lunedì 27 febbraio 2012

P.Q.M.

L'articolo 3 della costituzione dice che nessuno può essere discriminato per motivi politici, dice in oltre che è compito della repubblica rimuovere gli ostacoli che limitano di fatto la libertà e l'egualianza.
Nel concreto legnarese discriminare le varie associazioni in base al fatto che siano un partito o meno corrisponde a una violazione del principio costituzionale appena esposto. TUTTI UGUALI DI FRONTE ALLA LEGGE!!
Dall'esclusione dei partiti dalla partecipazione alla sagra potrebbero essere ravvisabili anche profili penali, ad ogni modo, come minimo siamo di fronte a un caso di colpa grave. Il sindaco che malauguratamente fosse ritenuto responsabile di aver infranto la legge con colpa grave potrebbe essere condannato al risarcimento dei danni di tasca propria. E' questo che Oregio Catelan rischia se un partito escluso dalla sagra facesse ricorso al T.A.R.
Se tale partito convincesse il giudice che ogni anno percepisce tot euro, diciamo 15.000, di guadagno netto, non ho dubbi che questa cifra gli verrebbe riconosciuta moltiplicata per il numero di anni di esclusione più interessi e spese.
La battaglia intrapresa dal sindaco è molto strana. Innanzi tutto le motivazioni: è una sagra secolare. Allora mi chiedo cosa centrino l'Avis e le società di calcio che non rappresentano certamente nulla di tradizionale dell'ordine del secolo. Che poi in passato la festa dell'Unità si svolgesse in altri periodi è un'affermazione del tutto insensata: per quale motivo bisognerebbe essere fedeli al passato? Detto proprio dal sindaco che ha festeggiato il 25 aprile il 1°maggio mi sembra frutto di uso sconsiderato di sostanze psicoattive.
La verità è che il PDL non è in grado di fare un ristorante e, cronaca di questi giorni, si regge in piedi con i finanziamenti pubblici travestiti da rimborsi elettorali e le fideiussioni del suo padrone fondatore. Allora bisogna colpire gli avversari anche infrangendo la legge.
Nelle sagre un po' più rinomate e grandi il problema è come trovare spazio per i nuovi arrivati, aumentare l'offerta e la qualità così da attrarre maggior pubblico possibile. Sottraendo forze al posto di aggiungerne è chiaro che si persegue l'obiettivo opposto. Ma perchè cercare di affossare la sagra di Legnaro? Perchè danneggiarla?

Dal Mattino di Padova del 26 febbraio 2012
«Un pretesto per far polemica senza fondamento». Così il sindaco Ivano Oregio Catelan definisce le contestazioni nate in seguito alla notizia secondo la quale l’amministrazione sta lavorando a un regolamento per disciplinare lo svolgimento della sagra paesana. Un documento, ancora in fase di discussione che, se approvato, metterebbe alla porta i partiti politici vietandone la partecipazione. Il Pd di Legnaro, impegnato da vent’anni alla fiera con uno stand gastronomico, ha mal digerito la notizia annunciando battaglia in consiglio comunale e minacciando ricorso al Tar. Il sindaco Catelan tenta di smorzare gli animi. «A questa amministrazione – ha detto – interessava far capire che la sagra di Legnaro ha una tradizione più che secolare, cosa che non può dire il Partito democratico e per questo, confondere la sagra con la Festa dell’Unità non è opportuno. Fino a qualche anno fa – evidenzia il primo cittadino – la Festa dell’Unità si svolgeva tra la fine di luglio e l’inizio di agosto e nessuno ha mai avuto niente da dire, perché non tornare alle tradizioni? Liberi di partecipare all’organizzazione della sagra ma senza strumentalizzazioni politiche, ci sono altri 350 giorni nel corso dell’anno per farle liberamente». (ma.m.)


Dalla Costituzione Italiana
Art. 2

La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell'uomo, sia come singolo sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità, e richiede l'adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale.

Art. 3

Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.

È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese.Art. 17.

I cittadini hanno diritto di riunirsi pacificamente e senz'armi.
Per le riunioni, anche in luogo aperto al pubblico, non è richiesto preavviso.
Delle riunioni in luogo pubblico deve essere dato preavviso alle autorità, che possono vietarle soltanto per comprovati motivi di sicurezza o di incolumità pubblica.

Art. 18.

I cittadini hanno diritto di associarsi liberamente, senza autorizzazione, per fini che non sono vietati ai singoli dalla legge penale.

Sono proibite le associazioni segrete e quelle che perseguono, anche indirettamente, scopi politici mediante organizzazioni di carattere militare.

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