giovedì 26 maggio 2011

LE TAJADEE CHE SCADONO



Dal 1945 al 1955.
Anni di speranze, di poche glorie e tanta fame.
Tempi passati che speriamo non tornino mai più o sarà triste per tutti. Con questo racconto voglio comunicare quanto schifosa era la cambiale che scadeva, sopra tutto quando andava in protesto. A LEGNARO, nelle case, nei gruppi familiari, nelle comunità volevamo uscire dalla miseria che regnava da anni ma non c'erano sbocchi per migliorare il tenore di vita. Basti pensare che, il nostro letto era composto da due cavalletti in legno, quattro tavole, (scorsaline:"la parte mezza tonda del trave"), un pagliariccio e sopra tanti stracci cuciti assieme che a mala pena formavano un lenzuolo, sopra le lenzuola come coperte stava il tabarro di mio nonno, il cappotto di mio zio e qualche pezzo di coperta rosicchiata dai topi: certo anche loro dovevano tirare a campare. Non voglio esagerare ma di certo il sessanta per cento delle famiglie si trovavano in queste situazioni.
C'è stato un passa parola: bastava firmare delle "tajadee", cioè le cambiali. Dopo qualche giorno arrivarono con un camioncino carico di coperte, lenzuola, materassi, insomma tutto quello che precedentemente e ingnorantemente avevi firmato. Che bello, il giorno dopo dell'arrivo del camioncino eravamo tutti felici. E' arrivata la buona armonia nelle famiglie, tutto era sorridente, pensate un po', era felice e rideva anche il cane, pure l'asino ragliava dalla felicità. Questo almeno ci sembrava. I nostri genitori volevano sempre restare a letto pero', forse hanno esagerato un po', perchè dopo nove mesi arrivarono le conseguenze. Bebè che piangevano e cambiali scadute. Le prime bene o male sono state pagate ma poi, ai me, si diceva "le pagheremo, le pageremo!".
Dopo qualche periodo arriva Tilio il postino con la comunicazione della cambiale in protesto ma, se non c'erano soldi cosa si poteva fare?
Nel frattempo tra moglie e marito le discussioni alterate non mancavano. "Si dormiva meglio sulla paglia! Almeno quando andavi a letto non pensavi alle cambiali! Ora si va su un letto morbido, pensi alle cambiali e non dormi più."
Dopo qualche tempo arriva nelle case un signore con una moto GUZZETTI di colore rosso, vestito elegante con impermeabile chiaro, (sembrava il tenente Sheridan alto e magro). Con sè portava una borsa in cuoio marrone, apri la borsa tirò fuori una carta e con parole pacate in italiano perfetto disse "abita qui il signor Pinco Pallino?", "Si" fanno i miei genitori, si accomodi in casa se si degna. Mia madre prende una sedia con la paglia più in ordine possibile dimenticando che proprio quella era tutta barcolante, neanche farlo a posta quel signore, come si siede va a gambe all'aria. Subito lo facciamo sedere su un'altra sedia, le vengono fatte le prime cure, un bicchiere d'acqua insomma quello che è giusto fare. Dopo che si è ripreso e tornato in sè, esclama: "io sono líufficiale giudiziario",(mia madre si mette le mani sui capelli e dice: mamma mia ora andremo tutti in galera), "avete due cambiali in protesto e io sono stato mandato dal giudice a pignorare i beni immobili". Mia madre non capì la giusta definizione delle parole e disse: non capisco non conosco queste parole dificili, cosa vuol dire "beni immobili?" forse il materasso, le lenzuola, le sedie. L'ufficiale disse: no, no niente di tutto questo. Mia madre: non abbiamo niente altro! qui ci troviamo in affitto, non siamo noi i padroni; egli desse, (allora cosa sono venuto fare quÏ?). Mia madre rispose;(mica siamo stati noi a chiamarlo, scusi sig. ufficiale, lei è tanto pallido si sente bene?, posso fare qualche cosa per lei? L'ufficiale: mi scusi signora, sono tre giorni che non mangio, se avesse qualche cosa da mangiare io la ringrazierei immensamente. Considerando che era mezzogiorno, mia madre disse di restare a pranzo con noi. Di bello c'era la parola pranzo, il resto un piatto di minestra e fagioli, polenta in quantità e un uovo al tegamino. Non se l'ha fatto ripetere due volte, e assieme abbiamo pranzato. A confidenze fatte, era anche lui un povero disperato e disse: a casa mia ho quattro figli in tenera età da mantenere, un genitore infermo e una zia anziana senza un braccio, mia moglie morì sotto il bombardamento all'Arcella, e sono soltanto io che porto vanti la barracca. Dalla borsa ci fece vedere un pacco di cambiali in protesto. Ci consegnò le nostre due per rifare la scadenza e disse, qui tengo anche la mia, come vede signora anch'io mi trovo nelle vostre condizioni, il motorino Guzzetti che è fuori l'ho comperato a (tajadee) cambiali, e questa è già scaduta. La storia finisce qui, le cambiali sono state posticipate ed è stato un solievo per la nostra famiglia, Quel signore pallido e magro è riuscito partire e mai più tornò. Sono passati oltre sesanta anni, forse saranno ancora da pagare quelle cambiali.
Con questo racconto come avete capito? Ci trovavamo tutti nella stessa barca. A volte l'apparenza inganna. Mai giudicare una persona a prima vista.
E anche questa è una piccola e povera storia dimenticata, non da me. Vito Motti.

1 commento:

Anonimo ha detto...

bravo Vito: è sempre un piacere leggerti. Lorenzo Collesei