sabato 18 maggio 2013

Il 25 aprile non è morto


Ricevo e pubblico.

Il 25 aprile è di tutti; di tutti quei cittadini che credono e si riconoscono nelle istituzioni democratiche e nella loro massima espressione: il parlamento e la nostra Carta Costituzionale.
Questa celebrazione acquista il suo maggior significato nel momento in cui diamo, ogni giorno, concretezza ai valori della democrazia e riconosciamo legittime e determinanti le sue forme di rappresentanza ed espressione dei cittadini: i partiti. 
 “ non c’è partecipazione realmente democratica, rappresentativa ed efficace alla formazione delle decisioni pubbliche senza il tramite di partiti capaci di rinnovarsi o di movimenti politici organizzati, tutti comunque da vincolare all’imperativo costituzionale del “metodo democratico” (Giorgio Napolitano)  
Oggi siamo di fronte ad una crisi economica profonda, ad una credibilità delle istituzioni e dei partiti molto bassa e ad una tensione sociale drammatica; è palese a tutti la difficoltà “della politica” a riprendere il suo ruolo di guida.
La soluzione per uscirne non è certamente quella di parlare alla pancia degli italiani plagiandoli con una “televisione” di falsi miraggi, di illusioni e del tutto va bene; qualcuno l’ha già fatto per quasi un ventennio.
La soluzione è “una politica che deve “ascoltare la sofferenza sociale” (Laura Boldrini). 

Come ANPI siamo molto preoccupati di chi vuole delegittimare i partiti, di chi vuole con voti di “condominio” ergersi a tutela delle nostre istituzioni; siamo molto preoccupati dei toni e delle aggettivazioni usati, c’è troppa violenza verbale.  
Il non stringere la mano ad un parlamentare di sponda opposta non è sicuramente un segno di rispetto. Proclamare marce su Roma o dichiarare “non lamentiamoci se qualcuno prende i fucili” è gettare benzina su un fuoco già acceso.
Negli ultimi 15 anni ci sono stati innumerevoli attacchi alla Costituzione ed alla magistratura, che sono culminati nell’assedio al palazzo di giustizia di Milano; coltivando il populismo e la demagogia alcuni miravano e mirano a forme più o meno nascoste di autoritarismo plebiscitario, quali il presidenzialismo per esautorare ruolo e funzioni del parlamento.

Associazione Nazionale Partigiani d’Italia  
per la sezione di Legnaro  Favero Bruno
giugno 2013

12 commenti:

Davide Bianchini ha detto...

I partiti, così come li conosciamo dal dopoguerra in poi, sono morti circa 20 anni fa. Hanno fallito nella loro missione di creazione di rappresentatività. Pensiamo al PD che non partecipa alle campagne referendarie su acqua e nucleare salvo "iscriversi" all'ultimo per poi di fatto affossare gli esiti all'interno delle varie amministrazioni municipali ( Hera Aps). Pensiamo ancora al PD: chi dovrebbe rappresentare oggi al governo con Berlusconi? e non un governo di scopo (legge elettorale e via) ma un governo che cercherà di durare. Che rappresentatività ha prodotto? Del Pdl non parlo perchè non conosco, ma non è difficile immaginare una realtà ancora più estranea all'elettorato.
Sel è scomparsa e se ha ancora qualche rappresentante è solo grazie a una legge elettorale che permette di coalizzarsi assieme a colui contro il quale si farà opposizione una volta eletti.
Naolitano è l'esponente di una politica autoreferenziale, in questi anni ha detto tutto e il suo contrario: come qualificare uno che prima dice che mai ritornerà in carica e poi accetta il rinnovo? Prima volta nella storia repubblicana.

Anonimo ha detto...



