abundantiam). Poiché 1 MWp = 1.000 kWp, l’area piana totale necessaria per la realizzazione dell’impianto in oggetto e pari a: 18*1.000 = 18.000 m².
Occorre poi aggiungere lo spazio per la cabina elettrica di trasformazione bassa/media tensione, per i quadri elettrici di campo, i passaggi di servizio e via dicendo; 20.000 m² dovrebbero essere sufficienti.
2) Costo terreno e affitto al Comune
Nella zona agricola oggetto dell’intervento, una superficie di 20.000 m² si acquista con circa: 20.000*10 = 200.000 € (mi fido di quanto riportato nel post “I barbari continuano a ferire il territorio” del 2/1/2011 di G. Negrato, che banale non è).
Come faccia una ditta/società a corrispondere al Comune la somma di 100.000 € all’anno per vent’anni (complessivamente 2 milioni di Euro!) per l’affitto di un terreno che ne costa 200.000 è un mistero!
Se il Comune troverà qualche “pollo”, farà Bingo!
Attenzione, però: le spese per lo smantellamento dell’impianto, trascorsi i vent’anni, dovrebbero essere a carico della ditta/società medesima (ammessa la sua sopravvivenza, visto il canone d’affitto); altrimenti, alla fine della fiera, saranno i cittadini a pagare, come sempre.
Saluti ing. D. Pagnin

Dimitri ha detto...

Seconda Parte
3) Produzione attesa di energia elettrica
Nella provincia di Padova, e quindi anche nel Comune di Legnaro, un impianto fotovoltaico ben costruito, con moduli orientati a sud e inclinati di 30° rispetto al piano orizzontale, produce, il primo anno, circa 1.150 kWh per ogni kWp di potenza (nel 2010 ho monitorato un impianto da 3 kWp installato a Casalserugo: la produzione è stata di 3.632 kWh, cioè di 1.211 kWh/kWp).
Prudenzialmente, consideriamo una produzione di 1.150 kWh/kWp il 1° anno, 966 kWh/kWp il 20° anno, tenuto conto del decadimento naturale dell’efficienza dei moduli che, in letteratura, è stimato intorno al 16% in 20 anni.
Il valore medio annuo di producibilità, nell’arco temporale di vent’anni, sarà pertanto di:
(1.150+966):2 = 1.058 kWh/kWp.
Un impianto da 1 MW = 1.000 kW, dovrebbe quindi produrre mediamente una quantità di energia pari a: 1.000*1.058 = 1.058.000 kWh = 1.058 MWh in un anno.
Il consumo medio annuale di una famiglia italiana è di circa 3 MWh all’anno (statistiche ENEL e TERNA); pertanto, il numero di famiglie che potrebbero essere alimentate dall’impianto in oggetto è di: 1.058:3 = 353, non 3.000 come indicato dall’assessore Righetti sull’ultimo numero del Notiziario del Comune di Legnaro!!!
L’errore è talmente grossolano da lasciare stupiti: l’avesse commesso il sig. Pierino avremmo potuto anche chiudere un occhio, ma che si sbagli di un ordine di grandezza l’ing. Righetti è francamente troppo!!
C’è un errore (in eccesso) anche nel calcolo della CO2 non emessa “Ben 750 tonnellate di anidride carbonica risparmiate l’anno”, ma soprassiedo per non infierire troppo.
4) Considerazioni personali
Faccio ora alcune osservazioni circa la scelta operata dall’Amministrazione Comunale che, a mio modesto parere, avrebbe dovuto percorrere un’altra strada: installare qualche impianto fotovoltaico di minor potenza, ovviamente, sui tetti (ove possibile) degli edifici pubblici quali scuole, palazzetto dello sport, sede municipale, ecc., come hanno fatto molti Comuni italiani, anche più piccoli del nostro (vedi Polverara e Correzzola, per citarne soltanto due). Ciò avrebbe permesso di perseguire i seguenti obiettivi:
a) non sottrarre altro verde al nostro territorio, già martoriato da un’urbanizzazione eccessiva (per usare un eufemismo);
b) dimostrare ai cittadini che si possono convenientemente sfruttare spazi marginali degli edifici, come i tetti delle abitazioni e dei capannoni industriali, per produrre energia, senza sottrarre alle coltivazioni prezioso territorio agricolo.
d) L’installazione di impianti fotovoltaici su scuole e/o palestre, che sono luoghi di studio e di ritrovo dei nostri ragazzi, può aiutare a diffondere tra gli stessi una nuova coscienza ecologica, di rispetto per l’ambiente e la sua salvaguardia, di conoscenza dei cogenti problemi energetici, dei cambiamenti climatici in atto, di maggior attenzione nell’uso dell’energia in generale e del risparmio energetico, di maggior attenzione verso le fonti rinnovabili . . .
Questa è una “mission” che ogni amministrazione comunale dovrebbe avere, a prescindere dal colore politico. La strada intrapresa da questa Amministrazione sembra andare in tutt’altra direzione.
e) Infine, si può osservare che le tariffe incentivanti riconosciute dal nuovo Conto Energia (DM 6/8/2010) per gli impianti fotovoltaici realizzati su edifici sono sensibilmente maggiori di quelle previste per gli impianti a terra (+ 11%-13%), senza contare che è previsto un “premio” del 10% sulla tariffa incentivante qualora venga sostituita una copertura in eternit (amianto).
Saluti ing. D. Pagnin

Dimitri ha detto...

