mercoledì 24 novembre 2010

Chioggia, un posto buono anche per una centrale nucleare

Chioggia. In caso d’incidente nucleare
20 settembre 2010 di tantopersapere

Rome, Italia — Quest’analisi è una valutazione di cosa succederebbe se si verificasse un incidente a una centrale nucleare posizionata a Chioggia. Lo studio è stato condotto dall’Istituto di Meteorologia e dall’Ecoistituto di Vienna per conto di Greenpeace Austria.


Il fallout di una esplosione nucleare è il processo di deposizione al suolo della radioattività emessa a causa dell’incidente fino al limite della troposfera, 12 chilometri di quota, che viene trasportato dal vento (o dalla pioggia) e ricade sotto forma di cenere e pulviscolo.

Il rilascio di radioattività (Cesio-137) dovuto al peggior incidente è stato quantificato in base al report di sicurezza per l’EPR presentato da AREVA alle autorità degli USA. Tra le 12 categorie di rilascio in caso di incidente grave (“large release frequency”/LRF) individuate da AREVA, è stata scelta quella di maggior probabilità descritta come “cedimento del sistema di contenimento” (causa perdita fluido di raffreddamento) e di non-funzionamento del Containment-spray (un sistema di sicurezza che eroga automaticamente uno spray ghiacciato nel doppio contenimento per abbassare la pressione in caso di incidente).

Il nostro rapporto tecnico sul fallout di un ipotetico incidente a un Epr localizzato a Chioggia è stato effettuato a partire da condizioni meteo effettivamente accadute nel corso del 1995, che può essere considerato per quell’area un “anno tipico”.


Nel caso riportato in figura 1, con le condizioni meteo del 3 marzo 1995, la ricaduta di Cesio-137 coinvolge prevalentemente il nordest dell’Italia con propaggini fino a Milano e Torino. Forti anche le ricadute oltre le Alpi.




In figura 2, con le condizioni meteo registrate il 17 dicembre 1995, la ricaduta viene spinta verso est in direzione della pianura padana, coinvolgendo Milano e verso sud coinvolgendo più marcatamente Bologna e Firenze, con ricadute significative anche nel centro Italia.




Nei casi riportati nelle figure 3 e 4 si ha un coinvolgimento significativo (oltre che del versante italiano) anche di Austria, Slovenia e Ungheria (fig. 3) e Austria e Germania, con effetti fino in Svezia e nelle eepubbliche baltiche (fig.4).









Preso da Greenpeace Italia.

8 commenti:

Davide Bianchini ha detto...

Io non sono un catastrofista, certamente il pericolo c'è eccome e questo post lo dimostra ampiamente. Tuttavia ritengo che il nucleare innanzitutto non sia un buon investimento economico. L'uranio costa e costerà sempre più, tutte le centrali nucleari del mondo funzionano con i contributi pubblici, non si fanno mai i conti comprensivi di stoccaggio scorie... Vicno alle centrali ci si ammala di leucemia e tumore più che altrove. Non votiamo per coloro che sostengono il nucleare è l'unica soluzione. Non ha alcuna importanza il resto delle promesse, se c'è il nucleare nel programma o nelle intenzioni, anche solo una apertura possibilista, non votiamo per questi partiti.
Saluti Davide

Unknown ha detto...

Mi chiedo come si possa parlare di 'studio' o 'analisi' basandosi su semplici ipotesi...Non sarebbe meglio fare un'indagine più accurata sulla base di dati certi piuttosto che basarsi su semplici previsioni? Diffondere questo tipo di ricerche secondo me non aiuta, si rischia solo di aumentare l'allarmismo... mentre quello di cui abbiamo bisogno ora è un'informazione che parli un linguaggio chiaro, ma soprattutto parta da notizie verificate...Ti saluto

Davide Bianchini ha detto...

Uno studio sull'esplosione di una centrale nucleare non può che essere effettuato su ipotesi in quanto la verfica sul campo, su dati certi, come dice lei implicherebbe l'esplosione di una centrale nucleare. Non dimentichi che un incidente è già avvenuto. Detto questo a essere messi in discussioni non possono essere le ipotesi bensì gli istituti che le hanno fatte. Ma mi sembra che siano abbastanza qualificati. Ad ogni modo è per osservazioni come le sue che non mi piace parlare di nucleare partendo dalle ipotesi catastrofiste. Preso visione sommariamente del suo blog pro-nucleare, cose ne dice di spiegare ai lettori di questo blog in che modo sia conveniente economicamente il nucleare?
Cosa ne dice di spiegare quali siano i costi, in termini di leucemie infantili, che le famiglie che abitano vicino alle centrali nucleari tedesche pagano ogni anno? Perchè non spiega i problemi, i costi e gli gli incidenti relativi alle scorie radioattive che paesi come Usa e Germania stanno affrontando con i soldi pubblici ( e non con quelli derivanti dalla vendita di energia prodotta con le centrali...)
vivoalegnaro.it è a sua disposizione per pubblicare un suo post in prima pagina, senza censure o compromessi.
Saluti Davide

roberto ha detto...

