mercoledì 18 aprile 2012

Il 25 aprile lo festeggiano il 28 aprile

Ieri ho ricevuto l'invito che qui sotto vi riporto. Si tratta della commemorazione del 25 aprile giorno della Liberazione nazionale dal NaziFascismo. Ho subito provveduto a segnalare l'errore con cui si indica in sabato 28 il giorno per la celebrazione, ma non si tratta di un errore.
Cosa significa spostare la data di una commemorazione? Perchè compiere questa forzatura se il 25 aprile è festa nazionale e non si vede alcun motivo organizzativo per spostare l'evento? Che valore ha la data se possiamo commemorala quando vogliamo?
La risposta è solamente una: svilire, privare di valore e significato, svuotare, cancellare, dileggiare. Con una semplice variazione di calendario ecco emergere la natura ignorante, tracotante e fascista di un'amministrazione che ormai rappresenta solamente se stessa.
Parlare ai miei figli del 25 aprile è impresa non semplice per chi come me in quei tempi non era ancora nato, altrettanto difficile è quindi commemorare un evento che si è vissuto solamente attraverso i racconti, i film, le letture a scuola e dintorni. A volte mi interrogo sull'effettività di queste giornate alla memoria, ma non c'è motivo alcuno per dileggiare e disprezzare quello che, volenti oppure no, simboleggia per intero il valore su cui è fondata la nostra repubblica: la LIBERTA'
E' in atto ormai da anni l'operazione culturale di svilimento degli avvenimenti che caratterizzarono la lotta di liberazione nazionale dall'invasore nazista. Si passa dalla commemorazione di stragi perpetrate dai partigiani nei confronti di nazisti e fascisti alla equiparazione morale fra chi ha messo in gioco la sua vita e quella dei suoi familiari unendosi alla resistenza e chi ha seguito il suo duce fino alla repubblica di Salò, si tirano in mezzo le Foibe che è senz'altro una strage su base etnica perpetrata da comunisti, ma che ben poco c'entra con la liberazione nazionale, se non che ebbe di mira anche gli appartenenti friulani del Comitato di Liberazione Nazionale e si svolse in parziale concomitanza con la resistenza italiana.
Tutto per bene mischiato e nascosto dietro la coltre della demagogia da baretto al terzo spritz.
Alla liberazione armata partecipò una minoranza della popolazione italiana, i più si unirono per i festeggiamenti o scapparono per sfuggire alla furia vendicativa partigiana. Ma una cosa che non si può certamente dire è che furono di un solo colore politico. Quello che mi sforzo sempre di ricordare ai miei figli è che chi fece la resistenza erano ragazzi e ragazze spesso ancora adolescenti, erano comunisti, democristiani, ex fascisti, ex carabinieri, ammutinati, preti, liberali, repubblicani, gente di destra, di sinistra e senza credo politico o religioso. Fra le fila del CNL si contano parroci, rabbini, ladri, furfanti, santi, martiri ed eroi. Non fu un partito o una ideologia a spingere migliaia di persone a lasciare casa e sicurezze per andare a vivere di stenti nei monti sempre a rischio di rastrellamento e conseguente impiccagione. Furono gli ideali condivisi di giustizia e libertà.
Oggi il nostro compito è conferire senso ad una commemorazione che ogni anno che passa vede mancare i suoi diretti protagonisti. Bisogna ristabilire un nesso valoriale fra chi la resistenza l'ha fatta e chi come me ne ha solamente goduto i risultati. Oggi pertanto risulta fondamentale andare oltre l'educazione civile nei confronti dei superstiti e approfittare della festa nazionale per ribadire con forza il nostro credo civile nei valori di Libertà e Giustizia. Valori che uniscono le generazioni e rinsaldano il legame fra bisnonni, nonni, genitori, figli e nipoti.
Io personalmente trovo che il 25 aprile sia il giorno per ricordare ai partigiani ancora vivi e alla memoria dei defunti che anche oggi, grazie anche al loro insegnamento, c'è qualcuno disposto a sacrificarsi come hanno fatto loro. Quando la libertà verrà ingiustamente negata e insopportabilmente compressa ancora qualcuno si darà alla macchia, imbraccerà i fucili, caccerà l'invasore e ucciderà il tiranno.
E questo suoni da ammonimento per tutti quelli che pensano di poter utilizzare il potere per fare quello che vogliono: non c'è ancora stato al mondo dittatura o invasione sopravvissuta alla resistenza popolare. 10,20 0 50 anni, ma alla fine sempre tutti spazzati via!

Saluti, ora e sempre resistenza, Davide

1 commento:

Anonimo ha detto...

forse qualche politico vuole approfittare della festività e fare vacanza!?