Siamo fuori dallo spirito della Costituzione.
Argomento di massima attualità, che ognuno dovrebbe approfondire: hai voglio un domani lamentarti …
Siamo al partito personale che dimostra come persone possano costruire partiti propri partendo da credito e simpatie acquisiti in campi diversi dalla politica.
Ha iniziato l’imprenditore Berlusconi nel 1994 riuscendo, per una debolezza di Ciampi, ad inserire il nome di proprietà sulla scheda elettorale.
Ora è arrivato il partito personale del Comico Grillo. Grillo che considera la rete “internet” una religione mondiale, dove una piccola percentuale di persone che padroneggiano perfettamente la Rete, creeranno il novanta per cento dei suoi contenuti. ( Casaleggio docet).
l metodo che propone Grillo è di sostituire la “politica e la democrazia tradizionale” con una consultazione permanente via internet dove ognuno dice la sua; dal momento che ognuno dirà pure la sua ma alla fine chi non dice quella di Grillo, o meglio di Casaleggio, è espulso dal movimento.
In ultima analisi, per me, Grillo è figlio di Berlusconi, politicamente parlando si intende.
La democrazia è altra cosa.
Giova
19 maggio 2013

Anonimo ha detto...

je ne me sens pas du tout efficace…

Anonimo ha detto...

Con Berlusconi, da 17 anni, si tolgono prestigio ai partiti, fatti passare per peste sociale, così siamo arrivati allo scollamento totale: i cittadini non sono in grado di avvicinarsi alle istituzioni, anzi sono sempre più lontani; e lo sfascio diventa inevitabile. Come cittadino hai il diritto solo di pagare.
Giova

Davide Bianchini ha detto...

La democrazia dei sondaggi da casa è pura follia. Non è possibile ridurre tutto a un si o a un no. a un questo o a un quello. L'oggetto del discorso politico deve essere invece accessibile a tutti anche acosto di semplificazioni. Oggi invece si corre il rischio di referendare su tutto ma discutere di niente. L'aspetto positivo del M5S di Grillo sono i MeetUp, le piccole assemblee locali dove chiunque può partecipare. Assemlee frequentate da giovani e dagli esclusi dalla politica dei partiti. Locale può significare anche comunità: c'è bisogno di recuperare il senso di queste parole

Anonimo ha detto...


Il Comune di Brugine informa che con 180.000,oo euro realizza circa due kilometri di piste ciclabili; Il Comune di Legnaro con 550.000,oo riesce realizzare circa 500 metri di pista ciclabile.
Ci sarà un motivo? O cosa devo pensare?
Tranego

favero bruno ha detto...

credo che bianchini non meriti nessun tipo di risposta in merito al ruolo che hanno avuto i partiti di sinistra nel ricercare da sempre un confronto con i cittadini. quelle di bianchini sono un offesa anche al sottoscritto che da anni organizza momenti di discussione anche a livello locale su tematiche nazioanli e su tematiche locali

Anonimo ha detto...

signor Favero, non mi sembra che sia stato così offensiva la frase di Bianchini in cui parla delle "assemblee frequentate da giovani e dagli esclusi dalla politica dei partiti". lei è di siniostra? Ci tiene così tanto a definirsi di sinistra? Lei è schierato con un partito di Sinistra? Lei sa cosa vuol dire essere di Sinistra? No, giusto per capire cosa è di sinistra il pd? il pdl? Cosa è di sionistra, chi è il capio della coslaiuzuone di sinistra, io ne riesco a identificare 1 solo si chiama Silvio berlusconi, il capo supremo quello che decide insieme all'altro capo subdolo signor massimo dalema... Ecco, i partiti sono stati portatori (neghli ultimi 20 anni quanto meno) di questi campioni, campioni del potere e dei potentati locali, campioni dell'esclusività del popolo dalle scelte (vedi TAV), campioni delle prese in giro (vedi referendum acqua e nucleare) campioni dell'ipocrisia.. E adesso lei si offende perchè quyaòlcuno riconosce e rinfaccia l'inutilità e la dannosità dei partiti?... ma mi faccia il piacere.. Gli apparati sono finiti! Il futuro, fortunatamente è diverso e spero dovrà essere delle nuove generazioni, quelle non drogate dagli apparati delle appartenenze. Se ne faccia una ragione signor favero!

"ex elettore PCI"

Anonimo ha detto...