Seconda Parte
3) Produzione attesa di energia elettrica
Nella provincia di Padova, e quindi anche nel Comune di Legnaro, un impianto fotovoltaico ben costruito, con moduli orientati a sud e inclinati di 30° rispetto al piano orizzontale, produce, il primo anno, circa 1.150 kWh per ogni kWp di potenza (nel 2010 ho monitorato un impianto da 3 kWp installato a Casalserugo: la produzione è stata di 3.632 kWh, cioè di 1.211 kWh/kWp).
Prudenzialmente, consideriamo una produzione di 1.150 kWh/kWp il 1° anno, 966 kWh/kWp il 20° anno, tenuto conto del decadimento naturale dell’efficienza dei moduli che, in letteratura, è stimato intorno al 16% in 20 anni.
Il valore medio annuo di producibilità, nell’arco temporale di vent’anni, sarà pertanto di:
(1.150+966):2 = 1.058 kWh/kWp.
Un impianto da 1 MW = 1.000 kW, dovrebbe quindi produrre mediamente una quantità di energia pari a: 1.000*1.058 = 1.058.000 kWh = 1.058 MWh in un anno.
Il consumo medio annuale di una famiglia italiana è di circa 3 MWh all’anno (statistiche ENEL e TERNA); pertanto, il numero di famiglie che potrebbero essere alimentate dall’impianto in oggetto è di: 1.058:3 = 353, non 3.000 come indicato dall’assessore Righetti sull’ultimo numero del Notiziario del Comune di Legnaro!!!
L’errore è talmente grossolano da lasciare stupiti: l’avesse commesso il sig. Pierino avremmo potuto anche chiudere un occhio, ma che si sbagli di un ordine di grandezza l’ing. Righetti è francamente troppo!!
C’è un errore (in eccesso) anche nel calcolo della CO2 non emessa “Ben 750 tonnellate di anidride carbonica risparmiate l’anno”, ma soprassiedo per non infierire troppo.
4) Considerazioni personali
Faccio ora alcune osservazioni circa la scelta operata dall’Amministrazione Comunale che, a mio modesto parere, avrebbe dovuto percorrere un’altra strada: installare qualche impianto fotovoltaico di minor potenza, ovviamente, sui tetti (ove possibile) degli edifici pubblici quali scuole, palazzetto dello sport, sede municipale, ecc., come hanno fatto molti Comuni italiani, anche più piccoli del nostro (vedi Polverara e Correzzola, per citarne soltanto due). Ciò avrebbe permesso di perseguire i seguenti obiettivi:
a) non sottrarre altro verde al nostro territorio, già martoriato da un’urbanizzazione eccessiva (per usare un eufemismo);
b) dimostrare ai cittadini che si possono convenientemente sfruttare spazi marginali degli edifici, come i tetti delle abitazioni e dei capannoni industriali, per produrre energia, senza sottrarre alle coltivazioni prezioso territorio agricolo.
d) L’installazione di impianti fotovoltaici su scuole e/o palestre, che sono luoghi di studio e di ritrovo dei nostri ragazzi, può aiutare a diffondere tra gli stessi una nuova coscienza ecologica, di rispetto per l’ambiente e la sua salvaguardia, di conoscenza dei cogenti problemi energetici, dei cambiamenti climatici in atto, di maggior attenzione nell’uso dell’energia in generale e del risparmio energetico, di maggior attenzione verso le fonti rinnovabili . . .
Questa è una “mission” che ogni amministrazione comunale dovrebbe avere, a prescindere dal colore politico. La strada intrapresa da questa Amministrazione sembra andare in tutt’altra direzione.
e) Infine, si può osservare che le tariffe incentivanti riconosciute dal nuovo Conto Energia (DM 6/8/2010) per gli impianti fotovoltaici realizzati su edifici sono sensibilmente maggiori di quelle previste per gli impianti a terra (+ 11%-13%), senza contare che è previsto un “premio” del 10% sulla tariffa incentivante qualora venga sostituita una copertura in eternit (amianto).
Saluti ing. D. Pagnin

Dimitri ha detto...

