sabato 12 novembre 2011

La fine di B.

Non resito alla tentazione di dire anche la mia in merito alle sorti del governo in carica.
Sarò breve: Berlusconi e il suo costosissimo circo di bellerine, nani e lacchè se ne deve andare non per i 4-5 voti in più o in meno, non per le porcherie ad personam o per la totale perdita di credibilità internazionale, non se ne deve andare nemmeno per l'incompetenza manifesta dei suoi ministri o per lo spettacolo indegno di compravendita di parlamentari. Anche gli scandali sessuali, le frequentazioni con spacciatori e magnaccia e i collegamenti mafiosi non debbono essere i motivi che lo fanno cadere.
Berlusconi deve andarsene per due ragioni.
1. pur avendo dimostrato di poter far approvare qualsiasi porcheria sono solamente due i provvedimenti degni di questo nome: il divieto di fumare in luoghi pubblici e la patente a punti. Nulla se si pensa che ha per lo meno avuto 8 anni di pieni poteri. Anni in cui non è stato fatto nulla per l'Italia, per l'economia, per la gente.
2. Il pesce puzza dalla testa e poi giù. Dopo anni di Berlusconi la politica tutta è diventata una questione di affari. Se il ministro è un incompetente, se il parlamentare un venduto, se il consigliere regionale una ballerina non si vede perchè tutti gli altri debbano essere da meno. Il clima di impunità alimentato da scandali, scudi fiscali e attacchi alla magistratura ha favorito la crescita di un sottobosco di erbe infestanti che hanno soffocato tutte le piante buone lasciandole ai margini.
Per questo B. e tutta la sua ciurma vano cacciati.
E poi? E poi rimangono gli italiani che, complice l'alternativa inesistente, li hanno votati, li hanno giustificati, ne hanno accettato in cambio le briciole. Tutta questa gente rimane e rimarrà a lungo.
Quindi niente trionfalismi, di lavoro ce n'è ancora da fare molto. La gente onesta, disinteressata e capace se ne sta ancora dentro le sue associazioni no profit, dentro le proprie abitazioni con lo schifo per quello che è diventata la politica oggi.
E' questa la situazione peggiore in cui siamo finiti. Non la mancanza di soldi, l'economia o gli spreads ma la mancanza di gente per bene nei luoghi della politica.

Saluti Davide

5 commenti:

Anonimo ha detto...

ciao Davide!, E' molto che non ci si sente, come stai? ti leggo sul blog, ovviamente... mi piace questa presentazione sulle motivazioni per mandare a casa B, e condivido il fatto che questi 17 anni di "politica" berlusconiana hanno prodotto un circo parlamentare... sigh...
Un abrazo fiorentino
MArta

Anonimo ha detto...

Beh... che dire, ora, visto come vanno le cose lo disprezzi , e prima come han fatto quasi tutti, l' hai votato.... povera lEGNARO.... ehm, volevo dire iTALIA!

Anonimo ha detto...

senza dimenticare l'affitto in nero di Tremonti, il burattino Scilipoti, Ruby , l'attacco a Fini , i centomila posti di lavoro promessi, il ponte sullo stretto di Messina, il G8 a Genova, Sardegna e l'Aquila e poi gli scandali Bertolaso e co, la compravendita dei parlamentari, Minetti, Santanchè, Bondi, l'incosistenza della Gelmini, Ghedini etc.etc.tec.
L'elenco sarebbe lungo, vergognoso, e triste.
La politica del fare è diventata la politica del non fare niente per l'italia ma tutto per "lui".
Speriamo che l'Italia riacquisti presto credibilità internazionale e nazionale, in modo da favorire il vero rilancio economico italiano, tanto sbandierato da B&B.

Anonimo ha detto...

Furti su auto nel Veneto, banda di giostrai ko
MANOLESTA. Indagine della questura padovana con quella scaligera e la polizia municipale. Sono accusati di decine di colpi in tutto il Veneto ai danni di vetture in sosta nei parcheggi incustoditi. Due vivono al campo di La Rizza

11/11/2011
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Simulazione di un furto d'auto (ARCHIVIO) Verona. Sono accusati di aver messo a segno decine di furti su auto in sosta. E l'altro giorno otto giostrai, sei residenti nel Padovano e due nel Veronese, sono stati arrestati dalla squadra mobile della questura patavina a seguito di un'ordinanza di custodia cautelare emessa dal giudice.
In cella sono finiti Alessio Hodorovich, 21 anni, residente a Cavarzere, nel Padovano, ma di fatto domiciliato nel campo nomadi di La Rissa, Adriano Hudorovic, 43, residente nel campo di La Rizza, Michele Saccon, 27, di Camposampiero, Joslito Crovi, 26 e Seitan Crovi, 28, di Albignasegho, Manolito Millas, 31, di Legnaro, Antonio Brajdic, 24, detenuto in carcere, e Maica Pavan, 28, di Albignasego. Altre cinque persone sono state denunciate in stato di libertà.
La banda è accusata di innumerevoli furti che si rivelano, in genere, particolarmente odiosi per le vittime perché comportano una serie di disagi e costi aggiuntivi.
Il modus operandi era sempre lo stesso. A gruppetti di poche persone si davano appuntamento per telefono davanti a un obiettivo che doveva avere, come comune denominatore, un capiente parcheggio incustodito: quindi supermercati, cimiteri o centri commerciali.
Con un martelletto, poi, i manolesta rompevano un vetro dell'auto e in pochi istanti razziavano tutto quello che c'era all'interno: borselli, macchine fotografiche, telefonini, mp3, navigatori.
E, in molti casi, oltre al danno, le vittime dovevano anche pagare centinaia di euro per riparare il finestrino e perdere tempo, e soldi, per rifare i documenti spariti.
L'indagine è cominciata dopo alcuni colpi messi a segno nel Padovano. Partendo da alcune intercettazioni, i poliziotti sono riusciti ad individuare i presunti autori dei colpi. La svolta è arrivata a seguito di un incidente avvenuto nel gennaio scorso. Nel tentativo di fuggire a un controllo, l'auto era finita contro altre vetture in sosta ai bordi della strada. Gli agenti accertarono che l'auto era intestata alla moglie di uno dei sospettati.
Un'ora più tardi la donna si era presentata dai carabinieri per fare una denuncia di furto: i poliziotti, però, ritenevano che alla guida della vettura ci fosse il marito e che quello fosse un tentativo, della donna, di coprirlo. Seguirono altri accertamenti che portarono gli investigatori ad avere un quadro completo dei colpi messi a segno in quasi tutto il Veneto e dei ruoli di ogni persona della banda.
A quel punto il pm ha chiesto e ottenuto dal gip le misure di custodia cautelare in carcere. Nei prossimi giorni gli arrestati compariranno davanti al giudice per l'interrogatorio di garanzia. I due nomadi residenti nel campo di La Rizza sono stati arrestati dagli agenti della squadra mobile, guidati da Gianpaolo Trevisi, in collaborazione con quelli della polizia municipale. Del fatto è stata informato anche il Comune. Infatti, è previsto dal regolamento del campo che chi commette dei reati venga allontanato.

Anonimo ha detto...

ciao Davide,
perchè non imposti una rassegna stampa di Legnaro.
Potrebbe essere interessante trovare gli articoli riguardanti il nostro paese.
ciao