venerdì 3 luglio 2009

Legnaro di destra.

A Legnaro, stando ai risultati delle scorse elezioni, oltre il 60% della popolazione si riconosce nell'offerta politica della destra. Tale inclinazione garantisce il degrado morale che affligge le nostre istituzioni. Una delle possibili spiegazioni è nella mancanza di un'adeguata controfferta da parte della sinistra, ma anche nell'incapacità della destra di riconoscersi in leader migliori di quelli attuali. Penso che moltissima gente che vota Forza Italia sia disgustata e amareggiata nel vedere il loro "capo" trattare giovani e giovanissime donne al pari di caramelle al centro tavola per gli ospiti. Non credo ci sia alcun leghista che non sappia che, nonostante la lega al governo, la Sicilia riceve sempre più soldi dallo stato, o che il ponte sullo stretto sono milioni e milioni di euro regalati alle famiglie mafiose. Sono sicuro che nel 60% dei legnaresi si possano trovare moltissime persone dall'alto rigore morale che mai permetterebbero l'utilizzo della cosa pubblica per scopi privati come nel piccolo caso dei voli di stato. L'incapacità di proporre strategie tendenti al superamento della crisi economica è palese come la considerazione del nostro stato a livello mondiale. Lasciatemelo dire: ci prendono tutti per il culo!
Nonostante tutto questo le persone desiderano l'ala protettrice della destra: noi legnaresi votiamo a destra!

Vi lascio un post tratto dal blog di Antonio di Pietro. Vi prego: non confondete la mia ammirazione per la persona con l'aderenza al suo partito.


DIMETTETEVI VI: la Corte abbandonata


Il Presidente della Corte Costituzionale, Francesco Amirante, nonostante un centinaio di costituzionalisti si sia pronunciato contro il lodo Alfano, nonostante i quindici della Consulta siano in estremo imbarazzo per il comportamento di due colleghi, nonostante quella cena fosse tutto fuorché di piacere, come testimonia la bozza di riforma costituzionale, apparsa appena due giorni quella cena, negli uffici del Senato, nonostante tutto questo, non interviene per salvaguardare l’autonomia dell’istituzione che rappresenta.
Ricordo, al Presidente Amirante, che la Corte ha tra i suoi membri almeno due giudici non autonomi, e che la sua tardività nel pronunciarsi rischia, se dovesse ulteriormente protrarsi, di essere vista come un oscuro messaggio.
Quello che chiediamo ad Amirante è di farsi garante della terzietà, dell’indipendenza, ed autonomia della Corte Costituzionale.
L’incuria e la superficialità con cui i due giudici hanno liquidato la cenetta di maggio, unite alla loro ostinazione nel non volersi astenere dalla votazione del 6 ottobre, denotano la malafede che li muove.
La lettera aperta del giudice Mazzella al corruttore senza sosta denota, infine, un atteggiamento di riverenza, mista a servilismo, che giunge come un campanello d’allarme sull'effettiva indipendenza dei membri della Consulta.
Ricordo a Mazzella quanto, gli studenti di giurisprudenza, apprendono nei primi mesi di studio: mentre i giudici ordinari, in casi simili al suo, devono astenersi e possono essere ricusati, tali provvedimenti non sono stati previsti per la Corte Costituzionale, per il semplice fatto che, fino allo scorso maggio, era inimmaginabile che un giudice della Corte, rivendicando la sua amicizia personale con un imputato interessato alle decisioni della Consulta, lo invitasse a casa sua alla vigilia di un giudizio che lo coinvolge, addirittura insieme al Ministro della Giustizia, che quella legge "ad personam" aveva promosso ed ordito.
Non arretreremo di un passo in questa battaglia sull’autonomia della Consulta e sulla decisione che, la Corte stessa, dovrà prendere il 6 ottobre con riferimento alla legge 128 (nota come lodo Alfano) di cui Silvio Berlusconi, per ora, è l’unico beneficiario.

Saluti Davide

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