venerdì 22 ottobre 2010

P.Pasolini




PRIMO PUNTO ALL'ODG:
Spegnete la televisione, accendete la rete e selezionate voi i contenuti che più vi interessano!!!! 7,8 1000 canali a pagamento e non, non bastano, sono una miseria, per lo più merda premasticata da chi non fa di certo i vostri interessi. La televisione anestetizza il cervello tanto è vero che per risvegliarlo dal tormpore e renderlo reccettivo nei momenti di pubblicità gli autori televisivi adoperano argomenti e immagini sempre più forti e brutali: la morte di Sarah, il culo della velina... Sesso e morte interagiscono con le parti del nostro cervello più antiche e animali, quello più inconsce meno controllabili. Il gatto putrefatto sul ciglio della strada fa obiettivamente schifo, ma non è possibile resistere a non guardarlo, lo stesso dicasi per l'incidente nell'altra corsia. In rete c'è tutto quello che trovate in tv, ma anche molto altro. Molto di peggio si può certamente dire, ma anche molto di meglio. Non fatevi mancare nulla, Eros e Thanatos, spazzatura e informazione l'importante è essere voi a scegliere.

SECONDO PUNTO ALL'ODG:

Io so i nomi... / di Pier Paolo Pasolini
Da: "Scritti Corsari", 14 Novembre 1974, di Pier Paolo Pasolini

Io so i nomi dei responsabili di quello che viene chiamato golpe (e che in realtà è una serie di golpes istituitasi a sistema di protezione del potere).
Io so i nomi dei responsabili della strage di Milano del 12 dicembre 1969.
Io so i nomi dei responsabili delle stragi di Brescia e di Bologna dei primi mesi del 1974.
Io so i nomi del "vertice" che ha manovrato, dunque, sia i vecchi fascisti ideatori di golpes, sia i neofascisti autori materiali delle prime stragi, sia, infine, gli "ignoti" autori materiali delle stragi più recenti.
Io so i nomi che hanno gestito le due differenti, anzi opposte, fasi della tensione: una prima fase anticomunista (Milano 1969), e una seconda fase antifascista (Brescia e Bologna 1974).
Io so i nomi del gruppo di potenti che, con l’aiuto della Cia (e in second’ordine dei colonnelli greci e della mafia), hanno prima creato (del resto miseramente fallendo) una crociata anticomunista, a tamponare il 1968, e, in seguito, sempre con l’aiuto e per ispirazione della Cia, si sono ricostituiti una verginità antifascista, a tamponare il disastro del referendum.
Io so i nomi di coloro che, tra una messa e l’altra, hanno dato le disposizioni e assicurato la protezione politica a vecchi generali (per tenere in piedi, di riserva, l’organizzazione di un potenziale colpo di Stato), a giovani neofascisti, anzi neonazisti (per creare in concreto la tensione anticomunista) e infine ai criminali comuni, fino a questo momento, e forse per sempre, senza nome (per creare la successiva tensione antifascista).
Io so i nomi delle persone serie e importanti che stanno dietro a dei personaggi comici come quel generale della Forestale che operava, alquanto operettisticamente, a Città Ducale (mentre i boschi bruciavano), o a dei personaggi grigi e puramente organizzativi come il generale Miceli.
Io so i nomi delle persone serie e importanti che stanno dietro ai tragici ragazzi che hanno scelto le suicide atrocità fasciste e ai malfattori comuni, siciliani o no, che si sono messi a disposizione, come killers e sicari. 12 dicembre 1969: alle 16,30 un ordigno esplode all’interno della Banca Nazionale dell’Agricoltura in piazza Fontana a Milano provocando 16 morti e 84 feriti Io so tutti questi nomi e so tutti questi fatti (attentati alle istituzioni e stragi) di cui si sono resi colpevoli.
Io so. Ma non ho le prove. Non ho nemmeno indizi.
Io so perché sono un intellettuale, uno scrittore, che cerca di seguire tutto ciò che succede, di conoscere tutto ciò che se ne scrive, di immaginare tutto ciò che non si sa o che si tace; che coordina fatti anche lontani, che rimette insieme i pezzi disorganizzati e frammentari di un intero coerente quadro politico, che ristabilisce la logica là dove sembrano regnare l’arbitrarietà, la follia e il mistero. Tutto ciò fa parte del mio mestiere e dell’istinto del mio mestiere. Credo che sia difficile che il "progetto di romanzo" sia sbagliato, che non abbia cioè attinenza con la realtà, e che i suoi riferimenti a fatti e persone reali siano inesatti. Credo inoltre che molti altri intellettuali e romanzieri sappiano ciò che so io in quanto intellettuale e romanziere. Perché la ricostruzione della verità a proposito di ciò che è successo in Italia dopo il 1968 non è poi così difficile...



I fatti non sono più gli stessi certo, rimane il vuoto lasciato da personalità come Pasolini.
Il libro "Scritti corsari" raccoglie gli articoli scritti dal poeta nel Corriere della Sera. Credete oggi sia possibile che un intellettuale così poco allineato e di rottura come Pasolini possa esprimersi utilizzando il più diffuso quotidiano nazionale? Questo per dare la misura del momento che stiamo vivendo.


"L'intelligenza non avrà mai peso, mai, nel giudizio di questa pubblica opinione. Neppure sul sangue dei lager tu otterrai, da una dei milioni d'anime della nostra nazione un giudizio netto, interamente indignato. Irreale è ogni idea irreale ogni passione di questo popolo ormai dissociato da secoli la cui soave saggezza gli serve a vivere, non lo ha mai liberato. Mostrare la mia faccia, la mia magrezza, alzare la mia sola, puerile voce non ha più senso. La viltà, avvezza a veder morire nel modo più atroce gli altri con la più strana indifferenza. Io muoio, e anche questo mi nuoce".
(P.Pasolini) Scritti corsari,1975


Saluti corsari Davide

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