Io ho partecipato a questa conferenza circa 2 settimane fa a Chioggia, e rassicuro il sig. GiggiCosta che quelli che sono stati esposti nel incipit dell’intervento del blog sono le stesse notizie che sono state diffuse a questa conferenza, dai relatori che sono esperti professori universitari e ricercatori di fisica. Purtroppo a quella conferenza non erano presenti politici, sopratutto dell’attuale maggioranza di Chioggia, visto che sono favorevoli al nucleare a Chioggia ( non so quanto possano essere contenti gli operatori del turismo).
Il fatto che sia stato scelto il 3 marzo 1995 e ed il 17 dicembre 1995 è perché , dalle statistiche meteorologiche effettuate, quello è stato un anno che risulta con le condizioni meteo più nella media, considerando che negli ultimi anni, non esistendo di fatto più le mezze stagioni si passa velocemente dall’estate all’inverno con forti temporali e variazioni di temperatura.
Lo studio è stato fatto da un ente estero e quindi super partes, rispetto ai soggetti interessati, ma comunque “interessato” alla questione, visti gli effetti previsti evidenziati dai grafici.
E’ inoltre emerso che il reattore EPR che si sta costruendo in Francia, oltre a non essere stato ancora completato, i costi stimati all’inizio sono aumentati di 2,5-3 volte quelli iniziali.
E’ come comprare un’auto che firmato il contratto per 100, quando, quattro mesi dopo devo ritirarla, al saldo mi chiedono 250 - 300 senza garanzia inoltre, visto che è la prima auto ad essere realizzata.
Gravi lacune e manchevolezze sono sorte in fase di costruzione con saldature non a norma dei gusci di protezione del nocciolo centrale, materiali scadenti e manodopera non specializzata, perché molto è stato subappaltato.
Lo stato si era fatto da garante per i privati, nei rapporti con le banche, per il finanziamento della centrale, ma visti disattesi gli investimenti, ora le banche hanno aperto un contenzioso verso lo stato e gli investitori privati.
L’uranio non è una risorsa infinita, durerà solo altri 50 anni, e ad oggi copre solo il 13% del fabbisogno energetico.
C’è da dire inoltre che una centrale nucleare una volta “messa in moto” deve sempre produrre energia elettrica, ed è per questo motivo che l’Italia compra energia elettrica dalla Francia di notte, non quindi nei periodi di picco, quando ci servirebbe, perché loro hanno un surplus di produzione che non sanno come utilizzare.

roberto ha detto...

Al contrario una centrale a biogas, per esempio per essere spenta basta solo un’ora scarsa, e lo stesso dicasi per accenderla, quindi molto più flessibile per un uso razionale delle risorse energetiche e per coprire i picchi di richiesta nelle fasce giornaliere.
Per una centrale nucleare non esiste il concetto di spegnimento, (forse solo a fine ciclo produttivo) ma di attenuazione, e quindi per ogni variazione di produzione occorrono sempre diversi giorni.
A tutt’oggi, dopo più di trent’anni di studio ed utilizzo di energia nucleare, non esiste alcun sito definitivo, ma solo siti temporanei, nell’attesa, che a seguito di ulteriori sviluppi e studi, di individuare siti definitivi e sicuri. I siti tra l’altro, tutt’oggi sono costantemente vigilati e controllati, quindi chiusa una centrale, diversi soldi devono essere spesi anche alla fine del ciclo di utilizzo della centrale.
Visto che il rischio che avvenga un evento negativo ( o nel caso specifico nel fallout della centrale), è caratterizzato da due fattori, quali la probabilità che esso avvenga e dall'entità dell’evento stesso, pur confidando nei tecnici che controlleranno sempre questa centrale,
spero che esso non avvenga nemmeno una volta, visto l’entità degli effetti sul territorio.
Se basta una sola volta per “devastare” un territorio, colpendo non solo le persone, ma anche tutto il sistema ambientale delle acque, terreni, aria ecc, le consiglio di scaricarsi dal sito di greenpeace, un powerpoint, di una mostra di foto che hanno fatto nelle aree nei dintorni delle centrali nucleari in Russia. Avverto che le immagini sono forti quindi non consigliabili ai bambini.
Se consideriamo anche l’aspetto economico, visto il periodo di crisi, una centrale nucleare, oltre a portare molti soldi pubblici ad un numero ristretto di industriali specializzati nella costruzione delle stesse, altri tecnici nella gestione e manutenzione ecc, cento piccoli impianti fotovoltaici da 3 Kwp, invece favorirebbero un benessere diffuso di produttori di pannelli, produttori di sistemi di fissaggio, tecnici per la progettazione e direzione dei lavori e per ultimi le ditte installatrici, ma qui siamo in Italia, e chi è attaccato ai cordoni della politica che conta, spinge per le proprie “politiche aziendali”.
Parafrasando il titolo di un libro “Non è un paese per vecchi” di Cormac McCarthy, direi invece che l'Italia è proprio “un paese per vecchi”, perché solo dei politici intorno ai 70 anni, con venti o poco più anni ancora da vivere, decidono di costruire queste centrali EPR, intascando tanti soldi per garantirsi gli ultimi anni di pensione, e lasciandoci in eredità le scorie da smaltire e tutto il macchinario che ci va dietro.
Evidentemente i discendenti di questi politici, avranno comunque già costruito un bunker antiatomico, od un elettrico sarà sempre pronti per portarli in aree non a rischio.
Ecco che per questi e centro alti motivi, l'Italia dovrebbe puntare alle energie rinnovabili, incentivandole sempre di più e favorendo la loro diffusone anche a livello locale.
Visto che l’Italia a livello europeo e non, è conosciuta come il “paese del sole”, non vedo perché c’è lo ricordiamo solo quando ad agosto andiamo in ferie e ci lamentiamo se piove ( governo ladro).
Spero di aver utilizzato un linguaggio chiaro.

