mercoledì 7 ottobre 2015

Proposta: fondiamo Legnaro con Polverara.


La fusione dei piccoli comuni sarà presto obbligata dall'alto: questo è quanto si prevede come possibile misura governativa per diminuire la spesa pubblica. Se ad esempio però Legnaro e Polverara si fondessero oggi potrebbero avvantaggiarsi parecchio utilizzando la normativa in essere. Parliamo di diverse centinaia di migliaia di euro in più rispetto agli stanziamenti attuali e bilanci svincolati dal patto di stabilità per alcuni anni. Una proposta che vale la pena di essere discussa, o no?

Saluti Davide 

Dal Gazzettino del 7 ottobre 2015
Este segue l'esempio di Ospedaletto e vota la fusione: l'altra sera il consiglio comunale cittadino ha approvato la delibera che chiederà alla Regione l'attivazione del percorso che porterà al referendum per lo sposalizio fra i due Comuni. Il sì è arrivato dalla maggioranza compatta. Hanno alzato la mano Morena Cadaldini, Maria Luisa Cagnotto, Andrea Dalla Valle, Vanni Mengotto, Francesco Panfilo, Stefano Papa, Andrea Quadarella, Alberto Roman, Anna Tregnaghi e lo stesso sindaco, Giancarlo Piva. Si sono astenuti i tosiani Carlo Zaramella ed Enrico Zovi e ha votato no solo Sergio Gobbo, referente del Pdl. Nella delibera la faccenda è dipinta in modo chiaro e preciso: il nuovo Comune si chiamerebbe Este, come suggerito dalla commissione intercomunale, mentre a Ospedaletto spetterà una parte importante nello stemma. Lo sposalizio verrà benedetto da Santa Tecla e dalla Beata Vergine del Tresto, che diventerebbero le due patrone. Secondo i dati forniti dall'Amministrazione durante la discussione, inoltre, per il nuovo ente ci saranno 9 milioni di trasferimenti extra dallo Stato nel giro di 10 anni. Per non parlare del fatto che il maxi Comune ci sarà la possibilità di sforare il patto di stabilità per cinque anni. Il risparmio è quantificato in 250 mila euro l'anno, ai quali vanno aggiunti i 10 milioni di euro di avanzo di amministrazione che potrebbero rientrare nel piano. «Stiamo completando un grande e lungo lavoro che ci ha impegnato molto in questi ultimi 4 anni - sottolinea Piva - sono state numerose le commissioni, le riunioni, gli incontri che hanno coinvolto gli amministratori, i consiglieri, organizzazioni sociali, cittadini. La discussione ha attraversato e sta attraversando le nostre comunità, se ne è discusso negli ambiti più diversi, dai bar alla piazza, alle riunioni associative, sui mass media, sui social». «Oggi stiamo costruendo il futuro delle nostre comunità, dei nostri cittadini - continua il sindaco - oggi si misura il coraggio di chi è stato chiamato a costruire il bene comune e si misura la generosità di una classe politica che sa anteporre l'interesse e il bene dei cittadini ai propri interessi». Il fronte del no ha avuto come riferimento solamente il consigliere pidiellino: «Sono stato l'unico a votare contro, pur credendo alla fusione territoriale così come è concepita normativamente per i numerosi vantaggi e benefici che ne derivano alla collettività - sottolinea Gobbo - ho votato contro per senso di responsabilità verso tutti quei cittadini che mi hanno chiesto di dare un messaggio forte alle due Amministrazioni per la mancata condivisione del progetto con la cittadinanza». «Ritengo che la fusione tra due entità territoriali, con la loro storia, debba essere l'epilogo di un percorso naturale e fisiologico - continua il consigliere - concertato con i residenti, che dopo avere ricevuto una completa informazione, sentano ad un certo punto la fusione come una necessità e non come una imposizione».

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