lunedì 24 giugno 2013

IMU PRECOMPILATA

 L'articolo del Mattino del 19 giugno 2013:

Il Comune chiede l’Imu sbagliata

Tremila legnaresi si sono visti recapitare l’F24 precompilato con importo errato. Uffici presi d’assalto
LEGNARO. E pensare che l’intento era quello di facilitare il compito ai cittadini chiamati a pagare la prima rata dell’acconto Imu, in scadenza lunedì scorso. Ma tanta solerzia ha creato più confusione che altro. Sono circa tremila i legnaresi che in questi giorni si sono visti recapitare a casa per conto del Comune una copia precompilata del modello F24 necessario al pagamento dell’Imu e, con esso, il conteggio di quanto avrebbero dovuto versare in acconto. Peccato che il totale così quantificato dagli uffici comunali non corrispondesse a quanto invece calcolato (e magari già pagato) dai cittadini qualche settimana prima, con l’aiuto del commercialista o del Caf. Nel fine settimana sono stati letteralmente presi d’assalto gli sportelli degli uffici comunali: in duecento si sono recati in municipio a chiedere spiegazioni. A tutti è stato ritirato (e cestinato) il modello F24 inviato con il timbro del Comune.
L’errore nel conteggio sarebbe da imputare al database comunale utilizzato per calcolare il totale dell’imposta. A spiegare il problema è il sindaco Ivano Oregio Catelan: «Diversamente dagli scorsi anni, quando ci si limitava ad inviare ai contribuenti una informativa relativa all’Ici riportando la normativa di riferimento, le scadenze dei pagamenti e gli importi da tenere in considerazione, quest’anno, su iniziativa del capo settore, con l’intenzione di agevolare i cittadini si è pensando di inviare il modello prestampato e già compilato dell’F24».
Il bollettino è stato inviato ai proprietari di seconde case e abitazioni signorili (categoria A1, A8 e A9), proprietari di terreni edificabili, negozi, capannoni artigianali e industriali (per questi ultimi, ovvero per gli immobili di categoria D, a differenza dello scorso, l’imposta dovuta sarà versata con l’aliquota del 7,6 per mille direttamente allo Stato e con aliquota all’1 per mille al Comune).
«Negli ultimi anni», continua il primo cittadino di Legnaro, «per effetto dell’abolizione dell’Ici sulla prima casa, molti contribuenti hanno dimenticato di inviare comunicazione ai nostri uffici di eventuali variazioni ai fini del calcolo dell’imposta sugli immobili, per questo oggi, non disponendo di un database aggiornato in questo senso, si sono visti recapitare avvisi relativi ad immobili che nel frattempo hanno per esempio venduto».
Secondo il sindaco la percentuale delle persone che avrebbero pagato l’imposta con il modello che è stato inviato dal Comune sarebbe bassissima. «E comunque non c’è da spaventarsi», dice Ivano Oregio Catelan, «il saldo del pagamento dell’Imu è previsto per la fine dell’anno. C’è dunque tutto il tempo per rimediare e provvedere ad un eventuale conguaglio». Il primo cittadino di Legnaro ha infine fatto sapere che l’esperimento finisce qui: «Questo tentativo ha creato diversi disguidi e malintesi. Dal prossimo anno si tornerà al vecchio sistema». Ovvero la semplice informativa.
(Martina Maniero)


La replica del 20 giugno 2013:

«La giunta di Legnaro esattrice inesperta ma solerte»

LEGNARO. Bravi con la calcolatrice, meno se a favore dei cittadini. Sintetizza così il consigliere Davide Bianchini la gaffe del Comune che a ridosso della scadenza Imu ha inviato a 3000 contribuenti il modello F24 prestampato, con l’importo da pagare già calcolato. Peccato che il database utilizzato non fosse aggiornato e gli importi quantificati non corrispondessero a quelli in mano ai cittadini. «Da anni molti Comuni fanno precompilare ai dipendenti i bollettini con cui pagare l’Imu e l’Ici prima», evidenzia Bianchini. «La giunta Oregio Catelan-Bettini invece precompila solo il modulo per farsi accreditare le diarie. Solerti professionisti in tema di varianti al piano regolatore, diventano pavidi inesperti quando si tratta di servire i cittadini, per tornare poi efficienti esattori nel sanzionare gli errori delle famiglie, elevando ammende a chi, per incolpevole distrazione, ha versato meno del dovuto». «Gli errori hanno riguardato solo una parte degli avvisi emessi, compresa tra il 5 e il 7%», tiene a precisare il sindaco Ivano Oregio Catelan. «Si tratta di casi in cui il cittadino non ha informato gli uffici di eventuali variazioni ai fini del calcolo dell’imposta».
(Martina Maniero)

