lunedì 2 febbraio 2015

Un'idea buona anche per Legnaro: dall'assistenzialismo all'assistenza responsabile.


#diamociunamano: chi beneficia di un sostegno al reddito potrà svolgere un'attività volontaria in favore della propria comunità.
La copertura assicurativa Inail sarà a carico di un Fondo istituito presso il Ministero del lavoro

Chi beneficia di una misura di sostegno al reddito potrà svolgere un'attività volontaria di utilità sociale in favore della propria comunità di appartenenza, nell'ambito di progetti realizzati congiuntamente da organizzazioni di terzo settore e da comuni o enti locali. Gli oneri della relativa copertura assicurativa, attivata dall'Inail, saranno sostenuti da un apposito Fondo, di durata biennale, istituito presso il Ministero del lavoro e delle politiche sociali.
Lo prevede un decreto ministeriale, firmato dal Ministro Poletti ed inviato agli organi di controllo per la registrazione, che disciplina le modalità di attuazione della misura sperimentale introdotta dall'articolo 12 del decreto-legge 90 del 2014.

Come funziona

Il decreto prevede che i soggetti beneficiari di misure di sostegno al reddito possano essere invitati a rendersi disponibili, in forma volontaria, per essere coinvolti in attività di volontariato a fini di utilità sociale in favore della propria comunità, nell'ambito di progetti di volontariato realizzati congiuntamente da organizzazioni di terzo settore e da comuni o enti locali. Inoltre, per dare concreto avvio a questa iniziativa e poter assicurare la verifica dei risultati attesi, i comuni e le organizzazioni di terzo settore sono invitate a fornire ai cittadini ogni utile informazione sulle caratteristiche e le finalità della misura sperimentale.
Una volta acquisita la disponibilità del soggetto e verificato il possesso dei requisiti, l'organizzazione di terzo settore potrà richiedere all'Inail l'attivazione della copertura assicurativa a valere sulle risorse dell'apposito Fondo nazionale istituito presso il Ministero del lavoro e delle politiche sociali.
Il decreto prevede anche la sottoscrizione di un protocollo d'intesa tra Ministero del lavoro e delle politiche sociali, ANCI e Forum del terzo settore, coinvolti già nelle fasi di predisposizione del provvedimento, per individuare e promuovere modalità di diffusione, attuazione e valorizzazione della misura sperimentale introdotta dal Governo sull'intero territorio nazionale.

Chi può prestare attività volontaria in favore della propria comunità

Il decreto individua le modalità di utilizzo del Fondo istituito presso il Ministero del lavoro e delle politiche sociali, stabilendo anche i requisiti soggettivi per poter beneficiare della copertura assicurativa attivata dall'Inail.  
In concreto, può accedere alla misura sperimentale chi beneficia di una delle seguenti prestazioni di sostegno al reddito: 
a) cassa integrazione guadagni ordinaria e straordinaria, anche in deroga alla vigente normativa;
b) integrazione salariale e contributo a seguito di stipula di contratti di solidarietà;
c) indennità di mobilità, anche in deroga alla vigente normativa, Aspi e mini-Aspi;
d) prestazioni, legate alla cessazione del rapporto di lavoro o alla sospensione o riduzione dell'attività lavorativa, anche a carico dei Fondi di solidarietà;
e) altre prestazioni di natura assistenziale finalizzate a rimuovere e superare condizioni di bisogno e di difficoltà della persona, erogate a livello nazionale e locale. 

1 commento:

Unknown ha detto...

Legnaro

AMMINISTRATORI VANDALI ? DIREI SI!

Queste poche righe si potrebbero intitolare così: lotta contro gli alberi e il verde pubblico.

La zona Belvedere in centro paese, un polmone di verde pubblico, l’Amministrazione Comunale ha abbattuto i pini marini e soppresso la grande aiuole di verde.
Pini marini piantati quaranta anni fa che oltre ad ornare quell’area, fungevano da assorbitori di particolato inquinante atmosferico rilasciato dagli scarichi delle auto, ombreggiavano la fermata delle corriere, proteggendo pure dalla pioggia.
L’aiuola e stata cementificata trasformata in parcheggio; avessero almeno adoperato mattoni forati per poter far assorbire al terreno un po’ di acqua piovana.
La zona Belvedere ora si presenta come una landa abbandonata; così ridotta è un brutto guardare: uno sfregio al decoro dell’ambiente!
I pini marini “Pinus Pinea” sono piante preferite dagli urbanisti per i centri urbani e turistici per la loro eleganza, per il fusto alto distinto e pulito che non toglie visibilità al traffico. Hanno una gestione, manutenzione ridotta.

In crocevia, centro paese c’era un piccolo ma gustoso parco, ben compreso in quel sito; l’Amministrazione l’ha abbattuto per far spazio a nuovi appartamenti. Ora il luogo si presenta abbandonato e mal curato.

Terza puntata.
Con Delibera di Giunta Comunale n° 14 del 29/01/2015, dal titolo funerario per l’ambiente: “Abbattimento alberature sul territorio comunale”, si dispone di radere al suolo i pini marini piantati fra via Orsaretto e il piazzale della Chiesa. Pure questi quarantenni; nonostante mai potati e trascurati, segnano una pregevole macchia ornamentale di verde fra il cemento e asfalto.
I motivi scritti in Delibera: le radici danneggiano l’asfalto, perdono gli aghi,…. bisogna potarli…… bisogna fare manutenzione, ci sono i temporali, c’è la neve e altre castronerie che non fanno onore al funzionario che le ha scritte e alla Giunta che le ha votate.
In appoggio, il Sindaco e Giunta tirano in ballo il Parroco; i pini sono collocati sul margine della piazza ma in territorio comunale; una pianta in proprietà che danneggia il terreno confinante è normale che il danneggiato, in questo caso il Parroco, per rimediare il danno patito, chieda il ripristino dell’asfalto sulla sua piazza.
Di fatto il rialzo dell’asfalto dissestato è trascurato da una decina di anni, il Comune mai nessuna manutenzione ha fatto: lo sanno bene i parrocchiani che si accostano alla chiesa con l’auto
.
La mancata manutenzione della piazza da parte del Comune ha provocato incidenti, tant’è che l’agenzia assicurativa del comune si è ritirata per i troppi sinistri; per sostituirla, il premio è passato da circa 20000,00 all’attuale 50000,00 euro anno (da “soldi pubblici-Reloaded” organo governativo)
Gli euro di differenza si potevano risparmiare e fare manutenzione ..o no?.


E’ strano, siamo al centro del vivaismo veneto, sempre in zona abbiamo provetti giardinieri e potatori di piante, abbiamo in paese la facoltà Universitaria di Agraria che sforna ogni anno laureati, esperti per la cura del verde dell’ambiente e conservazione degli alberi, mentre l’Amministrazione non sa come potare e ha difficoltà per le radici delle piante?.. Andiamo, non facciamo ridere i polli…;, come fanno città come: Abano , Jesolo, Ravenna, Roma e tantissimi centri turistici nazionali che apprezzano il pino marino è lo considerano un vanto?

Per me è evidente, siamo al livello di vandali: una mostruosa insensibilità e una grossolana ignoranza

Giovanni Negrato.