domenica 19 settembre 2010

La microbiologia è nata a Legnaro

Ricevo e pubblico:

La microbiologia è nata a Legnaro
(Storia affascinante che si arricchisce ai nostri giorni)

Di recente un Istituto di credito ha aperto uno sportello bancario a Legnaro, pubblicizzò l'evento diffondendo un opuscolo dove compariva in bella evidenza il ricordo del “miracolo di Legnaro”: la farina di granoturco divenuta sangue, annoverando il fatto fra quelli di notevole rilevanza storica, locale e internazionale.
Il fatto, che tanta apprensione-meraviglia ha destato nei Legnaresi del tempo, a noi contemporanei ci venne riportato dallo storico locale, Monsignor don Fortunato Giacomello con la sua raccolta “Cenni storici di Legnaro”, pubblicata nell'anno 1903.

Di cosa si tratta?
Siamo nel 1819, il cibo fondamentale quotidiano per i Veneti era la polenta; la farina per fare la polenta veniva contenuta in una cassa di legno. Nella famiglia di un Legnarese, certo Pittarello, quella sera la moglie, come sempre, con una scodella prende la farina dalla cassa per immergerla nell'acqua bollente del calderone appeso al focolare. Ma, aperta la cassa, si sentì male e svenne: nella cassa non c'era farina, ma sangue. Il “miracolo”, così venne considerato, si ripete più volte in quella stagione, fine estate inizio autunno, e dopo non più.
L'evento non avrebbe avuto storia e considerato opera di fanatismo popolare, se Legnaro fosse stato ancora sottomesso-occupato da Napoleone Bonaparte. Sconfitto Napoleone, le nazioni vincenti al Congresso di Vienna del 1815, assegnarono il Veneto all'Austria. Legnaro, nel 1819, era sotto l'Austria da quattro anni.
Il governo Austriaco organizzò il nuovo territorio assegnando un Farmacista, un Medico condotto, il Parroco e il Maestro elementare ad ogni Villaggio o Centro Amministrativo, Legnaro fra questi.
Queste autorità, venute a conoscenza della farina divenuta sangue, presero a cuore il problema informando autorità superiori di Distretto e Prefettizie. Venne nominata una Commissione di esperti e chiesto loro di spiegare quanto avvenuto.
Contemporaneamente, a parte, un giovane studente di farmacia dell'Università di Padova, Bartolomeo Bizio, che più tardi diverrà un giovane scienziato, incuriosito, si mise a studiare il fenomeno in proprio, riuscendo a riprodurre in laboratorio il così chiamato ”miracolo”. Scopre che la causa che dà colore sangue alla farina-polenta è un batterio, un microorganismo (microbo vivente che battezza con il nome di “Serratia marcescens”) che nulla ha a che fare con la fermentazione della farina, come da alcuni esperti supposto.
Per tranquillizzare la popolazione, l'esperimento venne riprodotto pubblicamente a Legnaro. Siamo nel 1823.
Il giovane studente completò, nel 1823, una relazione-memoria, scientificamente documentata, spiegando il rigoroso metodo di ricerca inventato per arrivare alla memorabile scoperta del “batterio”; non dimentichiamo che siamo, pressapoco, all'anno zero della microbiologia.
Nel 1833 la relazione-memoria venne pubblicata sugli “Annuali Delle Scienze del Regno Lombardo-Veneto”, superò i confini italiani, e internazionalizzata con l'aiuto della stampa del tempo.
Ufficialmente il padre riconosciuto della microbiologia è il francese Louis J Paster (1822-1895), grande scienziato, chimico e biologo; le sue scoperte hanno inizio a Parigi nel 1854 con la pubblicazione sulla “anomalia della fermentazione della birra”.
Da qualche decennio è convinzione che lo Scienziato Francese abbia abbondantemente spulciato la relazione del miracolo di Legnaro fatta dal giovane Bortolomeo Bizio. Lo testimoniano scienziati-professori universitari che considerano il lavoro di Bizio ”Lo studio precursore della moderna microbiologia” originato dal miracolo di Legnaro: Prof. Manconi dell'Università di Cagliari – quotidiano Nuova Sardegna - 2008-; Prof. Corbellini dell'università La Sapienza di Roma - quotidiano Il Sole 24 ore - 2001-; un testo scientifico di medicina del 2003; il quotidiano il Giornale nel 2004; degli ultimi due mi sfugge i nomi degli stensori; ecc. ecc.

Oggi con ragione, si può dire che la microbiologia moderna è nata a Legnaro e non a Parigi.

La documentazione relativa al “miracolo”: le lettere di scambio fra i soggetti interessati e intervenuti; le nomine di commissioni e singoli esperti con relativi nomi; gli articoli dei giornali dell'epoca; le ordinanze delle Autorità; la relazione di Bizio; ecc., è custodita nei vari archivi di stato: Padova, Firenze, Venezia, ecc. Ottima cosa sarebbe il poterla raccogliere in fotocopia e depositarla in Biblioteca a Legnaro, a disposizione per chi interessato. Oggi a Legnaro c'è l'Università con la facoltà di Veterinaria e Biologia animale...
Non solo, a Legnaro c'è l'Istituto Zooprofilattico, dove una giovane scienziata virologa, continua con le scoperte microbiologiche. Di recente il Corriere della Sera, nelle pagine dedicate alla scienza, scrive: “...Ilaria Capua, Virologa all'istituto zooprofilattico delle Venezie a Legnaro, Padova, è la ricercatrice che, nel 2006, ha sfidato la comunità scientifica internazionale, rifiutandosi di trasferire i dati del genoma di una variante africana del virus aviario H5N1, in una banca dati, quella del Los Alamos Laboratory nel New Mexico, cui potevano accedere solo una ventina di laboratori. Ha voluto, invece, che queste informazioni fossero a disposizione di tutti....... E' considerata dalla rivista internazionale Seed “una delle cinque menti rivoluzionarie” degli ultimi anni.......”

Per quanto sopra esposto, nel 2005, in Consiglio Comunale di Legnaro, quale Consigliere di opposizione, in occasione della discussione e approvazione del bilancio di previsione di quell'anno, presentai un emendamento abbondantemente illustrato del seguente tenore:
“…...reperire copia della documentazione relativa al così detto “miracolo” di Legnaro che per molti Scienziati ha dato origine allo studio e nascita della “microbiologia, e depositarla in Biblioteca Comunale nella sezione storica locale,.... Costo: una borsa di studio di Euro 1.000”
In bilancio non mancavano i mezzi finanziari, come non mancano ora.
Il Sindaco Bettini rispose: a noi della maggioranza non interessa, e con voto da “replicanti” la proposta venne bocciata.
Mi auguro, sono convinto, che in futuro altro Consigliere Comunale Legnarese riprenderà il tema, ampliandolo e chiedendo che una strada venga intitolata a Bortolomeo Bizio; è il minimo di riconoscenza che una comunità civile possa fare.

P.S.
Si verificherà: un giorno, su un palco in piazza, con la scenografia del tempo, in occasione di festività locali, verrà riproposto in pubblico il “miracolo di Legnaro”, e molta gente, venuta anche dai paesi vicini, vi assisterà plaudente e sbalordita.



Legnaro, li 17/09/2010 Giovanni Negrato

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