mercoledì 15 novembre 2017

La questione del listone unico.

Da Ponte San Nicolò fanno sapere che per loro la fusione bisogna proprio farla. D'altronde avevano già predisposto tutto. Dalle parole dell'assessore Maniero, pronunciate durante l'ultimo consiglio comunale a Legnaro, abbiamo infatti appreso che era già pronta la lista civica sintesi delle tre amministrazioni. I tre attuali sindaci uniti mano nella mano. Un sindaco a me , due assessori a te... tutto già spartito. 
Certamente sono tutti liberi di proporre, unire, alleare quello che vogliono anche prima di aver detto "gatto". Libero io di speculare su queste curiose affermazioni. Deduco che:
1. Il sindaco non lo avrebbe di certo fatto un legnarese altrimenti credo che la fusione si sarebbe anche potuta fare. Visto che presumibilmente Ponte non ha offerto a Legnaro il sindaco del nuovo comune è facile comprendere le loro vere motivazioni che spingono alla fusione: molto distanti dal bene comune.
2. Le attuali forze di opposizione sono state tutte aprioristicamente escluse: quelli del Pd di Ponte e Legnaro che tanto vogliono la fusione erano al corrente di questo progetto? Sono stati invitati a prenderne parte?
3. Ponte e Polverara governano con il 60% dei voti. La lista dei Moderati per Legnaro no. Arriva al 40% dei voti: quale rappresentanza avevano previsto per chi oggi in paese conta per il rimanente 60%? 
Nonostante tutto questo rimango convinto che fondersi rappresenti una grande opportunità per tutti i cittadini dei comuni coinvolti anche se, probabilmente, forse è meglio ridiscuterne più avanti alla luce di un chiaro mandato popolare.

Saluti Davide

Dal Mattino di Padova.

PONTE SAN NICOLÒ. Nonostante il “no” di Legnaro, la battaglia per la fusione con i Comuni vicini, per la maggioranza di “Ponte San Nicolò Comunità Viva”, non si ferma . I dubbi, espressi dal capogruppo legnarese Ivano Oregio Catelan, si riferiscono ad un recente mancato accordo per coprire una carenza di personale e all’esposizione politica del sindaco di Ponte Enrico Rinuncini: «La maggioranza di Legnaro», spiega la capogruppo di Comunità Viva Daniela Borgato, «sostiene il suo “no” con argomentazioni che portano peso alla bilancia pro-fusione. Il primo: il mancato accordo con Ponte San Nicolò per far fronte a carenza di personale, evidenzia la necessità di Legnaro, ma in generale dei nostri comuni, di doversi fondere per l’utilizzo ottimale delle risorse umane in un’economia di gestione a più ampia scala». E sulla figura di Rinuncini: «I Moderati per Legnaro sono a conoscenza da tempo che Rinuncini non ha accettato la nomina, che prevedeva il tesseramento Pd,
per mantenere la sua indipendenza civica. Nessuno dei due argomenti ha a che fare con la virtuosa opportunità per le nostre tre comunità rappresentata dalla fusione». E promette: «Tenteremo di convincere fino all’ultimo gli amministratori di Legnaro di aderire alla fusione». (a.c.)
13 novembre 2017

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