lunedì 15 ottobre 2012

La vicenda del forno crematorio di Polverara



Ormai da alcuni mesi gli abitanti di Isola dell'Abbà sono in agitazione per la decisione della loro amministrazione comunale di far costruire un forno crematorio nella zona del piccolo cimitero della frazione polverarese.
La legge prescrive infatti che solo nelle adiacenze di un cimitero si possa costruire un forno per cremare le salme.
Dirò subito che solidarizzo con i cittadini del posto e che trovo giusta la loro protesta ma non perchè un forno crematorio sia dannoso per la salute e nemmeno per il timore del traffico automobilistico che un'attività di quel genere può creare. Trovo piuttosto che la vicenda sia un esempio di mala amministrazione. Una decisione così delicata e ricca di perplessità non doveva scendere dall'alto e calare sulle teste delle famiglie residenti.
Ma facciamo un passo indietro.
Un forno crematorio brucia legno ( nemmeno verniciato) e salme ( per il 75% acqua), non ci sono petrolio, metalli pesanti, plastiche, acidi velenosi, scorie di alcun genere. Se non va a gas metano è elettrico. Le normative impongono filtri abbattitori e controlli periodici semestrali. Una pizzeria con il forno a legna ( la legna è spesso trattata chimicamente!) probabilmente crea emissioni maggiormente nocive.
Un numero di salme ipotizzabile per eccesso potrebbe essere quello di 5000 all'anno. 5000 diviso 220 giorni lavorativi ( ma i forni lavorano anche il sabato) siamo a circa 23 salme al giorno. Se consideriamo che la stragrande maggioranza non è seguita da corteo funebre ( il funerale si fa in chiesa o in obitorio) stiamo parlando di non più di 30/40 automobili al giorno (sempre per eccesso), distribuite nell'arco di 12 ore. 2 macchine all'ora.
Il forno verrebbe costruito a spese di privati i quali si riserverebbero lo sfruttamento economico per un numero di anni per lo meno pari a 15, probabilmente 20. Alla fine del periodo l'amministrazione comunale ritornerebbe in possesso dell'opera. Project financing. Ma già dal primo giorno il comune potrebbe incassare una percentuale su ogni cremazione.
Diciamo 450 euro a salma (prezzo ritenuto economico dagli operatori del settore) per 5000 salme fanno 2.250.000 euro. Facciamo che il 20% sia girato al comune, ecco che 450.000 euro apparirebbero magicamente senza alcun investimento. 450.000 euro di IMU in meno, di servizi sociali in più, di case popolari o servizi agli anziani e giovani coppie.....
Mala amministrazione. Un progetto di queste dimensioni non doveva essere messo nelle mani di un certo privato scelto a discrezione dell'amministrazione. Piuttosto una gara d'appalto pubblica all'interno della quale inserire gli obblighi minimi ( e gara a rialzo) per chi se lo aggiudica. In primis informazione imparziale alle famiglie del territorio, magari una centralina di rilevamento gestita dall'arpav in maniera autonoma nei pressi del forno e attiva 24su24 365 giorni all'anno, un'assicurazione con beneficiari le famiglie, la presentazione del progetto in 3d con la simulazione del traffico automobilistico. La percentuale del 20% al comune con possibilità di rialzo......
Ma è chiaro che si è preferito tagliare dritto verso interessi privati piuttosto che favorire al massimo la trasparenza e il bene comune.
Il forno non si deve fare, non per il traffico, non per l'inquinamento: non si deve fare perchè chi amministra lo deve fare nel nome di tutti e se non lo ha imparato in tanti anni lo deve capire ora!

Saluti Davide

7 commenti:

Anonimo ha detto...

Dal Corriere del Veneto del 18/12/2009.
“ Diossine, forni crematori più pericolosi delle fabbriche.
Uno studio dell’ARPAV di Mestre….ha evidenziato che sono proprio i forni crematori i maggiori responsabili dell’emissione nell’aria di microinquinanti organici, dal potenziale effetto cancerogeno……. Secondo l’ARPAV i valori di -tossicità equivalente- rilevati in Provincia, sono persino superiori alle emissioni della centrale termoelettrica o degli inceneritori di Porto Marghera..”