rinnovabili saluti energetici.

roberto ha detto...

Al contrario una centrale a biogas, per esempio per essere spenta basta solo un’ora scarsa, e lo stesso dicasi per accenderla, quindi molto più flessibile per un uso razionale delle risorse energetiche e per coprire i picchi di richiesta nelle fasce giornaliere.
Per una centrale nucleare non esiste il concetto di spegnimento, (forse solo a fine ciclo produttivo) ma di attenuazione, e quindi per ogni variazione di produzione occorrono sempre diversi giorni.
A tutt’oggi, dopo più di trent’anni di studio ed utilizzo di energia nucleare, non esiste alcun sito definitivo, ma solo siti temporanei, nell’attesa, che a seguito di ulteriori sviluppi e studi, di individuare siti definitivi e sicuri. I siti tra l’altro, tutt’oggi sono costantemente vigilati e controllati, quindi chiusa una centrale, diversi soldi devono essere spesi anche alla fine del ciclo di utilizzo della centrale.
Visto che il rischio che avvenga un evento negativo ( o nel caso specifico nel fallout della centrale), è caratterizzato da due fattori, quali la probabilità che esso avvenga e dall'entità dell’evento stesso, pur confidando nei tecnici che controlleranno sempre questa centrale,
spero che esso non avvenga nemmeno una volta, visto l’entità degli effetti sul territorio.
Se basta una sola volta per “devastare” un territorio, colpendo non solo le persone, ma anche tutto il sistema ambientale delle acque, terreni, aria ecc, le consiglio di scaricarsi dal sito di greenpeace, un powerpoint, di una mostra di foto che hanno fatto nelle aree nei dintorni delle centrali nucleari in Russia. Avverto che le immagini sono forti quindi non consigliabili ai bambini.

Anonimo ha detto...

Avanti con Veronesi... non lo vedo filo-governante, eppure crede nella capacità dell'uomo di gestire l'energia nucleare. mi associo. avanti col nucleare. intanto per i suoi detrattori, comuncino spegnere cellulari, internet, motori. frigorifero!
poi ne riparliamo...

Davide Bianchini ha detto...

E' una bugia, non è vero che o nucleare o spegnimento di cellulari, pc ed elettrodomestici. E' una falsità che non trova riscontro nella realtà. La Germania ha già deciso lo spegnimento delle sue centrali nucleari, discutono se rimandarlo di qualche anno oppure mantenere fede agli impegni presi. Ma nel prossimo futuro del paese più industrializzato d'Europa c'è lo spegnimento delle centrali nucleari!!!
Però c'è del vero nell'affermazione del commento precedente: bisogna diminuire il consumo. Attraverso tecnologie meno bisognose di energia, ma anche spegnendo elettrodemestici, automobili, aerei. Non in senso assoluto chiaramente, ma in chiave di sobrietà: quello che serve e nulla di più.
Nelle parole di questi nucleristi c'è molta paura di rimanere senza qualcosa, la sfida da vincere è quella di non rinunciare a niente purchè sia necessario.
In ultima analisi ancora nessuno che provi a dimostrare l'economicità del nucleare.
Saluti