lunedì 18 maggio 2015

La casetta dell'acqua: presidio decrescente?


Distribuire acqua "minerale" in piazza per pochi centesimi è un'azione politica simbolica particolarmente ricca di conseguenze anche sul piano pratico. 
Mettiamo che la casetta dell'acqua di Legnaro distribuisca a regime solamente 100 litri al giorno per un totale di massimo 5 euro di fatturato. Alla fine dell'anno avrà distribuito 36.500 litri di acqua minerale. Supponiamo che un litro di acqua in bottiglia costi mediamente 25 centesimi come ci dicono alcune statistiche. A fronte di un fatturato di 5 euro/die di acqua del Sindaco, il mercato della distribuzione alimentare subirà, a Legnaro, oltre 9.000 euro all'anno di mancato introito. 
Poca roba, certamente, ma proviamo a moltiplicare i numeri per 8.000, che sono circa i comuni italiani: fanno esattamente 72.000.000 di euro all'anno. Sempre pochissimo rispetto ai fatturati delle multinazionali dell'acqua, ma già abbastanza da giustificare qualche licenziamento. Dietro la bottiglia d'acqua c'è infatti l'operaio che la riempie, l'autotrasportatore che la porta in giro per lItalia, il distributore di benzina che fa il pieno al camion, il commerciante di plastica con cui si confezionano le bottiglie, il commesso del supermercato... Perfino gli operatori ecologici subiranno un ridimensionamento perché non ci saranno più per lo meno 160.000.000 di bottiglie e tappi di plastica da smaltire. Adesso che ci penso anche i disabili che contano sulla raccolta dei tappi di bottiglia per le loro carrozzelle dovranno inventarsi qualcos'altro per racimolare i soldi. Non tutto il bene viene per arrecare beneficio, sigh!
Credo che 100 litri di acqua erogata al giorno sia una stima al ribasso giusto per essere sicuri di non sparare cavolate. 
Ora prendiamo per buoni i numeri offerti dall'amministrazione stessa e supponiamo però, in via cautelativa, che una famiglia legnarese, utilizzando l'acqua della casetta, risparmi 100 euro all'anno ( quelli della foto in basso hanno detto che il risparmio può arrivare anche a 250 euro all'anno). Essendo il 61% sul totale delle famiglie italiane quelle che acquistano regolarmente l'acqua in bottiglia, a Legnaro il tutto si tradurrebbe in un mancato introito per la distribuzione alimentare di almeno 200.000 euro/anno con tutte le conseguenze che comporterebbe anche in termini occupazionali.
Più PIL o meno PIL? Libero mercato o solidarietà? Crescita o decrescita? Centro destra, centro sinistra o sinistra antagonista dei centri sociali? 
La diminuzione di fatturato per le multinazionali dell'acqua favorirà altri settori merceologici poiché il risparmio ottenuto dall'utilizzo delle casette dell'acqua andrà comunque speso in altre cose. In assenza di una visione politica complessiva e necessariamente complessa del mercato nel suo insieme, quanto dei benefici ambientali ottenuti con queste azioni verranno dispersi e annullati da azioni di segno opposto? 
In altri termini: oggi lavoro per comprarmi la macchina per andare a lavorare. Se domani la macchina diventa elettrica ad energia solare assolutamente ecologica ed economica certamente è meglio, ma cosa è cambiato realmente per me? 
Riflessioni effimere che non incidono sulla realtà dei fatti. Oggi a Legnaro chi vuole può liberarsi dall'acqua in bottiglia e cominciare a fare il pieno in piazza. Chi lo farà avrà più soldi in tasca e genererà meno rifiuti. Il tutto alla faccia di un certo ecologismo autoreferenziale, incapace di sviluppare il minimo progetto concreto sul territorio, sempre propenso alla sterile polemica finalizzata esclusivamente all'auto proclamazione esistenziale.
Per coloro che da sempre usano l'acqua del rubinetto non cambia niente e dovranno aspettare le prossime elezioni regionali per vedere se qualcuno penserà anche a loro.
Oggi l'ambiente ringrazia. Il resto è inutile, facile, sterile polemica.

Saluti Davide

1 commento:

roberto ha detto...

Buona riflessione Davide. Io ho invece fatto dei ragionamenti e pensieri più pratici, che di solito, per deformazione professionale, o per necessità, devo fare sempre, quando mi relaziono con l'autorità pubbica, quali ASL, ARPAV, SPISAL etcc.

1 - se chi va a prendere l'acqua, visto che deve pagare, perché non esiste uno sportello, ad apertura appunto solo a seguito di pagamento, per preservare l'igiene del vano erogatore dell'acqua? Quello del latte, quanto meno viene chiuso ed aperto, e ad ogni fornitura viene igienizzato. Per gli operatori, si potrebbe farlo aprire con una chiave speciale. La cassetta del contatore dell'ENEL si apre con chiave speciale, ma non è che normalmente noi "ingeriamo" energia elettrica, eppure non vi si può accedere facilmente.......e l'ASL non dice niente?!

2 - posizione. Visto che al punto 1 si evidenzia, che il vano di distribuzione dell'acqua, è costantemente aperto, visto che si trova in adiacenza ad una strada provinciale, e per finire è anche rivolto verso la strada, il vano diventa un potenziale ricettacolo di batteri, quando va bene, e di polveri sottili in inverno o nelle giornate umide. Non ho ancora visto un "adetto di turno" cha vada a pulire le superfici a contatto con l'acqua, seppur in acciaio inox. Voi fareste mangiare vostro figlio, su di un piatto che è stato esposto un giorno, ai bordi di una strada provinciale? credo proprio di no! Tanto meno dal boccale di un erogatore che è stato nelle condizioni simili..... Sarebbe stato opportuno scegliere una posizione, più defilata e lontana dalla strada.....ma ciò non avrebbe avuto le stesse ricadute "politiche"..... E l'ARPAV cosa dice?!

3 - esiste una telecamera che vigila sull'erogatore? Se per qualche motivo colposo o doloso, si dovesse diffondere un batterio, ben presto tutti quelli che sono venuti a contatto con l'erogatore ne verrebbero contagiati...........o peggio ancora se qualcuno insudiciasse l'erogatore volontariamente. Nel distributore del latte, esiste una telecamera.......

Potrei continuare con altre considerazioni, ma mi fermo qui, ...a voi l'arguzia di trovare altri "buchi" nell'erogatore dell'acqua.

Paradossale che l'ente pubblico, pretenda sempre dal privato, tanti protocolli di sicurezza alimentare HACCP, esposizione ad inquinanti indoor e outdorr, sicurezza ed igene per la somministrazione di bevande e cibi, ma quando serve, "a richiesta", chiude non un occhio, tutti e due, e nel frattempo, con la bottiglia in omaggio, ti passa a mano, il santino per chi votare alle prossime elezioni regionali.

Io continuo a bere l'acqua del rubinetto, la qualità ed i controlli sono gli stessi, ma il rubinetto è pulito.

Salute! (incondizionata).


Roberto.