Wellfare generativo ossia come spendere bene e meglio le risorse pubbliche destinate al sociale.
Pare che siano oltre 60.000.000.000 di euro i soldi che lo stato italiano versa per il walfare ( altri 110miliardi sono per la sanità pubblica). E' lecito quindi chiedersi quali siano le forme migliori di investimento in modo da ottimizzarene i rendimenti.
Un esempio ce lo da il nostro comune con l'albo dei beneficiari (
qui un esempio relativo al 2010) ossia l'elenco di persone enti e associazioni che hanno ricevuto una somma di denaro da parte del nostro sindaco. Dentro c'è un po' di tutto: borse di studio, contributi per iniziative sociali, riscaldamento, contributi vari a privati... La domanda che mi sono posto riguardo ad alcune di queste voci è: il comune, fra le sue mansioni, ha anche quella della beneficenza? E ancora: in che modo l'amministrazione deve aiutare i cittadini in difficoltà?
Bisogna dire che non è facile resistere alle quotidiane e pressanti richieste di sempre più persone in difficoltà, non è detto però che tutti quelli che hanno bisogno vengano a bussare alla porta del sindaco e già qui si comincia a intravvedere l'ingiusta disparità che questo sistema viene a creare. La persona orgogliosa non chiede 100 euro di carità anche se le sue condizioni sono oggettivamente peggiori di chi, con naturale sfrontatezza, si presenta ogni giorno alla porta del responsabile chiedendo sempre di più e bussando sempre più forte.
Aggiungo in oltre che è sotto gli occhi di tutti la tentazione di cui è vittima chi si trova a gestire il potere di distribuire soldi pubblici: è oltre modo facile comprare il consenso facendo passare come quasi per propri i soldi di tutti.
Allora torna la questione del wellfare generativo: uno stato sociale dove i soldi sono una risorsa da far fruttare. Una regola potrebbe essere che, quando possibile, per ogni somma erogata ci sia una corrispondente azione da parte del beneficiario. Il comune ti paga il gas per il riscaldamento, tu sfalci un tratto di fossato. Ricevi 150 euro per i medicinali, nonappena in salute seguirai un corso di italiano per stranieri. Non lo fai? Non riceverai altri soldi...
Chi come me vorrebbe un consumo del territorio molto più modesto e lento deve fare i conti con il fatto che proporzionalmente diminuiscono i così chiamati oneri di urbanizzazione. In altre parole se non nascono nuove lottizzazioni non entrano i soldi per erogare servizi. Urge quindi colmare la differenza di entrate con nuove tasse, ma meglio sarebbe con un aumento di rendimento dei pochi soldi che rimangono.
Se ad esempio al posto di dare soldi a fondo perduto in mano ad adulti in forze per lavorare, finanzio una cooperativa/associazione che impieghi gli stessi adulti legnaresi per svolgere piccoli (ma anche grandi) lavori di manutenzione: otterrò due risultati. Prima di tutto i soldi,chi ne ha bisogno, se li guadagna, in secondo luogo il comune risparmia sui lavori di manutenzione che prima finanziava con diversi capitoli di spesa. Poi non è detto che questa cooperativa/associazione non riesca a vendere i suoi servizi anche all'esterno creando occupazione.
Ad ogni modo non credo che fare elemosina rientri nelle mansioni del comune.
Per info:
www.fondazionezancan.it http://www.fondazionezancan.it/news/view/497
Saluti Davide