martedì 25 novembre 2014

Ethernit a scuola.

Il giorno 29 ottobre scorso ho inviato la mail  qui sotto riportata al Sindaco, agli assessori, agli uffici tecnici e in copia conoscenza alla scuola. Dopo oltre 25 giorni non ho ricevuto alcun tipo di risposta in merito. 10 giorni fa ho contattato personalmente gli uffici tecnici per sapere se almeno avevano ricevuto la mail. Confermandomi che si trattava di amianto, mi hanno anche assicurato che di li a poco avrebbero incaricato la ditta per lo smaltimento. Oggi il capanno è ancora lì. La presenza di Ethernit nella scuola media è noto da anni ai nostri amministratori, ma preferiscono concentrarsi in altri progetti al posto di dedicarsi alla sicurezza dei ragazzi.
Mi chiedo solamente perché, dopo quasi un mese, nessuno abbia trovato il tempo di dare una risposta, non a me, ma almeno ai genitori che in quella scuola mandano i figli. Una risposta.

La mail:

Ricevo da parte di alcuni genitori preoccupati le fotografie che vi allego. Senza voler suscitare clamore e inutili allarmismi vi prego di voler verificare se il tetto del capanno fotografato è effettivamente costituito di amianto. Qualora lo fosse ritengo urgentissima la necessità di eliminarlo dagli ambienti scolastici della nostra scuola media legnarese. Qualora si trattasse di altro materiale, vi prego di accertarne la natura e di diffondere nell'ambiente scolastico quanto accertato così da tranquillizzare i genitori molto preoccupati di sapere che i propri figli fanno ricreazione in ambienti malsani e pericolosi.

Con spirito di collaborazione, cordialmente cons. Davide Bianchini

P.S.
500.000 euro di ristrutturazione della scuola, inaugurazione dell'edificio ristrutturato e due anni fa si sono dimenticati di un tetto in ethernit! 


lunedì 24 novembre 2014

Astenuti: caproni o nuova società?

Il 60%  degli elettori che ieri in Emilia Romagna e Calabria sono rimasti a casa al posto di andare a votare sono elettori sia di destra che di sinistra, ammesso che esistano ancora queste categorie e che, esistendo, abbiano ancora un senso comunemente condiviso.
Si tratta di una così vasta porzione di popolazione che non si può usare una sola definizione che li comprenda tutti se non quella di astenuti. Li capisco tutti e 60%! Sono rimasti a casa perchè percepiscono i loro rispettivi partiti di riferimento come macchine elettorali con il solo scopo di fregarsi i soldi appena raggiunto il potere. Il partito ( destra o sinistra non cambia) ha reciso i collegamenti con la base elettorale e questa contraccambia autoescludendosi dal gioco. Con altre parole è come se a una partita di poker, i giocatori, ci chiedessero un contributo economico per giocare qualche mano, ma in cambio non ci lasciassero nemmeno guardare le carte. In questo panorama fallisce anche il M5S di Grillo, ma non perchè il suo 10% sia da disprezzare, ma perchè in quanto di parte non potrà mai raccogliere i consensi di tutti a meno di non sporcarsi così tanto da diventare uno di loro. Oggi non c'è bisogno  di un partito nuovo, o di una persona nuova. Abbiamo bisogno di più partiti nuovi e più persone nuove capaci di confrontare diverse concezioni economiche e sociali e capaci di trovare una sintesi o al limite un'alternanza  fra i vari modelli di società proposti. Mancano quindi più concenzioni economico-sociali da confrontare le une con le altre, mancano i portavoce di queste concezioni e pertanto mancano anche i posti dove discuterle, ampiarle, modificarle... Mancano i partiti. Mentre Renzi, Salvini e Grillo si contendono il sempre meno numeroso pubblico votante, il 60% della popolazione dovrebbe ricominciare a parlare di politica in casa, nei posti di lavoro, negli spazi pubblici e in piazza. Non la politica dei voti e dei parlamentari, ma la politica della vita di tutti i giorni. Adesso però non so più se essere ottimista. Non so se questa operazione sia realmente possibile o se il processo di abbandono sia irreversibile.

Uno dei tanti articoli sul calo alle urne.

Saluti Davide