domenica 21 dicembre 2008

Unire i comuni... che pazzia! Però...

Leggo con piacere che qualcuno ogni tanto propone l'unione dei comuni. La legge sugli enti locali del 2000 ( ormai più di 8 anni fa) la prevede con tanto di ingenti incentivi economici per chi la praticherà. Legnaro-Polverara è un'utopia? Vittorio Veneto- Conegliano pare che sia un'idea che aggrada ai cittadini di quelle zone.
Riporto l'articolo apparso sul Gazzettino di oggi.

"Conegliano
NOSTRO SERVIZIO

Ha ricevuto un coro di consensi la "rivoluzionaria" proposta, avanzata l'altro ieri dai sindaci di Vittorio Veneto e Conegliano, di superare i campanilismi per creare un macrocomune unico in cui far confluire, oltre alle due realtà maggiori, anche i piccoli comuni contermini. Il plauso, praticamente unanime, è arrivato da politici, industriali, professionisti, commercianti ma, anche e soprattutto, dai "semplici cittadini", quelli che non ne possono più della Casta e degli sprechi della politica. «E' un'idea intelligente, finalmente. Qui tutti dobbiamo tirar la cinghia e fa piacere che anche qualche qualche sindaco si renda conto che è ora di smetterla con gli inutili sprechi», commentavano ieri mattina, al farmer market di Conegliano, le massaie in attesa di far la spesa low cost. «Si pensi a quanti soldi si risparmierebbero, anzichè mantenere due giunte, due sindaci, doppi consiglieri», sottolineava Bruno Rui. «La gente ormai vuole efficienza e razionalizzazione dei servizi, i campanili non hanno più senso anche perchè ormai tra Vittorio e Conegliano c'è una grandissima mobilità», il commento di Corrado Castellani, docente di filosofia. «Idea ottima, soprattutto perchè consentirebbe di ridurre le spese», il parere di Antonella Arnosti, commerciante storica con boutiques su entrambe le piazze. «La razionalizzazione non può che essere positiva, basta che non comporti un aumento della burocrazia», hanno detto Giorgio e Gerardo Serena, imprenditori vinicoli con casa a Conegliano il primo, a Vittorio il secondo e azienda a metà strada. «Il comune unico? La trovo una proposta fattibile, anche se non in tempi brevi per ragioni politiche e di mentalità», ha sottolineato Valerio Petterle, medico vittoriese in servizio all'ospedale di Conegliano. «Condivido pienamente la proposta. Non ho mai capito le ragioni per cui due centri di queste dimensioni e così vicini debbano duplicare i loro servizi», ha sottoscritto l'avvocato Daniele Bellot, vittoriese doc che ben rappresenta i rapporti che hanno sempre caratterizzato le due città. Bellot, infatti, aveva aperto inizialmente uno studio solo nella sua città. Anni fa ha avviato un secondo studio a Conegliano perchè la sua clientela coneglianese, così come del resto della Marca, rifiutava l'idea di recarsi in una Vittorio percepita come estremamente periferica. «In provincia di Treviso ci sono 450mila persone amministrate da 12 comuni e altre 450mila circa amministrate da altri 73 comuni: la sproporzione, e l'assurdità di questa situazione, è sotto gli occhi di tutti - ha commentato Ottaviano Bellotto, segretario generale della Cgil di Conegliano e Vittorio Veneto -. Positiva, dunque, l'idea della razionalizzazione ma meglio sarebbe partire con i piccoli comuni, più che con due realtà di grosse dimensioni come Conegliano e Vittorio Veneto per le quali si potrebbe, intanto, stabilire una regia unica per una serie di servizi comuni, da quelli socio-assistenziali all'anagrafe, solo per citarne alcuni. L'importante è, naturalmente, che nei futuri processi di riorganizzazione vengano coinvolti tutti i soggetti interessati».

«Mi fa piacere che le prime reazioni della gente alla proposta di creare la macroarea siano state positive - ha osservato Scottà, sindaco leghista di Vittorio Veneto -. Credo che, a questo punto, potremmo proseguire con uno studio di fattibilità che consideri modalità organizzative, costi e, soprattutto, benefici e risparmi dell'eventuale riorganizzazione. Il secondo passaggio dovrebbe essere rappresentato, a mio avviso, da un referendum popolare in cui possano esprimersi le popolazioni coinvolte dal progetto di riorganizzazione, seguito da un passaggio a livello delle segreterie dei partiti. A quel punto si potrà decidere». Scottà ha già in mente i possibili organi direttivi della futura "metropoli": «Penso a una giunta fatta dai sindaci di tutti i comuni che faranno parte della macroarea, in modo che possano essere presenti tutte le realtà sì da tutelare le varie identità». Tutti da definire dettagli organizzativi e possibili risparmi derivanti dalla creazione del comune unico dell'Alta Marca anche per il primo cittadino di Conegliano, Alberto Maniero (Pdl): «L'operazione non mi sembra poi così difficile - ha sottolineato - considerato che noi, ad esempio, abbiamo già un municipio diviso in tante sedi. Un modello organizzativo potrebbe essere quello già adottato per il nostro ospedale diviso tra le due città: servizi essenziali presenti ovunque, quindi per esempio sportelli come anagrafe e servizi sociali in tutti i comuni, mentre le eccellenze (ad esempio l'urbanistica, ndr) si potrebbero concentrare in un'unica sede. Oggi, non dimentichiamolo, la sfida per l'ente pubblico è avere eccellenze, a livello di professionalità, per poter fare progetti e i comuni piccoli, su questo, sono in difficoltà». «E' vero, le realtà piccole non sempre sono in grado di perseguire efficacia ed efficienza - ha aggiunto Giustino Moro, sindaco di Pieve si Soligo - penso ad esempio a certi uffici tecnici che fanno 3-4 contratti in un anno dove diventa difficile l'aggiornamento del personale. Ben venga, dunque, l'apertura del confronto sulla creazione della macroarea».

Elisabetta Gavaz

Saluti Davide

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