sabato 24 aprile 2010

XXV aprile




Oggi è il 25 aprile e si festeggia la liberazione dal nazifascismo. Nel corso di questi oltre 60 anni molte sono state le mistificazioni e i tentativi di riabilitazione. Credo che sia giusto rimarginare le ferite, riappacificarsi e continuare, ma un'altra cosa è ribaltare la situazione.
Certamente, dopo 2 anni di persecuzioni, rastrellamenti, scontri armati, rappresaglie nei confronti di familiari e civili in genere, dopo inverni passati in compagnia di paura e fame, dopo questo e molto altro ancora, una volta vinto sul piano militare, i partigiani scesero dalle montagne e fecero strage di quanti furono per lo meno complici dei carnefici. Non giustifico la vendetta, non scuso gli eccessi: semplicemente taccio perchè non sarò mai in grado di comprendere fino in fondo la situazione. Mi piacerebbe che altri usassero la stessa cortesia.
In giro per la rete e anche fuori, è tutto un dire che i partigiani erano traditori e assassini, che hanno dato luogo ad atrocità come le Foibe, che umiliarono e uccisero innocenti ecc. ecc. Come per stabilire una sorta di pareggio e con questo riabilitare 20 anni di nazifascismo e la ideologia retrostante/sovrastante.
Prima della liberazione non era concesso il voto alle donne, c'era un partito solo, non c'era il sindacato, si deportavano italiani nei campi di concentramento, si pestava l'oppositore, si umiliavano migliaia di persone facendo trangugiare loro olio di ricino, si uccideva, si confinava, si dava fuoco alle università popolari, si nascondeva la verità, si mandava al massacro 300.000 ventenni nella campagna di Russia...
E' strano come la fine violenta e sanguinosa del regime nazifascista al posto di suonare come monito per le odierne generazioni, sia in realtà utilizzata per affermare concetti riabilitanti e riqualificanti il ventennio.
A quanti sostengono queste tesi voglio solamente ricordare che sono ben pochi i regimi totalitari che sono terminati senza violenza e che le parole resistenza e liberazione sono e saranno sempre una fotografia di quello che ancora accadrà se per sventura si dovesse ritornare in Italia sotto un regime come quello fascista.
Oggi più che mai il rischio di scivolare verso quel tipo di regime è particolarmente concreto, la gente non si indigna più per nulla, nemmeno la crisi economica ( spesso i regimi sono stati preceduti da crisi economiche) risveglia le coscienze, il terreno è pronto per la delega totale nei confronti del nuovo salvatore della patria.
Ma molta gente si sta impegnando perchè questo non accada, e molti, se sarà necessario, diventeranno ancora partigiani lottando per libertà e giustizia.

Una nota:mi dispiace che il canto simbolo di tutti i partigiani sia stato ultimamente collocato politicamente a sinistra. Io "bella ciao" la cantavo in classe alle elementari assieme alla maestra e al prete e, per la cronaca, non abitavo a Reggio Emilia.

Saluti antifascisti Davide

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