SICURAMENTE QUELLO CHE VERRA' REALIZZATO NON INQUINERA'

Davide Bianchini ha detto...

Si, pare che ad esempio le otturazioni dentali contengano mercurio e che la cremazione lo sparga in giro per l'ambiente. Il mercurio è un veleno!
E' vero anche che in svizzera stiano adeguando i forni crematori dotandoli di filtri adatti a trattenere tutte le sostanze inquinanti e che i costruttori di forni garantiscano fin da subito soglie di emissioni inferiori a quelle richieste dalla legge. Rimangono i timori di cittadini che diffidano delle istituzioni perchè troppe volte raggirati da amministratori conniventi e collusi. Ribadisco il mio punto di vista: il problema non è il forno crematorio, ma l'amministrazione non è riuscita a dialogare con i cittadini e a creare le basi per un confronto sereno.

Anonimo ha detto...


Davide si è messo nei panni del privato che vuole costruire il forno, penso che lo faccia perché vuole equilibrare il dibattito scritto e renderlo più completo. Però manca un attore “terzo” non di secondaria importanza: il Sindaco di Polverara, Amministratore sfuggente che con 5.000 euro ha dato il via al percorso inteso a costruire il forno crematorio.
Veda sig. Davide, lo si capisce da lontano un miglio che si tratta di uno che vuole fare soldi con una attività un po’ macraba. C’è di peggio: i commercianti di organi umani.
Non dobbiamo a mio avviso assuefarsi a queste situazioni. Il trapianto di organi lo si in caso di necessità non lo si fa in persone sane; così un forno crematorio lo si fa in caso di necessità e non può sorgere ovunque. Lei sarebbe disposto costruire la propria abitazione, perché l’area lo permette a ridosso di simile struttura? Via siamo cristiani.
Durante l’epidemia della viaria, i polli li seppellivano invece di bruciarli nei forni per evitare odori sgradevoli. Lei dice che i forni sono dotati di filtri, filtri che non sono perfetti secondo l'ARPAV di Mestre ( si veda l’anonimo precedente).
Siamo alle solite, i cittadini di Isola d’Abbà sono obbligati dai loro Amministratori di subire danni per soddisfare le esigenze di abitanti di fuori comune. Comunque la si gira si tratta sempre di una anomalia sotto tutti gli aspetti. Gli Amministratori devono difendere i cittadini invece dei schei.

Anonimo ha detto...

Ricordo che il primo Novembre del 2010 nella vicinissima località di Roncajette il fiume Bacchiglione ha rotto l'argine allagando la discarica omonima e provocando di conseguenza seri problemi ambientali alla zona.
L'idea di costruire un forno crematorio in un'area vicina a quella in cui si è verificato l'evento alluvionale del 2010 è alquanto azzardata e pericolosa.
Considerato inoltre, che nell'intero comune di Polverara le persone che hanno chiesto la cremazione sono pochissime, risulta evidente che un forno crematorio studiato per bruciare
alcune migliaia di corpi all'anno provenienti da chissà dove, non trova una ragionevole giustificazione.
Mi auguro che il dissenso sollevato da molti cittadini di: Isola dell'Abba, Roncajette, Ponte San Nicolò e Legnaro, faccia prevalere il buon senso.
Gli interessi economici di pochi non devono sempre prevalere sulla volontà dei cittadini.

Anonimo ha detto...

Non penso che le alluvioni siano un problema altrimenti non si costruirebbero più cimiteri nelle zone a rischio alluvione. In TV più volte si è sentito parlare di cadaveri alla deriva dopo una alluvione: chiudiamo i cimiteri della zona del fiume?

Sandro.

giuliano ha detto...

per l'acculturamento del sig Davide

http://www.tesionline.it/consult/indice.jsp?pag=1&idt=26426

giuliano ha detto...


http://www.tesionline.it/consult/indice.jsp?pag=1&idt=26426