lunedì 11 giugno 2012

L'Apolitico


Da www.beppegrillo.it


Il signor Q (è un nome di fantasia) ha perso il posto di lavoro, il figlio è da sempre disoccupato, gli è stata recapitata una cartella di Equitalia di 10.000 euro su cui sta indagando un commercialista che gli fa credito, la moglie ha bisogno di costosi medicinali a pagamento, non riesce a onorare le scadenze del mutuo e dovrà lasciare il suo appartamento, le bollette dell'acqua, del gas, della spazzatura, dell'energia elettrica sono mazzate che non prova neppure più a schivare. Gli arrivano ogni mese in piena faccia e le paga quando può insieme alla mora. La figlia ha rischiato uno stupro e in casa hanno già subito un furto. La porta blindata la sta pagando a rate. Nel fine settimana è sempre in fuga dall'inquinamento. L'aumento della benzina gli consente però solo un'autonomia di 50 km (andata e ritorno) per uscire dalla città, deve tornare indietro quando la spia della benzina diventa rosso incandescente. Il nonno si è spento da poco insieme alla sua pensione che contribuiva alla spesa settimanale alla Lidl, lasciando così la famiglia nella disperazione.
Il signor Q è un antipolitico viscerale, da sempre. "La politica è sporca (per questo lui se ne lava le mani)". "La politica la fanno i politici". "Io ho altro da fare che occuparmi di politica". "C'è chi lavora e chi fa politica e io lavoro". Il signor Q (quanti milioni di signor Q dormono da sempre sonni beati in Italia?) detesta la politica. Ma se lui non si occupa di politica, è la politica che si occupa di lui. Lo spolpa vivo. Gli toglie i diritti civili, la libertà di informazione, il diritto alla salute, la casa, il lavoro, la sicurezza, un futuro per i suoi figli. L'antipolitica del signor Q ha le sue radici profonde nel distacco tra cittadino e Stato, tra un mondo ideale, e inesistente, dove si coltivano i propri interessi privati, e il mondo "là fuori" che non busserà mai alla tua porta. Ognuno vale uno, ma chi non partecipa vale zero.




Non possiamo più delegare i partiti. Nati con le più buone intenzioni oggi hanno fallito. In attesa che si autoriformino non possiamo lasciare lo spazio che hanno lasciato vuoto. Ogni cittadino, se vuole anche solo avere il titolo per lamentarsi deve prendere parte alle decisioni che lo riguardano.


Saluti Davide

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