martedì 1 novembre 2011

Villa Spigon

Ricevo e pubblico:

VILLA FOSSA-RAMPIN SPIGON –
QUANDO VENNE SALVATA DALL’ABBATTIMENTO

Una località, un paese si arricchiscono di cultura e di prestigio se nel loro territorio si trovano edifici storici, per esempio ville venete.

Paolo Zatta uno studioso del territorio della Saccisica ha redatto l’elenco delle ville vincolate nel piovese.

Per Legnaro appaiono Villa Morassutti, Villa Folco, Villa Fossa-Rampin Spigon, quest’ultima, ora adibita a ristorante-albergo.
Se aggiungiamo la maestosa Corte Benedettina, Legnaro non sfigura per insediamenti storici.

Villa Fossa-Rampin Spigon costruita nel ‘700, sotto la Repubblica di San Marco, sorge in centro paese, la sua ornamentale facciata fa da quinta alla piazza antistante; di proprietario in proprietario, negli anni del 1950 venne acquistata dalla Parrocchia di Legnaro che vi insediò la Scuola Materna.

Nei primissimi anni del 1980, la Parrocchia presenta in Comune di Legnaro un progetto per l’abbattimento dello stabile per edificarvi appartamenti e un bar. Il progetto era correlato di un bozzetto-plastico.
Sindaco del Comune di Legnaro, in quel periodo, era il sottoscritto.
Strano ma vero, la Villa non compariva nell’elenco degli edifici da salvare.
Ricevuto il progetto, incaricai il vigile urbano, vigile unico nel Comune, di fotografare lo stabile.
Inviai le foto e il progetto della Parrocchia al Provveditorato delle belle arti di Venezia, come previsto dalla legge del 1939 - n. 1039 tutt’ora in vigore. Il progetto non venne approvato, giustamente, e la villa venne iscritta nell’elenco degli edifici vincolati, con il nome del primo proprietario, ”Villa Fossa”
Da Sindaco respinsi il progetto al mittente. Normale amministrazione: prevaleva un interesse pubblico sul privato. Convinto che la cosa finisse lì, come tante altre pratiche amministrative.
La Domenica successiva, il 16 gennaio 1983, mi recai alla Messa delle ore 11,00.
Durante l’omelia il celebrante incitò i fedeli e li invitò a prendersela con il Sindaco che biasimava in modo veemente perché non aveva concesso l’abbattimento dello stabile (al tempo chiamato palazzo Spigon), aggiungendo che Parroco e Parrocchia erano rattristati e dispiaciuti. La filippica occupò tutta la predica. Una cosa incredibile, un fatto del genere non era mai accaduto.

Perché ne parlo ora, presto detto. In uno degli ultimi Consigli Comunale della passata Amministrazione il problema, non so come, emerse durante una discussione di Consiglio; quale consigliere, mi rivolsi ad altro consigliere A.Z. che al tempo frequentava il locale Movimento dei Verdi, allora come ora, difensori del territorio, e chiesi perché non avessero alzato un dito in difesa, non dico del Sindaco, ma di villa Rampin Spigon.
Mi fu risposto, è registrato, che non volevano passare per anticlericali.
Un dito non lo alzarono, a differenza di tanti altri comuni cittadini, nemmeno coloro che da sempre si consideravano e si considerano difensori locali delle belle arti.
A me resta l’orgoglio di aver salvato un patrimonio storico che arricchisce e dà prestigio al nostro paese.

Legnaro, 26/10/2011 Giovanni Negrato

2 commenti:

bazzolo lino ha detto...

grazie a givanni negrato

bazzolo lino ha detto...

grazie a giovanni negrato