2 commenti:

Anonimo ha detto...

una vergogna, credo che avessero il data base aggiornato a 5-6 anni fa. Chissa cosa costa ai cittadini di Legnaro il servizio, magari hanno dato dei premi ai dipendenti.
Solo a Legnaro succede questo.

Anonimo ha detto...

Via i piccoli Comuni Sinergie tra 281 sindaci
La giunta regionale approva la riorganizzazione imposta dalla riforma Monti Dal Negro (Anci): «Processo irreversibile, si va verso municipi da 25 mila abitanti»

PADOVA. Piccoli Comuni addio. Dal 2014 si cambia. E la regione Veneto ne prende atto con il piano di riordino degli enti locali, che cala nel concreto la riforma avviata da Monti con la spending review. Prima tappa: le aggregazioni dei servizi che scatterà per 281 Comuni. Seconda tappa: la fusione dei piccoli paesi che dovranno dare vita a municipalità con almeno 25 mila abitanti. Addio sindaci, addio giunte e assessori. Il caso più eclatante è quello di Laghi, che nel sito web scrive con orgoglio: «Laghi è un comune di 131 abitanti della provincia di Vicenza, in Veneto, situato nella Val di Ferro, tributaria della Bassa Valle del Posina, nelle Prealpi Venete. Per numero di abitanti, è il comune più piccolo della Regione». E tanto per essere chiari dopo le coordinate geografiche si ricorda che l’aliquota Imu è dello 0,90% mentre l’addizionale Iperf è dello 0,3%. Cosa potrà mai fare il sindaco di Laghi? Aprire e chiudere la porta del municipio. In Veneto sono 281 i Comuni che dovranno mettere insieme le loro funzioni: ufficio tecnico, vigili urbani, servizi sociali, anche l’anagrafe, oltre al segretario che firma le delibere.

«Il governo Monti con la spending review del Salva Italia ha dimostrato di avere la mano ferma e ai sindaci non resta che guidare il processo di aggregazione: chi sta fermo lo subirà», dice Giorgio Dal Negro, presidente dell’Anci veneto che proprio ieri ha firmato con la presidente della provincia di Padova, Barbara Degani, un protocollo d’intesa che istituisce la «centrale di committenza». In poche parole: i Comuni con meno di 5 mila abitanti non possono può indire le gare d’appalto con paralisi della loro attività, se non attraverso la «centrale unica».

Resta un dubbio: se l’Italia è la patria degli 8000 Comuni, delle mille città e delle cento Province che il governo Monti ha tentato inutilmente di abolire, quanti anni ci vorranno per passare dalle parole ai fatti concreti? Com’è finito il primo round lo sappiamo: Monti non è più premier, mentre l’ex ministro Patroni Griffi è tornato al governo come sottosegretario alla Presidenza del consiglio e la riforma delle Province è affidata ai ministri Quagliarello e Delrio. «Saranno abolite entro il 2014» ha assicurato il premier Letta nel suo discorso. Il motivo è chiaro: a maggio 2014 sono tutte in scadenza e sarà una gara contro il tempo tentare di abolirle perché sono previste dalla Costituzione e la procedura è assai complicata.

Un passo alla volta. Si parte dai Comuni, come ricorda l’assessore veneto Roberto Ciambetti: «Dal prossimo 31 dicembre ben 281 Comuni veneti dovranno gestire in forma associata le funzioni fondamentali e il nostro piano di riordino introduce una serie di linee guida e di incentivi economici per avviare questo processo. La framentazione territoriale ha dei costi ingestibili, che vanno aboliti». (al.sal.)