è alucinante che ancora ci sia gente che ha il coraggio di parlare di partiti di sinistra... hanno talmente paura del mV5s che stanno cercando in tutti i modi una strategia per escuderlo dalle elezioni, però al contempo non sanno come smidollarsi per salvare berlusconi dall'ineleggibilità..... Io credo che oggi per dirsi del pd bisogtna vergognarsi e diventare rossi (in faccia!)... farestew meglio, voi del pd a fondervi direttamnte col pdl, sareste più onesti.

Davide Bianchini ha detto...

Dire che i partiti sono morti non è la fine di un ragionamento, non sottointende la volontà di sostituirli con altro tipo di formazioni sociali quali i movimenti. Dire che i partiti hanno fallito la loro missione di creazione di rappresentatività è semmai un punto di partenza, una affermazione da cui cominciare a ragionare per capire in che modo, con quali forme,con quale intensità...la rappresentatività va ricreata. Un esempio pratico. Tutti d'accordo che i parlamentari devono prendere meno soldi e quelli che prendono li devono rendicontare. Non è ieri che si chiede un abbassamento di stipendi e rimborsi spese. Nessuno fa nulla, anzi si aumentano gli importi. Poi scopri che la senatrice Miotto (PD) trattiene per se ogni mese 5000 euro da anni lasciando la differenza al partito, dello stesso tenore le affermazioni del consigliere regionale Ruzzante (PD) in merito al suo stipendio e alla percentuale che ogni mese cede al suo partito. Da qui il ragionamento è semplice: diminuire gli stipendi ai parlamentari/senatori/consiglieri regionali, significa diminuire le entrate del partito. Ecco che il deputato volenteroso si scontra con una realtà di partito che non vuole rinunciare ai soldi. Il militante a questo punto tira fuori la questione che la politica costa e il partito ha bisogno di soldi per fare le sue campagne e tutte le sua attività.
Ma fino a che punto il partito fa politica e fino a che punto si autoalimenta? Fino a che punto condiziona la politica al fine di trovare sostentamento? Il rappresentante non è più solo se stesso, ma si conpenetra con l'ente che gli ha permesso di essere eletto cedendo una grande fetta della sua discrezionalità, accettando compromessi che poco o nulla hanno a che fare con la politica. Da questo punto di vista i partiti sono vivi e vegeti e floridi.Fra deputati e senatori il PD può contare su quasi 500 persone che ogni mese girano non meno di un milione di euro alle casse del partito, oltre alle centinaia di consiglieri regionali che fanno altrettanto. Una montagna di soldi pubblici ai quali si vanno ad aggiungere quelli dei rimborsi elettorali. Quando in fine vedi Alfano ministro di un governo PD alcune domande in termini di rappresentatività te le devi porre o no?

Davide Bianchini ha detto...

In merito alla presunta offesa nei confronti di Favero dico solo che secondo me è una scusa per non cominciare nemmeno a discutere. Più semplice fomentare la polemica a voce di persona che scrivere e assumersi la responsabilità di ciò che si scrive.

Anonimo ha detto...

la posizione sulle presunte offese di favero è coerente con l'atteggiamento del pdl-pdmenoelle nella paura a discutere e a confrontarsi poichè senza argomentazioni in grado di difendere l'indifendibile... un esempio? più volte mi sono trovata in dibattiti sulla non elezione di Prodi e Rodotà, ecco i poveri illusi anziani matusa rincoglioniti (non saprei chiamarli in altro modo) del pdmenoelle (parlo in generale) l'unica risposta che mi hanno saputo dare è stat un misto di parole politichesi su presunte strategie che io semplice elettrice ignorante non avrei mai capito... Ebbbene, preferisco non solo non capire ma anche NON VOTARLI. Sono talmente bigotti nelle loroi visioni che dimenticano i veri problemi del paese. Come faccio io con una pensione da miseria ad andare avanti? come faccio coi figli disoccupati e depressi? è colpa di grillo, del movimento 5 stelle se hanno fatto così schifo questi partiti maledetti? vogliamo parlare delle p2?