giovedì 7 gennaio 2010

Energia Nucleare



Vi siete mai chiesti perchè il dialogo sul nucleare è sempre incentrato sulla sicurezza delle centrali? E' per non parlare di altri aspetti. Per distogliere l'attenzione da agomenti un po' meno di stomaco e un po' più economicamente rilevanti. L'energia nucleare costa di più di qualsiasi altra energia, anche quando le centrali fossero stra sicure rimarrebbero un'infinità di altri problemi da risolvere a partire dall'approvvigionamento di uranio. Allora perchè il centro destra vuole le centrali? Mi piacerebbe che rispondessero i nostri referenti locali del PDL o della LEGA. Sarebbe interessante sentire il nostro sindaco che senza contraddire le sue gerarchie partitiche difende il territorio legnarese dalla costruzione di una bella centrale atomica. E la LEGA Nord che voleva la secessione come farà a far costruire le centrali fuori dalla Padania?
Vi lascio con la recente risoluzione di alcuni consiglieri regionali del PD.


CONSIGLIO REGIONALE DEL VENETO

OTTAVA LEGISLATURA



RISOLUZIONE N. 65


NO ALLE CENTRALI NUCLEARI NEL VENETO. INVESTIRE NELLE
ENERGIE RINNOVABILI.

presentata il 7 settembre 2009 dai Consiglieri Gallo, Azzi, Berlato Sella,
Bonfante, Diego Bottacin, Causin, Frigo, Marchese, Michieletto, Rizzato, Tiozzo,
Trento, Atalmi, Bettin, Pettenò, Rossato, Franchetto e Zabotti


Il Consiglio regionale del Veneto

PREMESSO che in data 9 luglio 2009 il Senato della Repubblica ha
approvato in via definitiva un disegno di legge con cui la maggioranza di
centrodestra ha dato il via libera alla realizzazione di centrali nucleari in Italia, a
oltre vent’anni di distanza da uno storico referendum popolare che determinò
l’abbandono di tale tecnologia. Peraltro, ancor prima del voto in Senato e nella
perdurante assenza di un piano energetico regionale, il presidente della Regione
Giancarlo Galan aveva già manifestato, la disponibilità all’insediamento nel
territorio veneto di un impianto per la produzione di energia nucleare;
CONSIDERATO che il rilancio dell’energia nucleare in Italia è
quantomeno anacronistico e va nella direzione opposta rispetto a quanto accade da
molti anni nei principali Paesi industrializzati, dove lo sviluppo energetico non è
indirizzato verso la costruzione di nuove centrali nucleari ma è piuttosto
incentrato sull’utilizzo di fonti di energia rinnovabile, pulita e sicura. L’ultimo
reattore nucleare costruito negli Stati Uniti d’America risale al 1979!
RILEVATO che l’ipotesi di costruire una centrale nucleare in Veneto
non può prescindere dall’analisi di alcune notevoli criticità. In primo luogo, il
rischio sismico. In secondo luogo, la forte antropizzazione del territorio, ovvero la
presenza di insediamenti abitativi diffusi, che rendono impossibile collocare un
impianto nucleare rispettando la distanza dai centri abitati solitamente indicata per
garantire i livelli minimi di sicurezza. In terzo luogo, la presenza di una centrale
nucleare potrebbe avere conseguenze negative sull’economia turistica, specie se
l’impianto dovesse sorgere nelle vicinanze del litorale adriatico, del lago di Garda
o in altre zone ad alta vocazione turistica.
Ma in realtà, prima ancora delle controindicazioni di carattere locale, restano
irrisolti i grandi problemi di ordine generale posti dal ricorso all’energia nucleare:

la sicurezza degli impianti, lo smaltimento delle scorie, gli alti costi complessivi
dell’energia prodotta, i tempi di costruzione delle centrali e i tempi di esaurimento
del combustibile utilizzato, l’uranio. Come ha recentemente confermato il premio
Nobel per la fisica Carlo Rubbia, “non esiste un nucleare sicuro. (...) Si può
parlare, semmai, di un nucleare innovativo. (...) Poi resta il problema delle scorie
(...) che nessuno al mondo sa come smaltire”. In Veneto, e in generale in Italia,
sarebbe un problema anche individuare i siti per lo stoccaggio. Riguardo agli
aspetti economici, il premio Nobel osserva: “Si pensa che il nucleare possa ridurre
il costo dell’energia. Questo non è vero.”.
In merito ai tempi di realizzazione delle centrali, “noi sappiamo che per costruire
una centrale nucleare sono necessari da cinque o sei anni, in Italia anche dieci.”
La vita media di una centrale nucleare è di sessant’anni. Ma le riserve mondiali di
uranio accertate sono destinate a esaurirsi, secondo fonti dell’ENEA e del CNR, in
circa 40 anni di consumo al ritmo attuale;

esprime

contrarietà alla ripresa della produzione di energia nucleare in Italia e alla
costruzione di nuove centrali nucleari;

impegna la Giunta regionale

- a elaborare un piano energetico regionale contenente forti programmi
d’investimento per lo sviluppo e la diffusione di tecnologie che utilizzino fonti di
energia rinnovabili;
- a procedere alla più ampia consultazione dei cittadini veneti e della società
organizzata, nel caso il governo intenda comunque procedere alla costruzione di
una centrale nucleare in Veneto.

Saluti esenti da scorie Davide

2 commenti:

Fabrizio Stivanello ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
Fabrizio Stivanello ha detto...

Se può essere utile esiste uno studio di Federconsumatori, a cura di Giuseppe Colella, che analizza sotto diversi punti di vista il progetto di realizzare in Italia nuove centrali nucleari.

Gli argomenti trattati nel documento sono:

- Le barriere da abbattere per discutere liberamente sulle centrali Nucleari con i cittadini
- Incidenti nucleari e qualità del piano di emergenza
- La “miracolosa” e ardita gestione delle centrali nucleari Il caso degli stati uniti
- La programmazione nucleare può diventare un evento di successo ma anche un disastro economico
- Disponibilità e costi dell’uranio per la produzione di elettricità
- La comparazione del costo del kwh nucleare con quello del kwh da carbone e da metano
- Perché il prezzo del kwh non diminuirà con l’entrata in produzione delle centrali nucleari
- La nuova centrale nucleare finlandese: un caso particolare o un esempio?
- Nucleare: rischio economico per le famiglie e ruolo acquirente unico

Ecco i link ai documenti:

- Lo Studio di Federconsumatori : http://www.hesperya.it/news/upl/Upload_Picture_bv.asp?key=196

- Le Slide dello studio : http://www.hesperya.it/news/upl/Upload_Picture_bv.asp?key=194

Le slide sono una sintesi. Vale la pena di guardarsi il documento integrale.
Come dicevi tu non è solo l'aspetto della sicurezza a rendere poco convincente il ritorno dell'italia al nucleare.
Ciao,