lunedì 10 ottobre 2011

CANCELLARE LE FESTE PATRONALI NON E’ VIOLARE LA LIBERTA’ RELIGIOSA?

Pubblico con colpevole ritardo questo intervento. Chiedo scusa e approfitto per ribadire il concetto che questo blog pubblica tutti gli interventi che pervengono firmati alla mia mail. Sentitevi di partecipare liberamente.

La doverosa manovra di risanamento della economia italiana approvata nei giorni scorsi (Decreto Legge n. 138/2011, convertito nella Legge n. 148/ 2011) fra i tantissimi provvedimenti prevede, di brutto, la cancellazione delle feste patronali infrasettimanali. Il provvedimento lascia basiti: queste feste, per ogni comunità una all’anno, cosa c’entrano con la manovra? Le feste patronali sono a tutela dei diritti di fede e dello spirito.
Per un credente il Catechismo della Chiesa Cattolica, al n. 2188, recita: “Nel rispetto della libertà religiosa e del bene comune di tutti, i cristiani devono adoperarsi per far riconoscere dalle leggi le domeniche ed i giorni di festa della Chiesa come giorni festivi”, difendendo anzi “le tradizioni come un prezioso contributo alla vita spirituale della società umana”. E’ facile capire che le feste patronali rientrano a pieno titolo in tale categoria, non va dimenticato che hanno radici che si perdono nel tempo.
Le feste patronali rappresentano la memoria di una comunità, non sono il retaggio del passato, ma bensì pratiche di una fede nell’oggi. Un esempio: il 13 giugno di ogni anno, la festa patronale di sant’Antonio da Padova, è partecipata da decine e decine di migliaia di fedeli-cittadini.
Il provvedimento, che costituisce una pesante discriminazione nei confronti di milioni di credenti, pure contribuenti, è stato subito applaudito dalla associazione Uaar, Unione Atei e Agnostici Razionalisti, i quali si considerano ulteriormente soddisfatti perché sono state salvate le feste infrasettimanali laiche, ovvero il 25 aprile, il primo maggio ed il 2 giugno, per la verità feste alcune asfittiche, lontane dal sentire popolare.
Da cittadino cristiano praticante sento venuta meno la mia libertà religiosa: esprimo, per quanto posso, la mia protesta e ne chiedo il ripristino.

Legnaro, 26/09/2011 Giovanni Negrato



Saluti davide

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