Seconda Parte
3) Produzione attesa di energia elettrica
Nella provincia di Padova, e quindi anche nel Comune di Legnaro, un impianto fotovoltaico ben costruito, con moduli orientati a sud e inclinati di 30° rispetto al piano orizzontale, produce, il primo anno, circa 1.150 kWh per ogni kWp di potenza (nel 2010 ho monitorato un impianto da 3 kWp installato a Casalserugo: la produzione è stata di 3.632 kWh, cioè di 1.211 kWh/kWp).
Prudenzialmente, consideriamo una produzione di 1.150 kWh/kWp il 1° anno, 966 kWh/kWp il 20° anno, tenuto conto del decadimento naturale dell’efficienza dei moduli che, in letteratura, è stimato intorno al 16% in 20 anni.
Il valore medio annuo di producibilità, nell’arco temporale di vent’anni, sarà pertanto di:
(1.150+966):2 = 1.058 kWh/kWp.
Un impianto da 1 MW = 1.000 kW, dovrebbe quindi produrre mediamente una quantità di energia pari a: 1.000*1.058 = 1.058.000 kWh = 1.058 MWh in un anno.
Il consumo medio annuale di una famiglia italiana è di circa 3 MWh all’anno (statistiche ENEL e TERNA); pertanto, il numero di famiglie che potrebbero essere alimentate dall’impianto in oggetto è di: 1.058:3 = 353, non 3.000 come indicato dall’assessore Righetti sull’ultimo numero del Notiziario del Comune di Legnaro!!!
L’errore è talmente grossolano da lasciare stupiti: l’avesse commesso il sig. Pierino avremmo potuto anche chiudere un occhio, ma che si sbagli di un ordine di grandezza l’ing. Righetti è francamente troppo!!
C’è un errore (in eccesso) anche nel calcolo della CO2 non emessa “Ben 750 tonnellate di anidride carbonica risparmiate l’anno”, ma soprassiedo per non infierire troppo.
4) Considerazioni personali
Faccio ora alcune osservazioni circa la scelta operata dall’Amministrazione Comunale che, a mio modesto parere, avrebbe dovuto percorrere un’altra strada: installare qualche impianto fotovoltaico di minor potenza, ovviamente, sui tetti (ove possibile) degli edifici pubblici quali scuole, palazzetto dello sport, sede municipale, ecc., come hanno fatto molti Comuni italiani, anche più piccoli del nostro (vedi Polverara e Correzzola, per citarne soltanto due). Ciò avrebbe permesso di perseguire i seguenti obiettivi:
a) non sottrarre altro verde al nostro territorio, già martoriato da un’urbanizzazione eccessiva (per usare un eufemismo);
b) dimostrare ai cittadini che si possono convenientemente sfruttare spazi marginali degli edifici, come i tetti delle abitazioni e dei capannoni industriali, per produrre energia, senza sottrarre alle coltivazioni prezioso territorio agricolo.
d) L’installazione di impianti fotovoltaici su scuole e/o palestre, che sono luoghi di studio e di ritrovo dei nostri ragazzi, può aiutare a diffondere tra gli stessi una nuova coscienza ecologica, di rispetto per l’ambiente e la sua salvaguardia, di conoscenza dei cogenti problemi energetici, dei cambiamenti climatici in atto, di maggior attenzione nell’uso dell’energia in generale e del risparmio energetico, di maggior attenzione verso le fonti rinnovabili . . .
Questa è una “mission” che ogni amministrazione comunale dovrebbe avere, a prescindere dal colore politico. La strada intrapresa da questa Amministrazione sembra andare in tutt’altra direzione.
e) Infine, si può osservare che le tariffe incentivanti riconosciute dal nuovo Conto Energia (DM 6/8/2010) per gli impianti fotovoltaici realizzati su edifici sono sensibilmente maggiori di quelle previste per gli impianti a terra (+ 11%-13%), senza contare che è previsto un “premio” del 10% sulla tariffa incentivante qualora venga sostituita una copertura in eternit (amianto).
Saluti ing. D. Pagnin

Anonimo ha detto...

Impianto fotovoltaico di Via Garibaldi
Oggi ho scaricato dal sito del Comune il bando di gara che tanto (mi sembra) sta interessando gli affezionati di questo blog.
Non ho avuto il tempo di leggere tutto, ma alcune "singolarità" mi sono subito saltate agli occhi:
1) l'impianto deve essere realizzato con moduli in silicio policristallino; perché? Se una ditta decidesse di fare un'offerta con moduli in silicio monocristallino, o amorfo, o in TeCd, o in CIS, che male ci sarebbe?
1 MWp in un anno produce una quantità di energia che non dipende dal tipo di tecnologia dei moduli (semmai, i moduli in Si monocristallino occupano una superficie minore, a parità di potenza!).
2) Al punto 2 del bando viene specificato che l'impianto deve essere realizzato secondo le disposizioni del Decreto del Ministero dello Sviluppo Economico del 19/2/2007 (Decreto Bersani), noto come 2° "Conto Energia", che si applicava agli impianti fotovoltaici entrati in esercizio entro il 31/12/2010.
Come è noto, per quelli che entreranno in esercizio dal 1/1/2011 ed entro il 31/12/2013 si applica, invece, il "Nuovo Conto Energia", con le nuove tariffe incentivanti, cioè il DM 6/8/2010.
Come la mettiamo? La parola agli avvocati, io sono un tecnico.
Legnaro, lì 19/01/2011
Saluti
D. Pagnin