lunedì 7 luglio 2014

Piove non cresce più e taglia le case

Piove di Sacco, provincia di Marte. Laggiù le esigenze abitative che portano alla richiesta di nuova cubatura non somigliano nemmeno lontanamente a quelle di Legnaro. Sono così diverse che l'amministrazione aggiusta il tiro concedendo meno meri cubi del previsto. Sollevazioni popolari? No. Solo una diversa gestione del territorio.
Buona Lettura Davide

PIOVE DI SACCO. Da oltre 250 mila a meno di 100 mila metri cubi di nuovo cemento: il nuovo piano degli interventi promette di alleggerire la città di un abbondante cinquanta per cento del carico di volumetrie previste negli anni passati. E se da un lato ci ha pensato la scure del Pati (il piano di assetto del territorio) a far decadere il 60 per cento di edificabilità, dall’altro sono gli stessi proprietari delle aree edificabili a chiedere la riconversione in terreni agricoli. Un segno della crisi che ha colpito senza sconti anche nel Piovese e in particolare nella città capoluogo della Saccisica che ha visto negli anni Novanta un boom edilizio che ancora lascia il segno.
«Abbiamo oltre mille alloggi sfitti o invenduti», fa notare il sindaco Davide Gianella, «e tenendo conto dell’incremento demografico degli ultimi dieci anni, mantenendo lo stesso trend Piove non avrebbe bisogno di nuovi edifici residenziali per almeno altri vent’anni». A settembre del 2013 è scaduto il Piano interventi del Pati che ha comportato la decadenza del 60 per cento del potenziale edificatorio di alcuni Piani norma: il numero 3 in via Fratelli Sanguinazzi aveva 10.550 metri quadri commerciali (il vicino centro commerciale Piazzagrande è di 17 mila metri quadri) ed è ridotto a 4.220. I proprietari hanno chiesto un aumento fino a 8.200 metri quadri sui quali però va trovata una sorta di perequazione tramite il sistema dei crediti edilizi, ovvero aree di forestazione vincolate per 25 anni, recupero di vecchi immobili o realizzazione ex novo di opere di interesse pubblico a spese del privato. Tra le vie Borgo Padova e Monache, lungo la Piovese, erano previsti 51 mila metri cubi residenziali e 8.400 commerciali, ridotti a 20.400 e 3.360. Il Pn 16 di via Borgo Rossi, a sud del capoluogo, partiva da 41 mila metri cubi residenziali ma tutti i proprietari hanno manifestato parere positivo a mantenerne solo il 40 per cento, quindi 16.400. Vanno verso lo stralcio completo - con il ritorno ad aree agricole - il Pn 17 a Sampieri di Corte che prevedeva 9.800 metri cubi residenziali, il Pn 24 di Piovega che metteva in conto altri 20.250 metri cubi residenziali e il Pn 21 tra la zona industriale e la strada dei Pescatori con 37 mila metri destinati ad attività artigianali. Infine per il Pn 34 di Arzerello i proprietari hanno chiesto il mantenimento di una sola parte dei due comparti di cui è composto, con la cancellazione di almeno un centinaio di unità abitative. «Stiamo chiudendo le trattative con chi ha chiesto il ripristino di parte della cubatura», conferma il sindaco, «ma non si arriverà nemmeno a superare la metà di quanto era previsto. Non si può continuare a consumare il territorio: abbiamo introdotto il concetto di città pubblica nel nuovo Piano interventi che impone la realizzazione da parte del privato di opere utili alla collettività per recuperare cubatura».

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Il Comune di Legnaro in 12 mesi ( maggio 2013 maggio 2014) ha perso circa 200 abitanti.

Anonimo ha detto...

Nuovo Ospedale, se Bitonci conferma il no spunta l’ipotesi Legnaro
La Regione determinata a realizzare l’opera. Se Bitonci dirà no al progetto Padova Ovest la cittadella verrà costruita altrove. Anche fuori dal territorio comunale.
Bitonci: "La mia posizione è quella della maggioranza dei padovani". In conferenza stampa per presentare l'approvazione del bilancio 2014 il primo cittadino Massimo Bitonci ha commentato stizzito l'ipotesi della Regione di costruire il nuovo ospedale fuori dal territorio comunale: "La mia posizione è quella della maggioranza dei padovani e vedo anche di alcuni gruppi di opposizione. Chi gioca dicendo che l'ospedale di Padova va realizzato a Legnaro è in malafede e lo fa per un interesse di bottega".
Dal sindaco anche un "messaggio trasversale" ai suoi avversari politici: "Io starei molto attento ad appoggiare ancora un project financing e nuove costruzioni milionarie. Ci sono politici che vengono dalla Prima Repubblica e ancora parlano del nuovo ospedale. Io voglio dirgli: state attenti perché l'inchiesta sul Mose si sta allargando alla sanità. E non si sa mai cosa potrebbe uscire nei prossimi giorni".
BETTINI & C. sono già favorevoli?